Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 272 - seduta del 23-01-2008
Sulla situazione politica generale.
2008 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 272
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , non sono notoriamente tra coloro che fanno mitologia sui governi dei paesi. non sono nemmeno tra coloro che fanno la mitologia dei cinque anni di Governo di centrodestra, di cui ho visto pregi e limiti. sono disincantato, al punto di vedere, con qualche sorriso, l' evocazione del complotto dell' onorevole Diliberto che — sembrava una vicenda degli anni Cinquanta — ha richiamato il complotto della Confindustria, degli americani e della Chiesa. ci mancava!? ho sentito toni di grande trionfalismo. da parte sua una rivendicazione di orgoglio dei risultati ottenuti, come da parte di alcuni gruppi e penso all' intervento dei colleghi del gruppo dei Verdi, su cui non ho intenzione di polemizzare perché ciò che penso in ordine alla loro leadership politica ho già avuto modo di affermarlo, in termini anche troppo coloriti, ieri sera in una trasmissione televisiva . sono convinto, però, che tutti questi elogi, tutte queste rivendicazioni in ordine alla validità del suo Governo, i dati che vengono portati nelle trasmissioni televisive e mostrati nelle Aule parlamentari siano tutti legittimi: cozzano solo — piccolo particolare — con la certificazione di fallimento del suo Governo che non è stata data dall' onorevole Berlusconi, dall' onorevole Fini o dal sottoscritto. la certificazione del fallimento del suo Governo è stata fornita, molto più autorevolmente di noi, dal segretario del Partito Democratico , Veltroni. non si capirebbe, se non fosse proprio la constatazione di un fallimento, il suo rifiuto a confermare un' alleanza che evidentemente — questa è la realtà — ha condannato il paese all' immobilismo e l' affermazione del Partito Democratico di andare da solo è la migliore smentita di tutti i trionfalismi. è inutile che noi dell' opposizione aggiungiamo una parola. non vi è bisogno di aggiungerla, perché non esiste una sola ragione al mondo per andare da soli, da parte del Partito Democratico , se anch' esso (il Partito di maggioranza relativa) non partisse dal presupposto che ci si deve quasi vergognare di presentare il consuntivo di questo anno e mezzo di Governo. confermiamo il nostro voto contrario alla Camera ed al Senato. per chi sta nell' UDC o per chi nell' UDC desidera ricandidarsi, non vi è spazio per ambiguità o furbizie. solo in una circostanza significativa abbiamo votato con il Governo. siamo ancora fieri di quella circostanza, perché fu un voto positivo per sostenere i nostri militari in Afghanistan, che noi avevamo contribuito ad inviare. avevamo pronosticato che non le manifestazioni di massa, non le spallate, non il riconteggio dei voti elettorali avrebbero determinato la fine di questo Esecutivo, ma che le contraddizioni nella vostra maggioranza, qualora fossero scoppiate, avrebbero comportato la fine del Governo. le previsioni si sono avverate e sono state confermate dalla clamorosa dissociazione dell' Udeur. peraltro (voglio nobilitare tale dissociazione) non si è trattato di un fatto personale , come la si intende derubricare, ma di una questione politico-istituzionale che da circa vent' anni avvelena la vita pubblica e che in privato tutti diciamo di riconoscere ma che in pubblico, per ipocrisia o per viltà, tutti disconosciamo. ebbene, oggi che si fa? mi rivolgo anche agli italiani che ci ascoltano: elezioni, come molti vogliono, o governo istituzionale , come una minoranza (che esiste nel paese) vorrebbe, ritenendo che sia sbagliato terminare così questa legislatura? non è facile identificare soluzioni, ma una cosa è certa e va detta con chiarezza: ogni spazio per il prosieguo della legislatura o per un nuovo Governo sarà ostruita dalla sua ostinazione a non dimettersi prima del voto al Senato. lei incasserà, probabilmente di qui a poco, la fiducia della Camera; non è possibile che si possa pensare ad un secondo tempo di questa legislatura se non si eviterà un inutile rito al Senato, frutto di un accanimento che in fondo è lo stesso, onorevole Prodi, che l' ha portata all' inizio della legislatura a far finta di non vedere che questa eterogeneità ed i numeri così limitati avrebbero portato il suo Governo alla paralisi, timbrata e certificata dal Partito Democratico . è certo, tuttavia, che non è facile neanche pensare a soluzioni alternative alle elezioni. dobbiamo parlarci chiaro davanti al paese e non nei conciliaboli di noi politici: la legge elettorale tutti la vogliono, ma nessuno la piglia. noi, da qualche anno, stiamo ostinatamente chiedendo la legge elettorale alla tedesca, altri (penso a Berlusconi e anche al leader del Partito Democratico Veltroni) hanno parlato di « vassallum » . vi è una situazione kafkiana. è chiaro che un accordo, per cambiare la legge elettorale ... scusate, non importa... un accordo anche per la legge elettorale , anche limitato nel tempo, non potrebbe prescindere da una chiarezza totale sul tipo di legge elettorale che si vuole realizzare. riemergono, pertanto, i contrasti, non solo tra le forze politiche . non mi meraviglio che l' onorevole Fini, che è tra i promotori del referendum, sia referendario, perché è coerente con la sua storia e con quello che ha fatto; non mi meraviglio che il partito di Berlusconi voglia una legge elettorale più spagnola che tedesca; mi perdonerete, non meravigliatevi voi se noi vogliamo una legge elettorale alla tedesca che è il prosieguo di una legge che avevamo già impostato nella precedente legislatura. ebbene, con chi dobbiamo dialogare? con chi nel Partito Democratico è per il sistema tedesco — riconosco a D'Alema e a Rutelli su questo punto, come a Fassino e ad altri, di avere una posizione coerente e limpida — o con chi vuole il « vassallum » ? o con chi ritiene, come Parisi, che sia meglio un referendum? è chiaro che per fare accordi bisogna avere una serietà di propositi, una omogeneità di intendimenti, una possibilità che essi si realizzino, altrimenti è una perdita di tempo e non si può chiedere ad un partito responsabile come il nostro di essere complici di una perdita di tempo. dunque, cari colleghi , credo che la situazione sia assai difficile. per quanto ci riguarda, con qualsiasi legge elettorale , lavoreremo per un centro che per noi è alternativo e antagonista, competitivo e conflittuale con il Partito Democratico ; che si presenti da solo o in bella compagnia è, comunque, il primo responsabile di questo fallimento politico, perché è la forza di maggioranza relativa . vorrei terminare con un consiglio sommesso e, se mi consentite, rispettoso. penso che il presidente Prodi abbia un' ottima opportunità: di cambiare strada, di dirottare l' autista da Palazzo Madama , al Colle del Quirinale. credo sarebbe meglio per lui e anche per il paese.