Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 471 - seduta del 04-05-2011
Sull'impegno italiano in Libia
2011 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 471
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , ho ascoltato con attenzione l' intervento dell' onorevole Menia, di Futuro e Libertà per il Terzo Polo , che mi ha preceduto ed ho trovato che sia stato piuttosto deciso e duro nei confronti del ministro degli Affari esteri . io, invece, voglio andare controcorrente oggi e cioè voglio esprimere a Frattini, non solo amico, ma ministro degli Affari esteri , la mia solidarietà. non lo invidio, perché ad essere in un contesto di questo tipo a fare il ministro degli Affari esteri c' è da perdere la testa, c' è da uscire pazzo, avendo una maggioranza alle spalle che un giorno dice una cosa, un giorno ne fa un' altra, in una componente va da un lato, in un' altra componente va dall' altro, ha la campagna elettorale ed ha paura di perdere voti, abbiamo i militari esposti al fronte e nessuno si occupa di loro, che cadono per la patria e per la nostra libertà nella lotta al terrorismo. francamente devo dire che il ministro degli Affari esteri non lo invidio, perché penso che neanche un Churchill della politica potrebbe riuscire a tenere insieme e dare dignità ad una politica che non ha dignità. la maggioranza, in questa circostanza, lo dico agli italiani che ci ascoltano, avrebbe dovuto fare cosa? cosa fa una maggioranza in un caso del genere? cerca di fare una mozione unitaria, che mette insieme maggioranza ed opposizione. io posso dire questo, perché ho l' orgoglio, rispetto agli amici del PdL e della Lega, di aver sostenuto il Governo Prodi sull' Afghanistan anche quando c' era qualcuno che pur di far cadere quel Governo non sosteneva i militari, che poi in altre circostanze ha voluto apparentemente, a parole, difendere. anche in quella circostanza il nostro partito fece prevalere la difesa dell' Italia, con la I maiuscola, dei nostri militari, delle ragioni vere per cui siamo nelle missioni militari di pace. ebbene, la maggioranza avrebbe dovuto cercare di fare un lavoro certosino per mettere assieme tutti, e invece il lavoro certosino lo ha fatto, ma per mettere assieme le proprie contraddizioni, perché c' era la Lega preoccupata della campagna elettorale e, vedendo i sondaggi, preoccupata di cavalcare un pacifismo di maniera. voglio dire agli amici della Lega una cosa semplice e chiara. guardate amici, la strada di mezzo non c' è: è immorale con la mano destra lanciare le bombe e con la sinistra porgere i ramoscelli d' ulivo, perché non è credibile, è una cosa ridicola. nella vita politica bisogna assumersi le responsabilità, e le responsabilità possono essere quelle, dolorose, di partecipare ad un' azione militare. dolorose, perché tutti noi vorremmo accogliere il monito di monsignor Martinelli, vescovo di Tunisi, ma se non lo si può fare è perché qualcuno si dovrebbe ricordare in questa Aula che esiste una cosa che si chiama Onu, ed esiste un' altra cosa che si chiama NATO, ed esistono altre cose che sono gli impegni internazionali di un paese che non può essere veramente mortificato nelle burlette di una politica estera che diventa subalterna ai giochi politici italiani. allora, onorevole presidente Fini (naturalmente lei in questo non c' entra nulla, ma mi rivolgo a lei perché presiede autorevolmente la nostra Camera), non c' era bisogno di questo dibattito. c' era già stata una copertura piena delle azioni del Governo, e quando il ministro Frattini è venuto presso le Commissioni esteri e difesa congiunte noi dell' opposizione — devo dire del Partito Democratico e dell' UDC — abbiamo detto: andate avanti, non c' è bisogno, siete già coperti. perché oggi siamo qui, in questo dibattito? siamo qui, in questo dibattito perché stiamo facendo un supplemento di campagna elettorale , e questa è una cosa mortificante per l' Italia, perché non è accettabile che un grande paese come l' Italia debba essere subalterno ai giochetti politici veramente di piccolo cabotaggio. debbo dire, colleghi e amici, che nella politica ci sono stati tanti momenti in cui il nostro paese ha dovuto fare scelte difficili, ma in questo caso noi avevamo due scelte davanti. due scelte, lo ripeto. è inutile dire che Berlusconi ce l' aveva detto o che non ce l' aveva detto, anche perché parliamoci chiaramente, e lo dico a chi si lamenta che non è stato informato dal presidente del Consiglio : è un problema vostro; se il presidente del Consiglio vi considera così poco che non vi consulta traetene le deduzioni, e se non le volete trarre state zitti. ma noi avevamo due strade. la prima strada era quella di fare come la Germania, e dire: benissimo, ma non partecipiamo. la seconda strada era quella di dire, come abbiamo fatto: partecipiamo. tutto il resto non conta nulla. è la mortificazione dell' Italia. questa mozione è ridicola! una mozione che fissa di fatto un termine, ma poiché voi sapete benissimo che non potete fissare il termine perché il ministro degli Affari esteri non è un incosciente — è una persona seria e sa che non può fissare il termine — la mozione dice che fissa il termine d' accordo con gli alleati. per cui, fissa un termine del non termine, perché gli alleati ci hanno già risposto. la NATO ci ha già detto: come si fa a fissare un termine? finché Gheddafi non se ne va non si può far nulla. e tutti gli italiani che ascoltano, che ci ascoltano, capiscono che non si può fissare un termine. sarebbe troppo bello che si iniziasse un' azione militare fissando il termine. vorrebbe dire che abbiamo la bacchetta magica e, invece, non ce l' ha nessuno la bacchetta magica . questa mozione è ridicola. però, onorevoli colleghi , se noi pensiamo alla nostra posizione sulla Libia, allora dobbiamo riconoscere che la mozione è coerente, perché è ridicola la mozione come è ridicola la nostra posizione sulla Libia. infatti, noi siamo l' unico paese occidentale che, in quattro mesi, è passato dal baciamano a Gheddafi alle bombe sulla casa. siamo l' unico paese che è passato dal non bombarderemo al bombarderemo. siamo l' unico paese che ha detto che Gheddafi non era come la Tunisia e l' Egitto, ma un leader democratico, amato dal suo popolo, e che, per questo, non potevamo fare nulla nei confronti della Libia. poi, dopo qualche settimana, le cose sono andate diversamente. le frecce tricolori, che erano andate a fare fumogeno tricolore — in verità qualcuno si era rifiutato — , a fare l' esibizione a casa di Gheddafi, oggi fanno altre esibizioni, di altro genere, sempre sulla casa di Gheddafi — è vero — , ma un altro tipo di esibizioni. onorevoli colleghi , voglio terminare perché non è più decoroso neanche parlare. è indecoroso tutto. questa è una pagina nera nella vita del Parlamento e della storia delle relazioni internazionali dell' Italia. noi stiamo facendo una campagna elettorale sulle spalle dell' Italia e quello che è peggio, miei cari amici, è che la stiamo facendo sulle spalle dei nostri militari. su queste cose un paese serio non scherza.