Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
XV Legislatura - Assemblea n. 118 - seduta del 02-03-2007
Sull’amministrazione della giustizia
2007 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 121
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, credo che né in quest' Aula né fuori di qui ci sia qualcuno per davvero convinto che la crisi politica che si è aperta al Senato qualche giorno fa oggi si accinga ad essere chiusa. oggi, molto più modestamente, viene firmato un armistizio. è una tregua tra le numerose componenti della maggioranza, e questa tregua viene firmata in ragione di una paura evidente. l' onorevole Giordano nella foga comiziale lo ha detto: andiamo avanti, non c' è alternativa!? si tratta di una crisi determinata da ragioni che sono state ampiamente discusse, una crisi che viene oggi sostanzialmente rinviata nel tempo, con un armistizio, con una tregua, che è stata suggellata, a seconda dei punti di vista , dalla rilettura delle 281 pagine del mitico programma dell' Unione — amichevolmente, cambiate il nome, perché di « unito » oggi nel centrosinistra non c' è nulla, se non il desiderio di continuare a governare — o dai dodici punti del cosiddetto dodecalogo. allora oggi non c' è, a nostro modo di vedere , nessun nuovo inizio. c' è — cito un quotidiano molto vicino al centrosinistra, La Repubblica — soltanto un evidente tentativo di avviare un' operazione « sopravvivenza » . la crisi secondo noi non si chiude oggi: la crisi permane, strisciante, in qualche modo congelata, e questo non soltanto per le note ragioni numeriche del Senato — la maggioranza non si è allargata al Senato, è rimasta la medesima — , ma per ragioni di tipo politico, che cercherò rapidamente di ricordare. il vizio di origine dell' attuale coalizione di Governo è, ancor prima che nella scarsa consistenza numerica della maggioranza al Senato, in un insanabile contrasto di tipo politico, perché convivono nel centrosinistra due visioni radicalmente diverse di cosa deve fare il Governo. quando si parla del Governo Prodi, e se ne parla con gli esponenti della sinistra più radicale, si ha da parte di quegli esponenti la netta impressione che per loro il Governo Prodi sia un Governo di sinistra, il primo Governo di sinistra — qualcuno dice — della storia italiana, il Governo che deve dar vita a profondi cambiamenti nel nome dei valori della sinistra radicale. quando poi si parla con altri esponenti che sostengono il Governo si ha una versione dell' Esecutivo radicalmente opposta: non è un Governo di sinistra, è un Governo di centrosinistra. è un Governo che, secondo qualcuno, dovrebbe avere il baricentro sulle posizioni più moderate, mentre, secondo altri, lo dovrebbe avere sulle posizioni più radicali. non è, lo dico subito a beneficio non tanto dei colleghi che sanno bene queste cose quanto di chi ci ascolta, una disputa solo politologica o lessicale, e non è nemmeno l' antico conflitto tra massimalismo o riformismo, che le donne e gli uomini della sinistra conoscono assai meglio di me e che ha caratterizzato tante pagine della storia italiana. peraltro, mi permetto solo di dire che quando si tratta di storia è una cosa seria; quando invece si tratta della riedizione della storia in molti casi diventa una cosa comica. il contrasto tra chi vede nel Governo Prodi il Governo delle sinistre e chi vede nello stesso Governo un Governo di centrosinistra ha già fatto pagare all' Italia costi alti. sono otto mesi, presidente Prodi, che non hanno segnato solo la sua impopolarità, di cui credo che almeno al 50 per cento degli italiani non importi poi molto; sono otto mesi di contrasto tra le due componenti, le due anime del Governo, che hanno fatto pagare costi all' Italia. noi non siamo preoccupati della vostra impopolarità. siamo preoccupati dei costi che l' Italia sta pagando a livello internazionale ed a livello interno. a livello internazionale la crisi nasce sulla politica estera e sulla politica di difesa. dietro un pacifismo di bandiera, la sinistra più radicale nasconde una tradizionale posizione antistatunitense: lo hanno capito tutti. c' è un' avversione nei confronti dell' Alleanza Atlantica , c' è un' avversione nei confronti dei valori di riferimento della solidarietà occidentale e — lo voglio dire al ministro D'Alema — non credo sarà facile, in giro per il mondo, spiegare perché l' Italia è l' unico paese al mondo in cui, sessantasette