Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 99 - seduta del 29-01-2007
Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione in Libano.
2007 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 99
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , credo che il dibattito in corso nell' Aula di Montecitorio sia importante. non dobbiamo mai dimenticare che, per il Libano, il Parlamento italiano ha effettuato scelte assai impegnative: la più impegnative tra tutte è stata quella di avere inviato in un' area « calda » , come quella del paese mediorientale, migliaia di militari italiani, ai quali all' inizio di questo mio breve intervento desidero esprimere, ancora una volta, il ringraziamento e la solidarietà del mio partito. ci siamo impegnati, dunque, perché ritenevamo — e riteniamo — che il Libano sia un punto fondamentale nello scacchiere del nuovo Medio Oriente , del Medio Oriente che vorremmo creare. in questo senso, non posso che associarmi alle parole del presidente Ranieri, il quale ha ricordato la necessità di un dialogo israelo-palestinese. certamente, per pervenire credibilmente ad un dialogo effettivo e definitivo, cioè risolutivo con Israele, i palestinesi debbono superare le contraddizioni interne, che oggi vedono contrapporsi Al Fatah ad Hamas in termini drammatici. certamente, Israele ha diritto ad un futuro di serenità e di tranquillità, così come il popolo palestinese ha diritto, finalmente, ad una patria. esprimo, in questa occasione, la nostra solidarietà al Parlamento e al governo israeliano per l' attentato che, ancora una volta, in queste ore, ha insanguinato la regione. ci siamo impegnati: lo ha ricordato il viceministro Intini, della cui esposizione ho apprezzato il quadro di sintesi della situazione, comprendendo altresì un qualche riserbo su taluni aspetti. noi oggi, parlando di Libano, possiamo esprimerci con maggiore libertà di quanto possa fare un rappresentante del governo italiano . più avanti vi spiegherò in cosa consiste, secondo me, il riserbo del viceministro Intini. noi siamo in Libano per una scelta che il mio partito — l' UDC — ha voluto. abbiamo sostenuto l' impegno militare italiano in Libano, nonostante fossimo in una posizione di opposizione, che avrebbe potuto consentirci un minore tasso di corresponsabilità in questa decisione. invece, no: non solo noi, ma anche altri partiti del centrodestra, abbiamo voluto far prevalere l' idea che una grande opposizione si deve assumere responsabilità nazionali, anche quando queste sono dolorose. infatti, mandare militari in quel paese è una scelta costosa. l' Italia si è impegnata perché, certamente, andava superato il rischio di una disgregazione dell' entità libanese. vorrei ricordare ai colleghi che, da diverse posizioni, tutti abbiamo avuto la stessa idea di fondo che ha sorretto l' invio di una missione militare italiana nell' ambito dell' Unifil. in altri termini, noi abbiamo inviato militari in Libano perché ritenevamo necessario restituire una statualità forte ad un paese, che l' aveva persa in condizioni drammatiche: non dimentichiamo l' omicidio dell' ex premier Hariri, su cui è ancora in corso un' inchiesta dell' Onu, che auspichiamo possa in modo celere (perché, ormai, di tempo ne è passato e tanto) attribuire precise responsabilità a chi ne ha. infatti, sappiamo che ve ne sono. e sappiamo che quel paese, dopo l' omicidio di Hariri, è stato violato nella sua sovranità dall' influenza di forze esterne. senza infingimenti, l' onorevole Ranieri ha ricordato che Iran e Siria agiscono pesantemente in Libano. lo sappiamo tutti: naturalmente, lo sanno i libanesi, lo sanno tutte le principali potenze mondiali, lo sa il popolo. e noi siamo stati sorretti nell' idea di inviare i militari proprio da una ragione di fondo: era necessario che quel Governo libanese, che quello Stato libanese , riacquistassero l' autonomia della propria sovranità. una delle ragioni del caos permanente libanese era la mancanza di un Governo, di una statualità in grado di imporre regole proprie. quale statualità esiste, se lo Stato non riesce a far rispettare le leggi? quale statualità esiste, se lo Stato non riesce a inviare i militari in una parte del paese? l' azione che il Parlamento italiano ha svolto con grande coraggio ha prodotto dei risultati. noi abbiamo avuto un coraggio maggiore rispetto ad altri paesi europei ; lo dico, visto che si rimprovera sempre agli italiani di non essere coraggiosi. in questo caso, abbiamo avuto un coraggio maggiore, perché siamo stati il traino della comunità internazionale sul Libano. ciò ha contribuito concretamente ad arrestare l' ondata di violenza e a far ritirare gli israeliani, perché il nostro contingente ha esercitato una funzione di sicurezza rispetto agli stessi confini fra Israele e Libano. abbiamo bloccato l' ondata devastante di qualche mese fa. tuttavia, onorevole viceministro Intini, cari colleghi , consentitemi di parlare in termini assolutamente chiari. noi abbiamo fatto benissimo ad andare a Parigi. il ministro D'Alema ha fatto benissimo a dare il contributo concreto dell' Italia, perché è un contributo doveroso e coerente con la missione, ma bisogna che, tra maggioranza e opposizione, ci siano patti chiari e amicizia lunga su questa vicenda. se per qualsiasi ragione, indipendente dalla volontà di chi siede in quest' Aula, il governo legittimo di Siniora fosse messo in discussione o se, attraverso un qualsiasi golpe strisciante, si avesse il capovolgimento della situazione interna di quel paese, che noi siamo andati a rafforzare con l' invio del contingente, potrebbero venir meno le ragioni stesse della nostra presenza militare in quell' area. pertanto, occorre dire chiaramente, con il linguaggio della diplomazia — ecco perché comprendo il riserbo dell' onorevole Intini — ma anche con quello della verità, alle potenze esterne che sul Libano, per così dire, armeggiano, agli stessi Hezbollah e alle forze parlamentari, che l' Italia non potrebbe assistere in modo passivo ad un capovolgimento a tavolino o per sommosse interne degli assetti di quel paese. in questo caso, verrebbe meno il presupposto del ricompattamento della statualità libanese e del rafforzamento delle istituzioni governative, per il quale abbiamo inviato il nostro contingente. a mio avviso, questa è la ragione del nostro dibattito. occorre guardarsi negli occhi e dire che abbiamo fatto bene ad andare in Libano, ma occorre anche dire agli Hezbollah e alle forze libanesi che non assisteremo a golpe striscianti senza rimettere profondamente in discussione il ruolo dell' Italia e dei nostri militari in quell' area. a buon intenditore poche parole: credo siano chiare le ragioni che devono correttamente spingere il Governo ad operare in questo senso nei confronti della Siria, dell' Iran e del movimento degli Hezbollah. concludo ricordando anche il ruolo del Parlamento e lo faccio nella mia veste di presidente dell' Unione interparlamentare . il presidente del parlamento libanese, Berri, è una personalità di grande autorevolezza. mi auguro che da questo dibattito parlamentare giunga anche al presidente Berri e al parlamento libanese l' invito ad una concertazione tra le forze politiche , che naturalmente deve avvenire nel parlamento libanese, che è la sede della sovranità di quel popolo. sono molto preoccupato e auspico che le mie preoccupazioni siano eccessive rispetto alla situazione. tuttavia, temo di non sbagliarmi e, proprio per questo, ritengo che oggi il Governo abbia fatto bene a venire a riferire in Aula.