Antonio DI PIETRO - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 328 - seduta del 26-05-2010
Concernenti la moralizzazione della vita pubblica
2010 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 155
  • Attività legislativa

signor presidente , signori del Governo, noi dell' Italia dei Valori vogliamo affrontare questo tema del piano straordinario contro le mafie con spirito di responsabilità e di partecipazione alla realizzazione di un provvedimento che serva al paese. stiamo parlando di un provvedimento, che dovrebbe aiutare a combattere la criminalità e già questa è una novità in questo Parlamento e in quest' Aula. fino ad ora, ogni volta che abbiamo parlato di problemi di giustizia, abbiamo parlato di provvedimenti che servivano a qualcuno per sfuggire alla giustizia e non al paese e alle istituzioni per assicurare alla giustizia la criminalità. quindi, noi salutiamo positivamente questa proposta che ha fatto anche il Governo. d' altronde , come forse dovrebbe essere bene far rilevare, si tratta in realtà di un disegno di legge che esce dalla lettura congiunta di più disegni di legge . uno è certamente quello del Governo del 9 marzo 2010 (a. c. 3290), poi vi è un' altra proposta di legge dei deputati Vitali e Carlucci (a. c. 529), ma, se permette, vi è anche una proposta di legge dell' Italia dei Valori (a. c. 3478). in tutti e tre i casi, la proposta è quella di individuare misure necessarie per il contrasto alla criminalità organizzata e, conseguentemente, delle deleghe al Governo per l' emanazione di un testo unico delle disposizioni in materia di misure di prevenzione. come vedete, quindi, il tema in sé — ovvero l' individuazione di nuove misure per contrastare la criminalità organizzata e per creare una codificazione più unitaria e più intelligibile, un testo unico in materia di misure di prevenzione — è una preoccupazione che coinvolge sia il Parlamento che il Governo. ci vogliamo fare carico di ciò. quindi, noi questa mattina non parliamo considerando a priori che siamo all' opposizione, che si parla di giustizia, che da sempre l' Italia dei Valori in tale materia rimarca le manchevolezze e i comportamenti irrazionali dell' operato del Governo. viceversa, vogliamo rimarcare come, su un tema così concreto, vogliamo confrontarci nel merito, rimandando alla fine di questa discussione e della eventuale approvazione di alcuni emendamenti specifici, che abbiamo proposto all' attenzione dell' Assemblea, una valutazione complessiva sulla nostra posizione in merito al considerare il testo soddisfacente o meno. diciamo subito che, per definizione, qualsiasi decisione dovesse uscire da quest' Assemblea (lo dico non con riferimento a quanto proposto dal Governo, ma anche a quello che ha proposto l' Italia dei Valori ) non sarà mai sufficiente a combattere la criminalità organizzata . infatti, da che mondo è mondo, nell' eterna guerra tra guardie e ladri, una ne scopre la guardia per scoprire il ladro e una ne scopre il ladro per fregare la guardia, soprattutto quando poi si mette d' accordo con la guardia stessa. ecco perché ho fatto questa premessa, per dire che anche se il provvedimento dovesse risultarci non soddisfacente, noi cercheremo di operare con spirito costruttivo, all' insegna del principio « meglio poco che niente » , meglio un passo alla volta che non fare alcun passo. fatta questa premessa, certamente dobbiamo chiederci qual è l' obiettivo che ci proponiamo nel momento in cui diamo una delega così importante al Governo e adottiamo alcuni provvedimenti a scapito di altri. stiamo parlando di criminalità organizzata di tipo mafioso. innanzitutto dobbiamo partire da una diversa fotografia rispetto a quella alla quale ci hanno abituato le letterature degli anni passati. la criminalità mafiosa attuale è un' altra cosa rispetto a quella di un tempo. è tutta un' altra cosa: si veste di bianco, si mette la cravatta, entra negli affari, nella Pubblica Amministrazione , nel sistema bancario , non risiede più a Palermo, ma anche Milano è considerata una succursale. infatti è una criminalità sostanzialmente transnazionale e internazionale, è una criminalità che non conosce