Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 28 - seduta del 19-07-2006
Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali
2006 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 28
  • Attività legislativa

signor presidente , signori del Governo, signori deputati, purtroppo la drammatica realtà di queste ore è di nuovo la guerra in Medio Oriente . Israele esercita il suo diritto a difendersi attaccando le infrastrutture del terrore, che hanno portato morte e distruzione nella sua terra, nelle sue città, e che minacciano la sua stessa esistenza. la reazione di Israele è direttamente proporzionale alla provocazione che preme ai suoi confini con il metodo odioso della presa di ostaggi e del lancio di razzi sulle abitazioni civili. « immaginatevi se piovessero missili dall' Italia o dalla Svizzera sulla terza città più importante della Francia » — ha detto il senatore democratico di New York Chuck Schumer, in polemica con quegli europei che parlano di un uso sproporzionato della forza da parte di Israele. anche il ministro degli Esteri italiano, in quest' Aula, ieri, ha riconosciuto che l' iniziativa armata è partita dai radicali islamisti di Hezbollah e di Hamas, incoraggiati e protetti e finanziati e armati dai regimi di Damasco e Teheran. l' onorevole D'Alema , nonostante il suo curioso senso delle proporzioni, sa bene che ogni causa ha il suo effetto e che la guerra di Israele al terrorismo islamista ha una ferrea base di legittimità, impossibile da disconoscere. dietro i razzi di Hamas e degli Hezbollah c' è il regime cugino di Saddam Hussein a Damasco ed uno Stato come quello iraniano, il cui capo nega le camere a gas di Auschwitz, predica la distruzione dello Stato di Israele , lavora per la sua cancellazione dalla carta geografica e si sottrae nel contempo al dovere di osservare il trattato di non proliferazione nucleare, raggirando da anni le diplomazie di tutto il mondo. una politica estera e di sicurezza seria misura su questi dati il suo senso delle proporzioni. da qui si parte per esercitare le arti della diplomazia e della mediazione, che fanno parte di una visione realistica della politica, non si parte dalla negazione della realtà o dalla sua edulcorazione. abbiamo sentito di molte telefonate partite da Palazzo Chigi in questi giorni verso il Medio Oriente , ma non abbiamo ascoltato una parola chiara di severità contro gli aggressori e di sincera solidarietà e della Lega Nord Padania ) nei confronti del paese, nei confronti di Israele, nuovamente aggredito dal partito del terrore che si maschera dietro le insegne del partito di Dio. ma, come ha detto al Knesset il premier israeliano Ehud Olmert, nella vita di una nazione vi sono momenti di purificazione, in cui le dispute politiche e partigiane, che ci separano, vanno sostituite da un senso di responsabilità comune. e questo vale, deve valere anche per noi, dal momento che il voto sulla missione in Afghanistan dovrà essere la prova che la posizione dell' Italia nel mondo, la sua lealtà verso i propri compiti di grande paese occidentale, la sua capacità di stare in campo per una pace duratura nella battaglia contro il terrorismo e contro l' offensiva fondamentalista non sono cose che cambiano ad ogni evento elettorale, ma radici profonde del nostro modo di essere e di agire nella comunità internazionale . voteremo, quindi, compatti, dal primo all' ultimo deputato e senatore dell' opposizione, a favore del rifinanziamento della nostra missione a Kabul. chi ha restituito agli afghani il diritto di vivere liberi dall' oppressione dei fanatici, chi ha smantellato le basi di Bin Laden e i suoi campi di addestramento, chi ha portato quel popolo consegnato da secoli al dominio dei signori della guerra ad eleggere democraticamente un proprio Parlamento ha il diritto di avere tutto l' appoggio che un paese come l' Italia può dare all' interno delle sue alleanze internazionali. nei cinque anni in cui ho presieduto il Governo ho sempre sollecitato, purtroppo invano, la formazione di maggioranze, le più larghe possibili, per sostenere le missioni militari di pace in cui ci siamo impegnati. quando eravamo all' opposizione, ai tempi della guerra contro il nazionalcomunismo serbo, che aggrediva le popolazioni albanesi e musulmane del Kosovo, ci comportammo alla stessa maniera. il senso del nostro voto non è dunque quello di una tattica parlamentare, o peggio di una « gherminella » per scompaginare una maggioranza — di suo diciamo piuttosto fragile — sui temi decisivi della politica estera e delle alleanze dell' Italia. il senso del nostro voto incondizionato e libero è un altro: crediamo che l' Italia non possa permettersi di tornare alla pratica del rovesciamento di fronte e del tradimento delle intese stipulate con il beneplacito e l' incoraggiamento delle Nazioni Unite e della NATO. siamo convinti, siamo assolutamente sicuri che in questo Parlamento ci sarà sempre una maggioranza atlantica, occidentale, capace di far fronte alla guerra contro il terrorismo e capace di operare per l' ampliamento della democrazia nei paesi arabo-islamici che è poi la premessa, l' unica effettiva premessa, di una vera pace. noi siamo oggi l' opposizione costituzionale, votiamo di regola contro le scelte della maggioranza che abbiamo il mandato di controllare e di contrastare, proponendo soluzioni alternative che scaturiscono dal nostro programma e dalla fiducia che metà degli italiani ci hanno espresso con il proprio voto. sulle questioni che riguardano l' identità del paese, i suoi principi, votiamo in coerenza con le nostre idee, sicuri del fatto che anche questo fa parte del mandato ricevuto dagli elettori. la maggioranza di regola dovrebbe essere politicamente autosufficiente in entrambe le Camere ed in particolare nell' ambito decisivo della politica estera e di sicurezza; se questo non fosse sarà vostra responsabilità, signori del Governo, indicare una strada seria per uscire dalla crisi. un paese privo di una maggioranza stabile in politica estera sarebbe uno strano animale mitologico, un ircocervo senza capo né coda che la comunità internazionale guarderebbe con un misto di compassione e di ilarità. un paese ridicolo che non possiamo permetterci.