Antonio DI PIETRO - Deputato Maggioranza
XVI Legislatura - Assemblea n. 490 - seduta del 22-06-2011
Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici
2011 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 120
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , innanzitutto la ringrazio per ascoltare questa volta anche la voce dell' opposizione. ho ascoltato anche io con attenzione il suo intervento questa mattina e posso dire con serenità che lei ha tracciato alcune fotografie, che sono un dato di fatto da cui bisogna partire. il Capo dello Stato le ha chiesto di venire qui a verificare se aveva ancora una maggioranza. lei ha detto — e i fatti le danno ragione — che la maggioranza di 317 di ieri è superiore a quella di 314 del 14 dicembre scorso. quindi, c' è una maggioranza in Parlamento e questo Parlamento non è in grado oggi di offrire un' alternativa, per un Governo diverso per il paese in questa legislatura. noi dell' Italia dei Valori ci siamo battuti e ci battiamo affinché la legislatura cambi al più presto, ma sappiamo che la legge dei numeri è quella che è e da qui dobbiamo ripartire. lei mi darà atto che noi dell' Italia dei Valori abbiamo fatto e vogliamo fare un' opposizione durissima al suo Governo, perché rimproveriamo una cosa al suo Governo, quella di aver creato — il collega Tabacci ha detto una nuova divisione nel paese — a mio avviso una nuova e più grave divaricazione sociale nel paese, quella di aver creato cioè un paese dove pochi stanno troppo bene e troppi stanno troppo male. quel che più noi rimproveriamo a lei è il fatto di avere creato una nuova categoria di poveri, una nuova categoria di persone che non hanno speranza per il futuro. ma questa è la nostra posizione. lei però oggi ha detto una cosa che deve far riflettere noi dell' opposizione. noi che facciamo? il presidente del Consiglio oggi ci ha detto che secondo lui ci sono tre o quattro opposizioni, che non c' è una chiara identità di programma e che non riusciamo ad esprimere una leadership in grado di proporci in alternativa a loro. ebbene, credo che noi dobbiamo sfidarlo su questo campo. dobbiamo sfidarlo su questo campo proprio perché altrimenti ci limiteremmo a chiedere il voto ai cittadini in forma di plebiscito in positivo o in negativo sull' attività di Governo di Berlusconi. noi riteniamo che i cittadini abbiano già dato una risposta. l' hanno data con le elezioni amministrative e ancora di più con i referendum. hanno già detto che, dopo l' illusione che ha prodotto in loro il Governo Berlusconi, oggi c' è una delusione rispetto al loro modo di governare. lo hanno detto perché con i referendum hanno mandato tre messaggi precisi: 27 milioni di cittadini sono andati a votare, nonostante fosse stato detto loro di non andarci, e nel 95 per cento dei casi hanno detto anche che vogliono che l' articolo 3 della Costituzione sia uguale per tutti, chi ci governa e chi è governato. quindi, i cittadini hanno già detto, rispetto a questo Governo, che c' è una divaricazione fra la maggioranza numerica di questo Parlamento e la maggioranza reale della volontà del paese. ma noi a questo punto non possiamo certo pensare di poter vincere le elezioni, se e quando ci saranno. prima o poi, al massimo fra due anni, ci saranno e, se volete sapere cosa penso, credo che noi ci dobbiamo battere il più presto possibile, ma dobbiamo partire da una realtà, che questo Governo difficilmente si schioderà da qui per i prossimi due anni. quindi, abbiamo due anni per costruire questa alternativa, ma dobbiamo cominciare da subito a farlo. ebbene, sto dicendo una cosa: i cittadini hanno già mandato a dire a questo Governo che non condividono le politiche dell' illusione che hanno portato avanti. non le condividono nella politica estera , nella politica economica , nella politica delle scelte energetiche e nella politica giudiziaria . hanno detto che vogliono riformare la giustizia (poi ne parleremo un attimo), ma certo è che i cittadini hanno detto che non vogliono più leggi ad personam . ma qual è il nostro programma? qual è la