Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 36 - seduta del 02-08-2006
Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale
2006 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 36
  • Attività legislativa

signor presidente , signori deputati, signori del Governo, la nostra opposizione a questo decreto legge non è certo una opposizione alle liberalizzazioni. noi consideriamo il mercato, la concorrenza, la libertà economica elementi fondamentali per la crescita di una nazione. il nostro modello è quello di uno Stato che grava il meno possibile sulla gente, che chiede meno tasse, che pone meno vincoli. oggi, invece, il Governo, blindandosi per la settima volta con la questione di fiducia , in 75 giorni, come ha efficacemente sottolineato l' onorevole Fini, espropria di fatto il Parlamento delle sue prerogative e gli impone di convertire in legge l' ennesimo decreto legge ; un provvedimento che introduce nuove gabelle, che introduce per la prima volta inasprimenti fiscali retroattivi, che soprattutto sostituisce la cultura delle garanzie con la cultura del sospetto e rischia di trasformare così il nostro Stato in uno Stato di polizia tributaria. altro che liberalizzazioni! è un provvedimento con una logica ben precisa, quella che da sempre appartiene alla cultura e alla tradizione dello statalismo di sinistra. mi sono meravigliato che gli esponenti della Margherita, così impegnati con i loro colleghi della maggioranza a demolire tutto ciò che di buono ha fatto il nostro ministro Tremonti, abbiano finito per dimenticare — loro che pure annoverano tra le loro file molti democratici cristiani — che la filosofia che ispira le azioni di questo Governo in materia fiscale è il perfetto contrario dell' impronta data al sistema fiscale italiano da un loro grande ministro delle Finanze : Ezio Vanoni. la sua riforma fiscale , che introdusse nel paese la denuncia dei redditi su cui il sistema fiscale italiano è tuttora fondato, partiva dal principio che lo Stato doveva fidarsi del contribuente. l' idea di Vanoni era che, anche nei rapporti con il fisco, il cittadino fosse tale: che restasse un cittadino e non un suddito. il viceministro Visco è, invece, la negazione del ministro Vanoni. il suo principio fiscale è quello che Michel Foucault condensò nel famoso binomio: sorvegliare e punire! ciò che il viceministro vuole è il totale controllo del contribuente, a partire dai conti correnti , dalle liste dei clienti e dei fornitori che si debbono continuamente fornire al fisco, sino all' obbligo di effettuare i pagamenti sopra i 100 euro con assegno bancario o con carta di credito . il conto corrente diventa così lo strumento principe del controllo fiscale. in questa visione, chi produce lavoro e ricchezza, un imprenditore, un artigiano, un commerciante, un professionista è un sospettato, è un evasore, è potenzialmente un malfattore costretto a dare prova continua della sua innocenza. la nostra visione è, naturalmente, l' opposto. negli anni del nostro Governo abbiamo valorizzato al massimo il principio della leale collaborazione fra Stato e cittadino, che non è un' utopia. signori, l' andamento del gettito tributario, riconosciuto anche quest' oggi sulla stampa italiana, ha dimostrato e dimostra che ci sono stati dei miglioramenti negli introiti dell' erario. è un metodo che ha funzionato e che sta funzionando! le misure studiate dal viceministro Visco comprimono, invece, gli spazi fondamentali di riservatezza e di libertà del singolo, come ha giustamente denunciato il consiglio del garante per la privacy. ma anche questo autorevole richiamo è stato disatteso dal Governo e mi auguro che il garante sappia e voglia rinnovare e rendere più forte il suo richiamo proprio a tutela dei cittadini. al diritto previsto dall' articolo 41 della nostra Carta Costituzionale , per il quale l' iniziativa economica è libera, si sostituisce il potere preventivo e discrezionale dello Stato. si instaura, così, il principio di controllabilità totale preventiva, la cosiddetta tracciabilità di ogni contribuente da parte del fisco. lo Stato diventa una sorta di grande inquisitore, capace di schedare ogni transazione, ogni spesa anche minuta di un cittadino, i suoi stili di vita, i suoi consumi, le sue vacanze e le sue malattie; in