Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 27 - seduta del 18-07-2006
Informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi della situazione in Medio Oriente.
2006 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 27
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevole ministro, anzitutto vorrei esordire con una precisazione di metodo che ritengo importante. stiamo discutendo su un' informativa urgente. ringrazio il ministro che è venuto in Parlamento a fornirla con grande puntualità e precisione. naturalmente, come sempre in queste circostanze, le affermazioni politiche sono opinabili. se, però, intendiamo impostare correttamente i lavori della legislatura, dato che oggi non si vota e il dibattito non si conclude con una proposta di risoluzione, dobbiamo cogliere un' occasione per noi che siamo all' opposizione e per il ministro che ha la responsabilità della direzione della politica estera del paese per un dialogo, finalizzato non solo alla propaganda delle rispettive posizioni politiche ma anche ad offrire con la nostra responsabilità e le nostre convinzioni un supporto di opinioni al Governo. spero che il Governo — ed il ministro D'Alema in particolare — avrà l' intelligenza di guardare alla maggioranza che lo sostiene ma anche di farsi carico delle opinioni e degli indirizzi forniti dall' opposizione. trovo negli interventi svolti dagli onorevoli Fini e Cicchitto, che mi hanno preceduto, riflessioni e spunti anche critici, ma importanti, poiché crediamo al valore della continuità della politica estera italiana. il Governo che è andato al vertice del G8 si colloca nell' ambito, necessariamente, di una continuità istituzionale con quello che lo ha preceduto. allo stesso modo, il ministro degli Affari esteri svolge il proprio lavoro nell' ambito della continuità con gli impegni assunti dal suo predecessore. è importante osservarlo, perché è un fatto di metodo che, mai come in questa circostanza, può diventare di sostanza. vi sono alcune questioni che non ci dividono: il cordoglio a cui ci associamo nei confronti delle vittime civili di tutte le parti; la preoccupazione per il Mediterraneo, una preoccupazione italiana perché se questo mare non sarà un' area di pace e di stabilità non vi sarà sicurezza neanche per il nostro paese; l' affermazione del diritto di Israele di vivere in pace e, contemporaneamente, del diritto alla patria per un popolo martoriato come quello palestinese. anche le voci ed i moniti provenienti dal mondo cattolico a questo fine non debbono essere lasciati cadere, perché si tratta di moniti di verità: non vi può essere un popolo, quello palestinese, condannato, anche per la beffa della storia, ad uno stato di minorità permanente e continuato. inoltre, non ci divide la richiesta di un alt alle violenze, di una presenza dell' Onu, come ha detto bene ora l' onorevole Giordano, con il consenso di tutte le parti interessate (questa è la condizione nel sud del Libano per il « cessate-il-fuoco » ), di una pacificazione del paese e della messa in libertà dei parlamentari e dei ministri. come abbiamo detto ieri alla riunione interparlamentare a Ginevra, non vi può essere giustificazione; deve essere tutelata la libertà dei parlamentari di recarsi nel loro Parlamento. l' onorevole D'Alema ha parlato del fallimento dell' Europa in questi anni. concordo con lui, anche degli USA; ma non individuo con lui, come « madre » di tutti gli errori, la guerra in Iraq. ciò non perché la guerra in Iraq, onorevole D'Alema , non possa essere criticata, contestata o anche ritenuta una guerra gestita male nel periodo post azione militare — pensiamo allo smantellamento dell' esercito iracheno, criticato da tutti e anche da Condoleeza Rice — ma perché, certamente, se c' è una data di inizio in questa vicenda drammatica, questa non è data dalla guerra in Iraq bensì dall' 11 settembre del 2001. l' 11 settembre è la data dell' offensiva di un terrorismo islamico che strumentalizza Dio e la religione, mentre noi ricordiamo quanto attuale sia ancora il monito che, proprio in quest' Aula, riportò Giovanni Paolo II quando disse che nessuna guerra si può fare in nome di Dio. certamente, quella è la strumentalizzazione di una religione che non ha come suo obiettivo il propagandare odio. in realtà, sono venute al pettine altre questioni. abbiamo sempre parlato del Libano come di uno Stato sovrano ma, cari amici, parliamoci chiaro: tutti abbiamo saputo che quella