Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIV Legislatura - Assemblea n. 678 - seduta del 29-09-2005
Sui recenti sviluppi della situazione politica conseguenti alle dimissioni da ministro dell´economia e delle finanze del professor Domenico Siniscalco ed alla nomina a tale carica dell´onorevole professor Giulio Tremonti
2005 - Governo III Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 678
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori deputati, nel rispetto del rapporto fiduciario tra legislativo ed esecutivo intervengo oggi in Parlamento per riferire sul cambiamento avvenuto nella composizione del Governo con la sostituzione, il 22 settembre scorso, del dimissionario ministro dell' Economia e delle Finanze , professor Domenico Siniscalco, con il vicepresidente del Consiglio , onorevole professor Giulio Tremonti. al professor Siniscalco il Consiglio dei ministri il 23 settembre ha espresso il suo ringraziamento per l' opera prestata e per l' impegno con cui ha affrontato i difficili problemi congiunturali e strutturali dell' economia. all' onorevole Tremonti va tutto il mio sostegno, nel momento in cui, tornando alla guida del ministero dell' Economia e delle Finanze ... all' onorevole Tremonti va quindi il sostegno di tutta la maggioranza, nel momento in cui deve affrontare immediate e non facili scadenze. in tutti i paesi democratici in cui la stabilità di Governo è un valore da tempo acquisito, non si verifica mai che alla fine di una legislatura si trovino tutti gli stessi ministri che l' hanno iniziata. la stabilità dell' azione di governo e la continuità del suo indirizzo politico sono infatti date dalla persona del Primo Ministro e dalla sua maggioranza parlamentare , che in questi anni non sono cambiate. trovo incredibile che queste diffuse critiche al Governo, prendendo a pretesto le dimissioni di Siniscalco, vengano rivolte da un' opposizione che, quando ha avuto responsabilità di Governo, ha visto avvicendarsi tre presidenti del Consiglio — Prodi, D'Alema e Amato — , quattro governi e ben sessantaquattro diversi ministri, e soprattutto — fatto che considero ancora come molto grave — ha visto avvicendarsi due maggioranze, la seconda delle quali non era conforme alla volontà espressa democraticamente dagli elettori nell' urna elettorale! è noto che la decisione del professor Siniscalco è maturata principalmente per il contrasto venutosi a creare tra il Tesoro e la Banca d'Italia , rafforzato dalle polemiche che hanno investito la persona del governatore Antonio Fazio. dal mondo politico e dal mondo economico e finanziario sono state sollevate critiche al più recente operato del governatore. si tratta di critiche che non riguardano la legittimità degli atti, ma la credibilità dell' istituzione. non avendo, come presidente del Consiglio e come Governo, alcun potere formale di intervento sull' assetto di vertice della Banca d'Italia , ma, dovendo e volendo d' altro canto rispettarne l' autonomia e l' indipendenza, che sono il fondamento e la garanzia che fanno della Banca d'Italia una vera istituzione, ho fatto l' unica cosa che si poteva fare: ho fatto appello alla sensibilità del governatore ed alla sua coscienza. questo dibattito avviene alla vigilia della presentazione della legge finanziaria . colgo l' occasione per esporre al Parlamento alcune valutazioni sulla situazione economica del paese. il Governo è impegnato nel favorire la crescita economica sia lavorando ai problemi contingenti, sia avanzando in modo coerente sulla strada di quelle riforme strutturali che, anche quando non danno risultati immediati, garantiscono il futuro. un Governo deve lavorare, oltre che per il presente, anche per il futuro e deve avere fiducia nel giudizio degli elettori, che sanno discernere ciò che è effimero da ciò che è duraturo. all' opposizione che critica i conti pubblici è facile ricordare che, in economia, il passato condiziona pesantemente il presente, ed il nostro passato è quello del debito pubblico , che costituisce per noi il vero fattore discriminante in Europa! ho già avuto modo di dire che l' adesione dell' Italia all' euro è stata positiva per i conti pubblici, perché ha alleggerito il peso degli interessi, ma è rimasta intatta la montagna del debito, che ha continuato e continua ad esercitare un pesante drenaggio delle nostre risorse finanziarie, ma, soprattutto, ha sottratto al Governo l' asso nella manica di un tempo, quello delle svalutazioni competitive. certo, era più facile governare quando si poteva ricorrere alle svalutazioni della lira e quando si poteva aumentare la spesa pubblica aumentando a dismisura il