Giuliano AMATO - Ministro dell'Interno Maggioranza
XV Legislatura - Assemblea n. 109 - seduta del 14-02-2007
Recenti operazioni della lotta al Terrorismo
2007 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 109
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, l' inizio di questa mia informativa coincide necessariamente con notizie ed informazioni che sono già in loro possesso. d' altra parte, è giusto che rimangano agli atti della Camera nella loro completezza le informazioni del Governo. peraltro mi scuso per la voce che fa concorrenza a quella del presidente in tono di raffreddore. nella mattinata di lunedì scorso, 12 febbraio, furono le questure di Milano, Padova, Torino e Trieste, coordinate dalla direzione centrale della polizia di prevenzione, ad arrestare — come tutti sappiamo — 15 persone, accusate dei reati di associazione sovversiva e banda armata ed altri delitti connessi. le ordinanze di custodia cautelare in carcere erano state emesse dall' autorità giudiziaria di Milano, a conclusione di un' indagine avviata dalla Digos nel capoluogo lombardo nell' agosto del 2004. è un' indagine che ha avuto una lunghissima evoluzione — che io, da ministro dell'Interno , ho potuto seguire, in quanto è iniziata proprio come indagine di polizia e dei servizi informativi e non come indagine di polizia giudiziaria — che è stata volta non tanto alla raccolta di indizi quanto, progressivamente, all' accantonamento di prove vere e proprie di organizzazione di attività sovversiva, in modo da mettere l' autorità giudiziaria (quando tutto è stato travasato sulla procura di Milano) già in condizioni di poter agire sulla base di fatti largamente accertati, tanto è vero che — come emerge dalla mia informativa — in almeno un' occasione si è formalmente utilizzata la norma che consente il differimento dell' arresto allo scopo di acquisire ulteriori elementi probatori, altrimenti per i pubblici ufficiali sarebbe scattato già in precedenza l' obbligo dell' arresto. gli arrestati sono militanti di una organizzazione terroristica, il partito comunista politico-militare, attestata ideologicamente sulle posizioni della cosiddetta Seconda posizione delle Brigate Rosse — tornerò dopo su questo — , strutturata tra Milano, Padova e Torino, principalmente: nuclei attivi non solo a Torino, Milano e Padova ma anche a Roma; doppio livello occulto e palese; attitudini — già illustrate dalla stampa in questi due giorni — a comportamenti tipici di eversori segreti; programmazione con largo anticipo degli incontri sia in Italia che all' estero; orari e giorni prefissati; comunicazione attraverso Internet piuttosto che attraverso altri mezzi di comunicazione. sulle origini di questa fazione delle Brigate Rosse , Seconda posizione , si esprime, mi pare in modo perspicuo, il dottor Salvini, nell' ordinanza di custodia cautelare da lui firmata: « nel 1984, nelle vecchie Brigate Rosse , in fase di sconfitta e di ritirata dopo la neutralizzazione negli anni precedenti di intere colonne, si erano manifestate, nel corso del dibattito appunto sulla ritirata strategica, due posizioni: la cosiddetta Prima posizione , di impianto prettamente militarista, che ribadiva la validità dell' attacco al cuore dello Stato, e la cosiddetta Seconda posizione , che criticava le derive militariste e soggettiviste e sceglieva la linea di una guerra rivoluzionaria di più lunga durata » e di più vasta apertura verso la società e verso l' impegno anche politico e sociale. questo secondo spezzone delle vecchie Brigate Rosse dette origine, inizialmente, all' Unione dei comunisti combattenti che, negli anni 1986-1987, si rese responsabile del ferimento di Antonio Da Empoli , prima, e dell' uccisione del generale Giorgeri, dopo. successivamente, essa venne smembrata, ma, anche grazie alla latitanza in Francia di alcuni dei suoi militanti, continuò ad operare sotterraneamente sino ad oltre la metà degli anni Novanta , dando vita, a quel punto, alla cellula per la costituzione del partito comunista combattente, che pubblicava l' opuscolo « Per il Partito » che, in qualche modo, è il progenitore de L'Aurora , di cui parlerò tra poco, una pubblicazione alla quale gli apparati che fanno capo al ministero dell'Interno hanno dedicato, in questi anni, una particolare ed accentuata attenzione, proprio perché quanto lì pubblicato era espressivo dell' orientamento che caratterizza la Seconda posizione e che la spinge, non solo a distinguersi dalla prima, ma anche a criticarla. di questa area, particolarmente insediata a Parigi, faceva parte Alfredo Davanzo, il leader ideologico del gruppo sgominato con gli arresti dell' altro