Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 512 - seduta del 03-08-2011
Sulla situazione economica del paese
2011 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 512
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , non so quale sia lo stato d'animo dei colleghi che sono in quest' Aula, voglio dire qual è il mio stato d'animo . sono un pochino, francamente, sconcertato perché credo che questo dibattito non debba essere la riproposizione delle nostre posizioni, del tifo da stadio, degli applausi a destra e a sinistra, credo che noi dobbiamo avvertire un pochino la sobrietà e la serietà di questo momento. non so se dirò delle cose utili o meno, ma credo che bisogna che noi recuperiamo lo stile perché la gente che ci ascolta in questi minuti vive delle questioni problematiche primarie che probabilmente noi viviamo molto parzialmente, ma che è anche la base di uno stato emotivo profondamente critico verso la politica e verso le istituzioni. noi non abbiamo chiamato qui il presidente del Consiglio dei ministri né per riproporre — lo dico francamente — la nostra propaganda, né per sentire la sua. la nostra la conoscete. è da tre anni che chiediamo le stesse cose: le dimissioni del presidente del Consiglio e il superamento di questo Governo. è da tre anni che chi è al Governo ci ripete che ha la maggioranza e che non pensa lontanamente di andarsene. ma tutto questo fa parte della ritualità. noi siamo in un momento di ritualità? questa è la domanda! siamo in un momento di normalità, in cui possiamo permetterci la riproposizione dei dibattiti che in quest' Aula abbiamo sentito tutti in questi ultimi vent' anni ? o non ci rendiamo conto di essere in un passaggio come poche volte si verifica per un paese? sono fasi storiche! io ho vissuto in quest' Aula il 1992 e il 1993. è stata la fine non di un partito politico , ma di una stagione politica, di un' epoca e oggi avverto molte analogie con quella stagione. non credo che oggi sia il tramonto e il crepuscolo solo di qualcuno, di qualcosa o di una formula politica. è la fine di un' epoca, a cui noi dobbiamo corrispondere — se vogliamo esserne all' altezza — con un supplemento di responsabilità e di serietà, ciascuno come può e dove è, senza trasformismi. ha ragione, onorevole Alfano: i mercati non determinano i governi e non possono determinarli, ma andiamo a sentire in Grecia se i mercati non determinano i governi! infatti, quando non c' è la politica, purtroppo sono i mercati a sostituirla. non voglio applausi, non mi importa nulla. condivido pienamente con lei la considerazione che lei ha dei governi tecnici : i governi tecnici sono un commissariamento della politica, sono la fine della politica, non a caso avvengono quando la politica si dimostra totalmente sorda che alla fine, nella disperazione, le istituzioni si rivolgono a qualcuno che viene evocato come supplenza della politica, come supplemento rispetto all' assenza della politica. allora, oggi la propaganda non mi interessa. la crisi internazionale c' è, i problemi li conosciamo, non solo quelli del debito, ma oggi profondamente il tema della crescita. tutti noi sappiamo queste cose. nessuno addebita al presidente del Consiglio la crisi internazionale . è da otto giorni che la Borsa americana perde. non è colpa di Berlusconi almeno in questo caso: sono otto giorni consecutivi che la Borsa americana perde! però, se è vero quello che è stato richiamato in quest' Aula, ed è vero che il nostro paese ha anche tanti elementi di forza, che ci sono dei dati come lo stress test delle banche, che ha visto un risultato positivo, e i dati sull' export, che sono positivi, se sono vere tutte queste cose, per quale motivo noi abbiamo il peggiore andamento di Borsa rispetto agli altri paesi europei ? perché lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi oggi ha sfiorato i 400 punti? perché in presenza di una condizione, che pure non sarebbe probabilmente in grado di determinare questo sfascio e questo cataclisma, noi siamo in una condizione di sorvegliati speciali? diciamocelo sommessamente, piano e nel modo più indolore possibile: ma forse ci sarà pure un problema di credibilità? forse ci sarà pure un problema di un paese che ha perso del tempo? onorevole Alfano, ha ragione quando ha detto nel 2007... ma, signor presidente del Consiglio , francamente non capisco perché lei si agita. non capisco neanche che cosa di eretico sto dicendo! sto facendo un ragionamento. forse non sarà condivisibile, ma non mi sembra — se gli osservatori ascoltano — che stia dicendo delle cose folli. l' onorevole Alfano ha detto che dal 2007 la situazione internazionale ci portava qui e io ho detto sì, ha ragione, salvo che poi siete voi che avete dato la rassicurazione che stavamo