Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 82 - seduta del 14-01-2002
Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle linee di politica estera ed europea del Governo
2002 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 82
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signore e signori deputati, ci sono momenti, durante questo dibattito sull' Europa, che mi ricordano un episodio di un vecchio film di Elio Petri, « la classe operaia va in paradiso » , in cui un vecchio sindacalista, mentre tutto attorno a lui si sta sconvolgendo, continua a gridare a voce sempre più alta « unità, unità! » , e non si accorge che tutti gli camminano pressoché sui piedi. unità, unità: una cosa molto importante, un valore, un obiettivo per il movimento operaio . ed anche l' Europa è una cosa molto importante ed un obiettivo. soltanto che non ci guadagna a sentire gridare « Europa, Europa! » , con una retorica che rischia di distaccarla ulteriormente dai suoi popoli. invece, l' interrogativo sull' Europa è drammatico: quale Europa e per fare che cosa? in altre parole, qual è la missione che l' Europa deve darsi nel mondo e qual è il modello sociale, economico e politico che vuole organizzare al suo interno, per vincere la sfida della crisi della politica? hic Rhodus , hic salta : senza autonomia, non c' è alcuna possibilità di rispondere a questi due interrogativi. senza autonomia rispetto alla globalizzazione capitalistica, senza autonomia rispetto agli USA, senza autonomia, sotto la moneta niente. infatti, l' Europa, come soggetto politico, non c' è. non c' è di fronte ad un bivio drammatico del nostro tempo, quello tra pace e guerra, nella risposta da dare alla sfida terribile del terrorismo. si è imboccata la strada della guerra, con il consenso di quest' Europa, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. per combattere i barbari si è imbarbarito ciò che voi chiamate Occidente. basta leggere le testimonianze di un giornalista attento come Tiziano Terzani da Kabul o tutte le testimonianze che raccontano di vittime innocenti di quelle popolazioni. voi dovreste ricordare che non vi sono morti la cui vita vale meno degli altri. ci sono prigionieri violati ed uccisi contro i codici stessi della guerra. voi dovreste ricordare che non ci sono territori in cui i codici non valgono. si accumulano tensioni e rancori e crescono i fondamentalismi, invece che declinare. e nuovi possibili teatri di guerra si aprono ogni giorno, annunciati, poi dismessi e poi nuovamente annunciati. persino quelli che avete indicato come focolai di un conflitto che si sarebbe dovuto spegnere — più grande di tutti, la Palestina — sono esplosi. signor presidente del Consiglio , il Piano Marshall non c' è, perché non può esserci il Piano Marshall quando è in atto la guerra, e l' Europa — diciamoci la verità — si sta coprendo di vergogna in quella parte del mondo. Israele è un paese associato all' Europa e nega persino gli osservatori europei su quel territorio. intanto logora l' Autorità palestinese per annientarla e per cancellare, con la stessa, l' intera questione palestinese , facendo di quel territorio un territorio dominato dove ci può essere violenza endemica che chiama repressione. Sharon sostiene che in questo modo imita Bush. ha poca importanza vedere se gli corrisponde esattamente. ciò che è importante è che lo può affermare e che nessuno glielo nega. prosegue il contagio della guerra infinita e indefinita; in Oriente c' è il rischio che esploda un conflitto tra India e Pakistan; in Occidente, in America Latina , vi è la crisi dell' Argentina, e in Colombia, l' arroganza di un Governo mette fine ad una trattativa e forse prepara un nuovo intervento degli USA. il mondo è a rischio e, in esso, l' Europa è muta o almeno ininfluente. lo è perché non ha autonomia. ma anche al suo interno le questioni non sono messe meglio. la moneta unica è certamente buona cosa. in tanta parte del mondo si guarda ad essa con interesse, ma se guardiamo a come ci si è arrivati, tutto ciò non incoraggia certo per il futuro. allora chiediamoci qual è il destino di quest' Europa, anche al suo interno, invece di vedere chi grida più forte: Europa, Europa! un uomo di stampo liberale, un commissario europeo, Mario Monti, ha posto, qualche giorno fa, quasi in solitudine, alcuni interrogativi che credo pertinenti. si è chiesto se i nostri paesi — tutti quelli che compongono quest' Europa — non rischiassero di essere portati allo sbando da un vento spinto — sto citando — dai mercati che si globalizzano, da imprese