sostanza, tutto il suo comportamento economico! si tratta di una schedatura invasiva e totale come mai si è visto sino ad ora in una democrazia liberale! ci troviamo, quindi, di fronte a misure di cui i cittadini non hanno ancora piena percezione, ma che scopriranno presto essere misure estreme sul piano dell' assoggettamento fiscale, con l' aggravante che non c' è alcuna norma che garantisca contro l' uso improprio dei dati raccolti dall' amministrazione. signori del Governo, questo modo di operare è preoccupante e pericoloso perché il fattore ideologico — anzi, il furore ideologico — prevale sul senso di responsabilità . inoltre, annunciare misure retroattive in campo fiscale non pone soltanto problemi di rango costituzionale e di moralità nel rapporto tra Stato e cittadino, ma determina effetti pratici devastanti. il fatto che siate stati costretti a fare marcia indietro sulle norme che riguardavano il settore immobiliare non ha cancellato il danno che avete causato; infatti, il mercato dei capitali e degli investimenti ha preso sul serio i vostri annunci, e neppure le smentite, abborracciate e tardive, hanno potuto porre rimedio al danno che era stato già provocato. questo è solo dilettantismo o ci troviamo di fronte alla creazione di un pericoloso precedente di tassazione retroattiva? anche per quanto riguarda le rendite finanziarie — tassazione sempre del ceto medio , possessori di BOT e Cct — , il vostro obiettivo non è cambiato; infatti, lo avevate annunciato, ma poi, con grande evidenza, ritrattato in campagna elettorale . siamo, insomma, di fronte ad una sorta di vendetta sociale spacciata come un provvedimento di liberalizzazione economica, un provvedimento di cui la parte più rilevante è, invece, la parte fiscale. queste liberalizzazioni sono liberalizzazioni spurie, destinate a coprire il principio del controllo fiscale a partire dal conto corrente e tendono a favorire le cooperative, le vostre cooperative, le grandi aziende e i gruppi professionali, a svantaggio degli operatori minori. le vere liberalizzazioni, quelle che toccano i settori strategici, quelle che anche l' antitrust ha indicato come urgenti, non sono state neppure immaginate. una politica seria di liberalizzazioni deve necessariamente rompere il monopolio sindacale, deve eliminare i privilegi delle cooperative e della Lega Nord Padania ), deve liberalizzare il mercato del lavoro e dei servizi, deve privatizzare le public utilities , deve promuovere l' imprenditorialità e l' attitudine al rischio, deve, insomma, agire a trecentosessanta gradi su tutti mercati e non può, certo, prescindere da un preventivo confronto con le categorie interessate, a meno che voi non pensiate che alcune categorie non siano meritevoli, non dico di essere consultate, ma neppure di essere informate: parlo degli avvocati prima di tutti. sulle liberalizzazioni, quelle vere e non su un decreto legge che blinda una maggioranza in decomposizione, varrebbe la pena di un confronto serio, ampio e approfondito perché oggi tutti gli italiani, a destra come a sinistra, si pongono la stessa semplice domanda: per quanto tempo si può andare avanti così? noi siamo convinti che vi sia la... cinque anni sono una risposta isolata, signor presidente ... esattamente il contrario di quello che pensa tutta la gente! siamo convinti che vi sia la consapevolezza di questa situazione anche tra voi, tra i protagonisti più responsabili del centrosinistra. ci auguriamo, perciò, che il filo di un dialogo sulle esigenze e sulle urgenze di questo paese possa essere ripreso. gli appelli del Capo dello Stato , le sollecitazioni del mondo produttivo vanno...... in questa direzione. purtroppo, non sembrano queste le logiche che prevalgono sinora nella maggioranza. in conclusione, presidente, per tutte le regioni che ho esposto, noi voteremo contro questo decreto che incrementa l' oppressione burocratica e fiscale sui cittadini, mettendo a rischio la loro libertà civile ed economica. noi continueremo a svolgere con determinazione...... in quest' Aula ed anche al Senato un' opposizione ferma, ma, al tempo stesso , serena e propositiva, in difesa non solo di quella metà del paese che ci ha dato fiducia, ma di tutti italiani che chiedono di essere tutelati da ogni eccesso fiscale e burocratico! vi ringrazio.