Pier Luigi BERSANI - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 113 - seduta del 13-01-2009
Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale
2009 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 113
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi vorrei esordire ringraziando il mio capogruppo e la direzione del mio gruppo per aver scelto di costruire questa specie di Aventino alla rovescia che cerca di fare in modo che il Parlamento si riappropri delle sue funzioni, seppure in una forma che non è quella che avremmo voluto. quindi illustro l' emendamento riferito ai consorzi Fidi inquadrandolo in un ragionamento più generale. il ministro Vito, nella sua imbarazzata richiesta di porre la questione di fiducia , ha osato dire che saremmo il primo Parlamento d' Europa ad esaminare misure anticrisi. credo che si tratti di una forma di dadaismo puro, di surrealismo. abbiamo in realtà un primato: siamo l' unico paese nel quale è sottratta al Parlamento ogni possibilità di discussione efficace sui temi della crisi. abbiamo cominciato qualche mese fa con riunioni alle 8,30 di mattino durate mezz' ora per fare un primo esame della più grave crisi planetaria dal 1929 ad oggi; abbiamo proseguito con voti di fiducia e siamo, qui, oggi a parlare fra noi esponenti dell' opposizione. questo ammutolimento del Parlamento è il segno di un fenomeno più ampio sul quale vorrei richiamare l' attenzione: questo Governo intende sottacere i temi della crisi non solo in Parlamento, ma anche nella discussione pubblica. la scorsa settimana il nostro ministro dell' Economia e delle Finanze ha partecipato ad un convegno internazionale a Parigi e ha svolto un intervento interessante, di questo non dubito. prendo nota, però, che il Tg1 ha ritenuto di trasmettere questa notizia prima delle notizie sulla striscia di Gaza . ora, questa piaggeria e questo pericoloso conformismo che sta investendo la discussione pubblica sui temi della crisi può portarci solo dei guai. non faccio questioni personali — qui non c' è il ministro Tremonti che è molto suscettibile in merito alle discussioni su di lui — e anzi riconosco evidentemente qualità ipnotiche al ministro dell' Economia e delle Finanze , che riesce a fare in modo che qualsiasi sua divagazione occupi le prime pagine dei giornali. suggerirei, anzi, qualche audacia in più, che si mettesse a parlare anche di faraoni e di marziani, oltre che di mostri di videogiochi e di imperatori romani. inoltre, anche questo lo attribuisco alle sue capacità ipnotiche, si sta prendendo per buono il tormentone « io l' avevo visto » , « io l' avevo detto » , « io l' avevo previsto » , senza che nessuno ponga una seconda domanda e registri (sarebbe facilissimo) almeno alcune delle « reincarnazioni » della politica economica del ministro Tremonti e del centrodestra. non è un problema personale, come dicevo. vorrei ricordare — siamo tutti lettori dei premi Nobel che fanno opinione — che Amartya Sen ha più volte sottolineato come la democrazia sia funzionale alla politica economica perché una democrazia consente, attraverso la discussione pubblica, di correggere per tempo gli errori, purché ci sia la discussione pubblica e purché ci sia la possibilità di parlare di fatti e non di chiacchiere. veniamo a noi. mi spiego, a questo punto, con un' esperienza concreta di questi mesi e non parlo del Governo, ma dell' opposizione e chiedo al Governo, alla maggioranza, ai rappresentanti delle forze sociali , e ai facitori dell' opinione pubblica e ai commentatori: quando dicemmo a luglio che, invece di realizzare la seconda parte della manovra Ici, era meglio un' operazione di detrazione fiscale su salari, stipendi e pensioni medio bassi , avevamo torto? chi c' è che sappia minimamente di economia o di rapporto fra società ed economia che possa dire che avevamo torto? quando dicemmo che non era il caso di parlare di straordinari, ma di cassa integrazione guadagni (e lo dicemmo a luglio), c' è qualcuno che possa dire che avevamo torto? quando