Emma BONINO - Ministro del Commercio Internazionale - Ministro senza Portafoglio per le Politiche Europee Maggioranza
XV Legislatura - Assemblea n. 265 - seduta del 14-01-2008
Legge comunitaria 2007 e relazione sulla partecipazione dell´Italia all´Unione europea
2008 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 265
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , signora relatrice, volevo fare soltanto poche osservazioni a conclusione di questo dibattito, partendo dalla constatazione che in realtà, da quando ero deputata (giovane, e poi meno giovane) e sedevo sui vostri banchi, in occasione della « discussione comunitaria » — comunque si sia articolata o definita nei trent' anni scorsi — si ripetono gli stessi problemi. le diverse amministrazioni, quando cambiano, si accusano di essere in ritardo e sempre ci si trova nella stessa situazione. da tempi immemorabili il recepimento delle direttive e l' approvazione della legge comunitaria (o come si chiamava prima lo strumento legislativo deputato a tale fine) avvenivano sempre in situazioni come quelle odierne: completamente fuori fase ed in ritardo, rispetto non tanto al recepimento delle direttive quanto, soprattutto, alla relazione annuale e quindi al dibattito politico che sarebbe invece utile ed è invocato da tutte le parti politiche. certamente non è competenza del Governo sollecitare le modifiche o procedere alle modifiche dei Regolamenti parlamentari che, peraltro, vengono invocate da un largo spettro di forze politiche per disgiungere, perlomeno, l' esame della relazione sulla partecipazione dell' Italia all' Unione Europea da quello del disegno di legge comunitaria in modo da poter consentire un dibattito sulla relazione, cioè sugli impegni del Governo, in tempo utile e non così « fuori fase » . rimane, però, il fatto che forse una soluzione pragmatica potrebbe presentarsi già nelle prossime settimane nel senso che, come sapete, secondo i termini di legge, in qualità di ministro competente, ho già portato nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso la bozza del disegno di legge comunitaria e della relazione per il 2007, la quale sarà sottoposta al parere della conferenza stato regioni (spero già nella seduta del 24 gennaio) per tornare poi in Consiglio dei ministri . quindi, ho la speranza che possa arrivare sui vostri banchi agli inizi di febbraio. si potrebbe pensare ad un impegno politico per evitare che, in occasione dell' esame del disegno di legge comunitaria 2008, si ripeta la stessa situazione ovvero che ci si ritrovi, a gennaio 2009, a rivolgersi reciprocamente le accuse di ritardo. ciò, non tanto per quanto riguarda le direttive, ma soprattutto con riferimento al dibattito sulla relazione e quindi sugli indirizzi da fornire al Governo. un' altra questione che volevo sottolineare è che voglio considerare le critiche mosse e la frustrazione espressa, almeno per certi aspetti, come un dato positivo, ovvero nel senso che lo stesso Parlamento, da febbraio, avrà gli strumenti sia per accelerare i tempi della discussione in oggetto sia per accelerare altre discussioni che riguardano l' Europa. infatti, al collega Pili e agli altri vorrei far osservare che bisogna augurarsi che il dibattito relativo alle materie europee — che sono trasversali perché, come è stato fatto notare, attengono all' energia, ai trasporti, alle infrastrutture, a Lisbona e a quant' altro — non rimanga confinato solamente alla discussione annuale sulla legge comunitaria o solamente alla sede della XIV Commissione, ma possa diventare di interesse anche per le altre Commissioni di merito (congiuntamente alla XIV Commissione, per esempio) in modo da consentire un rapporto con il Governo e le varie amministrazioni governative più puntuale rispetto ad una serie di dossier. ad esempio, è chiaro che presentando la relazione a febbraio dell' anno scorso , nel 2007, era assolutamente non pensabile che fosse di attualità la decisione dei Vertici europei sul « venti-venti-venti » di energie rinnovabili, efficienza energetica e riduzione