Massimo D'ALEMA - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri - Ministro Beni Culturali ed Ambientali Maggioranza
XV Legislatura - Assemblea n. 62 - seduta del 30-10-2006
Sul terremoto in Umbria e nelle Marche
2006 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 252
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi deputati, la competizione tra Guatemala e Venezuela per il seggio non permanente in Consiglio di sicurezza , riservato al gruppo latino americano e caraibico, è molto accesa e sta provocando serie divisioni in seno al gruppo regionale. l' elezione ad un seggio non permanente è certo un traguardo molto ambito per tutti i membri delle Nazioni Unite ed è, di conseguenza, comprensibile che, in presenza di più candidature per un solo seggio, si dia luogo ad intense campagne elettorali . è peraltro evidente che in questo caso il tono della polemica ha raggiunto un livello con pochi precedenti. dopo ben quattro tornate elettorali, per un totale di 41 votazioni, permane una situazione di sostanziale stallo, caratterizzata da una prevalenza di voti in favore del Guatemala — che ha prevalso in 40 delle 41 votazioni — non sufficiente però a superare la soglia dei due terzi dei membri dell' Assemblea generale — presenti e votanti — richiesta per l' elezione, ai sensi dell'articolo 18, comma 2, dello statuto delle Nazioni Unite . in verità, a questa soglia il Guatemala non si è neppure mai ragionevolmente avvicinato, se non con uno scarto intorno ai 15-20 voti, che appare strutturale e difficilmente superabile. il Venezuela appare, quindi, in grado di far convergere sulla sua candidatura una solida minoranza di blocco. è da notare che le tornate elettorali si alternano in gruppi di tre, tra quelle ristrette ai soli candidati ufficialmente presentati e quelle non ristrette, aperte anche ad altri membri del gruppo regionale. l' attuale situazione di stallo ha precedenti per l' America Latina . in particolare, nel 1979 si contesero l' unico seggio disponibile Cuba e Colombia e le elezioni si protrassero dal 26 ottobre 1979 fino al 7 gennaio 1980, con ben 154 scrutini. solo quando, il 7 gennaio 1980, Cuba e Colombia si ritirarono a favore del Messico, fu possibile trovare una soluzione. nelle more dell' elezione del membro del gruppo regionale latino americano , il Consiglio di sicurezza cominciò i suoi lavori con 14 membri. lo ricordo perché si tratta di un precedente allarmante circa i possibili sviluppi di questa contrapposizione. dopo la quarta giornata di votazioni, il 25 ottobre, la presidente dell' Assemblea generale , Al Khalifa , ha fissato il calendario delle prossime tornate di voto, previste per il 31 ottobre, il 1° novembre, il 7 novembre ed il 14 novembre, con previsione di pause evidentemente finalizzate a lasciare tempo al gruppo dell' America Latina e dei Caraibi di superare le loro divisioni ed individuare una candidatura di compromesso. il 25 ottobre si è svolta a New York una riunione del gruppo, a seguito della quale l' Ecuador, in quanto presidente di turno del gruppo latino americano e caraibico alle Nazioni Unite , ha chiesto ad entrambi i contendenti di ritirare simultaneamente la loro candidatura e di accordarsi su un terzo candidato. questa iniziativa, tuttavia, sin qui non ha avuto successo. la situazione appare ancora quella di un' impasse, ma è anche evidente che è in atto un' iniziativa per superare tale impasse. questo è il quadro degli eventi. la posizione dell' Italia ha tenuto conto sin dall' inizio della profonda ed accesa divisione manifestatasi chiaramente nel gruppo latino americano e caraibico. avevamo purtroppo ragione sul fatto che la divisione era tale da rendere impossibile il successo dell' uno o dell' altro candidato. in questa situazione, nella quale purtroppo si è rivelata esatta la nostra previsione, non abbiamo ritenuto di dover contribuire ad accentuare tale divisione. d' altra parte il fatto che, a tutt' oggi, questa divisione persista dimostra che, sostanzialmente, è stato giusto sottrarsi ad un' aspra contesa elettorale e riservare al nostro paese un possibile ruolo