debito pubblico , con la conseguenza, così come è avvenuto, di moltiplicarla per otto volte dal 1980 al 1992. ciò nonostante, sono convinto che il nostro paese, grazie al talento, al buon senso ed alla volontà degli italiani e grazie alle riforme strategiche e strutturali messe in atto da questo Governo e da questa maggioranza, riuscirà a vincere ogni pessimismo ed a riprendere la strada dello sviluppo. il dibattito politico non si è accentrato soltanto sui motivi delle dimissioni del ministro dell' Economia , ma anche sul delicato momento in cui sono avvenute, cioè a ridosso della presentazione della legge finanziaria ; tuttavia, noi tutti sappiamo che il lavoro della finanziaria non riparte da zero, perché sia il ministero dell' Economia sia gli altri ministri interessati hanno già compiuto gran parte del lavoro e, soprattutto, perché il nuovo responsabile del dicastero, nella sua qualità di vicepresidente del Consiglio , è perfettamente a conoscenza dei contenuti e si è messo immediatamente al lavoro per rispettare, come logico, impegni e scadenze. la legge finanziaria cade in un momento cruciale, in cui la nostra economia mostra già promettenti segni di risveglio. cito alcuni dati che molti si ostinano a non vedere o a sottovalutare. in primo luogo, nel secondo trimestre 2005, il tasso di disoccupazione è sceso ad un minimo storico (il 7,5 per cento ), con un aumento degli occupati di oltre 213 mila unità. questo dato conferma la bontà delle riforme attuate sul mercato del lavoro e, in particolare, di quella legge Biagi che la nostra opposizione si ripromette di cancellare. in secondo luogo, sempre nel secondo trimestre 2005, il Pil è cresciuto dello 0,7 per cento : una crescita inattesa per molti, ma non per noi, che ha costretto l' Ocse ad una revisione delle aspettative per il nostro paese. nello stesso trimestre, le nostre esportazioni sono aumentate del 5,5 per cento . nel solo mese di giugno, l' export verso i paesi europei ha registrato un incremento del 9,3 per cento . sono cresciuti gli indici di fiducia delle imprese e delle famiglie. il 93 per cento delle imprese quotate alla Borsa italiana ha dichiarato per l' esercizio 2004 utili consistenti. le prime duemila società hanno chiuso i conti economici del 2004 con un saldo positivo di 28 miliardi di euro (55 mila miliardi di vecchie lire ). si tratta del valore più elevato del decennio, quindi con fatturati ed esportazioni in crescita. le aziende quotate alla Borsa di Milano hanno distribuito per il 2004 un dividendo medio record del 3,8 per cento ; su 30 settori merceologici, tra il 2003 e il 2004, 23 settori hanno registrato un significativo sviluppo e da tre anni, dopo l' 11 settembre e dopo l' esplosione della bolla speculativa, la Borsa di Milano ha registrato incrementi annui a due cifre e quest' anno, sino ad oggi, un incremento del valore dei titoli quotati del 12,8 per cento . inoltre, la collocazione di nuovi titoli si è moltiplicata, con richieste da parte di piccoli e medi investitori molto superiori alle stesse offerte. infine, è significativo l' incremento dei proprietari di prima casa — l' 81 per cento delle famiglie italiane possiede oggi l' abitazione in cui vive e di conseguenza non paga l' affitto — e, da ultimo, siamo i primi in Europa per numero procapite di automobili, di telefonini e di televisori. le cifre e i dati smentiscono le Cassandre interessate. mi rivolgo all' opposizione: vi sembrano queste cifre che giustificano le vostre profezie di sventura sui destini del paese? la campagna messa in atto fin dall' insediamento del Governo per accreditare l' idea di un paese sempre più povero, allo sbando, trascinato in un declino inarrestabile, non soltanto è lontana dalla realtà e dai numeri, ma ha provocato e sta provocando seri danni all' immagine del paese sui mercati internazionali . è un' operazione ingannevole, è un' operazione ambigua che, inducendo nei cittadini la percezione di una realtà che non c' è, ne sta minando la fiducia, frena i consumi, rallenta gli investimenti, con la conseguenza di rallentare la crescita. e tutti sanno che il pessimismo e il catastrofismo sono patologie di qualsiasi economia. il Governo sa bene che esiste un problema di perdita del potere di acquisto per un buona parte dei lavoratori dipendenti a reddito fisso. non a caso siamo già intervenuti con il primo modulo fiscale a favore dei redditi più bassi. tuttavia, siamo consapevoli che questo intervento non basta e siamo determinati a tutelare e sostenere la grande fascia del reddito fisso, che più ha risentito dell' introduzione dell' euro, del suo cambio con la lira e della difficile