confini, è una criminalità che ha già attuato sul piano dell' azione criminale l' Unione Europea dei criminali, ma non solo, l' unione internazionale dei criminali. è una criminalità cioè che non può riguardare soltanto ciò che attualmente è descritto dall' articolo 416-bis del codice penale . questa è la ragione, cominciando ad entrare nel merito, per cui noi abbiamo proposto innanzitutto due emendamenti specifici riguardanti l' articolo 416-bis. il primo — su cui insistiamo affinché il Governo, il relatore e la maggioranza se ne facciano carico — prevede di integrare l' articolo 416-bis al fine di dare un costrutto più attuale rispetto a quella che è, oggi come oggi, l' associazione mafiosa. noi riteniamo che la pena dell' articolo 416-bis debba essere estesa anche allo scambio elettorale politico-mafioso, anche a chi si adopera per far ottenere la promessa di voti con specifico riferimento a quanto previsto dal terzo comma dell' articolo 416-bis. si deve prevedere, inoltre, che oltre alla erogazione di denaro anche il trasferimento di qualunque altra utilità possa rientrare tra le finalità del delitto. sono due passaggi importanti che noi riteniamo siano necessari per cercare di rompere questo cordone ombelicale che si sta facendo sempre più forte tra classe politica e classe mafiosa. tant' è che si corre il rischio che la classe mafiosa si impossessi della classe politica ed entri anche dentro questo Parlamento, se è vero com' è vero che dentro questo Parlamento ci sono persone condannate o inquisite per fatti mafiosi. già qui c' è un conflitto di interessi enorme per chi viene a votare questa norma avendo un interesse specifico. riteniamo che la criminalità organizzata mafiosa oggi sia diversa e quindi vada affrontata in modo diverso, sia sul piano organizzativo, sia sul piano finanziario, sia sul piano normativo. questa è la ragione del nostro emendamento. noi riteniamo che, oltre al voto di scambio , l' articolo 416-bis debba prevedere anche un altro ampliamento. oggi è previsto che per far scattare la contestabilità dell' associazione mafiosa vi debba essere la condizione di omertà e di assoggettamento. noi riteniamo che possa bastare l' una o l' altra, perché non è necessario che ci siano tutte e due: basta che ci sia l' omertà o l' assoggettamento. noi, a dire la verità, diremmo anche qualcosa in più: ormai la nuova criminalità mafiosa non ha più neanche bisogno di lavorare sul fronte dell' omertà e dell' assoggettamento, oggi c' è un nuovo fronte che dovremo aprire (forse non è questa la sede), quello cioè della condivisione. noi abbiamo sempre pensato che è mafiosa quella criminalità che utilizza l' assoggettamento; ma ciò non è vero! oggi come oggi ci sono politici referenti, persone cioè che non sono assoggettate, ma conniventi. si è creata una condizione ambientale tale per cui non c' è neanche bisogno di assoggettamento, è la situazione ambientale che assoggetta in quanto tale. ecco perché riteniamo che debba essere modificato anche l' ultimo comma dell' articolo 416-bis per dargli più omogeneità. si deve prevedere cioè che debba valere non per le associazioni mafiose in quanto tali, ma si debba cristallizzare una valutazione che in realtà la giurisprudenza ha già espresso a iosa in questi anni: ovvero occorre estendere anche alla camorra e alle altre associazioni la valenza dell' associazione mafiosa in senso stretto. quando dico camorra e altre associazioni mi riferisco maggiormente alle varie associazioni localmente denominate, ogni tanto ne esce fuori qualcuna. per sgomberare il campo da ogni equivoco riteniamo che con riferimento a qualunque associazione che, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo, persegua scopi corrispondenti a quelli dell' associazione di tipo mafioso sia necessario parlare tout court di associazione criminale mafiosa, indicando tout court qualsiasi associazione che non va strettamente individuata con lo scopo corrispondente a quello delle associazioni di cui al terzo comma dell' articolo 416-bis, perché qualunque associazione criminale, proprio perché tale, deve essere ricompresa nella categoria per la sua qualità, per la sua mafiosità. sempre