ieri. Davanzo oggi ha circa cinquant' anni . dopo gli anni di latitanza in Francia, una volta divenuta non più eseguibile la condanna inflittagli dalla Corte d' assise di Torino (sotto questa frase, sta un gioco di prescrizioni, che è intervenuto, in ragione del quale ci si è accorti che aveva scontato la pena e quindi è stato liberato), nel 2005, ha iniziato ad operare in semiclandestinità, prima in Svizzera e poi in Italia. sapete tutti che, all' atto dell' arresto, è lui che si è dichiarato « militante rivoluzionario » . durante la latitanza, Davanzo aveva continuato a mantenere i contatti con i suoi compagni residenti a Torino. nel 1989 venne rinvenuta, in un frigo portatile sotterrato in un boschetto vicino a Torino, documentazione ideologica riguardante la strategia della cellula per la costituzione del partito comunista combattente. si tratta di materiale in parte manoscritto e l' analisi grafologica consente di attribuirlo, per l' appunto, al Davanzo. quei documenti contengono le tesi che poi troviamo sviluppate nel giornale L'Aurora . ciò, quindi, sottolinea il ruolo che aveva Davanzo in questo raggruppamento, Seconda posizione delle Brigate Rosse . il bollettino L'Aurora è circolato clandestinamente dal febbraio 2003. si dichiarava esplicitamente erede della Seconda posizione . era, quindi, una posizione diversa sia da quella del partito comunista combattente sia da quella di chi, insieme agli altri gruppi, veniva accusato di aver abbandonato ogni prospettiva realmente rivoluzionaria. bisogna stare attenti, perché le posizioni sostenute da L'Aurora , ripetute — mi scrivono — in modo quasi pedissequo nelle decine di ore di conversazioni intercettate tra alcuni dei personaggi arrestati ieri l' altro (Latino, Gaeta, Sisi, Ghirardi e Bortolato) hanno in comune come assunto di fondo l' affiancamento dell' azione armata con un lavoro politico di inserimento nelle lotte sociali in fabbrica, nelle contestazioni contro la Tav, nelle proteste di periferia. quindi c' è un' azione positiva volta ad innestarsi nei movimenti sociali, in qualche modo infiltrarli e quindi farne il retroterra necessario, in termini di consenso politico, per la propria azione militare, diversamente da quanto era stato fatto dall' ala militarista, responsabile delle uccisioni di D'Antona e Biagi, nei confronti della quale, infatti, va la critica de L'Aurora , che accusa appunto questa ala di essersi isolata in un' azione militare senza retroterra politico e sociale. nel numero 3 de L'Aurora , della primavera del 2006, sono illustrati alcuni esempi di mobilitazioni considerate positivamente dalla redazione: le proteste degli autoferrotranvieri, gli operai in lotta a Melfi, il rinnovo dei contratti dei metalmeccanici, la mobilitazione di Pomigliano d'Arco , le proteste in Val di Susa , genericamente le banlieu francesi. in questo contesto, è chiaro che diventa di lettura ambivalente e difficile, in assenza di elementi precisi da classificare in modo univoco, l' iscrizione di diversi di questi ad un sindacato come la Cgil. perché, onestamente, può trattarsi tanto di adesione di questi iscritti alla Cgil a quel gruppo, quanto di infiltrazione della Cgil da parte di quel gruppo. io non sono in grado di avvalorare l' una o l' altra di queste tesi, ma tenendo conto delle tesi de L'Aurora e di Seconda posizione , entrambe vanno tenute presenti come possibili spiegazioni. per quanto concerne i profili di questi militanti — dei quali i giornali hanno ampiamente parlato — i capi, salvo Gaeta, che ha 31 anni, sono persone sui cinquant' anni : da Latino che ha 49 anni a D'Avanzo che ne ha 50. diversi di loro — come ho già detto — sono iscritti alla Cgil; molti fanno capo più che ai centri sociali in senso ampio e indefinito, ad un centro sociale ben preciso che è il Gramigna di Padova. Latino, in particolare, è del centro proletario Ilic, una sorta di struttura di coordinamento, ma poi vi sono Amarilli Caprio, Alfredo Mazzamauro, Massimiliano ed Alessandro Toschi, Andrea Scantamburlo, Davide Rotondi, arrestato a Trieste. tutti questi, in un modo o nell' altro, hanno legami con il centro sociale Gramigna di Padova che poi è il centro — di cui mi parlava il collega Maroni — dal quale erano venute fuori delle turbolenze a dir poco violente nei confronti del collega Borghezio. le perquisizioni effettuate hanno riguardato, oltre agli arrestati, altre 33 persone, e le sedi di diverse organizzazioni: il centro Gramigna, ovviamente, il centro Ilic che ho già menzionato, il centro la Fucina di Sesto San Giovanni . a seguito di queste perquisizioni, sono stati sequestrati: un kalashnikov completo di