nostra coalizione? qual è il nostro modo per scegliere la leadership? è su queste cose che, ancora oggi, siamo in crisi nel doverci esprimere. ho sentito l' onorevole Martino, prima, quando diceva: voi cosa offrite in alternativa? lo devo dire qui, davanti a tutti, pubblicamente: non lo so! non lo so perché non ho ancora avuto una riunione con gli altri leader dei partiti dell' opposizione. non lo so! lo chiedo pubblicamente, davanti al paese: se vi è un Partito di maggioranza relativa, ha il dovere, oggi, di convocarci per vedere che cosa bisogna fare. non può aspettare neanche un minuto! ci è stato detto che dobbiamo fare le primarie. su che cosa, per quale programma e con chi? non me la sento di chiedere ai cittadini di votare un leader senza sapere per fare che cosa e dove mi porta, perché non me la sento di portare il paese verso un oscuro premier, che, magari, parla bene, affabula tanto, ma che poi, in concreto, non so se ha in capo un mondo liberale, un mondo fatto anche di economia basato sulla libera concorrenza, sulla meritocrazia, sull' efficienza del servizio pubblico e quant' altro. vorrei ricordare in quest' Aula che l' Italia dei Valori è un partito politico che fa parte dei liberaldemocratici a livello internazionale e nel Parlamento europeo e io non ci sto, non ci sto più, a sentir parlare, ogni volta che si parla di opposizione, della sinistra. l' opposizione a questo Governo è fatta non solo dalla sinistra! è fatta da forze politiche che mettono insieme con grande capacità e devono mettere insieme con grande responsabilità la solidarietà della sinistra, la difesa delle fasce più deboli della sinistra, la legalità della destra sociale, la capacità di mettere insieme solidarietà e libero mercato, dove anche la meritocrazia è un valore e non diventa solo mero assistenzialismo. abbiamo intenzione di costruire un' alternativa a questo Governo; in questo momento ne sento la responsabilità, dopo aver dimostrato, se permettete, di saper fare opposizione. infatti, se oggi stiamo discutendo di tre temi fondamentali, con i tre referendum, non lo stiamo facendo per un' opposizione qualsiasi, ma per l' opposizione dell' Italia dei Valori , che su questi temi ha avuto il coraggio e l' umiltà di andare avanti fino in fondo. oggi siamo qui e vogliamo discutere di un progetto, di un programma. vogliamo discutere e vogliamo sapere in che cosa consiste questo programma. ecco perché chiediamo a gran voce di dare una risposta concreta e positiva alla richiesta del Governo. il Governo afferma che vuole vedere l' alternativa: facciamogliela vedere. il Governo ha detto che vuole dedicare i prossimi due anni ad alcune riforme, su cui ha chiesto che l' opposizione gli dia una mano. signor presidente del Consiglio , non so che cosa vuole dire dare una mano, ma la sfido. lei ha detto che vuole fare una riforma fiscale e tributaria. porti domani mattina dal 12,5 per cento al 20 per cento la tassazione sulle speculazioni finanziarie e io gliela voto. lei porti domani mattina un aumento delle risorse finanziarie e umane e delle strutture per far funzionare la giustizia e io sono pronto a discuterne. lei porti domani mattina l' eliminazione del reato di immigrazione clandestina , che non c' entra niente con la sistemazione del problema dell' immigrazione, e noi ne discuteremo, la voteremo. lei rimetta in discussione la fiscalizzazione per gli investimenti, anche con riferimento alle risorse del FAS, e noi siamo pronti a discuterne. lei ha chiesto all' opposizione di essere forte e coerente. io la sfido, però porti dei provvedimenti che servono al paese, non porti più, come ha fatto finora, provvedimenti e leggi ad personam ...... perché il paese le ha detto oggi che non ne dobbiamo discutere più di leggi ad personam ! dobbiamo discutere di leggi che servono al paese. io non so se lei avrà il coraggio di fare tutto questo, ma una cosa è certa, l' opposizione ha il dovere di proporre un' alternativa. allora, amico Pier Luigi , amico Bersani, comincia tu, perché a te spettano il dovere, l' onore e l' onere di convocarci.