Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 6 - seduta del 23-05-2006
Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università
2006 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 64
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , di commenti critici ed aspri per il modo con cui è nato l' Esecutivo Prodi e anche per la sua composizione ne abbiamo letti tanti, un po' tutti, nelle scorse settimane. credo che sia onesto ricordare che non si è trattato soltanto di commenti aspri da parte di esponenti del centrodestra o da parte di giornalisti di area a noi vicini. a mente, ricordo — ricordo a me stesso, come si dice in questi casi — tra i commenti più aspri quello di un autorevole esponente del centrosinistra, seppure non organico al centrosinistra, l' onorevole Emanuele Macaluso, il quale ha definito, testualmente, indecente il modo in cui è nato il Governo Prodi; oppure, per rimanere nell' ambito di Montecitorio, il commento del simpatico Pasquale Laurito, a tutti noto come la « velina rossa » , il quale ha testualmente affermato: « Prodi parte male, forse abbiamo già perso qualche consenso anche tra gli elettori del centrosinistra » . perché lo ricordo? perché credo, signor presidente e colleghi, che giudicare i toni anche molto critici ed aspri del centrodestra unicamente come dimostrazione di una destra che sarebbe incattivita e non avrebbe accettato il responso elettorale sia profondamente sbagliato e in qualche modo determini un errore di valutazione da parte dell' attuale maggioranza. credo che le nostre critiche registrino un diffuso malessere o, comunque, uno sconforto presente non soltanto nel nostro elettorato ma anche in una parte, non sappiamo quanto cospicua, dell' elettorato del centrosinistra. per quello che mi riguarda, per quello che riguarda Alleanza Nazionale , dico subito che non mi ha colpito particolarmente il fatto che partiti e partitini abbiano chiesto, il fatto che il presidente del Consiglio abbia dovuto accontentarli, il fatto che vi sia stata la moltiplicazione degli incarichi. infatti, in una coalizione molto ampia, che ha un vincolo forte — vale a dire l' avversione nei confronti del centrodestra — ma che non ha molti valori condivisi e soprattutto in una coalizione in cui, lo dico senza alcuna polemica, vi sono dei partiti che non si pongono il problema di un consenso di massa ma, in qualche modo, di nicchia, per certi aspetti è fisiologico che nella nascita di un governo di coalizione ci siano pressioni, spinte e, in alcuni casi, anche palesi ricatti. non mi ha colpito questo aspetto negativo che è fisiologico; quello che mi ha colpito molto è l' assoluta debolezza politica del presidente del Consiglio , una debolezza politica che è risultata evidente in molte circostanze. non è, presidente Prodi, una valutazione personale, è una considerazione di carattere politico: lei non ha l' autorevolezza politica per guidare una coalizione così composita. per certi aspetti, lei ha smentito nei suoi primi passi se stesso , quando subito dopo le elezioni primarie disse « adesso che ho quattro milioni di consensi che mi derivano dal basso, ho la legittimazione necessaria e sufficiente. pur non essendo a capo di un partito, pur non essendo il leader del maggior partito della coalizione, ho l' autorevolezza necessaria e sufficiente per guidare il centrosinistra qualora il centrosinistra vinca » . credo che lo sconcerto e la delusione che c' è anche in certi colleghi del centrosinistra o, comunque, in certi elettori del centrosinistra derivi da questo, non dal fatto che ci sono più ministri, più sottosegretari o che tanti ministri o sottosegretari « dichiarano » ancor prima di cominciare a governare. lo sconcerto è che l' autorevolezza politica del presidente del Consiglio è estremamente debole. per certi aspetti c' è un paradosso: nasce un Governo politicamente forte — in quanto un Esecutivo che ha nel suo seno i leader di quasi tutti i partiti della maggioranza è politicamente forte — ma il paradosso è che il presidente del Consiglio è politicamente debole. l' ha dimostrato, se volete con un po' di candore, con un soprassalto di onestà intellettuale quando ha detto testualmente: a me dispiace che l' autorevole esponente Tizio non sia entrato al Governo; oppure: mi dispiace molto che, dopo aver detto avremo, non solo più donne, ma un peso politico maggiore per gli esponenti del genere femminile, io non sia riuscito a fare quello che in qualche modo avevo in animo di fare, mi dispiace, ma i partiti non lo hanno voluto. in questa reiterata affermazione del presidente del Consiglio c' è la fotografia di una debolezza di tipo politico e credo che di questa debolezza politica del presidente del Consiglio siano consapevoli anche alcuni tra i più avveduti esponenti del centrosinistra. ovviamente mi smentirà, ma nell' intervento dell' onorevole Fassino di quest' oggi — un intervento certamente di spessore, come si dice — ho colto una perorazione che, in qualche modo, ai miei occhi è la conferma del fatto che nel centrosinistra si accorgono che l' Esecutivo politicamente nasce forte ma il premier è politicamente debole. l' onorevole Fassino ha detto, lo cito testualmente: « onorevole presidente Prodi, ogni qualvolta lei avrà il coraggio di osare, ci troverà compatti al suo fianco » . osare, quindi provare a far cosa? credo che anche da parte del centrosinistra, anche da parte dell' Unione, ci sia la consapevolezza che Prodi non potrà continuare nel corso dei mesi che ha davanti con la moltiplicazione degli incarichi — questo è quasi fisiologico — o con dei compromessi verbali perché per ora lei si è limitato, presidente, a gestire con le parole una situazione di eterogeneità della coalizione. credo che da più parti, anche nella sua coalizione, qualcuno le dica: beh, abbi il coraggio di governare! osare vuol dire governare; vuol dire, qualche volta, pronunciare