dicemmo di mettere la nostra bandiera nazionale nel trasporto aereo su una grande compagnia internazionale, piuttosto che fare una costosissima soluzione domestica, avevamo torto? ecco cos' è la discussione pubblica: parlare concretamente, perché qui siamo tutti nella « squadra Italia » . vogliamo che questo paese venga fuori dalle difficoltà, pertanto bisogna ascoltarsi e riconoscere quando è ora di correggere una strada sbagliata. a proposito di conformismo e piaggeria: ci sono dei peana da mesi sul nuovo modo di fare la legge finanziaria . sia chiaro che non vogliamo tornare ai vecchi riti, ma siamo sicuri che questo sia il modo giusto? siamo qui, di mese in mese, a continuare a correggere la politica economica per fatti minimali e non abbiamo mai il momento per discutere di manovra economica, perché è sempre una cosa che arriva dopo. vogliamo fare così anche nei prossimi anni o vogliamo rifletterci? allora, eccoci all' oggi: c' è qualcosa da correggere. vogliamo prendere atto che c' è qualcosa da correggere? noi sosteniamo una tesi che sarà anche discutibile, ma almeno discutiamone. stiamo dicendo che qui non si sta facendo niente di sostanziale e di efficace non per risolvere la crisi, che è tema troppo grande, ma per fronteggiare la crisi che dovremo contrastare nei prossimi mesi. abbiamo chiesto una manovra di un punto di Pil che, fra l' altro, con gli accorgimenti vari (non siamo inconsapevoli di finanza pubblica ) valeva, in sostanza, mezzo punto per quanto riguarda la contabilità pubblica. si trattava di un mezzo punto facilmente riassorbibile. invece, niente da fare! credo che questa manovra non fosse granché. era minimale già nel nostro punto di vista . tuttavia, era totalmente compatibile con una situazione che può fruire del solido risanamento della finanza pubblica che abbiamo condotto negli ultimi due anni, solido risanamento di cui vi avvalete e di cui perfino vi vantate, in sede internazionale, senza mai una mezza parola di riconoscimento per chi l' ha portato avanti. ciononostante avete detto di « no » . non siete d' accordo. benissimo, si può anche non essere d' accordo, però — ora non è presente il ministro Tremonti — non si può irridere. ho sentito il ministro Tremonti dire: « questi chiedono un punto. noi potremmo chiedere due punti. qui vale chi la spara più grossa » . no, questo non ve lo consentiamo e non lo consentiamo a chi, dal 2001 al 2005, in una situazione comunque di crescita e con manovre procicliche costosissime e inutili, ha sempre sovrastimato la crescita, portando danni evidenti al deficit, al debito, all' avanzo primario e contribuendo al non controllo della spesa corrente , aspetti che abbiamo dovuto, noi, risanare. quindi, prediche da quel lato per favore non ce le fate. potete non essere d' accordo, ma non ci fate prediche da quel lato. sappiamo benissimo cosa sia la stabilità dei conti pubblici. se diciamo una cosa, per favore consideratela. voglio ricordare questo anche perché sembra che sia impossibile tutto (qui adesso è impossibile tutto): sia i mercati, sia la finanza, sia il debito. ma per l' amor di Dio ! li conosciamo anche noi. tuttavia, vorrei ricordarvi che quando spettò a noi governare si doveva rientrare da un' infrazione comunitaria (eravamo al 4,5 per cento di deficit). ebbene noi, rientrando, spendemmo 6 miliardi di euro per il cuneo fiscale . non so se lo ricordate. dunque, questa storia che è impossibile tutto, non è affatto vera! no, vi pagano — come pagano anche noi — per rendere possibile qualcosa. altrimenti cosa stiamo qui a fare? affermo che questa nostra proposta era sostenibile. l' avete respinta. benissimo, ecco qui i risultati. i risultati sono che non vi è nessuna detrazione fiscale per i redditi medio bassi , mentre il fiscal drag sottrae potere d'acquisto ulteriormente ai redditi da lavoro e ai redditi medio bassi . quindi, state mettendo le tasse. in una situazione di crisi state mettendo le tasse a quella fascia di popolazione cui si dovrebbe garantire potere d'acquisto . non dite che non state aumentando le tasse. le tasse stanno aumentando, come emerge ormai da varie documentazioni. inoltre, ricordo che non vi è nessuna certezza per gli ammortizzatori sociali . abbiamo passato il Natale sull' onda della settimana corta . fantastico! è stata una grande idea. tuttavia, una volta che il Natale è trascorso non se ne è più parlato, perché qui funziona così. bisogna fare i sondaggi. se i sondaggi dicono che sono tutti d' accordo, il giorno se ne inventa un' altra, non c' è mica il problema di farla quella cosa. l' importante è passare la giornata in grazia di Dio , cioè che il sondaggio funzioni. poi se ne inventa un' altra e andiamo avanti a colpi di spot. vorrei ricordare che non siamo a posto né con le norme, né con i soldi per il sistema degli ammortizzatori sociali . abbiate pazienza, ma lo sapete anche voi che la norma che avete scritto qui, per esempio, sulla bilateralità non può stare in piedi! noi siamo d' accordo sulla bilateralità, ma per espandere, accrescere, arricchire gli strumenti, non per limitarli, selezionarli e renderli discriminatori. la famosa manovra sul fondo sociale europeo — campa cavallo ! — è molto complicata. lo dissi nel colloquio con Tremonti, se aveva il registratore può tirarlo fuori. vi ribadisco qui: per noi gli ammortizzatori rappresentano la prima priorità, non ci fa difetto nessuna soluzione. però che sia funzionante, perché — se non funziona — non ci si dica che non ci sono soldi, perché per gli ammortizzatori i soldi se mai si vanno a prendere dove sono, perché non possiamo lasciare senza presidio una fascia di popolazione che andrà e sta andando in forte difficoltà. lo sapete di quali cifre stiamo parlando? stiamo parlando di cifre che oscillano tra i 700 mila e il milione di contratti a termine a fortissimo rischio di non essere rinnovati e di 500 mila persone — dicasi famiglie — fra cassa integrazione guadagni straordinaria, cassa integrazione guadagni ordinaria, cassa integrazione guadagni in deroga e meccanismi della Cassa per la gestione dell' edilizia. non penserete mica che si possa far finta di niente o far ballare la palla in riunioni con questo o con quell' altro! siamo già dentro questo problema. dovremmo essere pronti già da un mese, con strumenti operanti su questo punto. dite: « adesso facciamo le riunioni » . ma in questo decreto legge non c' è la risposta. veniamo alle attività produttive . non lo so, qui è pieno di norme o pleonastiche o largamente insufficienti. qui continuiamo a raccontarci le cose. ma insomma, prendiamo un tema che è oggetto, tra l' altro, dell' emendamento che sto illustrando (seppure con qualche allargamento del tema). da ottobre ad oggi volete dirmi in concreto che cosa è successo dal punto di vista del miglioramento dell' accesso al credito per una piccola impresa ? tra decreti legge , regolamenti, cose da fare, consorzi Fidi, in concreto è successo qualcosa? no, e non siamo pronti a niente! è successo qualcosa dal lato delle banche? no, siamo i primi ad affrontare la crisi in Europa, ma non è successo niente! sono venute avanti delle affabulazioni — lo ripeto — in una melassa generale. per quanto riguarda le politiche industriali , ditemi se c' è qualche misura. alla fine vi abbiamo sospinti ad un paio di cose. la prima è la questione della possibilità di avvalersi delle banche per cedere il credito, seppur dentro mille condizioni. l' altra è il ripescaggio della norma sul massimo scoperto, che fu bombardata quando era nella cosiddetta « lenzuolata » . stiamo parlando comunque di cose significative, ma de minimis davanti al problema che abbiamo nella crisi. non c' è una misura di politica industriale (crediti di imposta alla ricerca, Industria 2015). venerdì cominciano le riunioni europee: Verheugen sta cominciando a riunire, per esempio, sui temi dell' auto e della componentistica. che cosa gli andiamo a dire? non ho capito che cosa gli andiamo a dire! qual è l' idea italiana su questo punto, che abbia anche una dimensione europea? dice: bisogna che ci pensi l' Europa. ho capito ma è un problema anche nostro andare a dire che cosa pensiamo; io non ho capito che cosa gli andiamo a dire. anche per quanto concerne le vostre iniziative sul lavoro autonomo e sulle attività professionali; insomma, c' è uno scambio implicito: non vi abbassiamo le tasse e vi allentiamo le misure di controllo della fedeltà fiscale. guardate, questo è un tema molto serio, sappiamo bene la sensibilità del nostro sistema a questo tipo di messaggio, facciamo un appello al vostro senso di responsabilità . bisogna fare un altro scambio anche nella crisi, a questi soggetti bisogna dire: ti aiuto all' accesso al credito, ti aiuto nell' innovazione, ti abbasserò le tasse se le paghiamo tutti; dimmi che cosa ti serve per migliorare, qualifico la domanda privata e pubblica, ma dammi un po' di fedeltà fiscale, perché questo è civismo. attenzione, noi andiamo, nella crisi, di nuovo a creare nel paese un elemento di dissociazione molto profondo; non può essere in questi mesi che si aumenti l' entrata Irpef di tre, quattro, cinque miliardi e si diminuiscano le altre al di là della portata della crisi. stiamo introducendo una malattia in questo paese. richiamiamo nella difficoltà comune ad elementi di civismo, di sforzo collettivo, dando una mano a quelli che soffrono di più: questo è il messaggio che va negli USA, in Gran Bretagna e ovunque. ma perché noi non diamo questo messaggio di solidarietà forte, a partire dalle esigenze di quelli che stanno soffrendo di più? sia chiaro che su questo punto, sottosegretario Vegas, noi non molliamo la presa, lo dica al ministro Tremonti. abbiamo detto dopo il nostro colloquio davanti ai giornalisti una cosa chiara: qui non c' è più trasparenza nei dati di finanza pubblica e nei dati sulle entrate fiscali. voi dite che non è vero, parliamoci. faremo un' iniziativa parlamentare per chiedervi in modo preciso e dettagliato la tipologia dei dati che ci servono. non si può fare un comunicato del Governo che dice: la crescita del fabbisogno si spiega per misure che vi incidono e che voi avete dichiarato al Parlamento di essere coperte. eh no, non è possibile! attenzione che se qui passa l' idea che i dati statistici possono essere fruibili ad uso politico, qui viene giù il condominio! vengono giù le colonne su cui si regge il sistema delle decisioni! quindi noi, presidente Fini, presenteremo al Parlamento un documento nel quale, in modo dettagliato, vengono richiesti gli indicatori fondamentali per l' analisi della situazione e anche le scadenze obiettive attorno alle quali poter ragionare tutti insieme sui dati reali della finanza pubblica e delle entrate fiscali. voi dite — e vado a chiudere — (la sostanza del discorso che fa il ministro Tremonti la conosco ormai da tempo): non c' è bisogno della manovra, dobbiamo utilizzare meglio le risorse che abbiamo, riprogrammando, utilizzando soldi che ci sono; viene sempre in mente il FAS, la programmazione; per l' amor di Dio , siamo sempre lì attorno. se la crisi è la più grave dal dopoguerra, ma vi pare che possiamo fare dei formalismi? noi diciamo, per l' amor di Dio , discutiamo di tutto il paniere della risorse, purché e solo se stiamo parlando di un' utilizzazione di queste risorse per incidere immediatamente nel ciclo e dare quindi un immediato soccorso per transitare nella crisi. perché se invece si tratta solo di spostare risorse da un fondo all' altro, girarle di qui e di là, rapinare una cosa per metterla nell' altra, stiamo parlando solo di beghe di potere tra ministri, di risse nel Cipe, non stiamo mica parlando di altro! allora, se invece volete affrontare questo tema sul serio non fatelo come avete fatto nel decreto legge , riunite il tavolo sulla crisi, anche con le regioni, con le parti sociali e se vi serve il nostro contributo noi ci siamo, e ragionate su due punti di cui abbiamo parlato più volte. il primo è un paniere di opere pubbliche locali immediatamente cantierabili, perché nei prossimi 24 mesi val tanto un sovrappasso, come