della CO2. perché l' Europa sarà pure lenta, però sta al passo con i tempi, e non è detto che quello che presentiamo a gennaio esaurisca tutte le iniziative che poi l' Unione Europea prenderà nel corso dell' anno; ritengo anzi che attivare le Commissioni di merito, insieme con la Commissione XIV, potrebbe consentire anche uno scambio in fase ascendente più puntuale rispetto a vari temi di grande rilevanza. da questo punto di vista saluto con piacere la richiesta fatta dalle Commissioni ambiente, sviluppo economico ed affari europei del Senato per un' audizione, prevista la settimana prossima, per quanto riguarda la posizione assunta dal governo italiano sulle riduzioni delle emissioni di CO2, proprio perché la commissione ancora non si è espressa con una proposta di direttiva ma, come tutti sappiamo, la sta discutendo. si tratta di un tema che vede le posizioni dei vari stati membri molto diversificate, perché è chiaro che anche gli interessi dei vari Stati sono diversi a seconda della loro struttura industriale. pertanto, in attesa che si arrivi ad accelerare il processo per renderlo più efficace, mi permetto di dire al Parlamento che un' interlocuzione nel merito sui vari temi più diretta con il Governo può anche avvenire a livello di Commissioni competenti, coordinate con la Commissione XIV. ciò consentirebbe un' informazione più puntuale, anche nei tempi. non è con un unico strumento e con un unico dibattito annuale che si risolve e si esaurisce il nostro rapporto dinamico e dialettico — non succube, ma dinamico e dialettico — con la casa comune europea. è piuttosto facile fare delle ironie, peraltro a volte a ragione, sul livello di micro-legislazione che in alcune occasioni arriva dall' Unione Europea . faccio però presente, anche per esperienza diretta, che spesso queste micro-legislazioni sono spinte in modo forte da categorie specifiche, a volte da stati membri specifici, e non sono il risultato folle di qualche burocrate, perché molto spesso hanno a che vedere con l' armonizzazione di regole di mercato interno . si può fare dell' ironia sulla lunghezza dei cetrioli o sulla grandezza delle mele, rimane però il fatto che, a ben vedere, queste decisioni hanno un' influenza abbastanza evidente sulle regole del mercato interno . in ogni caso, la Commissione stessa e noi con lei siamo convinti che le grandi regole quadro del mercato interno sono ormai stabilite ed è in corso , a partire dall' Unione Europea , una procedura, come i colleghi sanno, di semplificazione e anche di delegificazione. infatti, ad esempio, spesso, grazie all' evoluzione tecnologica, alcune direttive che erano adeguate e ottime negli anni Ottanta sono oggi completamente obsolete, perché magari sono disponibili strumenti tecnologici all' epoca non pensabili. dico questo perché la delegificazione costituisce un fattore importante, serve anche a diminuire i costi amministrativi (come è noto, ogni stato membro è chiamato a contribuire, da questo punto di vista ). il nostro paese si trova in una situazione un po' particolare: noi siamo culturalmente abituati a introdurre norme per via di legge. stiamo imparando dall' Unione Europea , ma siamo poco abituati a decreti di natura amministrativa o di altro tipo, e anche quando li adottiamo poi li carichiamo di procedure per cui persino i decreti legislativi diventano più pesanti di una norma primaria. comunque siamo andati avanti per anni con norme primarie, vale a dire con leggi. per delegificare serva un' altra legge: è chiaro, quindi, che ci troviamo in una situazione piuttosto complicata, ma è impegno del Governo andare in questa direzione. aggiungo due ulteriori considerazioni. da una parte, la legge comunitaria non è la sede — se non nella relazione, se fosse nei tempi giusti — del grande dibattito politico di indirizzo europeo. la legge comunitaria è uno strumento di recepimento di direttive, e l' idea era di accompagnarla con la relazione perché, essa sì, doveva essere il forum di dibattito di prospettiva. questo abbinamento oggi risulta controproducente