munizionamento, sotterrato nell' orto dell' abitazione del Sisi (questi fatti ricordano episodi di moltissimi anni fa: tenere sotterrato un kalashnikov nel proprio orto); nell' abitazione del Rossin un revolver 38, una divisa della Guardia di Finanza , proiettili per kalashnikov, documentazione varia all' esame degli inquirenti e numerosi CD e supporti informatici (molto materiale dovrà essere esaminato). nel corso dell' indagine è emerso che gli appartenenti al movimento eversivo avevano individuato un' ampia gamma di obiettivi. gli obiettivi sono stati indicati ad una dimensione, in una prima lista, che ha allarmato diverse persone e che ci ha portato giustamente ad esprimere la solidarietà nei confronti di tutti e di ciascuno. del resto, basta essere in una lista del genere per meritarlo. esaminando le informazioni acquisite con maggiore ponderazione, emerge, per la verità, che alcuni erano bersagli puramente ipotetici nei confronti dei quali non erano state fatte né preispezioni né controlli di orari e di situazioni (in sostanza, non erano stati compiuti atti preparatori di un possibile attentato), mentre nei confronti di altri questo era accaduto. quindi, ai primi continua ad andare la mia solidarietà, ma anche la mia tranquillità d' animo che ho cercato di comunicare loro, dicendo che, in fondo, si è trattato soltanto di questo. i bersagli nei confronti dei quali sono stati compiuti effettivi atti preparatori, propedeutici ad un possibile attentato, erano: il « punto Marco Biagi » , centro di informazioni sulle tematiche del lavoro gestito dal comune di Milano; l' abitazione del professor Ichino; due dirigenti della Breda, uno dei quali risultava imputato per la morte di alcuni operai per avvelenamento da amianto; un manager che, in passato, ha ricoperto diverse cariche in Breda, in Ansaldo e in Finmeccanica; un passaggio verso un' ipotesi Sky e verso un' ipotesi Mediaset è stato fatto, andando in gommone sul fiume Lambro, però, nel corso di successive intercettazioni, i due che avevano fatto questo percorso, hanno detto che era una cosa da non fare, perché presentava difficoltà eccessive; la redazione del quotidiano Libero era stata presa in seria considerazione e giustamente il quotidiano Libero si ritiene un bersaglio che era stato scelto, perché c' era l' intenzione di compiere, entro il prossimo aprile, un attentato incendiario con benzina ed acido, da versare all' interno della sede, probabilmente dopo aver tranciato la saracinesca, in un giorno di chiusura (quindi, un atto dimostrativo, non finalizzato ad uccidere, ma un attentato); la palestra Doria di Pasquale Guaglianone, detto Lino, residente a Basiglio, noto per essere militante della destra radicale. i luoghi presi in considerazione, ma non valutati effettivamente con attività preparatorie, sono: una sede Eni a San Donato Milanese (si era pensato ad una autobomba, ma l' idea è stata subito scartata, per la presenza di telecamere e di vie chiuse da sbarre); la residenza milanese del presidente Berlusconi (e tutti avete letto sui giornali la frase che fa riferimento a queste ipotesi: « scendere da quella rampa con un bel furgone e ti levi una bella soddisfazione... » ), la sede de Il Foglio e obiettivi israeliani. un episodio che mi colpì, a suo tempo, fu quello nel corso del quale il gruppo terroristico si adoperò per autofinanziarsi ai danni di uno sportello bancomat dell' istituto di credito Antonveneta in prossimità di Padova. il fatto che i membri del gruppo fossero seguiti e controllati passo passo permise alla Digos di inserire in quel bancomat un apposito e straordinario allarme: quando arrivarono per scardinarlo, l' allarme scattò, loro fecero marcia indietro e vennero filmati. fu in questa occasione che venne applicato l' articolo 9 della legge numero 146 del 2006, che autorizza a differire l' arresto: si trattava, infatti, di un classico episodio da arresto. posso aggiungere che, nel corso delle indagini, sono emersi contatti e collegamenti anche con la criminalità organizzata tenuti da due degli arrestati, Scivoli e Ghirardi, a scopo di approvvigionamento logistico del gruppo terroristico. in occasione di un incontro, Scivoli aveva fatto cenno alla possibilità, appena avessero recuperato un po' di soldi (l' episodio del bancomat aveva impedito loro di farlo), « di recarsi in Croazia, dove avrebbe avuto la possibilità di acquistare uzi piccoli, kalashnikov, bazooka ed esplosivo, pagando qualcuno per farseli portare in Italia » . nell' occasione lo Scivoli ha fatto cenno ad un suo contatto, verosimilmente da sfruttare per questo progetto, con il fratello di Mimmo Belfiore, esponente di spicco di