Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIV Legislatura - Assemblea n. 617 - seduta del 27-04-2005
Sulla inchiesta relativa alla morte del dr. Calipari ed il ferimento della sig.a Sgrena
2005 - Governo III Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 617
  • Comunicazioni del governo

la ringrazio, signor presidente . signor presidente , onorevoli Deputati , ho seguito con attenzione il dibattito di questa mattina e ringrazio tutti gli intervenuti, sia della maggioranza sia dell' opposizione, anche per i toni usati e per la moderazione che ha segnato molti degli interventi, anche dell' opposizione. nel discorso programmatico di ieri, avevo invitato il Parlamento a considerare l' impegno del Governo nella specificità italiana e, insieme, nella specificità internazionale; questo, infatti, è un Governo che opera nella realtà economica, sulla quale può incidere solo in misura limitata, sia nel contesto dei vincoli europei, sia nel contesto di una dinamica globale che nessun paese è in grado, almeno da solo, di condizionare. non è nel potere di questo Governo, come davvero non lo sarebbe in quello di alcun governo, modificare il contesto europeo, soprattutto quel contesto europeo che è sempre stato — sempre — determinante per le performance dell' economia italiana . ancora ieri, la Banca Centrale Europea ha rilevato che la metà dei paesi dell' area dell' euro continuerà a registrare, quest' anno, disavanzi prossimi o pari al 3 per cento del Pil. non si tratta, naturalmente, di consolarci con il « mal comune, mezzo gaudio » ; non si tratta di scaricare l' uno sull' altro le responsabilità di questa ripresa lenta e stentata. si deve, piuttosto, essere realisti e, anziché cadere nel pessimismo, approfittare anche di questa circostanza per rimettere a posto la situazione in casa propria al fine di trovarci nelle migliori condizioni quando ci sarà una ripresa di tutta l' economia europea. in passato, in situazioni analoghe, l' Italia ha potuto contare su svalutazioni competitive; oggi, non è più possibile, non solo per questo Governo ma anche per tutti quelli che verranno. ho invitato a considerare, nello spirito dell' interesse nazionale , questa situazione ed a comprendere le misure che il Governo può adottare in tre direzioni precise: il sostegno alle famiglie, quello alle imprese, il sostegno, infine, al Mezzogiorno. vorrei portare all' attenzione, anche dell' opposizione, un dato che si riferisce al debito pubblico non dell' Italia, bensì dei maggiori nostri partner europei. a tale riguardo — mi consenta l' onorevole Ranieri — , nulla è cambiato nella politica internazionale dell' Italia per quanto riguarda le alleanze europee. i nostri rapporti con Francia e Germania sono ottimi: con la Francia abbiamo appena firmato accordi importanti per il tunnel del Frejus, per l' alta velocità , per il Corridoio numero 5 ; con il Primo Ministro francese ci sentiamo settimanalmente su tanti problemi. di certi nostri provvedimenti ci è stato chiesto anche nel dettaglio; così, ad esempio, quello per il richiamo di capitali esteri nel paese d' origine è stato fatto proprio anche dal governo francese . abbiamo un' intensità e cordialità di rapporti che hanno conosciuto differenziazioni solo per la vicenda dell' Iraq, che tutti conosciamo benissimo. analoghe considerazioni posso fare per il governo tedesco , nonostante sia di estrazione socialdemocratica. anche con il presidente Schroeder vi sono rapporti cordialissimi, non solo sul piano personale, ma anche su quello della collaborazione. in molte battaglie che abbiamo condotto in Europa, siamo stati schierati assieme, così com' è avvenuto nell' ultima, per la rivisitazione dei criteri interpretativi del patto di Maastricht. tornando ai debiti di questi nostri partner, nel 1990 il debito pubblico della Francia era pari al 35 per cento del Pil; ora è pari al 63 per cento , ossia quasi il doppio. il debito pubblico della Germania, nel 1990, era pari al 43 per cento ; ora è pari al 64 per cento : un aumento di un terzo. in Spagna, nello stesso periodo, è passato dal 43 per cento ad oltre il 50 per cento , con un aumento di circa un quinto. in Italia, è passato dal 96 al 106 per cento , dopo il picco del 122 per cento , nel 1997. in Italia, il nostro debito pubblico è, quindi, cresciuto di meno di un decimo. comparativamente, quindi, l' Italia, mentre aveva fatto peggio di tutti gli altri paesi nel periodo 1975-1985, aggravando