Romano PRODI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 6 - seduta del 23-05-2006
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
2006 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente della Camera, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi , fra poco più di un' ora, alle 17.58, sarà il quattordicesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e della sua scorta. a loro il nostro profondo ricordo, ma a loro anche il nostro impegno per una lotta dura e intransigente di tutti noi, delle istituzioni dello Stato, contro tutte le forme di criminalità organizzata . né la crescita economica , né lo sviluppo della nostra democrazia sono compatibili con questa tragica eredità della nostra storia. la legalità deve rimanere il punto di riferimento di tutta l' attività di Governo e, io mi auguro, di tutto il Parlamento. ringrazio, al termine di questo lungo e interessante dibattito, i parlamentari della maggioranza e dell' opposizione per le osservazioni approfondite, serrate e, per me, molto utili. non starò a riprenderle in modo analitico, ma ne riassumo solo alcuni punti principali che completano le mie dichiarazioni depositate qui, la scorsa settimana, e che completano la replica che ho già fatto al Senato. prima di tutto, molte delle osservazioni ci sono rivolte sui problemi della politica estera . io debbo semplicemente ribadire, qui di fronte a voi, i grandi assi del nostro programma: il primo, fondamentale, è quello di riportare la centralità dell' Europa; ribadire l' importanza dell' Alleanza Atlantica e dell' amicizia con gli USA. la centralità dell' Europa è il punto di riferimento e il fondamento della nostra linea politica; e attraverso questo rapporto con l' Europa noi terremo fermi i gli impegni che abbiamo assunto e che continueremo a prenderci nell' ambito internazionale. siamo difatti consapevoli della responsabilità che la dimensione, il ruolo e la posizione geografica del nostro paese ci impone. in molti casi, dicevo, questo impegno noi non lo potremo svolgere da soli; lo dovremo fare insieme ai nostri partner europei, proprio perché la centralità della scelta europea domina e dirige la nostra politica estera , proprio per l' importanza economica e politica, ma anche per i valori che la scelta europea rappresenta. mi rifaccio a quanto è stato detto dal presidente Napolitano, domenica scorsa a Ventotene, quando ha ricordato non solo la figura di Altiero Spinelli, ma il suo ruolo, la sua responsabilità e la grande preveggenza che ha avuto nel ritenere l' Europa una soluzione dei gravi problemi e delle tragedie che la guerra ci aveva lasciato. questo insegnamento è la continuità della storia italiana ed è la continuità del pensiero politico e dell' operato del presidente Ciampi. dovremo perciò riprendere un' attiva politica europea . lunedì prossimo sarò a Bruxelles a compiere la mia prima missione all' estero. prima del vertice europeo sarò a Berlino e nelle altre capitali, in modo da riannodare quella politica europea che deve trovare l' Italia come protagonista attivo. sappiamo che l' Europa è in un momento difficile, in cui il ruolo dell' Italia è diventato assolutamente essenziale. non vi può essere in questo momento una politica europea senza un contributo forte e attivo dell' Italia. dovremo riprendere insieme ai nostri partner le comuni riflessioni sulla Costituzione, che non potranno certo svolgersi in un periodo di tempo breve; avranno bisogno di maturare e probabilmente di attendere anche il passaggio delle elezioni francesi e il processo di ratifica da parte di altri paesi. sarà cioè un processo lento, ma è chiaro che la Costituzione europea costituisce per noi ancora un punto di riferimento . nel frattempo, affronteremo alcune proposte concrete nel campo dell' energia, della ricerca e del coordinamento delle politiche economiche , perché l' Europa in questo momento, in questi tre campi, ha bisogno di passi in avanti per non entrare in una crisi, che sarebbe pericolosissima. l' energia è l' emergenza di oggi. la ricerca è il futuro del nostro continente. il coordinamento delle politiche economiche è la condizione perché l' esistenza di rapporti della moneta unica possa diventare ancora di più un punto di forza per il nostro futuro. lo ribadisco, come ultimo pensiero su questo: contare in Europa è il nostro modo di contare nel mondo. è stato sollevato da più parti anche il