congiuntura economica. i fatti ci dicono che dalla ripresa dello sviluppo deriveranno le nuove risorse necessarie per risolvere primo tra tutti questo problema. ecco perché il pessimismo e il catastrofismo si aggiungono alle tante difficoltà di una congiuntura internazionale che questo Governo deve affrontare al pari degli altri governi dell' area dell' euro. si tratta di una congiuntura che registra tre fenomeni negativi. in primo luogo, la valorizzazione dell' euro, con l' eccessivo e penalizzante rapporto di cambio con il dollaro, che ha reso meno convenienti i nostri prodotti per chi acquista in dollari. infatti, il recente ridimensionamento ad 1,20 del cambio ha subito fatto rialzare la testa all' export italiano. occorre inoltre ricordare che non sono diventati meno convenienti soltanto i prodotti europei e italiani per chi paga in dollari, ma anche per gli stessi consumatori e per le stesse imprese italiane od europee, per le quali in certi casi è diventato più conveniente acquistare un prodotto realizzato nell' area del dollaro o in altre aree. secondo fenomeno negativo: l' aumento del prezzo del petrolio e del costo dell' energia, che colpisce particolarmente il nostro paese, che negli anni Ottanta fece la discutibile scelta di rinunciare all' opzione nucleare. terzo fenomeno negativo: l' entrata nell' economia globale dei paesi dell'est , dell' India e della Cina che, favoriti da costi di produzione infinitamente inferiori e dal vantaggio derivante dal dumping sociale, hanno invaso l' Europa, e quindi l' Italia, con merci a prezzi imbattibili in settori importanti della nostra economia e di quelle in cui noi esportavamo i nostri prodotti. si tratta di fenomeni globali, sui quali nulla possono i governi nazionali dei singoli paesi che, invece, sono costretti a subirne le conseguenze. contro i prodotti che provengono da queste economie abbiamo soltanto la possibilità di chiedere all' Unione Europea dazi e quote, esattamente come il Governo ha fatto per primo, con un relativo successo. ma sono convinto che anche questa volta ce la faremo. ci accingiamo a presentare una legge finanziaria che accompagni i segnali di crescita registrati nel paese. non sarà una finanziaria elettorale, come qualcuno insinua prima ancora di conoscerla. la faremo rispettando gli impegni di bilancio assunti con Bruxelles, pur consapevoli di essere in buona e folta compagnia, non certo il peggiore tra i paesi che nel 2004 hanno superato la soglia del 3 per cento di deficit. i recenti dati Eurostat affermano che questi paesi sono ben 12 su 18 e rappresentano, quindi, il 75 per cento dell' economia europea. la regola del 3 per cento , pertanto, non è una regola bensì l' eccezione. e solo un altro governo ha ereditato dai precedenti, così come è accaduto a noi, un debito pubblico tanto rilevante in proporzione al suo prodotto interno lordo . il nostro Governo, verso il quale l' opposizione continua ad utilizzare pesantemente l' arma del discredito, alla vigilia della legge finanziaria può vantare, pur in un momento così difficile, di aver portato a buon fine l' 80 per cento di quanto si proponeva nel suo programma. non è un dato soltanto nostro, ma proviene da un serio e approfondito studio dell' università di Siena, a noi certamente non vicina. abbiamo varato 24 riforme, alcune delle quali decisive come quelle del mercato del lavoro e della scuola. abbiamo prodotto 601 provvedimenti... abbiamo prodotto 601 provvedimenti tra disegni di legge , decreti legge e quanto altro. abbiamo avviato 86 opere pubbliche , alcune delle quali epocali, dopo decenni di inerzia e di ritardi. abbiamo dato al sud più risorse di quante ne siano mai state date. da ultimo — e lo dico con una punta di orgoglio personale — questo Governo ha finalmente restituito un ruolo sul palcoscenico internazionale ad un' Italia la cui immagine era condizionata dalla successione di ben 56 governi. e non diamo alcun titolo di demerito a chi ci ha preceduto, ma nessuno con il cambio continuativo dei Primi ministri e dei ministri degli Esteri riesce a conquistare nel settore internazionale la fiducia, la credibilità, la cordialità, l' amicizia dei suoi interlocutori. la stabilità del Governo — insisto — ha permesso all' Italia quella continuità in politica estera che ci ha resi primi attori nel consesso internazionale, protagonisti ascoltati, affidabili, coerenti, credibili nelle più importanti decisioni. è con la coscienza di aver ricevuto un fardello pesante dal passato, ma di aver lavorato bene, con passione e tenacia, che affrontiamo con impegno e fiducia quest' ultima fase delle legislatura. vi ringrazio.