Massimo D'ALEMA - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri - Ministro Beni Culturali ed Ambientali Maggioranza
XVI Legislatura - Assemblea n. 392 - seduta del 09-11-2010
Tassi bancari applicati alle impfresde nel Mezzogiorno
2010 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 350
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , vorrei dire qualche cosa sul merito della questione di cui ci stiamo occupando, prescindendo un attimo dalla questione politica che ha preso sicuramente il campo e su cui farò soltanto una battuta conclusiva. intervengo innanzitutto per dire che non è stato mai negoziato un accordo sui respingimenti. quella di operare i respingimenti è una decisione autonoma del governo italiano ed, oltretutto, nulla di questo tipo fa parte del trattato di amicizia con la Libia, per cui i riferimenti che sono stati fatti alla responsabilità del Governo Prodi sono impropri e muovono da una limitata conoscenza dei fatti. noi abbiamo negoziato un trattato di amicizia con la Libia; non siamo arrivati a firmarlo perché c' erano dei punti di dissenso. in particolare, io dissentivo verso un certo meccanismo di rimborso alla Libia che prevede un' obbligazione per moltissimi anni a carico del bilancio dello Stato italiano. quello era il punto di vista libico che fu accolto, con molta rapidità, dal Governo che è venuto dopo di noi che ha ritenuto di doverlo accogliere; tesi che intendo rispettare, ma di cui ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità. credo che sia molto importante mantenere un rapporto positivo con la Libia e ritengo che ci siano tanti aspetti importanti in quell' accordo, anche dal punto di vista di principio. il fatto che noi, che siamo stati potenza coloniale, anche assumendoci nel passato, come Italia, responsabilità molto gravi vi abbiamo posto rimedio, è cosa a mio giudizio positiva. ma qui ci occupiamo d' altro, né l' emendamento tocca in nulla il rapporto con la Libia, infatti, se mai si ritiene che quello che viene chiesto sia premessa per continuare una politica di respingimenti che è la politica del governo italiano e che non è prevista in nessun trattato con la Libia. quindi, questo emendamento vincola il governo italiano e non il governo libico ; a mio giudizio vincola il governo italiano a rispettare le convenzioni internazionali, ciò che il governo italiano non ha fatto. giustamente l' onorevole Della Vedova ha ricordato che il respingimento degli immigrati clandestini che vengono per mare costituisce una minima parte della lotta alla clandestinità, giacché quelli che venivano per mare erano circa l' 8 per cento degli immigrati clandestini e respingere una parte dell' 8 per cento davvero non è la soluzione del problema. la grandissima maggioranza dei clandestini viene via terra, con permessi di soggiorno temporanei, si ferma nel nostro paese. una legislazione a mio giudizio assurda, che prevede che il lavoratore straniero che perde il lavoro diventi clandestino, sta producendo migliaia e migliaia di clandestini in queste ore, spingendo nella clandestinità, con gli effetti di pericolo anche per la sicurezza, persone che non sono criminali. quindi, se vogliamo parlare dell' immigrazione clandestina , dobbiamo farlo con serietà, in un dibattito apposito che sia sgombro della demagogia inconsistente dei riferimenti che abbiamo ascoltato sino ad oggi. qui si tratta del fatto che un paese civile come l' Italia ha diritto di respingere i clandestini, ma ha il dovere di accogliere quelle persone che si trovino in condizioni di potere richiedere asilo sulla base del diritto internazionale . ciò ci è stato contestato da diversi organismi internazionali, non ultimo l' Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. se noi vogliamo procedere (come ha deciso il Governo Berlusconi e non il trattato con la Libia), al respingimento sommario senza operare quella distinzione che il protocollo europeo letto dal ministro Frattini ci invita ad effettuare (perché in quel protocollo si dice che i governi europei devono collaborare con la Libia a distinguere i clandestini dagli aventi diritto d' asilo ), visto che noi ci sottraiamo a questo dovere e respingiamo sommariamente, allora abbiamo almeno il dovere di assicurare che questa distinzione avvenga in Libia attraverso il rispetto delle convenzioni internazionali e l' attività di un ufficio dell' Alto commissariato delle Nazioni Unite ! credo che questo emendamento non tocca in nulla il trattato di amicizia con la Libia, che — ripeto — non affronta la materia dei respingimenti, ma riguarda un comportamento del governo italiano , questo sì, che non è stato sin qui conforme ai principi del diritto internazionale e lo invita ad adeguarsi a questi principi. voglio dire una sola cosa. credo sinceramente che questo emendamento avrebbe potuto essere accolto senza drammatizzare il confronto, come è avvenuto, da parte della maggioranza, al di là della portata effettiva di questa raccomandazione. ci sono evidentemente dei nervi scoperti, c' è qualcosa, però, carissimi amici, mettetevi d' accordo con voi stessi: se il semplice richiamo alla convenzione dell' Onu sui rifugiati è un tradimento intollerabile, allora vuol dire che la maggioranza non c' è più, c' è poco da fare! entriamo in una materia che è totalmente nazionale. mettetevi d' accordo con voi stessi: o abbozzare o prendere atto e andarsene. questo sarebbe davvero, a mio giudizio, un esito positivo di tutta questa nostra discussione e avremmo finalmente risolto un problema che oramai per il nostro paese sta diventando ben più grave di quello dei clandestini.