Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 209 - seduta del 24-09-2007
Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti
2007 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 139
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor ministro e colleghi, in un momento in cui — come ricordava l' onorevole Mattarella — in tutti gli italiani si mescola il senso del sollievo per la felice conclusione del rapimento dei nostri due militari con l' apprensione che vi è per le condizioni di salute di uno dei due soldati — condizioni di salute, signor ministro, certamente molto, molto gravi — desidero, a nome del mio gruppo, esprimere innanzitutto il senso di solidarietà nei confronti delle forze armate (e non soltanto di coloro che sono impegnati nel teatro afgano) e, ancor più forte, il senso di vicinanza umana con le famiglie dei nostri due militari. contemporaneamente non ho alcuna difficoltà, signor ministro, ad esprimere l' apprezzamento del mio gruppo per l' informativa che ella ha voluto tempestivamente fornire alla Camera dei Deputati e anche per il doveroso riserbo con cui ha voluto garantire la sicurezza di coloro, che nel teatro afgano sono impegnati in operazioni che, in ragione della loro natura, necessitano di discrezione. ella ci ha detto che, a nome del Governo e d' intesa con il presidente del Consiglio , si è assunto la responsabilità di autorizzare il blitz che ha portato alla liberazione dei nostri due soldati e dei cittadini afgani che cooperavano con i nostri due militari. anche da questo punto di vista , signor ministro, si è trattato di una scelta obbligata e l' assunzione di responsabilità le fa onore. è stata una scelta obbligata perché chi conosce, se pur in modo superficiale, la realtà di quel paese sa che non ha senso chiedersi se coloro che avevano rapito i nostri militari fossero dei talebani combattenti o dei banditi di strada, perché è davvero molto, molto difficile porre il confine tra l' una e l' altra organizzazione. organizzare il blitz militare è stata una scelta obbligata anche in ragione dei precedenti che tennero tutta l' Italia con il fiato sospeso, in ragione della doverosa credibilità che le nostre forze armate — e quindi il nostro Governo — devono avere agli occhi del premier Karzai e agli occhi degli alleati. si è trattato — lei lo ha detto molto chiaramente — di un' operazione obbligata, con ragionevoli garanzie di successo, tesa a liberare due militari impegnati in un' azione strettamente connessa alla natura della missione ISAF e del ruolo delle nostre truppe. ciò ha significato prendere accordi con i Ras, i capitribù locali, onde garantire un' operatività dei nostri soldati in ragionevoli condizioni di sicurezza. non si è trattato, quindi, di un' operazione di guerra, ma di un' operazione volta a garantire la sicurezza dei nostri soldati. mi ha fatto particolarmente piacere che ella, onestamente, abbia detto che è stato utilizzato, per rendere il blitz ragionevolmente sicuro, un aereo, il Predator, di cui qualcuno anche in quest' Aula, indicando una presunta natura bellica e offensiva, aveva auspicato il mancato invio a sostegno delle nostre truppe in Afghanistan. non è questo, comunque, il momento per polemizzare: credo che sia il momento per esprimere soddisfazione per la liberazione dei due militari ed auspicio per la guarigione del ferito. è evidente che, almeno per quel che ci riguarda, la missione di pace deve proseguire, garantendo sempre di più una condizione di effettiva sicurezza dei nostri soldati. signor ministro, anch' io, come l' onorevole Boniver nel suo intervento, le chiedo se, alla luce anche di questa pagina, non sia arrivato il momento di rivedere, nell' ambito delle cosiddette « regole di ingaggio » , l' opportunità di rimuovere alcuni di quei caveat, che anche in questa circostanza hanno reso l' impiego dei nostri soldati certamente doveroso e connesso alla natura della missione, ma complicato, difficile e — ce lo auguriamo, pur in presenza delle condizioni del ferito — tale da non mettere a rischio la vita dei nostri soldati.