con riferimento alle aree di interesse della criminalità organizzata , ci teniamo a precisare — ce lo dovete consentire — che in questa proposta di legge c' è un vuoto totale sia sotto l' aspetto della delega, sia sotto l' aspetto delle decisioni immediatamente cogenti; un vuoto che riguarda la questione più importante, più pregnante su cui si sta inserendo la criminalità mafiosa, vale a dire gli appalti e le forniture pubbliche, con riferimento ai quali dobbiamo uscire da alcuni equivoci di fondo. innanzitutto potevamo inserire un emendamento, che sarebbe stato particolarmente opportuno in questo testo, in base al quale tutti i poteri derogatori previsti dalle ordinanze attualmente devono valere solo per i casi di urgenza e non di necessità. dopo l' esperienza della protezione civile società per azioni crediamo che sia assurdo continuare a mantenere questa possibilità! per celebrare la festa dei 150 anni dell' L'Unità d' Italia non c' era bisogno di predisporre provvedimenti d' urgenza, né c' è bisogno di mantenerli, però è stata un' opportunità per far inserire una criminalità che ha il colletto bianco, che non ha il mafioso, ma che è più mafiosa della mafia perché condivide con la Pubblica Amministrazione e con il sistema politico spazi di criminalità diffusa. noi riteniamo, e ci dispiace che non sia stato previsto in questa proposta, che bisognerà farsi carico di un problema fondamentale per quanto riguarda la questione degli appalti: il ruolo, la funzione e le modalità con cui vengono realizzate e individuate le stazioni appaltanti , nonché il ruolo, la funzione e le modalità con cui vengono individuate e promosse le SOA di certificazione. riteniamo che avere 13.300 stazioni appaltanti in Italia — questo è il numero! — sia un' istigazione a delinquere, perché avere più di 13 mila stazioni appaltanti vuol dire creare una massa enorme di permeabilità da parte della criminalità organizzata che in quel territorio, in quella piccola stazione appaltante , può tranquillamente agire ad uso e consumo proprio. così come ad uso e consumo proprio si stanno costituendo numerosissime SOA che, diciamo così, rilasciano certificazioni senza alcuna responsabilità e molto spesso vengono costituite ad hoc proprio per rilasciare un attestato a delle imprese che non lo meritano. in questo senso con un nostro emendamento noi abbiamo ribadito, e ribadiamo anche in questa sede, la necessità di prevedere la creazione di White list di imprese, anche se, in realtà, siamo disposti a discutere sia di White list sia di black list . per White list intendiamo quelle liste certificate dalle prefetture locali da cui si deve attingere per individuare chi può partecipare alle gare perché se non si è iscritti in quelle liste non si può prendere parte alle gare. riteniamo anche che bisogna creare delle black list non necessariamente basate sull' aspetto criminale, perché ci sono delle ditte che formalmente sembrano del tutto corrette semplicemente perché fanno capo ad una « testa di legno » , ad un prestanome; ditte che magari, non avendo avuto condanne penali, sono in una situazione tale per cui tra una prescrizione, un' amnistia, un condono, uno scudo fiscale e quant' altro hanno dimostrato di saper aggirare le leggi, e per questo motivo forse è meglio metterle fuori dal contesto della partecipazione alle gare pubbliche. riteniamo quindi che sotto questo aspetto si debba riconsiderare totalmente la problematica delle stazioni appaltanti e delle SOA, e che soprattutto si debba rivedere il sistema dei controlli. personalmente ritengo che occorra eliminare la funzione di controllo, di vigilanza in capo all' organo che si occupa anche della gestione. faccio un esempio per tutti: l' Anas; spiegatemi per quale ragione l' Anas gestisce, verifica, controlla e sanziona le anomalie che gli altri concessionari o le altre imprese fanno, quando essa stessa è gestore. così come — permettetemi di dirlo e di andare ancora più a fondo — ritengo che lo stesso ministero delle Infrastrutture debba essere esentato dal lavoro di verifica e controllo e da tutta questa attività, con tutto il personale e con tutte le risorse, e che l' aspetto