Rosy BINDI - Ministro delle Politiche per la Famiglia Maggioranza
XV Legislatura - Assemblea n. 101 - seduta del 31-01-2007
In tema di famiglia
2007 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 101
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, ringrazio, al di là del parere che esprimerò sulle singole mozioni e risoluzioni alla fine del mio intervento, tutti i presentatori e quanti sono intervenuti nella seduta del 22 gennaio scorso, per aver voluto un confronto così ampio ed approfondito su un tema tanto rilevante e importante per la vita del nostro paese, quale è quello della famiglia e delle convivenze di fatto. ho letto attentamente i singoli documenti di indirizzo e ascoltato con grande interesse tutti gli interventi. ritengo, al di là delle differenze anche sostanziali e profonde che ho registrato, si possa affermare che attorno al tema della famiglia, del suo fondamento e rilievo costituzionale, della sua molteplice e mutevole realtà, così come della necessità di una forte politica nazionale a sostegno delle famiglie e, altrettanto, sul tema delle convivenze di fatto e dei diritti delle persone che ne fanno parte, questo Parlamento possa e debba impegnarsi a costruire percorsi condivisi. è mia profonda convinzione, infatti, che sul tema della famiglia, come su altre questioni che interpellano e scomodano la visione etica e culturale — sulle quali si misura un pluralismo sensibile nella società italiana — , un sistema politico bipolare quale è il nostro richieda ai singoli, ma soprattutto alle forze politiche e tanto più ai due schieramenti, di adoperarsi senza rinunciare alle proprie convinzioni profonde e ricercare, per quanto possibile, una sintesi capace di interpretare un comune sentire condiviso e a questo ispirare le scelte politiche. i beni indisponibili alla maggioranza che vince le elezioni sono molti in una democrazia come quella moderna nella quale noi viviamo e che abbiamo costruito; in maniera particolare, essi ci sono indicati nella nostra Carta Costituzionale . ci chiediamo anche se non sia forse questo il significato più profondo della laicità, che non è reciproca imposizione di valori — ma neanche assenza di valori — , bensì dialogo e ricerca appassionata e intelligente di una mediazione condivisa di valori ai quali tutti possano ispirarsi. come dicevo, la nostra Carta Costituzionale rappresenta per noi questo punto di riferimento che guida la nostra ricerca anche nel mutare del tempo. per quanto riguarda la famiglia, l' indiscutibile riferimento costituzionale è all' articolo 29, dai più richiamato nel testo delle mozioni presentate e, anche negli interventi. tale articolo, alla famiglia « fondata sul matrimonio » , riconosce « diritti » , diritti che, d' altra parte, non sono in contrapposizione con quelli della persona esplicitamente riconosciuti dall' articolo 2. ma mi permetto di aggiungere che, accanto a questo dato giuridico culturale così forte, vi sono altri elementi che impongono a questo Parlamento una ricerca di percorsi condivisi. è la constatazione comune della situazione del nostro paese e, in particolare, della sua situazione demografica. la crisi di natalità che l' Italia sta vivendo è di fronte agli occhi di tutti noi e tutti, in qualche modo, ce ne sentiamo responsabili per un ritardo che è imputabile non a questa o a quella forza politica ma, forse, ad una carenza di interventi politici volti a rafforzare e ad accompagnare la crescita demografica. per noi, tuttavia, parlare di natalità significa anche parlare di famiglia; ripetutamente, sui giornali del nostro paese, in questi giorni si è scritto che l' Italia rappresenta, da tale punto di vista , una fanalino di coda . è stata presa ad esempio la Francia dove, dopo molti anni di politiche a sostegno della famiglia, si è raggiunto un tasso di natalità considerato un traguardo importante anche per gli altri paesi europei . ma credo che non sarà sfuggito ai lettori che quel tasso di natalità ha portato metà dei bambini nati in Francia negli ultimi anni ad una vita con le sole madri perché ha corrisposto, a quell' aumento di natalità, frutto di politiche a sostegno della natalità, anche un forte indebolimento della famiglia, della sua solidità, della sua coesione. credo che in questi