una rotonda o una manutenzione straordinaria di una scuola. il secondo attiene alla necessità di ripristinare, magari rafforzandone il controllo, i crediti di imposta sulla ricerca, sugli investimenti nel Mezzogiorno: miglioriamo i controlli su di essi, diamogli copertura attraverso questi fondi, se avete preoccupazioni di copertura, anche se — fatemelo dire — è veramente commovente, a proposito di reincarnazione, il « tremontismo » , questa improvvisa preoccupazione per le coperture. ricordo che siamo il paese in cui, in una fase di crescita, quindi in modo prociclico, abbiamo varato tutte le cosiddette leggi Tremonti (la 1, la 2, la 3, la 4, e così via ) con coperture a babbo morto ; ebbene, questa preoccupazione viene tutta adesso, nel momento in cui servirebbe un minimo di coraggio in più? mi avvio a concludere dicendo che il nostro giudizio è questo: fra un ottimismo vacuo del nostro presidente del Consiglio e un pessimismo cosmico e da mostri dei videogiochi del nostro ministro dell' Economia , noi abbiamo deciso di stare fermi; questa è la realtà. abbiamo deciso di stare fermi lanciando un messaggio: ci pensino da sé i cittadini, buttando via il malumore, cominciando a consumare, poi la vitalità incoercibile del sistema delle piccole e medie imprese sicuramente ci farà passare la nottata. non siamo mica d' accordo! qui c' è bisogno di accompagnare i processi, noi dobbiamo uscire da questo anno e mezzo con le nostre risorse produttive in piedi che vuol dire ammortizzatori sociali vasti, nuovi e solidi, per tutelare i bacini del lavoro e non farli disperdere e sostegno all' innovazione, alla qualificazione, comunque al sistema delle piccole e medie imprese , non patti fiscali da anni Sessanta ! di questo abbiamo bisogno e voi dovete attrezzare il sistema a reagire così, chiamando alla solidarietà verso chi sta soffrendo di più. lo so anch' io, come dice il ministro Tremonti, che non c' è conflitto nel paese: sì, non c' è conflitto nel paese, però ci sono solo dei disperati in giro; c' è gente che ha incertezza nella sua prospettiva, non ha voce e dentro al tema sociale si può inserire un tema democratico. questa gente deve vederci qui a Roma — lo dico anche a noi che siamo dell' opposizione — mentre diciamo che tutto va bene , che ci pensino loro? dove vanno a sbattere la testa? noi opposizione abbiamo la responsabilità democratica e nazionale di dare un punto di riferimento a quelli che pensano che così non va, perché hanno ragione di pensare in questo modo. abbiamo una disparità vergognosa nelle condizioni sociali di questo paese, di reddito, dei servizi e se questa crisi non ci aiuta a stringere un maggior vincolo di solidarietà e ne usciamo ancora più divisi, non perdiamo solo un' occasione economica, questa crisi non porterà solo una variabile economica, ma anche una variabile sociale, politica e culturale. vogliamo uscirne più uniti o più divisi? il silenzio, dire che non c' è niente da fare, equivale a dire che chi sta pagando la crisi dovrà continuare a pagarla: se lasci le cose come sono la pagano i più deboli. noi non ci stiamo e con tutte le forze che abbiamo cercheremo di interpretare questa ingiustizia, prima ancora che questo problema economico. mi auguro che possa esserci un minimo di ripensamento e di riflessione all' interno della maggioranza. registro una cosa: l' opposizione non sta benissimo in salute — questo lo vede chiunque, ed è inutile negarlo — tuttavia credo che, se guardiamo al sud o al nord, anche la politica del Governo non sta benissimo. a volte, li interpretiamo come problemi del nord e a volte come quelli del sud: è il problema del nord e del sud. quindi, è il problema dell' Italia. di conseguenza, dobbiamo darci una mossa tutti quanti. innanzitutto parlo per noi ed ho detto da che lato. tuttavia, credo che debba darsi una mossa anche la maggioranza, perché diversamente in questa crisi si creerà un ulteriore distacco tra il sistema politico e quello sociale. credo che di ciò dovremmo essere tutti preoccupati.