Massimo D'ALEMA - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri - Ministro Beni Culturali ed Ambientali Maggioranza
XV Legislatura - Assemblea n. 79 - seduta del 29-11-2006
Sul rilancio dell'ocupazione
2006 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 333
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , credo che sia piuttosto semplice spiegare qual è l' orientamento del Governo. in Afghanistan abbiamo quasi 2 mila militari, per essere precisi 1.938 allo stato attuale. tra i paesi della NATO siamo uno di quelli che contribuisce con il numero più alto di militari alla missione NATO in Afghanistan, su mandato delle Nazioni Unite . tenderei ad escludere che il presidente Bush o il segretario generale della NATO volessero sferzare l' Italia. mi sembra una polemica giornalistica dovuta ad un certo masochismo nazionale, secondo cui ci piace essere sferzati. sinceramente non credo che vi sia alcun motivo di sferzare l' Italia che, a differenza di moltissimi altri paesi membri della NATO che in Afghanistan hanno una presenza puramente simbolica, si è impegnata e si impegna tuttora con un numero assai elevato di militari che garantiscono la sicurezza nella zona ovest di quel paese, nella provincia di Herat e in parte nella zona di Kabul. ritengo — e questa è l' opinione del Governo — che la presenza militare italiana in Afghanistan debba essere mantenuta. la mia opinione è che la comunità internazionale non può lasciare l' Afghanistan al controllo dei talebani, anche se questo richiederà una presenza significativa e per un tempo non breve in quel paese. a conclusione del vertice della NATO, proprio in queste ore, giunge la notizia che diversi paesi — che invece non avevano soldati in Afghanistan — sembrerebbero orientati ad inviare dei contingenti. è evidente che gli appelli hanno raggiunto i destinatari veri, che evidentemente non eravamo noi, ma quei paesi che i soldati non li hanno mandati. tuttavia, è anche evidente — lo dicono i dati, il deterioramento della situazione, l' aumento della violenza, del numero dei morti — che occorre un ripensamento della strategia complessiva; in particolare, appare evidente che in Afghanistan il risultato di stabilizzare il paese e le istituzioni democratiche di quel paese non può essere raggiunto soltanto attraverso l' azione militare e che occorre moltiplicare l' impegno civile, economico ed umanitario di tutta la comunità internazionale . è un errore considerare l' Afghanistan una missione della NATO. la NATO svolge un' azione militare sotto mandato delle Nazioni Unite , ma la stabilizzazione dell' Afghanistan è una missione dell' intera comunità internazionale . in questo senso, abbiamo avanzato la proposta di una conferenza internazionale per l' Afghanistan che coinvolga i paesi vicini e le istituzioni internazionali. analogamente, il presidente Chirac ha parlato di un gruppo di contatto che riprenda le fila di un' azione politica. dunque, permanenza del nostro contingente, ma rinnovata azione politica, perché solo con la forza delle armi non si ottiene né pacificazione né stabilità!