Rosy BINDI - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 32 - seduta del 10-07-2008
Sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato
2008 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 32
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghi e signori del Governo, sotto l' urgenza dei problemi giudiziari del presidente del Consiglio il Governo umilia la Costituzione, mortifica il Parlamento e con la forza dei numeri impone l' approvazione di un provvedimento che non ha precedenti uguali nei sistemi democratici-parlamentari come il nostro. il provvedimento in esame, destinato a sospendere il processo per corruzione a un magistrato a carico di Silvio Berlusconi , prefigura un sistema abnorme di impunità, peraltro in modo pasticciato, per le più alte cariche dello Stato. si afferma ed è stato ripetuto anche in Aula che occorre mettere fine all' emergenza giustizia e chiudere una presunta anomalia italiana nel rapporto tra magistratura e politica. la norma bloccaprocessi e il lodo Alfano , entrambi indissolubilmente legati l' uno all' altro, non avrebbero infatti attinenza con il processo in corso a Milano (sono le parole dell' onorevole Ghedini) perché l' onorevole Berlusconi non se ne avvarrà, perché si risolverà con la sua assoluzione. allora a che cosa serve? la risposta è a dir poco inquietante. i processi si devono sospendere per il bene del paese e non per Berlusconi, il lodo serve a governare con serenità e, ci ha ripetuto stamattina l' onorevole Pecorella, ad assicurare quella stabilita politica che da troppo tempo manca nel nostro paese. ma davvero pensate che si può fare il bene dell' Italia se la giustizia non è al servizio di tutti, se la legge non è uguale per tutti, se la serenità di chi governa è affidata ai suoi privilegi e alla sua immunità, anziché alla sua retta coscienza? è come sostenere che la legittimazione del popolo sospende il valore della legalità e solleva chi detiene il potere dal rispetto della legge. il nostro presidente del Consiglio oggi ci ha detto (ce lo dirà tra qualche momento, quando voterete questo provvedimento): la legge la faccio io! c' è chi ha parlato di sultanato, ma a me è venuto in mente il Leviatano di Hobbes, laddove si dice che il sovrano, per essere libero di governare, non può essere sottoposto neppure alla legge. quello, però, era il tempo dell' assolutismo e non dello stato di diritto e della liberaldemocrazia. mi è tornato in mente anche un dialogo pubblico, a Monaco di Baviera , tra il filosofo Habermas e l' allora cardinale Ratzinger, sui fondamenti morali prepolitici dello Stato liberale. in quel dialogo, il futuro pontefice affermava che è compito della politica sottomettere il potere al criterio del diritto e, in tal modo, ordinarne l' uso sensato. aggiungeva, inoltre, che se il diritto non appare come espressione di una giustizia che sia al servizio di tutti, ma come prodotto di un arbitrio e di una pretesa di essere nel diritto solo perché si detiene il potere su di esso, è inevitabile alimentare nei cittadini il sospetto verso il diritto e la legalità e minare l' autorevolezza e la dignità della politica. chissà se, in questi giorni, autorevoli commentatori di questo dialogo lo rileggeranno, prima di votare questo provvedimento? si è ripetuto più volte in quest' Aula che in Italia la dignità della politica sarebbe compromessa da un cattivo rapporto tra politica e magistratura. anch' io penso che in Italia questo rapporto debba essere affrontato, ma vorrei che fosse la politica a fare il primo passo , perché solo una politica capace di trasparenza, di libertà e di autorevolezza è in grado di porre seriamente questo problema. la moralità pubblica e privata di chi fa politica non può essere sfiorata dai dubbi o dai sospetti. è uno dei requisiti essenziali per l' esercizio di ogni responsabilità istituzionale. la politica, che giustamente pretende l' autonomia dalla magistratura, deve saper dimostrare di essere autonoma e libera da tutti gli altri poteri, soprattutto da quello economico-finanziario e da quello degli affari. la norma bloccaprocessi e questo lodo dimostrano, invece, che la politica, anziché riformare se stessa , altera gli equilibri delle istituzioni, travolge il diritto e piega il principio di legalità agli interessi personali del presidente del Consiglio . questa mattina, tutti avete affermato che, in questo paese, saremmo stati vittime di un cattivo rapporto tra magistratura e politica. è stato detto che il Governo Prodi è caduto per l' intervento di un Pubblico ministero , ma il ministro Mastella si è dimesso e abbiamo visto come è andata a finire: non abbiamo fatto una legge per salvare quel Governo da quel Pubblico ministero ? anche se si volesse andare indietro nel tempo, l' articolo 68 della Costituzione è stato modificato da un Parlamento del quale non facevo parte. di quel Parlamento faceva parte una classe politica dalla quale io ho più volte preso le distanze. quella classe politica ha pagato duramente e non è giusto che sia stata sostituita da chi, dopo quindici anni, continua a tenere ingombrato il paese dai suoi interessi personali! signor presidente , le chiedo ancora un minuto. in questi giorni, abbiamo preso tutti le distanze dalla piazza — lo voglio ripetere — , però io non sono solo preoccupata dall' uso smodato delle piazze, ma anche dall' indifferenza e da un paese che, preso dai suoi problemi, che vi ostinate a non risolvere, non ha neanche la libertà di rendersi conto di che vulnus viene portato alla democrazia italiana, così come... signor presidente , esprimo un ultimo concetto e concludo. nessuno scambi il nostro senso di responsabilità e la nostra disponibilità al dialogo, perché questa ha un alto prezzo e non è gratuita. mi domando se possa esserci dialogo con chi è gravato da un gigantesco conflitto di interesse e ha preteso e ottenuto di dettare leggi su misura e garantirsi impunità. non so, per quanto mi riguarda (la domanda è seria), se questo macigno potrà mai essere tolto dalla strada del dialogo che tutti peraltro auspicavamo.