Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 143 - seduta del 12-04-2007
Intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali
2007 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 138
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor ministro, colleghi, anche da parte mia vi è una doverosa, ma sincera valutazione iniziale relativa al ringraziamento che Alleanza Nazionale rivolge al Governo — in modo non ipocrita, in modo sincero — per avere accettato la richiesta che da parte di tutta l' opposizione è giunta affinché esso riferisse in quest' Aula in relazione alle ultime tragiche vicende che hanno accompagnato il sequestro, e poi la liberazione, del nostro connazionale Mastrogiacomo. è un ringraziamento che, al di là, onorevole Mattarella, delle reciproche piccole intenzioni di dare bon ton parlamentare, spero venga apprezzato, anche in ragione di quello che dirò successivamente, non per amore di polemica bensì per una valutazione oggettivamente diversa circa quello che è accaduto. non vi è ombra di dubbio , onorevole D'Alema , che anche da parte nostra agire per tentare di salvare una vita umana rappresenta sempre un dovere; e proprio perché è un dovere — l' onorevole Bertinotti ha precisato al di là, come è naturale, di ogni appartenenza linguistica, di razza, di etnia — salvare una vita umana , è meritorio il comportamento di chi si adopera per tentare di salvare una vita umana , al di là di quello che è l' esito del tentativo. ma proprio per questi motivi, e proprio perché non ho alcuna difficoltà, per le responsabilità pregresse che ho ricoperto, a dire che il ministro D'Alema ha ragione quando dice che è una priorità condivisa al di là del Governo di centrodestra o di centrosinistra — la priorità non può che essere, in caso di sequestro, fare tutto quello che si può per salvare il nostro connazionale — , proprio perché vi è una continuità tra l' azione di questo Governo con quella dei governi precedenti, proprio per questo credo che sia apprezzabile e sincero ribadire che la gioia per la liberazione di Mastrogiacomo è per noi pari al dolore della morte dei due cittadini afgani. tuttavia, proprio perché l' esito di questa drammatica tragica vicenda non è stato fausto al 100%, proprio perché è stato doloroso per una quota consistente che sarebbe stupido quantificare, è doveroso chiedersi cosa sia accaduto senza strumentalizzazioni: onorevole Mattarella, le strumentalizzazioni ci sono state, vi è stata qualche polemica eccessiva, ma non lei doveva guardare soltanto verso i banchi del centrodestra, poteva guardare anche verso quelli della componente più radicale della sua maggioranza. se è giusto tentare di chiedersi che cosa sia successo senza strumentalizzazioni, lo è altrettanto chiedere da parte dell' opposizione che il Governo si rapporti con il Parlamento, e quindi con la pubblica opinione , senza reticenze, senza omissioni; e credo, onorevole D'Alema , che qualche reticenza nella sua relazione vi sia stata. il ministro D'Alema ha detto — e gli credo — che il Governo Prodi si è fin dal primo momento mobilitato per ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi: sarebbe un processo alle intenzioni affermare il contrario! « tutti gli ostaggi » perché del resto è dovere umano, prioritario tentare di salvare la vita di chiunque sia sequestrato al di là della nazionalità; e il ministro D'Alema ha anche detto che, di fronte ad un sequestro, l' unica via che deve essere presa in considerazione, almeno all' inizio, è quella della trattativa — come egli ha sostenuto — in continuità con quello che è accaduto nel passato. non ho alcuna difficoltà a dire « in continuità con quello che è accaduto nel passato » , anche perché l' onorevole D'Alema ha parlato correttamente della trattativa come via iniziale, senza però escludere a priori l' ipotesi di blitz militare. le cronache giornalistiche hanno riportato, con dovizia di particolari, vicende relative ad altri sequestri in cui l' allora Governo aveva fatto esattamente quello che oggi D'Alema ha rivendicato per il Governo Prodi: la trattativa come via principale ma al tempo stesso l' ipotesi di intervento militare, un' ipotesi che veniva esclusa nel passato, e che è stata esclusa in questa occasione, qualora avesse comportato seri rischi di vita per gli ostaggi. anche da questo punto di vista , quindi, non vi sono sostanziali motivi di discontinuità; ma, proprio perché di una trattativa si è trattato, proprio perché il negoziato ha rappresentato in qualche modo la via concreta per dare corso ad una trattativa, vi è da chiedersi — e questo è, onorevole D'Alema e colleghi, il punto di dissonanza radicale tra la sua analisi e le nostre valutazioni — da chi e con chi la trattativa sia stata condotta: non sono domande retoriche. la trattativa è stata condotta principalmente — anche qui D'Alema è stato chiaro, tutt' altro che noioso — da un medico, Gino Strada, responsabile di una Ong, che ha un ruolo importante in Afghanistan. sarebbe stupido negare la sua conoscenza di quel territorio e i rapporti che vi ha da tempo; egli è stato chiamato in altre occasioni ad assumersi delle responsabilità. è stata certamente una scelta del governo italiano quella di affidare in via principale a Gino Strada per i suoi contatti diretti — uso le parole di D'Alema — il compito di condurre la trattativa. la trattativa è stata condotta da Strada: non ha senso dire se lo abbia fatto esautorando i servizi o meno. il ministro D'Alema ha detto testualmente: Gino Strada rivendicava contatti diretti — sappiamo che li ha — e chiedeva che non vi fossero interferenze, che egli fosse in qualche modo il principale attore. anche alla luce di pregresse esperienze, credo di poter dire che si è trattato non di un intermediario, ma dell' unico interlocutore della trattativa. la trattativa è stata condotta da Gino Strada. e con chi? onorevole Mattarella, qui c' è la differenza di fondo con il pregresso e con altre vicende. la trattativa è stata condotta con i talebani, ma — D'Alema lo ha detto molto chiaramente — è stata in qualche modo delegata al governo afgano. infatti, rispetto ad altre vicende, il prezzo della trattativa era elevato. e non era un prezzo in denaro, bensì un prezzo politico : era la liberazione di terroristi; liberazione di terroristi che era nella esclusiva competenza dell' autorità afgana. le autorità afgane potevano o meno accettare la richiesta che i terroristi avevano avanzato tramite Gino Strada di scambiare prigionieri politici . quindi, una trattativa condotta da Gino Strada con i talebani e con le autorità afgane. il Governo si è in qualche modo mosso all' interno di questo triangolo obbligato: da un lato, non un facilitatore, ma l' unico intermediario; dall' altro lato, i talebani; terzo e certamente principale soggetto del triangolo le autorità afgane. le autorità afgane — lo dico, in particolar modo, a qualche collega della sinistra radicale — non possono essere liquidate — come ha fatto l' onorevole Rizzo — con l' espressione « il governo fantoccio di Karzai » . Karzai è il presidente di un paese che democraticamente e liberamente lo ha scelto come massima autorità. del resto — anche qui D'Alema è stato chiaro — non poteva essere diversamente: non si poteva che delegare al governo afgano la possibilità di rispondere positivamente o negativamente alla richiesta. ciò perché la richiesta — lo ripeto — era di tipo politico: lo scambio di prigionieri. non potevamo fare altro che chiedere al governo afgano se fosse disponibile o meno ad accogliere la richiesta dei talebani; richiesta presentata al governo italiano tramite Gino Strada e dal governo italiano girata al governo afgano. in altre parole, solo Kabul poteva disporre o meno il rilascio dei terroristi, al di là di quanti fossero e del ruolo ricoperto nell' organizzazione talebana, perché si trattava di terroristi detenuti nelle carceri afgane. onorevole Mattarella, lei ha ricordato, secondo verità, che il governo Karzai, proprio perché non è un governo fantoccio , in più di un' occasione — a livello internazionale e, per quel che può contare, anche nei contatti diretti con chi all' epoca era ministro degli Affari esteri — ha detto di essere disposto, nel clima della pacificazione nazionale che in Afghanistan è il valore cui tendere, ad avviare una discussione con i talebani, ma ha posto una condizione evidente. mi riferisco alla condizione che sempre si pone, da parte di un Governo legittimo, nei confronti di chi ha preso le armi per contrastare quel Governo, vale a dire deporre le armi, proclamare una stregua, riconoscere il superamento di una fase, avviare attraverso la conferenza di pace un percorso per la pacificazione. non mi risulta che il governo Karzai abbia mai detto di essere pronto a discutere con i terroristi nel momento in cui i terroristi chiedono uno scambio tra prigionieri. onorevole D'Alema , concludo. a noi risulta — ed ecco perché ho parlato di reticenze e di omissioni — che il governo Karzai non fosse disponibile ad accogliere le richieste che i terroristi talebani avevano presentato tramite Gino Strada e tramite il nostro ambasciatore a quelle autorità. signor presidente , Karzai lo ha detto chiaramente. egli ha detto chiaramente: ho subito delle pressioni dal presidente Prodi; ho subito delle pressioni da un governo amico, da un Governo che ha i suoi uomini impegnati in Afghanistan per tentare di garantire la pace. in conclusione, signor presidente , credo di dire una cosa alla sua intelligenza politica che ha un certo rilievo. la mia conclusione è che, nel momento stesso in cui Karzai ha ceduto, nel momento stesso in cui Karzai si è piegato alla richiesta del presidente Prodi, nel momento stesso in cui — mia malizia, onorevole D'Alema , che lei però non può liquidare con un' alzata di spalle — Karzai ha detto... mi faccia finire! potrà replicare dopo, se vorrà. la semplice circostanza che mi abbia interrotto è già la dimostrazione del fatto che, forse, colpisco nel segno! se, come a noi risulta, Karzai ha manifestato il suo accordo perché Prodi ha vagheggiato l' ipotesi del ritiro — e so quello che dico! — , beh, non ci si può poi lamentare se subito dopo Karzai afferma la linea della fermezza. la fermezza e l' arresto... grazie... la fermezza — unitamente all' arresto di Hanefi, il quale, a tutti coloro che conoscono l' Afghanistan, risulta essere l' anello di congiunzione tra Emergency ed i talebani — , ebbene, tale fermezza emerge dalla reiezione dell' ultimatum che i talebani hanno rivolto alle autorità afgane...... per la liberazione di altri terroristi quale condizione per garantire la scarcerazione dell' interprete di Mastrogiacomo. ecco perché, assumendomene la responsabilità, parlo di omissioni: non vi accusiamo di non aver fatto tutto quello che era in vostro potere per salvare gli ostaggi; vi accusiamo di non avere detto che le autorità afgane non erano disponibili a rilasciare degli ostaggi per liberare coloro che erano prigionieri dei talebani.