ed inefficace per le ragioni che abbiamo appena ricordato; scorporare i due strumenti è sicuramente una proposta utile. si può anche ovviare utilizzando nel frattempo altri strumenti. esistono mozioni di indirizzo, di politica estera o in qualunque altra materia, che possono supplire nelle more di una decisione regolamentare che non so quando verrà. per esempio, sulle prospettive future del trattato, piuttosto che su altri temi rilevanti, anche mozioni di indirizzo specifiche, al di là della relazione annuale, possono in questo momento e in questo periodo essere usate, e il Governo si presterà molto volentieri a questo tipo di esercizio. voglio anche fare chiarezza su una serie di cifre. immagino che l' impegno di tutti i colleghi relativo alla finanziaria nell' ultima fase del 2007 sia stato particolarmente assorbente, e quindi, probabilmente, è passata sotto silenzio la situazione delle infrazioni, e ciò determina una disparità di cifre. colgo questa occasione per fare il punto della situazione. alcuni di voi si sono riferiti ai dati di ottobre 2007. vi ho comunicato che nell' ultima decisione del dicembre 2007 abbiamo avuto un altro passo positivo. dunque, a fronte delle 275 infrazioni ereditate a maggio 2006 siamo oggi a 198: 35 per mancata attuazione delle direttive (questa legge comunitaria , peraltro, sarebbe di aiuto, perché attua una serie di direttive) e 163 per violazione del diritto comunitario. le abbiamo anche classificate per settori ed è stata inviata un' informativa alle varie amministrazioni, perché procedano e prestino attenzione per le infrazioni di loro competenza, anche se molte, in particolare quelle ambientali, attengono alle regioni (la competenza regionale pone un altro tipo ancora di problematica). spero che lo strumento, che abbiamo presentato insieme e che sarà a disposizione delle amministrazioni e dei deputati, possa aiutare, nel suo obiettivo di trasparenza, ad avere un quadro monitorato quasi giorno per giorno, per sapere esattamente a che punto siamo. sempre per quanto riguarda questo argomento, non ho l' ossessione delle infrazioni, però va detto che se si vuole andare a negoziare in Europa su temi di vario tipo — credo sia capitato anche a voi nella legislatura precedente — o si è credibili o non lo si è. non è proprio pensabile — lo dico per esperienza — che si vada a negoziare l' antidumping, o altre questioni importanti come ad esempio le emissioni di CO2, in una situazione in cui poi non si è credibili per quanto concerne il recepimento. è un dato semplicemente di credibilità, né ho il feticismo delle direttive, per le ragioni che dicevo prima. constato, però, che questa legge comunitaria recepisce le direttive negoziate dall' amministrazione precedente: sono quasi tutte dell' amministrazione precedente o negoziate dall' amministrazione precedente e portate a termine nella seconda parte del 2006. posso assicurare i colleghi che non c' è nessuna deriva ossessiva burocratica dell' Unione Europea . onorevoli colleghi , a me non pare che il vero problema dell' Europa sia l' ossessione burocratica. badate bene che stabilire delle regole di mercato interno per 500 milioni di persone, con una diversità così evidente tra 27 paesi e tra regioni dello stesso paese, implica obiettivamente una legislazione abbastanza « puntuta » e non fatta solo di leggi quadro . il problema non è se si tratta diversamente l' agricoltore di serie A , B o C, ma è che la politica di coesione, per quanto riguarda le aree come il nostro sud, prevede una legislazione diversa rispetto a quella di un' altra parte del territorio nazionale . ciò vale per i fondi strutturali di cui ha beneficiato, ad esempio, la Sardegna, piuttosto che altre zone, quindi non si tratta di una differenziazione di categoria di lavoratore, ma di territorio dove si trova ad operare. non dico che sia giusto o sbagliato, sottolineo solo la complessità di una normativa che deve tenere conto non solo di 500 milioni di persone, ma anche del fatto che queste producono in situazioni e in territori completamente