organizzativo debba essere affidato all' Autorità per i lavori pubblici . infatti, nel nostro paese abbiamo una cosa assurda: abbiamo un' autorità indipendente, quale l' Autorità per i lavori pubblici , che ha il potere ma non ha i mezzi, e un' altra autorità, il ministero, che ha i mezzi ma non ha il potere, perché ce l' ha l' Autorità. il risultato è che nessuno controlla e verifica. soprattutto, tutto ciò che attiene ai rapporti tra il sistema delle imprese e il sistema dei controlli viene gestito dall' esterno dalle cosiddette strutture di missione che, a mio avviso, rischiano ogni giorno di diventare sempre più strutture criminogene di missione, perché non gestite da pubblici ufficiali , ma affidate da una contrattualistica esterna a soggetti esterni, diversi dai pubblici impiegati. questo si è verificato nella protezione civile , con la legge obiettivo, per i 150 anni dell' L'Unità d' Italia, per La Maddalena e per tutte le altre strutture di missione, per i grandi eventi che tutte le volte sono stati organizzati. riteniamo che occorra intervenire nel merito. per esempio, qui potevamo inserire una norma, posto che parliamo di criminalità mafiosa. la criminalità mafiosa sta pure in Sicilia: non dico che non sta più in Sicilia, sta pure a Milano, ma sta pure in Sicilia. mantenere la Calcestruzzi società per azioni come fornitore unico del calcestruzzo per tutta l' isola, vuol dire mettere il cemento in mano a quelli che sono in grado di decidere a chi darlo e come darlo. ciò avviene ancora oggi, dopo che dagli anni Novanta abbiamo verificato, attraverso procedimenti penali, che intorno alle grandi opere, in Sicilia, in Calabria e in Campania (tutte le grandi opere hanno bisogno di calcestruzzo), tutto il calcestruzzo gira intorno alla Calcestruzzi, alla Italcementi, che è fornitore unico in terra di mafia. tant' è vero che non c' è un' indagine sugli appalti pubblici che non veda coinvolto qualcuno della Calcestruzzi società per azioni . credo che a questo punto bisogna affrontare e risolvere il problema del monopolio assoluto. poi per quanto riguarda i manager — anche io ne ho presi tre o quattro a suo tempo — ogni uno o due anni c' è un Pubblico ministero che ne prende un po', però la società sta sempre lì. credo, quindi, che per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata , si possa e si debba fare questa delega. è necessario farla, ma me lo si lasci dire, se è vero come è vero che per affrontare questa emergenza bisogna farlo su diversi piani, sul piano finanziario, non c' è un euro che sia un euro per la lotta alla criminalità organizzata in questo provvedimento. sul piano organizzativo e sul piano normativo, la delega va bene , mentre sul piano preventivo — lo ripeto — avremmo dovuto intervenire soprattutto sulle stazioni appaltanti . personalmente, ritengo che dovremmo intervenire anche sulla questione degli arbitrati. mi sono molto battuto a suo tempo, quando ero ministro delle Infrastrutture . gli arbitrati sono un' occasione per costruire una giustizia parallela che aiuta e serve soltanto le imprese, non la Pubblica Amministrazione . il 99 per cento delle volte la Pubblica Amministrazione perde. signor presidente , mi avvio alla conclusione. alla fine ritengo, riservandomi di tornare su tanti altri punti nel seguito dell' esame, emendamento per emendamento, che oggi dobbiamo tutti lavorare favorevolmente per cercare di fare qualcosa, ma quel che stiamo facendo è una goccia nel mare. soprattutto rischia di essere soltanto una lavata di faccia se, come nella fattispecie, mentre noi qui discutiamo, al Senato si esamina un provvedimento sulle intercettazioni telefoniche che impedisce di combattere la criminalità. dunque, rispetto a tutto questo, il Governo e la sua maggioranza devono sapere che, se si vogliono fare semplicemente « leggine » delega per pulirsi la faccia, per poi invece sporcarsi le mani attraverso l' impedimento ai magistrati di fare il loro dovere e all' informazione di far sapere ai cittadini come stanno le cose, noi non possiamo starci. in questo senso, la nostra opposizione sarà durissima, ma sempre costruttiva, come abbiamo dimostrato in questa occasione.