multinazionali più potenti degli Stati, da una potenza egemone e solitaria qual è quella che diventerebbero gli USA. il commissario Monti si è solo sbagliato. questo non è un rischio, ma la realtà! ed il commissario si è sbagliato una seconda volta a non vedere che a determinare questa realtà concorre proprio ciò che lui vanta, come fate voi e purtroppo anche i vostri predecessori, e che quel modello europeo ha fatto grandi passi verso quello americano attraverso i processi di liberalizzazione e di privatizzazione. questa è l' Europa di Maastricht, l' Europa che hanno inventato i governi conservatori, quando erano in maggioranza pressoché in tutta Europa, e che poi hanno gestito i governi di centrosinistra, quando erano in maggioranza pressoché in tutta Europa. quattro di questi governi sono già caduti ed altri rischiano per una contraddizione: non si può governare una politica di destra come quella di Maastricht con un orientamento di Governo di centrosinistra. in realtà, a dettare le regole ed i comportamenti è stato il Fondo Monetario Internazionale , egemone anche in Europa, che ha subito fattualmente la sua egemonia. ora la crisi argentina è la prova drammatica e provata che eseguendo fedelmente — quale che sia la composizione del Governo — i dettami del Fondo Monetario Internazionale si rischia la catastrofe e, in ogni caso, seguendo quell' indicazione, senza arrivare alla catastrofe, l' Europa ha mancato l' appuntamento di dover sostituire gli USA nel diventare locomotiva di uno sviluppo entrato, invece, in crisi. contemporaneamente, il suo deficit di democrazia interna si è aggravato ed ha perso l' occasione della Carta dei diritti, povera e stracciata dalla Costituzione materiale di diversi paesi. è in questo quadro che anche il governo italiano dell' onorevole Berlusconi ha creduto di poter trovare un terreno favorevole per accreditarsi in Europa e per trarre, da ciò, la forza per governare in Italia secondo le sue politiche neoliberiste. la realtà è stata più contraddittoria e scoscesa di quanto si immaginava. un processo di integrazione è comunque proseguito, sulla base di norme, anche in assenza della Costituzione europea, ponendo al Governo problemi seri, sui quali il Governo è inciampato (come in occasione della vicenda delle rogatorie), ovvero molto complessi, sui quali il Governo medesimo — ma non è questo in discussione — poteva anche esprimere un ragionamento autonomo dagli indirizzi che tentava di imporre l' Unione Europea . ma se prende le distanze e si pone in conflitto solo quando vengono in discussione i reati finanziari, allora il Governo rivela non solo la sua natura intrinsecamente liberista, ma anche gli interessi proprietari e le ricchezze che intende difendere, non la capacità di sapersi fare carico degli interessi generali! quando, poi, il processo di integrazione investe, con la mobilità, la questione delle persone, viene alla luce una questione gigantesca, su cui già Schengen aveva fallito: quella dell' immigrazione. il giorno 19, qui a Roma, vi sarà una mobilitazione democratica ed avrà luogo una grande manifestazione che userà il linguaggio della tolleranza e della civiltà e che parlerà dell' ordinamento che il paese e l' Europa dovrebbero darsi. qui si apre un conflitto all' interno del Governo. vi è una tendenza liberale sensibile alle sollecitazioni dell' economia: potrebbe vivere l' Italia senza gli immigrati? ma no! le nostre case, allo stesso modo delle nostre fabbriche, non funzionerebbero senza la presenza degli immigrati! ma mentre la componente liberale accetta una qualche regolamentazione, nel suo Governo vi è una componente xenofoba — chiamiamola con il suo nome! — la quale vuole privare gli immigrati di cittadinanza, in tal modo favorendo chi intende farne il ventre molle per un' azione di svuotamento da estendere, subito dopo, a tutta la compagine lavorativa. si aprono contraddizioni anche sul terreno economico, signor presidente del Consiglio . secondo me, lei ha fatto molto male a minimizzare l' uscita dal Governo del ministro degli Esteri dicendo che si trattava di una questione di tempi o di carattere. no, si tratta di una questione politica! si è aperta una contesa tra i diversi interessi che, vincendo le elezioni, questa maggioranza ha composto ad unità anche nel blocco borghese: tra quella borghesia che è legata ai processi di internazionalizzazione del capitale e quella che è più legata alla realtà nazionale. il processo di integrazione economica apre una contraddizione tra questi settori; e per un Tronchetti Provera che ha