Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 118 - seduta del 02-03-2007
2007 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 118
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il senatore D'Onofrio ha definito questo Governo come quello del « dico e non dico » . in effetti, leggendo attentamente i dodici punti, vediamo tutti come questo Governo si sia presentato con un programma che può essere eletto dai riformatori della sua coalizione e degli estremisti di sinistra in modo letteralmente opposto. tuttavia, non penso che questo sia solo il Governo del « dico e non dico » , ma anche il Governo del « voto e non voto » , perché alcuni che hanno votato la fiducia, candidamente hanno già ammesso che domani non voteranno il Governo su punti qualificanti. certo, è importante la legge elettorale (e ne parlerò), ma penso che agli italiani interessino di più le pensioni, le infrastrutture, la Tav, la politica estera , l' Afghanistan, dove noi siamo perché l' Onu ci ha chiesto di andare. questi parlamentari dell' estrema sinistra , radicale e comunista, hanno già detto che non voteranno il Governo su questi punti qualificanti. allora, signor presidente , per farla breve, secondo il mio partito, l' UDC, questa crisi è stata un' occasione mancata per fare chiarezza. il suo discorso di questa mattina è stato forse comprensibile, ma imbarazzante. noi abbiamo tenuto una linea chiara e limpida, basata su due punti fondamentali. in primo luogo, nessun atto di verità, nessun atto politico serio si può fondare sul tradimento degli impegni che ciascuno di noi assume con i propri elettori. in secondo luogo, l' Italia necessita di un Governo di responsabilità nazionale, nonché di un disarmo e di un armistizio tra le due principali componenti che si sono fronteggiate nelle scorse elezioni. la maggioranza, più ancora che l' opposizione, si è chiusa nella stessa sindrome di autosufficienza, stavolta appoggiandosi sul pallottoliere, che l' ha caratterizzata subito dopo le elezioni. presidente Prodi, lei ha grandi (e, secondo me, gravi) responsabilità nella conduzione di questa crisi. voglio dire con chiarezza all' amico Maroni che l' evocazione delle elezioni, fatta esplicitamente soltanto dalla Lega tra le forze di opposizione, come appare chiaro anche ai bambini dell' asilo oltre che a chi ci ascolta, è solo servita di aiuto al presidente Prodi per arrivare alla seconda versione del suo Governo. non voglio polemizzare perché rispetto la sua idea; tuttavia, è evidente che la prospettiva delle elezioni non esisteva e, se evocata, ha finito per aiutare il presidente Prodi. presidente Prodi, lei oggi chiede un confronto. non intendo affatto entrare nel merito dei vari punti, perché in questo Parlamento abbiamo parlato da sempre e da sempre abbiamo votato, come opposizione a questo Governo, parlando di scelte come le liberalizzazioni, le pensioni, la droga, nonché di grandi questioni come quella della delinquenza, da lei in questo caso giustamente evocata. vorrei spendere una parola sul tema delle regole elettorali perché su di esso lei ha chiesto un confronto. esistono delle condizioni in proposito. in primo luogo, non si deve fare confusione tra il lavoro dell' Esecutivo ed il dibattito su questo tema, perché noi siamo stati collocati all' opposizione dal nostro corpo elettorale ed al nostro corpo elettorale rimarremo fedeli fino al termine della legislatura nel contrasto politico a questo Governo. pertanto, non va fatta alcuna commistione tra le due questioni. in secondo luogo, va fatto un confronto aperto senza vincoli di schieramento, ed in questo caso l' esempio deve essere dato dalla maggioranza. mi rivolgo accoratamente ai colleghi, anche a quelli dell' opposizione, perché sappiamo che esistono idee diverse (e questo non è un reato) sulla legge elettorale , non è la madre di tutte le questioni. il problema non è questa legge elettorale , come qualcuno fa finta di non capire. il problema non è la legge elettorale che abbiamo varato prima delle elezioni. il problema è il tipo di bipolarismo che si è realizzato in Italia! lasciamo perdere, quindi, i grandi e i piccoli centri e l' evocazione dei poteri forti . ma, colleghi, i poteri forti non ci sono più in Italia, di cosa stiamo parlando? abbiamo