problema del nostro impegno contro il terrorismo. lo ripeto: il nostro impegno è fermo, completo e soprattutto si svolge, anche in questo caso, in collaborazione stretta con gli altri partner europei e con gli USA. il terrorismo è il nemico maggiore che noi abbiamo e dobbiamo combatterlo in modo diretto. ma sappiamo anche che c' è una lotta contro il terrorismo che è altrettanto importante, anzi nel lungo periodo è ancora più importante, che è quella del dialogo tra le diverse culture e le diverse religioni e quella di un' apertura e di una comprensione; quella che ho sentito qui definire come una politica preventiva di pace, che è un impegno forte che il nostro Governo deve assumersi: cioè una politica in cui non ci siano soltanto rapporti di forza, ma ci siano anche gli aspetti della equità e della giustizia, senza i quali non potremo avere mai la fine del terrorismo. ribadisco a tale proposito la decisione del nostro Governo di avere un viceministro per la cooperazione, come impegno fondamentale del paese; una cooperazione da cui ci siamo sostanzialmente ritirati via via nel tempo, fino ad arrivare al minimo storico degli ultimi decenni fra tutti i paesi del mondo: lo 0,11 per cento del nostro prodotto nazionale lordo . questo è uno strumento per la politica preventiva di pace ed è chiaro che questa politica deve esercitarsi soprattutto nel Mediterraneo; occorre riprendere un ruolo attivo nella politica di pacificazione del Medio Oriente e nello sviluppo economico e politico del Mediterraneo. noi presenteremo proposte concrete su questo. proporremo ai nostri partner europei che si affacciano sul Mediterraneo e agli altri paesi europei che sono a questo interessati, e sono numerosi, la ripresa della proposta di avere una banca di sviluppo per il Mediterraneo, in cui in modo paritario lavorino e agiscano i paesi della sponda nord e della sponda sud del Mediterraneo. proporremo anche strutture universitarie di cultura in comune con una organizzazione, paritaria anche in questo caso, fra i paesi del nord e quelli del sud del Mediterraneo. ribadisco ancora una volta (non vi è bisogno di ripetere quanto detto al Senato) la decisione che abbiamo preso sul ritiro dall' Iraq, e voglio sottolineare che ciò non significa venire meno al ruolo che ci compete nello scacchiere internazionale per la nostra dimensione, la nostra posizione geografica, i nostri obblighi con i partner in difesa della libertà, della sicurezza, della pace e dei diritti umani . per quanto riguarda l' economia, sappiamo tutti che quella italiana deve affrontare una duplice sfida, riguardo alla stabilità e alla crescita, cioè entrambi i termini del famoso patto di stabilità e crescita, che costituiscono per noi un momento di sfida, momento che rende necessario prendere decisioni forti e condivise. è una sfida abbastanza nuova, anzi è una sfida nuova, purtroppo: negli anni Settanta , Ottanta e anche all' inizio degli anni Novanta mancava soprattutto la stabilità. era un periodo di buona crescita, ma mancava la stabilità ed eravamo afflitti dall' inflazione. negli anni successivi abbiamo avuto una crescente stabilità, ma una crescita decrescente. oggi in Italia ci troviamo in una situazione in cui mancano sostanzialmente stabilità e crescita. i dati dell' Ocse di oggi non possono che accentuare la nostra preoccupazione: sono dati che prendiamo molto sul serio e che dovremo elaborare per una strategia nazionale che ci faccia uscire dalla stagnazione e dalla difficoltà in cui ci troviamo. bisogna quindi operare presto e congiuntamente sia per la stabilità che per la crescita. dobbiamo però riconoscere che, mentre conosciamo bene gli strumenti che portano alla stabilità, conosciamo meno bene gli strumenti che portano alla crescita e sappiamo comunque che questi strumenti hanno bisogno di un impegno di più lungo periodo. perciò dobbiamo su questi strumenti partire immediatamente per poter avere i frutti in un periodo di tempo che non sia troppo lungo e che si misuri nello spazio di mesi e non di anni. i conti pubblici inoltre sono in una fase di peggioramento: ci troviamo in una fase più critica, forse ancora più critica di quella del 1996, quando abbiamo fatto gli sforzi per entrare nell' euro. l' avanzo primario rispetto al 1996 si è praticamente ridotto a zero e nel 1996 non dimentichiamo che avevamo la riserva, che era data dall' entrata nell' euro, che ci avrebbe portato