del Libano è stata una finta statualità. non ho sentito in questo dibattito nessuno che ricordasse l' omicidio Hariri, il premier libanese. oggi ancora ci sono indagini di una commissione dell' Onu che parlano di responsabilità siriane a questo proposito ma poi non si è mai arrivati alla fine perché ha prevalso, in quella circostanza, la ragion di Stato . Mattarella ha parlato della « rivoluzione dei cedri » , che è stata, senza dubbio, un evento di libertà per il Libano; in realtà, era un messaggio disperato alla comunità internazionale : non lasciateci soli, dicevano quelli scesi in piazza! tuttavia, tutti sappiamo che i siriani si sono ritirati fintamente perché gli Hezbollah in realtà hanno utilizzato questo periodo di pace per accrescere il loro arsenale militare, come ha riconosciuto qui l' onorevole D'Alema parlando di un accresciuto arsenale militare. allora, Israele si muove rispetto ad un contesto libanese di questo tipo, con Hamas che vince le elezioni palestinesi ma non riconosce diritto di esistenza allo Stato di Israele , con l' Iran che elegge un nuovo presidente della Repubblica che parla di Israele come dell' impero del male. in questo contesto, Israele, con più o meno eccessi, cerca di difendere il diritto all' esistenza messo in discussione dal contesto stesso. devo dire che, a dimostrazione del fatto che non sono accecato dalle ideologie della propaganda, ho ritenuto molto coraggioso ciò che a questo proposito ha detto l' onorevole Fassino il quale ha riportato le preoccupazioni di Israele all' interno di un contesto che le rende credibili. l' onorevole D'Alema ci dice che la reazione è sproporzionata. Massimo D'Alema , è sproporzionata per noi che stiamo in Italia, che siamo qui tranquilli! è sproporzionata veramente per loro che si trovano in un contesto, in una situazione che li ha portati a dover convivere dolorosamente con scenari di guerra permanenti per quel paese, ma sono caduti tanti israeliani in queste ore. ritengo che tutto ciò che il governo italiano , l' Europa, farà per assumere una posizione di mediazione o di facilitazione debba incontrare l' appoggio impegnato e pieno di questo Parlamento. tuttavia, debbo ammettere che difficilmente l' Europa potrà essere un mediatore o anche solo un facilitatore a fronte delle affermazioni del presidente francese Chirac che ha definito aberrante la posizione di Israele in questi giorni, perché, in questo caso, l' Europa non appare come una forza, un elemento terzo nel contesto di questo conflitto. in realtà, essa appare, come ha denunciato l' ex ministro degli Esteri pochi minuti fa, di parte, non in grado di esercitare una mediazione o una facilitazione perché si colloca in un' operazione di fiancheggiamento politico. non c' è dubbio che il popolo palestinese in questa vicenda è l' attore debole, subisce drammaticamente le conseguenze di questa situazione. onorevole D'Alema , concordo con lei nel dire che noi dobbiamo esprimere anche il nostro appoggio ad Abu Mazen , che è forse il primo destinatario, come elemento che lavora per il dialogo, di questo estremismo islamico, che in realtà ha come primi bersagli proprio i dirigenti palestinesi moderati. dunque, continuiamo su questa strada del dialogo. credo che il ministro degli Esteri , nel portare avanti la sua azione diplomatica, non debba disperdere il grande patrimonio storico che il nostro paese ha sempre avuto, anche grazie alla Democrazia Cristiana : essere interlocutore forte del mondo arabo e del mondo palestinese. noi abbiamo una tradizione di rapporti nel Mediterraneo che tutti, ai diversi livelli, dalle diverse collocazioni politiche, ci siamo sforzati di coltivare. ma perché non dirlo? credo che non sia male abbinare a questa carta forte che abbiamo anche quella posizione di nuova e più forte comprensione introdotta dal Governo Berlusconi nei confronti dello Stato di Israele . allora, capisco che vi sono problemi di politica interna , ma in questo caso non è un buon servizio all' Italia parlare di discontinuità. cerchiamo di operare nella continuità, nella continuità con quanto si è fatto in questi cinque anni per quanto riguarda lo Stato di Israele e nella continuità con la grande tradizione di una politica italiana che ha sempre visto nel mondo arabo non un nemico, ma un interlocutore. se lei farà questo, certamente anche da posizioni diverse, deve sapere che da parte nostra ci sarà grande rispetto e grande condivisione per le sue fatiche.