una cosca di Gioiosa Ionica . avrete saputo, nel frattempo, che un inquietante episodio è avvenuto questa notte a Padova: ignoti hanno versato liquido infiammabile nei pressi del portone esterno dello stabile in cui abita il dottor Lucio Pifferi, dirigente della Digos di Padova. nelle vicinanze è stata rinvenuta una tanica di plastica da 5 litri dalla quale fuoriusciva uno straccio imbevuto. si può ritenere che gli attentatori, mentre miravano alla porta, siano stati scoperti e, disturbati, abbiano abbandonato lì la tanica e se ne siano andati. sempre questa notte, a Milano, personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto quattro persone per propaganda ed apologia sovversiva. di queste quattro persone, una è la convivente di Massimiliano Gaeta, uno dei quindici arrestati; gli altri sono persone che si conoscono tra di loro, ma che non hanno legami specifici. avevano affisso manifesti redatti con pennarello riportanti le frasi: « sfruttamento: la lotta non si arresta » ; « non ci mettete paura, la Lotta Continua » ; « Ustica piazza Fontana : lo Stato si assolve il carcere a chi lotta » . poco distante, inoltre, è stato rinvenuto uno striscione, redatto con lo stesso pennarello, recante la scritta « governo di guerra e sfruttamento. la lotta non si arresta » . nella vettura sono stati trovati volantini con frasi del tipo: « terrorista è chi ci affama e fa le guerre non chi lotta a fianco dei popoli » ; « compagni: in piedi o morti ma mai in ginocchio » . questi episodi — e mi avvio alla conclusione — sottolineano due fenomeni dei quali vorrei rendere partecipe la Camera e che mi sembrano importanti. il primo: effettivamente, l' impostazione di Seconda posizione , riflessa negli articoli e negli scritti apparsi su L'Aurora non è rimasta sterile. siamo ben lontani da quella rete indefinita di nascosti consensi e di nascoste complicità di cui le Brigate Rosse usufruirono prima dell' assassinio di Aldo Moro, che rappresentò la fine delle solidarietà attorno a loro, ma di sicuro c' è qualcosa di più dell' isolamento nell' azione militare dell' ala militarista della Lioce (quella degli assassini di D'Antona e di Biagi). quindi, qui c' è una rete, non particolarmente estesa, della quale noi dobbiamo tenere conto. questo è il momento di esprimere la nostra gratitudine, insieme, alla magistratura ed alle forze dell'ordine , ma è anche il momento di contare su di loro, affinché l' azione svolta con successo in questa occasione non si fermi, perché c' è ancora qualcosa che si agita attorno a coloro che si volevano rendere responsabili delle azioni militari; per non parlare degli anarco-insurrezionali, che scorrono in parallelo — per ora, non vi è stato alcun fenomeno di unione operativa tra i due — , ma che rappresentano essi stessi una fonte di problemi ai quali io sono sicuro siamo in grado, con l' efficienza dimostrata in questa occasione, di fare fronte. il secondo fenomeno che ho colto, in particolare nell' episodio accaduto a Padova, è l' emergere di « spunti » di ostilità nei confronti delle forze di polizia . sono spunti totalmente diversi tra di loro — sarebbe arbitrario vedere fra essi un collegamento razionale o consapevole — , ma non c' è dubbio che la malavita organizzata si predispone a considerare le forze dell'ordine un bersaglio, ed è ovvio che sia così. ci sono gli ultras, legati o non legati che siano — a volte, forse lo sono — alla criminalità organizzata , che esprimono ostilità nei confronti delle forze dell'ordine . per piccolo che fosse, l' episodio accaduto nello stadio romano, domenica scorsa, è un episodio che non mi è sfuggito, e che mi torna in mente quando vedo un funzionario della Digos essere potenziale vittima di un attentato da parte di gruppi eversivi a Padova. allora, queste cose finiscono per connettersi nella mia mente, anche se non sono razionalmente connesse tra di loro. in relazione a queste, sento mio dovere, nei confronti del paese e del ruolo che in esso esercitano le forze dell'ordine , chiedere a tutto il Parlamento ed a tutte le forze politiche che in esso vi sono di essere solidali con le forze dell'ordine in qualunque circostanza, dimostrando questa solidarietà anche... un' occasione per farlo, se non per tutti, per alcuni — e io sono certo che sarà così — , è la manifestazione che tutti sappiamo avrà luogo in una città del nord sabato prossimo, che potrebbe essere l' occasione cercata da altri per saldare gli spezzoni di ostilità nei confronti delle forze dell'ordine . sono certo che, in quella occasione, tutti coloro che siedono in questo Parlamento esprimeranno, invece, l' atteggiamento opposto. vi ringrazio.