Valter VELTRONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XVI Legislatura - Assemblea n. 32 - seduta del 10-07-2008
2008 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 394
  • Attività legislativa

signor presidente della Camera, né lei, né il presidente del Senato , né tanto meno il presidente della Repubblica , le cui prerogative sono fissate dall' articolo 90 della Costituzione, avete fatto appello alla necessità urgente di approvare la norma che oggi il Parlamento approva. questo Parlamento è stato chiamato, con un esame in 48 ore, a votare una legge che è obiettivamente una legge per una persona. se non fosse così, basterebbe solamente una risposta positiva all' invito, che diversi colleghi hanno fatto, ossia a dichiarare la disponibilità a non avvalersi delle prerogative che oggi vengono votate, proprio per smentire l' idea, che però mi pare abbastanza acquisita anche nella nostra discussione, che in realtà di una legge per una persona si tratti. l' onorevole Contento, che è un deputato le cui argomentazioni seguo con attenzione, quando vengono svolte nell' Aula, oggi ha parlato di un sacrificio. ne ha parlato a proposito del fatto che non si è scelta la via di una legge costituzionale . perché non si è scelta la via di una legge costituzionale , aprendo, in tal modo, un problema che verrà vagliato e verificato in altre sedi? non la si è scelta per la necessità di andare velocemente, di fare presto, tanto che si è fatta un' inversione, si è detto: il decreto « bloccaprocessi » , poi si è detto « no » , meglio il lodo Alfano , che va più veloce. vede, appare abbastanza singolare agli italiani che ci ascoltano che in un paese lento come il nostro, un paese in cui decidere è così difficile, improvvisamente, in 48 ore, si riesca ad approvare una norma di questo tipo. la maggioranza che governa questo paese e che l' ha governato tra il 2001 e il 2006, portò, il 15 gennaio 2002, in quest' Aula, una norma per il sostegno alle persone anziane non autosufficienti. non sono bastate non dico 48 ore, ma sei anni, per approvare quella norma! questo dà al paese il senso di una distanza: quando si tratta delle questioni che riguardano qualcuno, c' è una grande velocità; quando si tratta delle questioni che riguardano il paese, c' è una grande lentezza. e chi ci ascolta si domanda — e credo che questa domanda abbia attraversato questa discussione, fino all' ultima parte dell' intervento dell' onorevole Lussana — se questa sia la vera priorità, se nelle case degli italiani venga avvertita questa come la questione centrale. io credo che il paese viva e credo che tutti quanti ne siamo consapevoli forse uno dei momenti più drammatici della sua storia recente. solo chi è fazioso potrebbe farne carico al Governo che è in carica da due mesi. è qualcosa che si protrae da lungo tempo della storia italiana. è un paese bloccato, un paese fermo, un paese i cui indicatori sono, in questi giorni, purtroppo, tutti indicatori ai quali si accompagna sempre una definizione, l' indicatore più negativo da molti anni: la produzione industriale , l' allarme di Confindustria di oggi, il calo dei consumi che comporta la chiusura dei negozi, il calo dell' occupazione, l' aumento del costo della vita — per fattori internazionali ma anche per ragioni nostre — che consuma, in maniera prepotente, i salari delle famiglie e che metterà, alla ripresa autunnale, in una condizione di grande durezza la possibilità per le famiglie di mantenere il livello della propria vita. si tratta della vita reale, della vita dei cittadini, non quella del circuito mediatico-politico, ma la vita reale. e credo che quei cittadini che fanno i conti ogni giorno con questi problemi, ragionevolmente si chiedano se l' approvazione di una norma che riguarda una persona sia davvero la priorità per il paese. signor presidente , i rilievi che le ha fatto l' onorevole Franceschini e che hanno fatto altri, ovviamente nell' assoluto rispetto della sua figura, della sua carica e della sua imparzialità, rimandano ad un problema. in questi giorni, nella Commissione bilancio della Camera, con riferimento ad una manovra finanziaria che è stata approvata in nove minuti e mezzo dal Governo — non so se questa debba essere considerata una virtù, ci sono voluti molti giorni per portare il testo in Parlamento — adesso ci sono 1.600 emendamenti. in una vita parlamentare normale si dovrebbe immaginare che la gran parte di questi emendamenti siano dell' opposizione, invece « no » : mille sono della maggioranza e 130 sono del Governo, ma i 130 del Governo occupano circa 300 pagine, perché si tratta di riforme molto profonde, e per questa discussione vengono date poche ore. è questo ciò che ci preoccupa, da una parte questa fretta applicata all' esigenza di risoluzione di problemi evidenti del presidente del Consiglio , e, dall' altra, questa compressione della possibilità di discutere e di decidere su una materia delicata come una manovra finanziaria triennale. la vita pubblica deve essere veloce e la nostra democrazia deve essere una democrazia che decide, altrimenti finirà per non essere più una democrazia; tuttavia, credo che dobbiamo dirci con assoluta sincerità — cerco di farlo in questi pochi minuti — come questa legislatura sembra, in questo momento, che si stia volgendo verso il naturale svolgimento delle altre legislature. poteva essere — dico poteva, perché questo è lo stato delle cose — una legislatura che, consapevole della difficoltà del paese, definiva e fissava delle regole nuove. cito una frase del discorso che ha fatto il presidente Berlusconi in quest' Aula: « dovranno essere non più risse, ma scelte e decisioni ferme, che abbiano riguardo esclusivamente agli interessi del paese » . c' era la disponibilità che l' opposizione aveva, giustamente, dato alla definizione comune di regole del gioco , perché il fatto che si riduca il numero dei parlamentari o che si abbia una sola Camera che fa le leggi non è interesse di qualcuno, ma interesse generale del paese. tuttavia, subito dopo, è partita una raffica di interventi che avevano al centro solo, ancora una volta, gli interessi del presidente del Consiglio : il decreto Retequattro, il proposito di fare, attraverso un decreto, la misura sulle intercettazioni, la misura « bloccaprocessi » , che è stata ritirata — mi auguro, come il presidente Casini, che venga ritirata in maniera esplicita — che avrebbe avuto l' effetto, anche qui per garantire il non svolgimento del processo per il presidente del Consiglio , di fermare processi su reati importanti, dalla rapina al furto ad altri. l' opposizione ha ottenuto dei risultati: questi tre provvedimenti sono stati ritirati. tuttavia, l' inasprimento, al quale si è accompagnata la campagna contro la magistratura, quella contro l' opposizione e certi toni, ha avuto, come effetto, quello di strappare una tela; una tela strappata in presenza di una disponibilità e di un senso di responsabilità che abbiamo manifestato e che, credo, sia, in qualche misura, naturale per una grande forza come la nostra. il paese è tornato al passato, come una maledizione; giustamente, l' onorevole Lupi oggi ha detto che sembra il 2001, ma può sembrare il 2004 o il 1998. sembra esattamente ciò che questo Parlamento e questo paese conosce da quindici anni: un paese bloccato da una coazione a ripetere e dall' impossibilità di trovare e scegliere il futuro. è per questo che vogliamo — e confermo che questa è la nostra vocazione, vorrei dire che questa è persino la nostra stessa ragione di esistenza — portare l' Italia fuori da tutto questo. qualcuno osserva che il Partito Democratico è stretto tra l' aggressività e la prepotenza di un Governo che si occupa solamente di queste questioni e, dall' altra parte, da toni che peraltro non condivido. e sono assolutamente meravigliato del fatto che non si sia, nel corso di queste ore, presa di nuovo distanza da chi ha attaccato in una piazza, utilizzando quella piazza, il presidente della Repubblica , il Papa e forze politiche che non si dovrebbero ritenere avversarie. la nostra è l' opposizione per l' alternativa. io e il Partito Democratico ci siamo assunti delle responsabilità credo coraggiose, e delle quali, a mio avviso, la democrazia italiana si gioverà. abbiamo bisogno di avere un' opposizione riformista, ferma sui principi, che ottenga dei risultati, e però capace di parlare al paese. e vengo così all' ultima considerazione che voglio svolgere. dico al Governo: l' urgenza in questo momento non è la norma per il presidente Berlusconi. l' urgenza in questo momento è un intervento, attraverso lo strumento fiscale, per i salari, gli stipendi e per le pensioni. e allora, se il Governo presenterà un provvedimento d' urgenza, state certi che noi, che voteremo contro il provvedimento in esame, saremmo disposti, anche in quarantotto ore, ad approvare qualcosa che faccia ripartire il paese e costruisca condizioni di maggiore equità e giustizia sociale .