Rosy BINDI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 63 - seduta del 15-11-2001
Spesa sanitaria
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 63
  • Attività legislativa

signor presidente , signor ministro, onorevoli colleghi , il voto di fiducia di oggi non è un voto qualsiasi: non solo perché si tratta della seconda richiesta di fiducia in meno di un mese, ma perché questa fiducia viene chiesta sulla pelle degli italiani. questo decreto legge sulla spesa sanitaria è, infatti, un provvedimento che incide profondamente sul sistema di garanzie che il nostro paese si è dato per assicurare il diritto alla salute dei cittadini. non possiamo nascondere la nostra preoccupazione. abbiamo cercato un confronto di merito; abbiamo tentato inutilmente di segnalare la pericolosità di alcune scelte; abbiamo chiesto alcune precise modifiche, anche per dare a questo provvedimento quella dignità costituzionale che esso, come sapete bene, non ha. ci siamo trovati di fronte ad un muro. bisognava fare in fretta, senza discutere, senza ragionare. la stessa maggioranza ha subìto il diktat del Governo; l' ordine è stato: approvare a scatola chiusa! perché tanta fretta? a chi giova? e chi ci guadagna? era evidente l' urgenza di togliere dagli impicci qualche amico quando è stato adottato e poi convertito il decreto legge sulle rogatorie; ed era altrettanto evidente la necessità di soccorrere gli evasori fiscali quando analoga operazione è stata ripetuta per il provvedimento sul rientro dei capitali. ma, in questo caso, dov' è l' urgenza di affrontare con un decreto legge i problemi della sanità italiana proprio mentre è in discussione al Senato il disegno di legge finanziaria? il Governo può contare su un' ampia maggioranza: con una differenza a suo favore di quasi cento deputati, potrebbe affrontare con più serietà e rispetto delle regole parlamentari qualunque confronto di merito; invece, siamo inondati da una valanga di decreti legge , ai quali si accompagna la richiesta di fiducia. siamo di fronte ad una concezione della democrazia che, mentre espropria il Parlamento del legittimo e salutare confronto tra opposizione e maggioranza, rende evidente la vocazione dell' Esecutivo a governare senza rispondere dei propri atti. così si calpesta, nei fatti, la Costituzione e si snaturano le regole di formazione delle leggi. così si archivia la ricerca del bene comune , che non è mai affidata esclusivamente ad una parte, neanche a quella che ha vinto le elezioni, ma che, invece, è perseguibile, in democrazia, solo nell' ascolto e nella composizione di una pluralità di interessi, bisogni e punti di vista . si è detto che questo provvedimento recepiva l' accordo tra Stato e regioni dell' 8 agosto scorso; in realtà, le modifiche apportate con il maxiemendamento al Senato non solo introducono la possibilità di smaltire i rifiuti ospedalieri nelle discariche comuni — per cui tutti sapranno a chi dare la colpa se si troveranno, in qualche discarica, resti delle sale operatorie — ma rimettono in discussione la natura stessa di quella intesa. il presidente Ghigo, uomo del Polo che guida la conferenza dei presidenti delle regioni, ha preso le distanze e denunciato un ammanco di quasi 2 mila miliardi. questo decreto legge ha un' altra gravissima lacuna; esso, nato privo di copertura finanziaria, arriva alla Camera con 5-6 mila miliardi in meno rispetto alle somme previste nel cosiddetto patto di stabilità ; 5-6 mila miliardi sottratti al funzionamento dei servizi sanitari regionali, quando invece era stato garantito un adeguamento consistente del fondo sanitario nazionale , con la previsione di chiudere definitivamente il contenzioso con le regioni e responsabilizzarle pienamente sotto il profilo finanziario. del resto, il significato politico che il Governo attribuiva all' intesa con le regioni era quello di un vero e proprio patto di scambio: il Governo assicura finanziamenti ritenuti congrui e, in cambio, lascia le regioni libere di organizzarsi come meglio credono; se poi le risorse non bastano e sono amministrate male, questo sarà un problema dei cittadini, sui quali si scaricheranno nuove tasse, nuovi ticket o tagli delle prestazioni, che con questo decreto legge sono consentite a tutte le regioni che non rispetteranno i tetti di spesa. è la devolution sanitaria già annunciata, non è il federalismo solidale e cooperativo della nuova Costituzione, che gli italiani hanno voluto e scelto con il referendum; è lo spezzatino del servizio sanitario nazionale frantumato in 21 sistemi diversi, in concorrenza tra loro non per migliorare la qualità dei servizi, ma per accaparrarsi le risorse incoraggiando la mobilità dei pazienti. si moltiplicano i viaggi della speranza e, invece di accorciare le distanze tra il nord e il sud, si aumentano le differenze e le disuguaglianze. non è questo il modo di responsabilizzare seriamente le regioni e di riconoscerne l' autonomia anche organizzativa. per mettere le regioni in grado di far fronte ai bisogni dei cittadini è necessario garantire risorse adeguate. è quello che hanno fatto i governi dell' Ulivo, che hanno tenuto sotto controllo la spesa, adeguando il fondo sanitario nazionale alla contestualità tra risorse finanziarie e livelli essenziali di assistenza. tutto questo ora è messo a rischio da un