ulteriormente la sua posizione in vista dell' ingresso nell' euro, ha dovuto invertire la tendenza con una brusca sterzata ed è tuttora impegnata in questa gigantesca operazione di raddrizzamento dei conti pubblici che questo Governo ha mantenuto, pur essendosi venuto a trovare in una congiuntura particolarmente sfavorevole. complessivamente, quindi, abbiamo fatto meglio dei nostri principali partner dell' Eurozona, ma non potevamo annullare l' handicap ereditato dal passato. non ho accennato a questi fatti nel mio intervento di ieri e non ho aggiunto, oggi, questi dettagli allo scopo di trovare scusanti, ma — ieri come oggi — per richiamare tutti, maggioranza ed opposizione, ad una visione complessiva e di lungo periodo della realtà e non ad una visione di parte e di corto periodo. la nostra situazione ci deriva dal passato: è una situazione strutturale. gli interventi di questa mattina hanno, via via, enumerato le cause che ci riguardano: un certo calo di imprenditorialità, la mancanza di grandi imprese , le strutture non innovative di queste grandi imprese ; siamo praticamente privi di grandi imprese private. lasciatemelo dire, signori dell' opposizione, vi è anche il fatto che noi abbiamo un vizio tutto italiano, perché leggendo i giornali degli altri paesi non trovo opposizioni di tali paesi che continuano a predicare ed a sbandierare così tanto pessimismo, catastrofismo e disfattismo. tutto ciò incide sulla volontà di intrapresa degli italiani, sulla volontà di investimento degli imprenditori italiani, sulla volontà di consumo degli italiani. non nego assolutamente — chi lo vuol negare? — che l' incursione dell' euro nei conti delle famiglie italiane ha portato difficoltà per una certa parte delle stesse famiglie italiane a chiudere anche la quarta settimana del mese, ma l' introduzione dell' euro non è certamente qualcosa che si può addebitare a questo Governo! ritorno, quindi, ad un invito che ho rivolto più volte: è inutile che fate gesti che vorrebbero indurmi a non ripetere considerazioni che ho già fatto. le ho già fatte, ma continuo a ripeterle: se voi andate in televisione tutte le sere e dite che l' Italia è un paese che va alla malora...... gli altri finiscono per considerare che è così. tecnicamente, si chiamano, queste vostre profezie, self fullfilling profecies , profezie che finiscono con l' avverarsi per davvero. quindi, io, nella mia vita non priva di successi — penso che almeno questo me lo vorrete accreditare! — non ho mai visto alcuno giungere a buoni risultati partendo da una posizione di pessimismo! e, allora, smettetela, una buona volta, di fare i disfattisti! come Governo... comunque, spero che non vorrete arrivare anche ad imporre al presidente del Consiglio di diventare un pessimista. questo non vi riuscirà certamente! ho il dovere di dirvi che questo Governo ha fatto proprio il disagio, e l' ho dichiarato. siamo qui con un nuovo Governo...... e, quindi, vi è una prova del fatto che abbiamo reagito ad un risultato per le elezioni regionali e amministrative che non è stato favorevole alla maggioranza. c' è da dire che questa maggioranza ha sbagliato ed io per primo: infatti, il presidente del Consiglio , per primo, intendendo essere il presidente del Consiglio di tutti gli italiani, non ha voluto scendere in campo a fare una campagna elettorale . ebbene, nel 2000, quando abbiamo vinto le elezioni regionali , era successo tutto il contrario. e questa volta, mentre i vostri elettori votano per principio (lo avete ricordato in quest' Aula questa mattina), inquadrati, diligenti e disciplinati, i nostri elettori sono più individualisti e, per nostra fortuna, hanno più senso critico. con riferimento alle elezioni per queste regioni, un recente sondaggio ha portato a conoscenza che 92 italiani su cento, interrogati su cosa cambiasse nelle regioni se al Governo delle stesse vi fosse una giunta di destra o di sinistra, non hanno saputo indicare una differenza. il 92 per cento degli italiani ha detto di non sapere quali fossero i servizi erogati loro dalle regioni. credo che questo voto, di cui abbiamo colto... signor presidente , si preoccupi per loro e non per me, perché io al clima degli stadi ci sono abituato! sento il dovere di dire che abbiamo colto il disagio. sappiamo che le condizioni dell' economia sono difficili ed abbiamo individuato tre direzioni su cui concentrare la nostra azione. tuttavia, vorrei con altrettanta precisione dire che