Antonio DI PIETRO - Presidente del Consiglio Maggioranza
XVI Legislatura - Assemblea n. 11 - seduta del 29-05-2008
Ratifica ed esecuzione dell'accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede
2008 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 285
  • Attività legislativa

signor presidente , signor presidente del Consiglio dei ministri , anche se non è presente mi rivolgo a lei, perché in questo disegno di legge di conversione da approvare lei ha inserito norme che servivano — e che servono — a lei. pertanto, è a lei che devo rivolgermi. solo pochi giorni fa lei, signor presidente del Consiglio dei ministri che non c' è, ha chiesto la fiducia, sostenendo che « se po' fa' » , cercando così di ammiccare sinuosamente ad una parte di questo emiciclo. in realtà, signor presidente del Consiglio dei ministri , noi le diciamo in modo molto chiaro: « nun se po' fa' » ! non si può fare così! lei non può pensare di continuare ad usare impunemente e spudoratamente le istituzioni per farsi fare le leggi che piacciono e servono a lei. lei, signor presidente del Consiglio dei ministri che non c' è, già nella scorsa legislatura ha abusato del suo ruolo e delle sue funzioni per piegare le leggi ai suoi interessi: allora di tipo giudiziario — con le famose leggi ad personam che le hanno permesso « zigzagare » fra i processi, fino a raggiungere l' impunità — ed oggi di tipo imprenditoriale, con almeno una « doppietta » di proposte emendative davvero significative: la « salva Retequattro » e la « pedaggio selvaggio » delle reti autostradali. tutti i suoi cantori, dentro e fuori il Parlamento, tutte le sue televisioni, i suoi giornali, tutti i suoi mass media in questi giorni si sono sgolati nel sostenere che la norma voluta dal Governo in materia radiotelevisiva non c' entrava — e non c' entra — nulla con la volontà di salvare Retequattro dai rigori della legge e da quelli della Comunità Europea . non era — e non è — vero e lo avete ammesso anche voi quando, alla fine, ieri avete dovuto ritirarla. la norma in questione, non solo non risolveva l' infrazione contestata dalla Commissione europea e non dava risposte alle decisioni della Corte di giustizia delle comunità europee ma, anzi, ne aggravava la situazione. certo, il Governo, messo alle strette, scoperto con « le mani nella marmellata » ancora una volta, ha ritirato la proposta emendativa, con ciò dimostrando che ci aveva provato. molti dell' opposizione hanno gioito per questa retromarcia e gridato vittoria. io ci andrei cauto. certo, abbiamo evitato un danno maggiore: quello di cristallizzare con una legge ciò che era, ed è, illegittimo ed immorale. tuttavia, è certo che la questione di fondo non è stata risolta, perché la questione di fondo è questa: la Commissione europea, la Corte di giustizia delle comunità europee ci hanno messo sotto infrazione, ci stanno dicendo che il nostro sistema radiotelevisivo non è corretto, è sbagliato e che siamo, e possiamo essere, sotto infrazione se non lo correggiamo. oggi stiamo approvando un disegno di legge di conversione di un decreto legge che, testualmente, reca il seguente oggetto: attuazione di obblighi comunitari ed esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle comunità europee . quale migliore occasione per risolvere il problema che abbiamo in questa materia con la Corte di giustizia e con la Comunità Europea ! voi avete tentato di risolverlo semplicemente aggirandolo. adesso, messi alle strette, semplicemente non lo risolvete, ma il problema rimane. in altri termini, Retequattro rimane ad operare, come ha operato per tutti questi anni, ed Europa 7 rimane a non operare, come non ha operato in tutti questi anni, ed il sistema radiotelevisivo italiano rimane, ancora una volta, un sistema che viola la normativa europea. ancor più grave, a mio avviso, appare la decisione del Governo Berlusconi di approvare per legge semplici bozze, semplici schemi di convenzione autostradale siglati da Anas. vorrei ricordare, ancora una volta, che gli schemi di convenzione, una volta approvati, producono importanti riflessi in materia di contabilità pubblica e anche di pedaggi autostradali. per questo è stato previsto che, affinché gli schemi di convenzione approvati dall' Anas fossero validi ed efficaci — finora, così era previsto — occorreva che vi fossero il decreto interministeriale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del ministero dell' Economia e delle Finanze , il parere dell' apposita Commissione della Camera e del Senato, il controllo della Corte dei conti , il controllo e la verifica del NARS, l' approvazione del Cipe: insomma, un momento pubblico di verifica per fare in modo che, nel momento in cui due società di capitali si mettono d' accordo, con riferimento ad un bene che è di proprietà dello Stato, sia lo Stato a verificare se, allo Stato stesso, interessi questo accordo, nei modi in cui è stato fatto. voi avete previsto una norma che ha abdicato a tutto questo e che ha rimesso nelle mani di privati la scelta di quale pedaggio e del modo e delle caratteristiche con cui « pedaggiare » il sistema autostradale italiano. ma la cosa più grave è che avete compiuto una scelta doppia, perché in alcuni casi gli schemi di convenzione sono stati siglati dall' Anas, in altri casi non lo sono ancora. qual è il regime giuridico che si applica ad alcune concessioni, rispetto ad altre? è possibile fare una legge che applica, ad una stessa situazione, un diverso regime giuridico? anche questo fa rilevare un profilo di incostituzionalità per l' irragionevolezza e l' irrazionalità di questa norma. la verità è molto semplice, signor presidente del Consiglio , signori del Governo: il vostro presidente del Consiglio è in conflitto di interessi ! e fino a quando il conflitto di interessi non si risolve, noi dell' Italia dei Valori non potremo mai sederci al tavolo del dialogo, né con lei, né con questo Governo, perché non sapremo mai, ogni mattina, quando si alza e si fa la barba, signor presidente del Consiglio , se lei prende delle decisioni per gli italiani o per sé. anzi, ogni volta che prende una decisione, vediamo che c' è sempre qualcosa che serve a sé. lei utilizza strumentalmente la legislazione per introdurre, all' interno della legislazione stessa e di norme necessarie ed importanti, norme che servono a sé. risolva il suo conflitto di interessi , signor presidente del Consiglio , e poi potremo discutere se una norma può essere valida o meno. fino a quando ciò non avviene noi sappiamo una sola cosa: ancora una volta, anche in questa legislatura, lei si è presentato con la sua carta di identità, quella di salvare le sue reti, i suoi interessi e i suoi affari.