primi mesi il Governo abbia dato prova, da una parte, di essere impegnato a rispondere alla sfida che viene da una situazione così preoccupante — non c' è crescita economica per il nostro paese se non vi sarà anche una crescita demografica — e, dall' altra, di essere impegnato a dare piena attuazione al dettato costituzionale. ritengo che la stessa legge finanziaria possa essere considerata, da tale punto di vista , una prima e significativa risposta. è del tutto esaustiva? certamente no, ma ciò nondimeno leggibile ed interpretabile come un cambiamento profondo di tendenza nelle politiche del nostro paese. al riguardo, mi limiterò a citare solo alcuni degli interventi disposti: le politiche fiscali che ridistribuiscono il carico fiscale con interventi decisamente a favore delle famiglie con un reddito medio basso e soprattutto di quelle con figli; le misure sul lavoro, volte ad assicurare ai giovani un lavoro più stabile e, con esso, la possibilità di scegliere il proprio futuro, anche in ordine alla eventualità di mettere al mondo dei figli, se desiderati; un intervento significativo di ben 3 miliardi di euro a favore delle famiglie con figli, attraverso detrazioni ed assegni familiari ; uno stanziamento significativo per gli asili nido ; un rilancio della rete dei servizi, in maniera particolare dei consultori; interventi consistenti per la conciliazione del tempo di lavoro e altrettanto per l' occupazione femminile; un avvio di tutela della maternità per le lavoratrici precarie; l' istituzione del fondo per la non autosufficienza. ecco, ritengo che con questa finanziaria si possa affermare che si sono poste le basi per una politica organica e sistematica nel nostro paese che potrà prendere avvio già dalla prossima conferenza nazionale sulla famiglia, conferenza che si terrà nei giorni 24, 25 e 26 maggio ed in occasione della quale il Governo intende varare il primo piano per la famiglia. analogamente, gli annunciati tavoli per il nuovo welfare non potranno non avere al centro i temi della famiglia, delle donne, del lavoro delle donne e della conciliazione dei tempi di lavoro, nonché una revisione della legge sui congedi parentali , prevedendo, per le famiglie italiane, un mix di politiche fiscali , di trasferimento di risorse economiche attraverso gli assegni familiari , di servizi per la famiglia, di lotta alla povertà, di presa in carico delle fragilità, in maniera particolare degli anziani non autosufficienti. questo Governo è seriamente impegnato, all' interno delle compatibilità economiche e finanziarie, ad un' organica e sistematica politica per la famiglia. siamo anche impegnati — e credo che a nessuno sia sfuggita questa notizia — anche a predisporre (in maniera particolare a questo lavoro si sta dedicando il ministro Pollastrini, che mi onoro di affiancare nell' attività che sta portando avanti) e riconoscere i diritti delle persone che fanno parte di convivenze stabili. vorrei che anche in questo caso si ricordasse in quest' Aula che il punto di riferimento , intorno al quale ci auguriamo possa realizzarsi un lavoro condiviso, è la nostra Carta Costituzionale . è palese che se la famiglia riceve un fondamento costituzionale chiaro ed evidente, è anche vero che vi è un fondamento costituzionale nel riconoscimento dei diritti inviolabili delle persone, non soltanto come singoli, ma anche nelle formazioni sociali ove si svolge la loro personalità, ai sensi dell'articolo 2 della Costituzione. le convivenze di fatto in questione, caratterizzate da requisiti di stabilità minima e di volontarietà, sono certamente formazioni sociali non direttamente riconosciute dalla Costituzione — è vero — , ma indirettamente richiamate dall' articolo 2. pertanto, le prerogative e le facoltà delle persone che ne fanno parte debbono avere riconoscimento giuridico. l' ordinamento italiano troverà pertanto, anche attraverso lo sforzo del Governo, forme idonee per assicurare alle persone che ne fanno parte il godimento dei diritti di cittadinanza sociale, oltre che quelli inviolabili della persona. è su questo solco, quello della Costituzione, che il Governo sta lavorando alla predisposizione di un disegno di legge . non procederemo al riconoscimento delle convivenze in quanto tali, perché ispiriamo