a forti limitazioni nel peso del debito. oggi, inflazione a parte, i conti pubblici sono tornati in una situazione che ricorda quella dell' inizio degli anni Novanta ; e siamo ritornati sotto la lente di ingrandimento dei mercati internazionali . nelle prossime settimane prenderemo le decisioni su come muoverci. abbiamo certamente un vantaggio rispetto agli anni Novanta , cioè l' euro che in parte ci protegge; ma l' euro non può essere l' unico scudo di protezione e di difesa della nostra economia, perché i mercati, anche in presenza di una moneta comune, trovano altri strumenti per punire un paese che abbia comportamenti economici discordanti. abbiamo perciò di fronte a noi un imperativo categorico , cioè dobbiamo riportare l' avanzo primario del paese vicino ai livelli che avevamo alla fine degli anni Novanta . dico questo, perché il nostro compito è quello non solo di mettere i conti in ordine, ma anche di provvedere e prevedere una strategia di diminuzione dell' enorme debito pubblico che pesa sulle nostre spalle. un altro argomento che è ricorso in questo dibattito riguarda il problema delle riforme e dell' abrogazione delle leggi precedenti. da più parti, ci è venuta l' accusa di voler smantellare tutte le principali leggi della precedente maggioranza. noi non abbiamo intendimenti inutilmente distruttivi. noi vogliamo modificare, migliorare e anche cancellare parti non condivisibili delle politiche del Governo precedente. ma noi garantiamo la continuità amministrativa e non operiamo fratture inutili. noi vogliamo che il paese faccia un salto in avanti nella crescita e nell' equità. noi siamo chiamati ad attuare un programma di riforme radicali che, in alcuni casi, richiedono anche la discontinuità, ma siamo guidati dalla ricerca dell' interesse comune. soprattutto, voglio ribadire che noi non crediamo di avere la verità in tasca, ma siamo interessati al dialogo. mi fa anche piacere che, proprio poche ore fa, nel rispetto di una ormai consolidata tradizione, due rappresentanti della minoranza sono stati eletti alla presidenza delle due Commissioni di garanzia, la Giunta per le elezioni e la Giunta per le autorizzazioni a procedere ... è il segno del permanere, almeno in alcuni campi, di una disposizione al dialogo tra maggioranza e minoranza... non ho fretta, presidente, posso aspettare... sono anche informato sulle iniziative dei presidenti di gruppo della maggioranza per giungere ad un assetto condiviso nella guida delle Commissioni parlamentari, in modo da dare solidità al terreno sul quale si dovranno svolgere nel corso di questa legislatura le relazioni tra maggioranza e minoranza. mi compiaccio di queste iniziative e personalmente mi auguro che abbiano successo. sulle riforme istituzionali noi siamo per il « no » al referendum, ma non siamo certo chiusi ad aggiornare la Carta Costituzionale con un largo coinvolgimento di forze politiche e di diversi orientamenti culturali. come ho detto, i programmi di Governo divergono, ma vogliamo che le riforme che riguardano la Costituzione e la legge elettorale siano messe in atto con la più larga maggioranza possibile. riguardo al problema del referendum, voglio confermare qui, di fronte a tutti, l' impegno a mantenere, comunque, le promesse e gli impegni presi per la salvaguardia delle autonomie speciali , qualsiasi sia l' esito del referendum. con lo stesso metodo con cui vogliamo riformare la Costituzione vorremmo anche riformare questa pessima legge elettorale che, a quanto ho visto nel corso del dibattito, è stato uno degli elementi più interessanti: non ha più padre né madre. questa legge elettorale è stata qui criticata da tutti e non so davvero come mai sia stata approvata precedentemente dal Parlamento. su questo punto voglio ribadire alcune critiche approfondite e serie che sono state rivolte al cambiamento delle competenze di alcuni ministeri. posso assicurare che lo abbiamo fatto per rendere più efficace l' operatività del Governo. non ho difficoltà a dire i casi in cui abbiamo fatto lo « spacchettamento » e il perché. nel caso del ministero dell' Istruzione , dell' università e della ricerca, abbiamo voluto ribadire, come priorità politica, la centralità della ricerca e dell' insegnamento superiore. nel settore dei lavori pubblici e dei trasporti, la diversa logica che presiede la fase di costruzione da quella che presiede la fase di gestione di imprese e di entità