la parola « no » ; vuol dire evitare dei compromessi, che sono sempre paralizzanti; vuol dire, magari, evitare di dar vita a comportamenti legislativi schizofrenici, perché se un giorno si accontenta una componente della maggioranza e poi — quasi per una sorta di contrappeso — , il giorno dopo, se ne accontenta un' altra, credo che l' andamento della legislazione governativa non sia tra i migliori. certo è che, ancor prima di cominciare a governare, tale mancanza di coraggio ( « osare » vuol dire avere coraggio) o, come dico io, questa mancanza di autorevolezza politica ha già portato al pagamento di cambiali politiche. il Governo deve ancora cominciare a governare, ma già nel discorso programmatico ha pagato alcune cambiali. una cambiale politica l' ha pagata — ed è una cambiale salata — quando ha usato un' espressione non soltanto impropria, ma estremamente pericolosa. io ho sperato che, nel corso della sua replica al Senato prima ed alla Camera dopo, il presidente del Consiglio facesse un po' di autocritica, vale a dire che dicesse di aver usato un termine errato nello stesso momento in cui ha parlato della politica internazionale e dell' Iraq. il termine errato è « occupazione » , perché è una parola che sottintende dei valori, o — a nostro modo di vedere — dei disvalori. non ho necessità di insegnarlo a chi conosce la storia quanto me (o meglio di me), ma se delle truppe sono considerate « occupanti » , nei confronti di quelle truppe è lecita la resistenza; è lecito, ovviamente, prendere le armi, ed in quel momento si è dei patrioti. se al contrario tali truppe, anziché di occupazione, sono truppe « di invasione » , chi prende le armi e chi dà vita ad atti di violenza è un terrorista. nello stesso momento in cui Prodi afferma, senza correggersi e senza fare autocritica, che è sbagliata l' occupazione militare in Iraq, in qualche modo paga la prima cambiale politica a coloro — l' onorevole Giordano lo ha detto poc' anzi — che hanno un avviso assai diverso di quella che è la situazione irachena. veda, non so se l' onorevole D'Alema , nel colloquio lungo e cordiale (risulta essere stato lungo e cordiale anche a me) con il sottosegretario di Stato Rice, ha tentato di spiegare perché il presidente del Consiglio del governo italiano chiama « truppe di occupazione » quelle presenti in Iraq. credo che non lo abbia fatto: proprio perché ho stima dell' onorevole D'Alema , so che egli non tenta di spiegare ciò che è inspiegabile. ciò perché non riuscirà mai a spiegare che si può e si deve continuare ad essere amici degli USA e, al tempo stesso , definire « occupanti » — e, quindi, meritevoli di essere attaccati dai patrioti e dai resistenti iracheni — coloro che sono in Iraq. è una cambiale politica — se vuole, una ipoteca politica, un pedaggio che pagate prima ancora di cominciare a governare — che getta delle luci inquietanti sulla politica internazionale . ciò anche perché si tratta di accezioni — o, se volete, di valutazioni — relative non soltanto a quello scenario ma, in generale, anche ad altri ed altrettanto importanti scenari internazionali: penso, ad esempio, al Medio Oriente . quando affermo che le ambiguità pesano, mi riferisco anche al fatto che c' è qualcuno, nella maggioranza che sostiene il Governo Prodi, che considera i kamikaze palestinesi dei martiri. nello stesso momento in cui li si considera dei martiri, poi sarà abbastanza arduo rassicurare la comunità internazionale , ed in particolar modo Israele, che, accanto al diritto sacrosanto dei palestinesi di avere uno Stato, il nuovo governo italiano ha altrettanto a cuore la sicurezza dello Stato di Israele . ecco, allora, che vi è preoccupazione, e noi temiamo altre derive (giungo rapidamente al termine, signor presidente ). temiamo derive massimaliste, estremiste e, in qualche modo, di tipo radicale in materia di immigrazione. il presidente Prodi parla, giustamente e molto, dell' Europa. non ho la presunzione di sostenere che la legge che porta il mio nome e quello dell' onorevole Bossi sia la migliore, perché non lo è. tuttavia, presidente Prodi, si tratta di una legge europea, poiché si basa sul presupposto che l' integrazione è garantita per chi lavora; nei confronti dell' immigrante che entra clandestinamente non ci può essere che il ricorso alla espulsione. visto che lo conosce meglio di me, presidente Prodi...... se non vuol farselo spiegare da Sarkozy, se lo faccia spiegare da Zapatero, che nei confronti dell' immigrazione clandestina ha dato vita ad una repressione senza precedenti! temiamo derive anche per ciò che riguarda le politiche economiche . c' è un tasso di lotta di classe nel 2006...... che non lascia ben sperare riguardo all' avvenire del Governo. in conclusione, allora, vorrei ricordare che si chiede alla opposizione di dialogare. vede, noi dialoghiamo nel senso che svolgeremo l' opposizione per mettere in evidenza le contraddizioni esistenti nel centrosinistra. dopo ventitré anni di Parlamento credo che l' opposizione meriti un solo aggettivo: intelligente. noi lavoreremo per fare esplodere delle contraddizioni che nel vostro seno ci sono, e così facendo non vi ripagheremo della moneta con cui ci avete pagati quando eravamo noi al Governo e voi all' opposizione. non siamo quelli del « tanto peggio tanto meglio » ; se farete cose buone ve lo diremo e quando farete cose sbagliate vi contesteremo e presenteremo alternative. così facendo — concludo — credo che daremo anche una lezione di etica politica. perché vede, presidente — concludo per davvero — l' etica consiste innanzitutto...... nel non considerare nemico, come il presidente Prodi ha detto, colui che è avversario. bene, se lo aveste detto quando eravate all' opposizione, oggi sareste credibili...... oggi che siete la maggioranza non avete la credibilità politica per fare delle prediche, soprattutto per quel che riguarda l' etica della politica.