di sintesi, di mediazione — assieme ad altri paesi di cui parlerò — che, certamente, sarebbe stato impossibile se noi fossimo scesi in campo. tradizionalmente abbiamo buone relazioni sia con il Guatemala sia con il Venezuela; in particolare, non vi erano le condizioni politiche per votare a favore del Venezuela per le posizioni assunte ancora dal presidente venezuelano nell' ultima Assemblea delle Nazioni Unite . in ogni caso, sarebbe stata certamente una scelta forte votare contro, soprattutto in considerazione della presenza in quel paese di circa un milione di cittadini di origine italiana, di cui oltre centomila sono elettori rappresentati anche nel nostro Parlamento. la nostra decisione è stata presa in modo trasparente, è stata spiegata a tutti i nostri principali partner, oltre che ai diretti interessati. il segnale politico che abbiamo voluto inviare è che spetta al raggruppamento regionale a cui i due paesi appartengono, oltre che a loro stessi, trovare un compromesso. infatti, siamo convinti che l' efficacia del Consiglio di sicurezza non potrà che giovarsi di membri eletti con un largo sostegno nell' ambito non solo della membership, ma in particolare del gruppo regionale di appartenenza. d' altro canto, questa idea di un Consiglio di sicurezza che rappresenta le diverse realtà regionali risponde anche alla visione che abbiamo delle Nazioni Unite , del Consiglio di sicurezza ed anche della sua riforma. rilevo che nello stesso gruppo regionale centro-latino-americano paesi come il Cile, il Perù e secondo ogni indicazione l' Ecuador hanno fatto la medesima scelta di astenersi. pur consapevoli di una responsabilità primaria del gruppo regionale per la soluzione dell' attuale situazione di stallo, ci siamo attivati in più direzioni per favorire un compromesso. per parte mia ne ho parlato con il segretario di Stato americano Rice e con il ministro degli Esteri brasiliano Amorim. il sottosegretario Di Santo , nell' ambito dei suoi contatti in quanto responsabile alla Farnesina per la regione, ha avuto in particolare colloqui con il ministro degli Esteri del Guatemala, Rosenthal, e con il viceministro degli Esteri del Venezuela. anche a livello diplomatico ci siamo impegnati nella stessa linea di azione; in particolare, sono persuaso che all' indomani delle elezioni brasiliane e del largo successo che ha portato alla riconferma del presidente Lula — colgo l' occasione per rinnovargli l' augurio di buon lavoro da parte del governo italiano — il Brasile possa rimettersi al lavoro per esercitare quel ruolo che in parte gli compete come grande potenza regionale e ricercare una soluzione. siamo già in contatto con il governo brasiliano anche all' indomani delle elezioni proprio per stimolare un' iniziativa del Brasile in questo senso. resta fermo l' auspicio che il gruppo America Latina e Caraibi all' Onu trovi al suo interno una soluzione consensuale che permetta di superare l' attuale stallo, in particolare individuando una terza candidatura su cui tutti i membri del gruppo possano convergere e che possa quindi ottenere l' avallo dell' Assemblea generale . d' altro canto, come abbiamo assicurato sin dal primo momento, siamo disposti a contribuire comunque all' elezione qualora, ad esempio, si registrasse un significativo spostamento di consensi nei confronti del Guatemala che, tra i due contendenti, appare quello meglio « piazzato » — se così si può dire — nell' eventualità che possa esservi una convergenza. debbo dire che politicamente questa eventualità appare piuttosto improbabile, mentre invece si fa strada l' ipotesi di altri paesi — in questi giorni si è parlato dell' Uruguay, del Costa Rica e della Repubblica dominicana — su cui si potrebbe arrivare ad un più largo consenso. continueremo ad adoperarci in questo senso nei nostri contatti politici sia a New York sia nelle altre capitali, nella convinzione che l' Italia, per i buoni rapporti che intrattiene con tanti paesi della regione, possa contribuire alla ricerca di una soluzione che sblocchi il conflitto e metta il Consiglio di sicurezza nelle condizioni di lavorare al meglio.