diversi, per cui lo sforzo di armonizzazione certamente non è semplicissimo. tuttavia, credo che il problema più grande sia un altro. la ratifica del trattato non ha entusiasmato molti, neanche in Italia, a livello governativo o parlamentare, ma si è deciso un po' di fare di necessità virtù. ritengo che oggi sia arrivato il tempo di una pausa dei trattati e, forse, di dedicarsi di più alle politiche, che sono quelle che interessano i cittadini; è necessaria, insomma, una politica di risultati. la preoccupazione che sento più forte a livello politico generale è quella di una ripresa, a tamburo battente e con grande forza, dei nazionalismi, e di vederci avviare con grande forza verso un' Europa delle patrie di degaulliana memoria, invece che verso la costruzione della patria europea. credo che questo ci debba in qualche modo tenere attenti, al fine di dare il nostro contributo, per quanto possiamo. l' Unione Europea rappresenta una famiglia che, almeno per quanto riguarda le regole, decide all' unanimità, quindi ognuno deve fare la sua parte anche in termini di rapporti di forza e di pressione, facendo però attenzione a non bloccare il processo. non è vero, infatti, che l' Europa ormai è costruita e non esiste alternativa; ritengo, invece, che la preoccupazione dei nazionalismi, dei protezionismi e del gioco delle capitali (come si vede, ad esempio, in politica estera , ma non solo) sia una preoccupazione che ci deve tenere svegli. ringrazio il Parlamento per averci consentito di rafforzare il comitato intergovernativo CIACE (che, peraltro, è stato istituito dalla cosiddetta legge Buttiglione), che stiamo cercando di far funzionare e che credo stia dando risultati notevoli in funzione di coordinamento, ad esempio, dei documenti relativi al risparmio energetico , alle fonti rinnovabili e alle emissioni di CO2. è uno strumento sufficientemente nuovo, che solo ora sarà rafforzato da risorse umane di alta specializzazione, perché — anche sotto questo profilo ha ragione il collega Cassola — un funzionario, magari bravissimo su tutti gli altri temi, ma con scarsa dimestichezza con le istituzioni europee, non ci può aiutare in questa direzione. abbiamo anche provveduto ad un' iniziativa che ritengo importante, la cosiddetta « bollinatura » europea dei disegni di legge di iniziativa governativa. a tal riguardo, vi sarà ed è già in atto uno screening di « aderenza » europea, che verrà effettuato prima che un disegno di legge arrivi in Parlamento, analogamente a quanto si verifica con riguardo alla tesoreria e, quindi, alla copertura finanziaria. credo che si tratti di uno strumento di prevenzione di violazioni comunitarie piuttosto importante. informo anche che abbiamo rivitalizzato il comitato antifrode, il quale comincerà, a mio avviso, a dare buoni risultati già da marzo. probabilmente riusciremo a chiudere un centinaio di procedure di frode (o meglio di denunce, in quanto le procedure non si aprono mai), con un recupero finanziario di una certa entità. la casa europea è complessa, in quanto per funzionare necessita dell' apporto di tutti: del Parlamento, delle regioni (come è stato sottolineato), dell' opinione pubblica e del Governo. credo che ci stiamo muovendo nella giusta direzione, cercando contemporaneamente di far valere le nostre ragioni e di mantenere vivo l' ideale europeo. qualunque cosa si voglia dire, io non conosco altro progetto in giro per il mondo che sia stato portatore di pace, nella sicurezza e nello stato di diritto : ciò con tutti i limiti e l' imperfezione che sono tipici del mondo (non conosco cose perfette!), tuttavia non conosco altro progetto in giro per il mondo che abbia dato questi risultati con lo strumento del diritto e non della potenza, dell' arroganza e della soverchieria. questo dobbiamo amare, questo dobbiamo curare, sebbene a volte ci secchi a causa delle sanzioni, delle quote latte e quant' altro. tuttavia, credo che lo spirito di fondo sia quello cooperativo, che dobbiamo davvero tenere prezioso come elemento costitutivo di una cittadinanza europea.