Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 323 - seduta del 18-05-2010
Sul grave attentato in Afghanistan che ha causato la morte del caporal maggiore Alessandro Di Lisio, nonché il ferimento di tre paracadutisti italiani
2010 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 323
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , ieri lei ha interpretato i nostri sentimenti in modo egregio — non aggiungo altro alle sue parole — indirizzando ai caduti, alle loro famiglie, ai feriti e all' esercito italiano la solidarietà dell' intero Parlamento. i problemi immensi di questa missione sono chiari a tutti, i risultati ottenuti anche, i limiti evidenti pure. l' onorevole Maran ha detto che bisogna discutere e riflettere. certamente è necessario discutere e riflettere, ma non bisogna dimenticare che questa missione in Afghanistan non ha niente a che fare con iniziative unilaterali che magari in passato sono state criticate. questa missione in Afghanistan è condotta in nome e per conto della comunità internazionale e della NATO. questa iniziativa è condotta con una condivisione ampia, certamente con i limiti evidenti che non potevano che essere tali e che tutti noi constatiamo. colleghi, gli attentati, come quello che questa mattina ha portato alla morte di 20 soldati della NATO, sono finalizzati ad una strategia precisa, e non è un caso che si stiano moltiplicando in questi tempi. il tentativo è quello di seminare nell' opinione pubblica l' idea che questa sia una guerra già persa e che sia necessario lasciare il campo. gli attentati sono finalizzati a farci abbandonare l' Afghanistan, a lasciare questo paese al suo destino e a dimostrare, una volta di più, che gli sforzi concertati contro il terrorismo dalla comunità internazionale sono destinati ad essere inutili. questi attentati hanno un obiettivo preciso, che è la ricaduta nell' opinione pubblica europea e internazionale. le parole, allora, servono a poco: servono i fatti, serve una linea di condotta trasparente e chiara, serve un impegno concorde di tutto il Parlamento accanto al Governo, perché in questo impegno comune c' è una linea di continuità con quello che il Parlamento ha fatto in tutti questi anni. sono cambiati i governi, ma non è venuto meno l' impegno comune a una missione di pace come quella che stiamo conducendo in Afghanistan, in cui purtroppo gli strumenti di morte che si usano a volte sono la risposta necessaria ad un tentativo di cacciarci fuori dal paese e di riportarlo nel caos di venti anni fa. onorevoli colleghi , oggi cambiano i luoghi, una volta si è all' opposizione, l' altra volta si è al Governo, ma non possono cambiare i principi. io sono d' accordo con l' onorevole Maran quando dice una cosa molto pesante, ma di cui non possiamo non farci carico. egli denuncia il lucrare sulle disgrazie — aggiungo io, onorevole Maran — per qualche voto in più. ieri c' è stato qualcuno, l' onorevole Di Pietro che mi dispiace è assente nel dibattito, che ha definito questa guerra illogica e sanguinaria. onorevole Di Pietro , qui non c' è una guerra, semmai si risponde all' offesa perché nessun militare italiano è fuori dal territorio nazionale per fare delle guerre! qui non c' è una logica sanguinaria e noi dobbiamo respingere al mittente questi tentativi di assecondare l' opinione pubblica (magari per lucrare qualche voto in più) e dare sponda, con queste tesi, a sentimenti — questi sì che lo sono — antinazionali. l' Europa, l' Occidente, è in una fase drammatica, delicatissima, non solo per le vicende del terrorismo in Afghanistan, ma anche per quello che sta capitando nell' economia. abbiamo due strade come parlamentari (e lo vediamo anche discutendo di altro): da un lato, la strada del cercare di cavalcare la popolarità facile, dando ragione sempre e comunque a chi esprime certe opinioni, e dall' altro lato, al contrario, la necessità di essere classe dirigente assumendosi gli oneri anche delle scelte impopolari. noi abbiamo deciso di essere questa seconda cosa e di seguire questa seconda strada.