Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 9 - seduta del 06-06-2006
Informativa urgente sugli sviluppi della crisi finanziaria in atto
2006 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 64
  • Comunicazioni del governo

signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , anche da parte mia e del mio gruppo, prima ancora di qualsiasi pur breve considerazione di carattere politico, sento il dovere, come hanno fatto i colleghi Mattarella e Martino, di esprimere il senso profondo del cordoglio per l' ennesima vittima italiana in Iraq e per esprimere il senso di solidarietà, di comunanza spirituale che oggi lega, credo di poter dire, la quasi totalità di quest' Assemblea, e quindi del nostro popolo, alle nostre forze armate . voglio anche dare atto al Governo della sensibilità, della tempestività con cui ha ritenuto di riferire al Parlamento circa la dinamica del nuovo fatto di sangue. si tratta di una sensibilità che non ho alcuna difficoltà a mettere in evidenza, anche perché mi consente (spero per questo di non essere tacciato di polemiche fini a se stesse ), di ripetere, signor presidente del Consiglio , che analoga sensibilità mi sarei augurato avesse avuto subito dopo il dibattito in occasione del voto di fiducia , e subito dopo l' intervento che anche in quell' occasione ebbi modo di svolgere invitandola ad usare parole appropriate. come ricordava poc' anzi l' ex ministro Martino, quando si definiscono le truppe che sono in Iraq « truppe d' occupazione » , si usa una ambiguità che può determinare delle polemiche. mi dispiace che l' onorevole Boato si sia risentito se l' onorevole Martino ha richiamato alcune intollerabili espressioni che si sono udite nelle piazze, ma credo che il presidente del Consiglio , che certamente non auspica « dieci, cento, mille Nassiriya » , ed essendo, come Bruto, uomo d' onore, avverta la necessità di diradare quell' ambiguità che purtroppo si è creata. vede, signor presidente del Consiglio , il ministro degli Esteri , onorevole D'Alema , ha detto, secondo verità, che i nostri militari in Iraq sono truppe di pace. non credo che sia soltanto in ragione del ruolo istituzionale che ricopre: è in ragione di una oggettiva verità. signor presidente del Consiglio dei ministri , per evitare che, anche in un momento di cordoglio ed in un momento di dolore, possano esservi polemiche, io le chiedo di ravvedersi e di trovare il modo per ripetere quello che è a tutti noto, vale a dire che non sono truppe di occupazione. parteciperà — parteciperemo tutti — al funerale della nuova vittima. credo che, per non rendere vano quel sacrificio, per poter guardare in faccia quella famiglia, per poter guardare negli occhi quei militari, si debba avere, signor presidente del Consiglio dei ministri , il coraggio che è tipico degli uomini forti e dire: mi sono sbagliato, non sono truppe di occupazione, sono truppe di pace, come le ha ricordato il ministro degli Esteri ! prendiamo atto — e concludo — che nulla cambia circa il calendario per il ritiro delle nostre forze armate , ritiro concordato con le autorità irachene, che non sono autorità interinali ma sono state liberamente espresse dal popolo iracheno , pur fra tante difficoltà. accanto a quello con le autorità irachene, è altrettanto doveroso l' accordo con le altre nazioni che hanno inviato i loro uomini in Iraq. mi auguro, signor presidente , che quel calendario — nulla cambia, lo ha detto lei — sia non soltanto reso noto nel tempo più breve possibile, ma sia anche un calendario trasparente, non solo quanto alle modalità di ritiro ma soprattutto quanto alle modalità di permanenza delle truppe italiane in Iraq. anche a questo riguardo, infatti, dovere vuole, signor presidente , che si parli chiaramente. riconvertire quella missione da missione di pace in missione civile non significa ritirare tutti i militari, ma significa mantenere in Iraq — come lei ben sa — un numero consistente di uomini delle nostre forze armate . lo dica, non abbia timore delle parole; abbia, su questo, il consenso della sua maggioranza e, certamente, eviterà in futuro inconvenienti come quello che, nella dichiarazione programmatica , l' ha portata ad usare la parola « occupanti » che, certamente, non le fa onore!