ancora la sindrome del complotto dei poteri forti contro la politica? ma se c' è un modo per realizzare veramente i complotti dei poteri forti , questo è quello di non fare politica, non quello di fare « a lupo, a lupo » . qui il problema vero, lo ripeto, è il tipo di bipolarismo che si è realizzato, che ha assegnato un potere di ricatto permanente ai gruppi estremi. questo ci obbliga, ed obbliga i leader, all' inseguimento dei De Gregorio di turno piuttosto che dei Turigliatto, produce i ventidue partiti che sono stati consultati da Napolitano, e non è vero che rende i leader più forti; li rende, invece, più deboli perché a loro spetta il compito di mediazione per la presentazione delle liste elettorali . è vero, le coalizioni si definiscono prima, ma quali coalizioni? forse in Germania non esiste, prima delle elezioni e durante la campagna elettorale , lo scontro tra i leader, come quello tra la Merkel e Schroeder? in realtà, in questo bipolarismo noi siamo al ribasso, siamo solo gli uni contro gli altri: ieri la sinistra per cinque anni ha confidato nelle disgrazie giudiziarie di Berlusconi, ed oggi magari noi confidiamo in quelle di Prodi. basta confidare nelle disgrazie altrui! cerchiamo di proporci per governare perché siamo migliori degli altri!? il sistema proporzionale alla tedesca ci obbliga ad un confronto serio, consente l' accorpamento serio tra elementi omogenei e prevede uno sbarramento al 5 per cento che non ci porterebbe ai ventidue partiti consultati da Napolitano. qualcuno tempo fa disse: dopo un referendum — ma faceva riferimento ad un altro referendum — che dovrebbe essere plebiscitato da un voto antipartiti ed antipolitica, il sistema politico italiano si troverà in una situazione di tipo day after . personalmente condivido pienamente questa valutazione per il prossimo referendum che, come tutti sappiamo, se passasse non sarebbe una soluzione perché, quando si dà un premio di maggioranza al partito che arriva primo, si obbliga la corsa al « finto partito » che, il giorno dopo le elezioni, si dissolve. solo l' onorevole Parisi non ha capito o fa finta di non capire questo aspetto!? il problema, pertanto, è di riprendere da quello che c' è. queste parole, che ho letto in riferimento ad un referendum del passato, non sono mie ma del gruppo di Forza Italia , sono quelle che pronunciò l' onorevole vicepresidente della Camera dei Deputati , Tremonti, presentando, assieme ad Urbani, il disegno di legge che prevedeva il proporzionale alla tedesca, e spiegando, inoltre, che un tale sistema, con clausola di salvaguardia per partiti come il suo, onorevole Maroni, serve a rendere più virtuoso il sistema politico . oddio, non è un reato cambiare opinione, posso cambiarla io, come può cambiarla Tremonti, ma è un reato o quasi, in termini politici, far finta di non capire le tesi che si confrontano! personalmente sono convinto in buona fede che questa sia la chiave di miglioramento del sistema politico italiano, sapendo — ma lo sappiamo tutti — che non basta una nuova legge elettorale o una riforma se non si pongono in essere comportamenti virtuosi. credo che sia merito dell' UDC, del suo segretario e del suo gruppo dirigente , avere posto tali questioni al Capo dello Stato . noi non abbiamo posto questioni finte, ma questioni vere! il presidente Prodi e la sua maggioranza si sono rinchiusi, salvo poi timidamente riaprirsi perché capiscono evidentemente di poter navigare solo a vista in questa fase del rapporto parlamentare. allora, finalmente tiriamo le somme e cerchiamo di affrontare con serenità tale questione perché sulla politica irrimediabilmente ci troviamo su due campi inversi. concludo, presidente, dicendo che le coalizioni a volte hanno dei problemi — sì, in tutti i consorzi umani (nelle famiglie, così come nelle questioni che riguardano singoli e soggetti collettivi) ci sono problemi — , ma le coalizioni che danno risultato non si producono perché c' è una coartazione da parte di un leader o ci sono richiami alla disciplina; le coalizioni che funzionano sono tali per la forza delle idee e dei valori che riescono ad esprimere. io mi auguro che anche in questo passaggio si possano porre le premesse perché vi sia una lotta al migliore e non, ancora, un confidare sulle disgrazie altrui.