autonome che le coordina ha spinto a una divisione dei due ministeri. siamo certi che l' amministrazione ha risorse, sa come organizzarle ed è in grado di rispondere positivamente alle esigenze di cambiamento e di flessibilità che queste decisioni comportano. vorrei aggiungere, riguardo a questo aspetto, che non abbiamo intenzione di usare le logiche generalizzate di spoils system che sono state adottate in questi anni e che hanno costituito uno degli elementi di depauperamento della Pubblica Amministrazione . alla fine di questo mio intervento voglio trattare brevemente alcuni temi puntuali che sono stati sollevati. ribadisco l' opportunità dei provvedimenti di clemenza e richiamo, riguardo a questo aspetto, il discorso che ho fatto al Senato. aggiungo che ritengo opportuno riprendere l' iniziativa italiana riguardo alla moratoria della pena di morte , che è uno dei punti fermi della nostra cultura e della nostra civiltà. riguardo alla precarietà, rivendico semplicemente che noi siamo stati i padri della flessibilità con la legge Treu...... e che abbiamo sempre sostenuto la ricerca di maggiore produttività delle imprese, ma non tolleriamo che la flessibilità degeneri in precarietà permanente. tutto questo, noi lo faremo con tranquillità. infine, noi cercheremo nel Parlamento larghe intese sui temi che coinvolgono le coscienze e i valori etici di tutti noi. ho due ultime osservazioni su temi specifici: la prima riguarda le quote rosa . vorrei dare una risposta all' onorevole Prestigiacomo, che mi ha pregato di non riproporle perché sarei sconfitto. io le riproporrò e, se fossi sconfitto su questo punto, non la considererei una mia sconfitta, ma una sconfitta del Parlamento...... così come non ho considerato la bocciatura della proposta presentata dall' onorevole Prestigiacomo una sconfitta sua, ma una sconfitta nostra! si è ripetutamente fatto appello al discorso dei brogli nei voti all' interno e all' estero. anche questo fa parte di una polemica che ormai si è consumata. vorrei solo osservare a questo proposito che le leggi sono state volute dalla maggioranza e sono state approvate dalla maggioranza... i controlli sono stati totalmente in mano alla maggioranza di allora. io credo davvero che nel dibattito vi sia stata una mancanza di generosità nei confronti di Pisanu e di Tremaglia. infine, i temi dell' ambiente, che sono ritornati continuamente nel dibattito riguardo a tanti aspetti, mi fanno esprimere una semplice riflessione. io sono un economista industriale che ha appreso la lezione della pervasività dei temi ambientali e del rapporto inscindibile che vi è tra la qualità dello sviluppo e la qualità ambientale. in tutti i settori, energia, infrastrutture, trasporti e territorio, noi dobbiamo inserire con serietà la variabile ambientale non per vincolare lo sviluppo, ma per rendere sostenibile lo sviluppo stesso, perché altrimenti di sviluppo non se ne potrà più parlare, ed anche per qualificarlo. la ricetta è anche in questo caso: più conoscenze e più ricerca. qui occorre uno sforzo del tutto nuovo, non dico un aumento del nostro sforzo nella ricerca in materia, perché il nostro sforzo è talmente scarso da non essere quasi assolutamente quantificabile, ma veramente una coscienza anche perché se attuiamo politiche di sviluppo, l' ambiente genera sviluppo e crescita di reddito. ricordo a questo proposito che domani si celebra la prima giornata europea dei parchi, anche questo segno di una coscienza mondiale su questi problemi. queste sono le mie osservazioni rispetto al dibattito di oggi. vorrei concludere con una semplice riflessione politica. io ho apprezzato molto il discorso che, a nome de l' Ulivo, ha fatto l' onorevole Fassino. l' ho apprezzato non solo per i singoli punti, ma perché ci ha richiamato al presente e anche al futuro della nostra coalizione. ci ha richiamato la necessità di far evolvere non solo le regole del sistema politico di cui tutti siamo coscienti, ma ha richiamato la necessità di fare evolvere i soggetti della politica e, quindi, la grande responsabilità de l' Ulivo come soggetto traente e rinnovatore della politica italiana . in questo quadro posso rassicurare l' onorevole Tabacci, senza paura di fraintendimenti, che noi non ci arrocchiamo nella nostra maggioranza perché la riterremmo una decisione sterile ed anche perché siamo capaci, come lui ci ha chiesto, del coraggio della buona politica. grazie.