non riteniamo assolutamente superato il nostro piano di Governo del 2001 e che — come, invece, qualcuno ha affermato (vero, onorevole Cossutta?) — noi vogliamo rispettare tutti gli impegni che abbiamo assunto con gli elettori attraverso il contratto con gli italiani. e lavoreremo, in questo periodo di oltre un anno di Governo, per arrivare alla fine della legislatura avendo rispettato tutti, tutti i nostri impegni, nessuno escluso! ad essi si aggiungono questi nuovi impegni per la legislatura: un supporto più incisivo al sud, un' attenzione più incisiva al valore d' acquisto delle famiglie, un supporto deciso, anche attraverso l' intervento sull' Irap, per le nostre imprese. ho il dovere di dire che noi proseguiremo lungo la strada che abbiamo intrapreso! in questo senso deve essere inteso l' auspicio che ho rivolto alla maggioranza di consolidare in una nuova forma aggregativa le sue forze, non per definire dall' alto nuovi equilibri di forza, ma per consolidare dal basso l' impegno comune per questa modernizzazione dell' Italia. il nostro perseverare non è una fuga in avanti, ma è un progetto nell' interesse dell' Italia, anche a lungo termine , perché noi della Casa delle Libertà abbiamo un progetto: un' Italia moderna nelle sue istituzioni, nella sua economia e nel suo modo di essere comunità nazionale. abbiamo un anno di tempo per incidere sui settori più in difficoltà del nostro paese e lo faremo con questa serie di provvedimenti che ci impegnamo ad adottare con ritmo serrato. ribadisco, tuttavia, che quest' ultimo anno di legislatura per segue gli obiettivi strategici delineati nel 2001, aggiornati con il realismo necessario per le condizioni nuove, in massima misura indipendenti da noi, che sono venute a concretizzarsi. infine, mi rivolgo alle parti sociali , che sono quelle che danno sostanza alla produzione. non determiniamo noi l' andamento dell' economia, né nel Governo né all' interno del Parlamento, ma lo determinano 57 milioni di italiani con le loro decisioni di acquisto e di investimento e i milioni di imprenditori di cui siamo ricchi. le parti sociali devono assumersi le loro responsabilità con coraggio: quando si tratta di investire e di innovare, lo devono fare in ogni angolo d' Italia e devono misurarsi in ogni angolo del mondo quando si tratta di dare certezza attraverso il rinnovo di contratti che, per essere solidi, devono essere realistici. il Governo appoggerà tutte le iniziative e le soluzioni realistiche, ma non può sostituirsi alle parti sociali né mettere in campo le risorse che sono il risultato dell' industriosa attività quotidiana di tutti. per ciò che può controllare direttamente, cioè la Pubblica Amministrazione , non solo il Governo chiede ad essa la piena collaborazione, ma la sollecita a contribuire al contenimento degli sprechi...... perché — anche in questo siamo leali esecutori delle direttive europee — l' obiettivo della riduzione della spesa pubblica non è solo parte del risanamento generale della finanza pubblica , ma è elemento portante del nostro obiettivo di arrivare ad uno Stato più leggero e, quindi, meno gravoso sul piano fiscale e più efficiente. la competitività del sistema italia dipende anche da questo. quindi, ci accingiamo ad un lavoro di oltre un anno. si tratta di un lavoro in cui confido e che porterà a degli ottimi risultati. credo che, orgogliosi di questi risultati, anche con un linguaggio aderente alle difficoltà della realtà economica, potremo di nuovo andare dagli italiani e chiedere loro un rinnovamento della loro fiducia. agli amici della sinistra direi di non farsi troppe illusioni sul fatto di avere già la vittoria in tasca, perché vedete, signori della sinistra, gli italiani hanno tanto buon senso e sanno bene che c' è un' egemonia culturale vostra da decenni, sanno bene che voi dominate nelle scuole, nelle università, tra i giornalisti televisivi, sui giornali, nella magistratura, nelle procure, nella Corte costituzionale (undici a quattro), e mi fermo qui! quindi, non vorranno dare a voi anche il Governo e la maggioranza parlamentare . sono troppo saggi e sanno benissimo che non ci sarebbe più una piena democrazia, ma avremmo una democrazia minore. è anche per questo, perché siamo sicuri che gli italiani non vorranno dare tutto nelle mani della sinistra che noi ci accingiamo ad un anno straordinario per una vittoria finale, tra un anno, come abbiamo vinto nel 2000... tanti auguri! vi chiedo la fiducia!