in un paese meraviglioso e che la crisi era superata, non noi, dal 2007 in poi! allora, a questo punto penso che non mi interessano i copioni e non mi interessa neanche un dialogo tra sordi e, pertanto, non evoco nessuna richiesta di dimissioni, che tanto sarebbe del tutto inutile. l' Italia affonda e chiede che riusciamo a parlarci, forse anche a collaborare. lo abbiamo fatto, seppure in condizioni di distinte opinioni, perché da nessuna parte nel mondo, neanche in Grecia, in tre giorni si è varata una manovra come quella che è stata presentata in Parlamento, grazie a un' opposizione che ha detto: « votiamo contro perché non la condividiamo, ma ve la facciamo passare in tre giorni » . più responsabilità di questo francamente non so che cosa si potrebbe pretendere da un' opposizione. ebbene, è un dialogo ed è la necessità di una collaborazione quello che ci viene richiesto. da tempo, lo dico sinceramente a tutti i miei interlocutori, sia di destra sia di sinistra, che solo una fase non di supplenza tecnica della politica — assolutamente no — ma di armistizio tra i principali partiti può salvare l' Italia. dico sinceramente non improbabili governi tecnici , ma governi che nascano dalla volontà del Parlamento, dei partiti e degli uomini più responsabili di questo paese, perché dobbiamo fare e porre in essere delle scelte impopolari che nessun governo, con il timore di perdere voti alle prossime elezioni, è in grado di assumere. non si tratta del Governo Berlusconi o di un Governo di altro segno o di opposto segno di domani. non vi è la forza della politica, con la spada di Damocle dei prossimi risultati elettorali, qualsiasi essi siano, di assumere la responsabilità di scelte dolorose, che sono inevitabili. parliamoci chiaro. siamo nelle condizioni di dover tornare a 20-30 anni fa, di dover tornare anche ai temi del livello di vita dei nostri concittadini, perché abbiamo vissuto al di sopra di quello che potevamo consentirci. è un discorso sgradevole da fare ed è il contrario del « va tutto bene » , ma questa è inevitabilmente la questione che abbiamo di fronte. saranno poi gli elettori a dare la pagella e ad attribuire meriti e colpe, ma questo non è il momento. è il momento dei fatti. stamattina si è riunito il Cipe. è bene che il Cipe si sia riunito. questi fondi sono già stati evocati tante volte e speriamo che questa sia la volta buona. abbiamo spalmato la manovra nel 2013-2014. voglio fare delle proposte concrete, anche se forse molto banali, forse. chiediamo di anticipare, con un decreto legge , parte significativa della manovra del 2013-2014, per dare serietà e concretezza all' impegno straordinario con questa manovra chiediamo un decreto legge per questo. mai decreto legge sarà più pertinente e consono ai requisiti di urgenza che la Costituzione richiede e il Parlamento dovrà e potrà riunirsi al più presto, anche nel mese di agosto, per tempestivamente esaminarlo. anticipo della riforma fiscale , detassazione del lavoro sul reddito delle imprese e delle famiglie, aumento della tassazione delle rendite finanziarie, grande piano di liberalizzazioni, servizi pubblici locali, bancari, assicurativi, professionali e una grande liberalizzazione nella rete di distribuzione dell' energia. poi, certo siamo d' accordo, ma non si capisce perché siamo stati così inerti rispetto ai temi dell' accorpamento dei comuni, dell' abolizione delle province, del superamento del bicameralismo, perché siamo al quarto anno di legislatura e non si capisce perché questi temi non sono stati in qualche modo affrontati. infine, una proposta concreta: che il Governo istituisca una commissione per la crescita con sessanta giorni di tempo, due mesi, con rappresentati di maggioranza e di opposizione e delle parti sociali , proposte concrete per la crescita del paese. ciascuno faccia la propria parte. noi pensiamo di farla in questo modo, con serietà e con quell' interpretazione dell' idea repubblicana della politica. non c' è qualcuno che ha qualcosa da guadagnare, qui stiamo andando a fondo e abbiamo tutti qualcosa da perdere. voglio dire un' ultimissima cosa, signor presidente , e concludo. molti evocano la fine del berlusconismo, come fine di una stagione politica di cui parlavo inizialmente. bene, se qualcuno pensa che rispetto a questi passaggi epocali la questione si risolva con una sorta di liquidazione politica dell' attuale presidente del Consiglio e tutto il resto continua così, vuol dire che non ha capito niente di quello che sta succedendo in questo paese. o assumiamo la responsabilità di disegnare una fase nuova, o — se pensiamo che la fine politica di qualcuno coincida con il successo degli altri — sottovalutiamo le difficoltà che abbiamo davanti ed il momento che stiamo vivendo.