anni dopo l' uccisione di Trotski, due trotskisti fanno cadere il Governo! perché, certo, i trotskisti sono presenti anche in Francia, ma in Italia vanno al Governo, con il Governo Prodi, mentre in Francia, come lei, signor presidente del Consiglio , ben sa, rimangono all' opposizione. c' è chi si rifà al programma e chi si rifà al « dodecalogo » . nel « dodecalogo » , presidente Prodi, lei dice che rimarremo in Afghanistan. confermo ciò che ha detto anche il presidente Berlusconi, ossia che voteremo a favore del rifinanziamento della missione in Afghanistan; vi sarà il dissenso di qualche componente più o meno trotskista, ma, presidente Prodi, ministro Parisi, i nostri soldati non sono — lo dico con rispetto — degli assistenti sociali; sono in Afghanistan e sono impegnati a garantire la libertà di quel popolo contro il terrorismo e vanno sostenuti — perché questa è la responsabilità — non solo con qualche gioco di parole del tipo « rimaniamo in Afghanistan » : vanno sostenuti dicendo chiaramente che sono impegnati, anche con le armi, contro il terrorismo, perché questa è la realtà!? conflitto massimalismo-riformismo, preoccupazioni sulla politica economica . lei ha detto, presidente Prodi, che la ripresa economica c' è, ed è vero; ne siamo lieti. c' è una ripresa economica perché si è chiuso un ciclo congiunturale negativo e il merito non è certamente del suo Esecutivo. è una pagina che l' economia europea ha chiuso, per fortuna, ma siamo preoccupati, perché le ambiguità della vostra politica rischiano di rallentare la ripresa economica . ripresa economica significa anzitutto chiarezza, ad esempio, su cosa voglia dire liberalizzare. non si liberalizzano soltanto le licenze dei taxi o gli orari di apertura dei barbieri. perché non proviamo a liberalizzare, perché non convince la sinistra radicale a liberalizzare quelle sacche di « socialismo municipale » che determinano costi alti per l' utente e turbative di mercato? perché non cerchiamo di sostenere l' economia facendo chiarezza sulla riforma previdenziale ? presidente Prodi, lei non ha detto una parola su un tema che è nel dibattito: le due anime della maggioranza. sul tema della previdenza non abbiamo capito se la frontiera più avanzata del riformismo è la difesa della riforma Maroni, non abbiamo capito se volete elevare l' età pensionabile , se volete ridurre lo « scalone » a « scalino » , non abbiamo capito se volete rivedere i coefficienti pensionistici. non sappiamo nulla. in conclusione, nessuno sa quando il Governo cadrà. la crisi è solo rinviata, le contraddizioni ci sono. non ci presteremo a dare ulteriore ossigeno ad un Esecutivo che è « congelato » e verificheremo se anche l' appello che lei ha fatto alla riforma elettorale da discutere insieme sia una forma di « accanimento terapeutico » per tenere in vita l' Esecutivo oppure no. a tale riguardo, dirò poche parole, ma spero chiare. Alleanza Nazionale è cosciente del fatto che la legge elettorale è un oggetto importante di discussione. anzitutto, cerchiamo di capirci. non servono bicamerali, non servono « tavoli dei volenterosi » : c' è il Parlamento. ci vuole un arco temporale definito. il presidente Violante ha detto un anno di tempo. un anno di tempo, non di più. un anno di tempo in cui vedremo se è possibile fare qualche piccola riforma costituzionale , ma non oltre un anno. penso, ad esempio, ad un diverso ruolo Camera-Senato. un anno di tempo in cui capiremo se per riforma della legge elettorale si intende una legge elettorale che conferma che l' elettore sceglie, prima del voto, il partito e la coalizione di cui quel partito fa parte oppure se qualcuno pensa, magari riferendosi ad altri paesi europei , che si possa tornare indietro, lasciando liberi i partiti di chiedere i voti, senza dire con chi intendono allearsi in Parlamento, perché questo è, per noi, inaccettabile. concludo per davvero. le larghe convergenze nascono in Parlamento su una riforma di sistema? lo verificheremo. siamo disponibili a fare la nostra parte; però le larghe convergenze possono nascere — ed è già successo — anche fuori dal Parlamento. le larghe convergenze possono nascere tra gli elettori nelle urne, perché, da qui ad un anno, non c' è soltanto l' arco temporale indicato dal presidente Violante, ma ci sarà un referendum che, come già è accaduto in altre occasioni, può essere una risposta ad una crisi che non è solo politica, ma anche di sistema.