la nostra fatica anche ad un dettato del programma con il quale ci siamo presentati agli elettori che, in proposito, è molto chiaro: l' Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà delle persone che fanno parte delle unioni di fatto. al fine di definire natura e qualità di un' unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. piuttosto, va considerato come criterio qualificante il sistema di relazioni sentimentali, assistenziali e di solidarietà e la loro stabilità e volontarietà. è chiara la Carta Costituzionale , è chiaro il nostro programma e pertanto — come dicevo — non procederemo al riconoscimento delle convivenze in quanto tali, ma stiamo predisponendo un sistema di diritti che potremmo definire « miti » , riferito a quelli che sono appunto i diritti personalissimi che non possono essere posti a rischio in base alle scelte di vita che le persone compiono all' interno di un ordinamento democratico. vale altresì però affermare che non sono consentite in questo quadro alcune discriminazioni in base all' orientamento sessuale. sarebbe altrettanto incostituzionale se, in relazione ai diritti delle persone, procedessimo a discriminazioni in base all' orientamento sessuale, fatta eccezione naturalmente per quanto riguarda l' idoneità alla generazione. quindi, è evidente che il disegno di legge non prevederà la possibilità di ricorso alla fecondazione assistita per coppie omosessuali, così come la possibilità di adozione o di affidi, perché in questo caso è il diritto dei bambini che prevale rispetto a quello dei conviventi, ancorché in una convivenza stabile. d' altra parte, credo che con altrettanta certezza si possa affermare che non è legittimo sostenere che il riconoscimento dei diritti delle persone che stabilmente convivono possa in qualche modo ledere i diritti della famiglia. non è così né in via di principio né in via di fatto. non lo è in via di principio perché la nostra Carta Costituzionale non ha mai messo in contrapposizione i diritti della persona con i diritti della famiglia; l' uno e l' altro si sostengono a vicenda e credo che questo sia un elemento che debba altresì guidare quella che io definivo la ricerca di percorsi comuni. ma non lo è neanche in via di fatto. siamo onesti fino in fondo! in questi anni, nei quali noi abbiamo lamentato l' assenza di una politica per la famiglia a sostegno della natalità e della genitorialità, non c' era in questo nostro paese il riconoscimento dei diritti delle persone che fanno parte delle convivenze di fatto. io credo che invece sia possibile che il Governo avvii, con il contributo del Parlamento e di tutte le altre istituzioni e con un forte contributo di tutta la società, una politica organica per la famiglia e che, al tempo stesso , possa riconoscere i diritti inviolabili delle persone che fanno altre scelte di vita. noi ci muoviamo così e il Governo — ripeto — è impegnato a presentare un disegno di legge . è vero, molte delle mozioni che sono state presentate chiedono al Governo di astenersi; chiedono al Governo di lasciare al Parlamento il libero confronto su un punto così importante e così delicato. io vorrei qui affermare che la fatica che stiamo compiendo non vuole certamente ledere le prerogative del Parlamento. tutt' altro. vogliamo invece fornire un primo e fondamentale contributo di sintesi, che intendiamo offrire al libero confronto del Parlamento, auspicando la convergenza non solo di tutta la maggioranza che sostiene il Governo, ma anche dell' opposizione e quindi di tutto il Parlamento, proprio al fine di offrire al paese una buona legge, capace di interpretare una sintesi etica e culturale che orienti il nostro paese nel cambiamento culturale e sociale che si sta verificando. alla luce di queste argomentazioni, esprimo, a nome del Governo, il parere sulle mozioni e risoluzioni che sono state presentate. il Governo non accetta le mozioni Volonté ed altri numero 1-00071, Fabris ed altri numero 1-00075, Maroni ed altri numero 1-00077, Villetti ed altri numero 1-00078, Del Bue ed altri numero 1-00082, La Russa ed altri numero 1-00084, mentre accetta la mozione Franceschini ed altri numero 1-00087. inoltre il Governo non accetta le risoluzioni Della Vedova e Bertolini numero 6-00014 e Turco numero 6-00015.