Rosy BINDI - Ministro delle Politiche per la Famiglia Maggioranza
XV Legislatura - Assemblea n. 208 - seduta del 20-09-2007
Iniziative volte a monitorare la gestione dell'istituto dell'affido temporaneo da parte delle amministrazioni comunali
2007 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 208
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , ringrazio l' onorevole Pini per l' interpellanza urgente che ha presentato, la quale certamente ci porta a riflettere insieme su un episodio molto increscioso — purtroppo, non l' unico, non il primo e che si spera sempre sia l' ultimo — che, tuttavia, ritengo richieda una puntualizzazione anche dei fatti riportati dalla stessa interpellanza. si tratta di precisazioni che, ovviamente, provengono da approfondimenti che ho dovuto svolgere e che, insieme a me, sono state svolte dai miei uffici, trattandosi di una materia nella quale il mio dipartimento non svolge una funzione diretta e specifica e rispetto alla quale, in realtà, la vera responsabilità è quella di un ente locale, il comune di Forlì. la precisazione che vorrei fare, riguardo ai fatti che lei stesso ha appena descritto, consiste nel fatto che non ci troviamo di fronte ad un vero e proprio caso di affido familiare tradizionalmente inteso, bensì di fronte ad un affido cosiddetto estivo, inserito all' interno di un programma per minori del comune di Forlì (peraltro, monitorato anche attraverso l' intervento dell' azienda sanitaria locale) per l' affidamento estivo dei bambini con situazioni familiari difficili, ma non solo. come lei saprà, la procedura dell' affido familiare strettamente intesa è molto più rigorosa e richiede non soltanto il parere favorevole della famiglia del bambino, ma anche l' intervento del giudice tutelare o, in mancanza della volontà della famiglia, un procedimento più complesso sempre e comunque di competenza del tribunale dei minori. l' istituto dell' affido familiare è volto al reinserimento nella famiglia di origine del bambino del quale la famiglia affidataria per un periodo si assume, sotto la vigilanza e il controllo dei servizi sociali per l' infanzia, l' educazione, la cura e la tutela, spesso anche attraverso il rapporto con la famiglia di origine. si tratta di un istituto molto importante, soprattutto per la generosità delle famiglie affidatarie, che è richiesta e che comporta, trattandosi di un istituto che, al contrario dell' adozione, non crea mai veri e propri rapporti di parentela e di filiazione. le nuove politiche per i minori, anche in relazione alle scelte giustamente fatte nei confronti delle istituzioni, hanno portato in questi anni a trovare nella rete delle famiglie affidatarie e delle loro associazioni un punto di riferimento fondamentale importantissimo per l' infanzia in difficoltà. siamo di fronte a un caso che non rientra in una tipologia prevista dalla legislazione nazionale, ma da un programma di servizi sociali da parte dell' ente locale. come lei saprà, è stata aperta un' inchiesta amministrativa proprio al fine di verificare perché non si fosse a conoscenza dell' affidabilità della persona alla quale il bambino veniva assegnato, ancorché per un periodo breve. se non se ne era a conoscenza, si tratta — come giustamente lei ha sottolineato — di un aspetto sicuramente non positivo, tanto più se, magari, qualche elemento, seppure noto, non è stato tenuto in considerazione da parte degli uffici del progetto per l' infanzia. evidentemente la questione si profila di una serietà che non può essere sottaciuta. che cosa fare di fronte a una situazione del genere? innanzitutto è chiaro che ci troviamo di fronte ad un' autonomia e ad un' ipotesi che lei ha chiamato di sussidiarietà verticale, mentre si tratta di politiche sociali per l' infanzia che il livello nazionale si limita a finanziare, peraltro all' interno del fondo sociale, non essendo stata rifinanziata in maniera specifica la legge 28 agosto 1997, numero 285. è prevista una programmazione di carattere regionale e ci sono naturalmente richieste esplicite riguardo alla qualità dei programmi e all' affidabilità delle figure professionali che devono seguire tali programmi, nonché alle caratteristiche delle persone alle quali viene affidata la tutela dei minori. il ministero ha riorganizzato recentemente, insieme al ministero della solidarietà sociale, l' osservatorio delle politiche per l' infanzia, che si insedierà nelle prossime settimane e che, tra l' altro, ha il compito, insieme al centro di documentazione dell' istituto degli innocenti, di monitorare tutte le politiche per l' infanzia e le politiche per l' adolescenza nel nostro paese, mettendo ovviamente in evidenza le buone pratiche, ma anche non sottacendo il verificarsi di casi come quello del quale, purtroppo, ci stiamo interessando in questa sede. allo stesso modo è funzionante e in via di ristrutturazione l' osservatorio contro la pedofilia e l' abuso nei confronti di qualunque minore con l' istituzione di una banca dati che viene considerata una buona pratica segnalata anche a livello internazionale dal Consiglio d' Europa . credo che da questo punto di vista il nostro paese, anche grazie all' azione svolta dalla nostra polizia postale, abbia dato prova non solo di nessun tipo di cedimento, ma anche di importanti risultati ottenuti in questi ultimi mesi e in questi ultimi anni. è chiaro che ci troviamo di fronte a programmi degli enti locali che vanno assolutamente monitorati e nei confronti dei quali, probabilmente, sarà necessario, anche in sede di conferenza stato regioni , stabilire dei criteri di qualità e di accreditamento delle associazioni di volontariato e delle figure professionali coinvolte nell' attuazione di questi programmi. mi auguro che nelle prossime ore la conferenza unificata vari una sperimentazione per il rilancio dei consultori, che consideriamo, da questo punto di vista , anche la sede nella quale realizzare una formazione per gli operatori, soprattutto dell' infanzia, dimenticata in questi ultimi anni. dopodiché è evidente che la responsabilità non può che essere in capo alle singole amministrazioni locali per i programmi locali. confido sulla sua cultura autonomista e federalista per condividere con me questo elemento, evidentemente. credo che dobbiamo dotarci di tutti gli strumenti che diano garanzia e sicurezza e valutino la qualità dei programmi, ma la gestione degli stessi non può che essere di competenza degli enti locali . per quanto riguarda l' affido, anche in relazione alle mie competenze sulle adozioni, stiamo predisponendo dei programmi per la valutazione e il monitoraggio dei risultati e delle buone relazioni genitoriali e familiari sia degli affidi che delle adozioni, perché riteniamo che, mentre siamo dotati di legislazione e di programmi che ci consentono di intervenire per una valutazione preventiva, sicuramente dobbiamo ancora compiere molta strada per un serio monitoraggio dei risultati ottenuti nella vita e nella crescita dei bambini e dei ragazzi, sia di quelli che hanno la possibilità di usufruire di programmi di affidamento, sia di quelli oggetto di vera e propria adozione.