sostanziale disimpegno della responsabilità pubblica nei confronti della salute, della responsabilità nei confronti dei livelli di assistenza farmaceutica, incominciando da quest' ultima. il prontuario nazionale sarà fortemente ridimensionato, avremo meno medicine gratuite, e su tutte torneranno i ticket, non più sulla ricetta (quel ticket che il centrosinistra ha tolto), ma sul costo del farmaco. il ministro Sirchia si dice ottimista e ci accusa di essere catastrofisti; ci dicevano così anche sulle rogatorie ed oggi registriamo la prima scarcerazione in virtù di quella legge. dirà la stessa cosa il ministro Sirchia a quei pazienti che dal 30 novembre potrebbero non avere più gratuitamente i farmaci nella propria regione, mentre in un' altra gli stessi pazienti potrebbero averla gratis? dirà la stessa cosa ai malati che, dal primo dicembre, non potranno più avere le medicine con cui si curano se non pagando di tasca propria la differenza di prezzo rispetto al farmaco che costa meno? dirà la stessa cosa ai medici di famiglia, nei confronti dei quali si rinnovano impegni di restituire la dignità professionale calpestata dai governi del centrosinistra e, contestualmente, li si riduce a prescrittori, non in base ai bisogni di salute, ma in base semplicemente a tetti di spesa? come se non bastasse, con questo decreto legge si prevede la cessione ai privati degli ospedali. infatti, l' ambigua formula delle sperimentazioni gestionali anticipa e prepara il terreno all' emendamento presentato alla finanziaria al Senato sulla vendita dei nostri migliori istituti di cura. le fondazioni che gestiranno queste strutture al posto del servizio pubblico — ci hanno spiegato il vicepresidente Fini e lo stesso ministro Sirchia — assicureranno efficienza e qualità come negli USA, salvo che a Washington, qualche mese fa, è stato chiuso l' ultimo ospedale pubblico della città in cui era possibile farsi curare anche senza avere una carta di credito . lì si chiudono, qui si svendono. non è questa la solidarietà che il nostro Parlamento ha voluto esprimere agli USA qualche settimana fa. ci permettiamo di dubitare dell' ottimismo del Governo, come del resto hanno fatto i medici di famiglia e gli ospedalieri, che hanno già bollato come pessima questa prospettiva di privatizzazione, che mette a rischio, non solo le professionalità e l' autonomia della ricerca scientifica , ma, soprattutto, la possibilità di cura dei cittadini e trasforma il diritto alla salute in un mercato selvaggio. con quali risorse queste fondazioni faranno funzionare gli ospedali, se non con l' introduzione di forme, più o meno esplicite, di assicurazione? con i buoni salute e dunque con una discriminazione dei malati. oppure pensate che i privati investano in sanità per fare beneficenza? e quale sarà il destino degli altri ospedali pubblici che, con questo decreto legge , hanno già subito il taglio di posti letto ? li chiuderete tutti, come ha già minacciato, con piglio centralista, il ministro o li trasformerete in strutture di serie B per i meno abbienti? pensavamo di essere nel XXI secolo ma qui si torna indietro, ad una concezione dello stato sociale che scambia i diritti della persona con la beneficenza o, come ama dire il ministro Tremonti, con la filantropia. onorevoli, assicuriamo che non siamo prevenuti, il decreto legge parla chiaro ed è scritto nero su bianco: da qui ai prossimi mesi si procederà, pezzo dopo pezzo, a demolire i pilastri del nostro sistema sanitario . su questa materia, sull' organizzazione dei sistemi sanitari, sulla concezione della salute, le differenze degli schieramenti politici sono messe alla prova, nell' arco di una legislatura. noi non contestiamo che questa maggioranza, che questo Governo vogliano apportare modifiche alle riforme fatte dal centrosinistra; questo non ci meraviglia e siamo pronti ad un confronto. non ci arrocchiamo sulle nostre scelte e siamo pronti, da seri riformisti, a ricercare sempre cose migliori ma, perdonateci, quello che state facendo non è legittimo perché si procede, per decreto legge e con una serie di provvedimenti amministrativi affidati alle burocrazie delle regioni e dei ministeri, al ridimensionamento del servizio sanitario . non è legittimo affossare un sistema che l' Organizzazione mondiale della sanità colloca al secondo posto nel mondo proprio in virtù della capacità di essere economicamente sostenibile e in grado di garantire a tutti cittadini, uniti in un grande patto di solidarietà, la tutela della salute. le differenze tra di noi non sono tra chi è centralista e chi è federalista, ma tra chi sostiene il servizio sanitario nazionale, capace di assicurare uniformità di assistenza, e chi abbandona le regioni: le più povere all' abbassamento dei livelli di assistenza e le più ricche, consentiteci di dire, alle assicurazioni che pagheranno il consumismo sanitario. per questo motivo non voteremo la fiducia a questo Governo, certi di interpretare la volontà di tutti cittadini, anche di quelli che hanno dato il voto alla Casa delle Libertà , i quali si vedono promettere qualche spicciolo, nella legge finanziaria , con l' aumento delle pensioni e dei sussidi alle famiglie, e si vedono togliere molto di più in termini di assistenza sanitaria con questo decreto legge e con quelli annunciati nella prossima finanziaria.