bisogno di un quadro internazionale molto rigido, da adoperare come una frusta per chiedere al Governo e alla Confindustria di andare avanti nello sfondamento contro le conquiste dei lavoratori, c' è un' altra parte della borghesia imprenditoriale (quella più legata agli interessi nazionali ) che, pur volendo fare la stessa operazione contro i lavoratori, ha bisogno, però, di sostituire con qualcos' altro la svalutazione che le aveva permesso di essere competitiva per tanto tempo in Europa e nel mondo: con la moneta unica non può più usare la svalutazione e quindi deve aprire un qualche processo di contrattazione. altro che Europa delle patrie! mercati tra i mercati! così esplode un conflitto tra una tendenza — espressa dal ministro Ruggiero — ed altre componenti e il presidente del Consiglio risolve tale contesa precisando qual è la linea del Governo. io vorrei dire che non vi è una contesa tra due idee dell' Europa: vi è, invece, una contesa tutta interna ad un' idea dell' Europa che è quella di Maastricht e della dipendenza dagli USA, l' alternativa alla quale va costruita fuori dalla polarità di questa maggioranza, cercando una connessione con ciò che è vivo nella società civile . poco fa, in un intervento di grande decoro intellettuale, conducendo ad un punto di incontro queste due tendenze presenti nella maggioranza, l' onorevole Follini ha rafforzato la mia convinzione che noi dell' opposizione non dobbiamo inseguire alcuna di queste tendenze (peraltro, un tale atteggiamento apparirebbe grottesco) ma, al contrario, dobbiamo ricercare un' alternativa radicale. il Governo si fa forte di questo impianto per intentare un attacco, in Italia, alla costituzione materiale e sociale del paese: l' attacco all' articolo 18 dello statuto dei lavoratori e le deleghe chieste sullo stato sociale questo rappresentano! signori del Governo, voi non potete dire, ogni volta che c' è qualcuno che contesta e che critica: io non parlo più con te. se è Borrelli a parlare, allora il ministro della Giustizia gli dice: non parlo più con te; se è Cofferati a parlare, il ministro del Lavoro gli dice: non tratto più con te. signori del Governo, la trattativa con il sindacato più importante d' Italia è obbligatoria, inoltre è così saggiamente moderato che dovreste ringraziarlo perché, altrimenti, ben altre sarebbero le rivendicazioni con cui dovreste fare i conti. il punto è che oggi qualcosa sfugge a questo quadro; si tratta di quella parte di mondo che si troverà a Porto Alegre tra qualche settimana, che vive in Italia, che si è vista negli scioperi degli studenti, che si è vista nello sciopero dei metalmeccanici; è questa la parte con cui l' opposizione al suo Governo dovrebbe dialogare per chiedere che l' Europa sappia parlare il linguaggio della pace contro la guerra, sappia uscire dal quadro di Maastricht, mettendo in discussione, intanto, il patto di stabilità . peraltro, il patto di stabilità è un armamentario di un altro periodo. perché invece di discutere retoricamente dell' Europa non discutiamo di mettere in discussione radicalmente il patto di stabilità per avere delle risorse non già per spenderle nel ridicolo ponte, ma in un ponte reale tra le generazioni in Italia, tra le diverse realtà sociali, nel risanamento ambientale, per un nuovo stato sociale affinché, quando si parla di Europa, si parli di scuola, di sanità, di previdenza sociale , di salario sociale, cioè si parli di questa Europa? vede, oggi c' è la moneta unica , signor presidente , ma non c' è il salario unico europeo. l' operaio metalmeccanico italiano (lo cito per parlare degli insegnanti, dei lavoratori della scuola, dei lavoratori pubblici), prende un terzo in meno dello stesso lavoratore metalmeccanico che fa il suo stesso lavoro. a noi piacerebbe parlare di questa unificazione europea . io non sono riformista ma ho imparato la lezione di riformisti che ho anche molto ammirato; uno di questi era il segretario generale aggiunto della Cgil di Di Vittorio e poi anche di Novella, Fernando Santi. egli, parlando dell' Europa, concluse un suo intervento in un modo che vorrei qui riproporre: se io fossi un uomo di quelle terre lassù — disse — faticherei a capire bene cosa si vuol dire quando si parla di Europa, però il giorno in cui scioperassero insieme per gli stessi obiettivi l' operaio della Volkswagen, l' operaio della FIAT e l' operaio della Renault, io comincerei a capire di quale Europa parliamo. il giorno che questi lavoratori avessero la stessa retribuzione, quella più alta, io comincerei a capire di che Europa parliamo.