Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 6 - seduta del 21-06-2001
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 6
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signore e signori deputati, noi prendiamo sul serio il Governo dell' onorevole Berlusconi. signor presidente del Consiglio , non vi faremo il regalo e lo sgarbo insieme di un atteggiamento inconsapevole della sfida o irridente verso qualche vostro tic. non ci accaniremo su presunte sgrammaticature come la mia o su gaffe presunte o reali. per vincere una sfida bisogna avere coscienza della forza dell' avversario. è buona regola non sottovalutarlo. del resto, non siamo interessati ad un' opposizione elitaria, ad un' opposizione culturalmente aristocratica. puntiamo a realizzare un' opposizione di popolo per costruire un' alternativa. non ce l' abbiamo con voi, politicamente si intende, per ragioni estetiche o di potere. siamo contrari ad ogni concentrazione di potere, la vostra come quella di altri. siamo contro la vostra maggioranza per ragioni di sostanza, per interessi sociali che vogliamo rappresentare diversi da quelli che voi rappresentate, per un' idea di società diversa dalla vostra. vi prendiamo sul serio perché seria è la sfida della società che investe il futuro dell' Italia, perché serie sono le conseguenze che la vostra politica potrà determinare sul paese, perché seri sono i problemi della costruzione della nostra alternativa. voi siete forti ma non irresistibili. siete forti, avete dato voce all' antipolitica, avete conquistato anche attraverso ciò un consenso, l' avete convertito in una politica della classe dirigente del paese. avete dato vita ad un Governo borghese. non è un' invettiva, ma un' analisi scientifica. l' avete inserito in un sistema di poteri forti di un Governo oligarchico del mondo. sono questi i due assi centrali della vostra coalizione. avete ricostruito l' unità della borghesia ed è la prima volta che accade dopo il 1960, quando nacque il centrosinistra dell' onorevole Fanfani, di Moro e di Nenni. avete ricostruito l' unità della borghesia accompagnando l' ascesa dell' impresa e dell' imprenditorialità più aggressiva ed emergente sul nuovo ciclo dello sviluppo economico postfordista, fino a vedere la vittoria nella Confindustria delle forze, rappresentate in D'Amato , più simili alla Confindustria del MEDEF francese che non a quelle della tradizione italiana. avevamo visto bene quando dicevamo che la vittoria di D'Amato non era quella dell' industria del sud; era invece quella di una propensione liberista forte che voi avete raccolto, con cui avete dialogato, avendo proposto una controriforma liberista del paese. avete guadagnato un consenso. a questo consenso si è aggiunto quello della grande impresa internazionalista, quella delle grandi famiglie italiane, che si è convertita, ha cambiato alleanze politiche, non solo per la ragione, pur sempre esistente, di correre in soccorso al vincitore né semplicemente per la vecchia propensione confindustriale, quella di Costa, di avere amico ogni governo, ma perché quell' industria ha vissuto il cambiamento di fase dell' economia, ha capito che al posto del risanamento vi era il tempo della competitività e ha scelto la frusta. voi avete raggiunto un consenso che oggi vi viene espresso in sintonia con la Banca Centrale , il consenso pieno della Confindustria, persino di settori che non vi erano vicini. ho sentito Tronchetti Provera persino emozionato nel dire di essersi riconosciuto totalmente. la grande impresa ha consentito una collocazione internazionale della vostra coalizione che si esprime anche autorevolmente nel ministro degli Esteri in un asse con gli USA. voi parlate di continuità del rapporto con l' Europa e di amicizia particolare con gli USA. delle due, l' una. insieme non resistono. l' Europa è troppo fragile. il suo deficit democratico è troppo netto, la sua inconsistenza strategica è troppo ampia. se ci mettete sopra il peso degli USA, l' Europa diventa una provincia atlantica che insegue quel modello sociale. voi non potreste sottoscrivere, signor presidente del Consiglio , la prima parte del discorso di Jospin con cui il capo del governo francese ha motivato la sua adesione all' Europa, ma non potreste neppure sottoscrivere l' opposizione di Chirac allo scudo stellare degli USA. questo è il Governo della competitività e della globalizzazione. è bene per voi e male per noi. dovete farlo e lo fate mostrando così la vostra forza, ma nascondendo la vostra debolezza. voi siete costretti a nascondere il lato oscuro di questa modernizzazione: i drammi, le tragedie, le crisi sociali, la crisi della coesistenza sociale che questa produce. persino le parole prendono questa forma: ieri era flessibilità. lo ricordava il nostro capogruppo Giordano nell' intervento di ieri: mentre lei parlava, signor presidente del Consiglio , cinque persone morivano sul lavoro in Italia. non voglio fare demagogia. l' aumento degli infortuni sul lavoro è l' altra faccia della flessibilità; la precarietà e il lavoro degradato sono la realizzazione concreta di questo termine. così ora parlate di sussidiarietà, di una modernizzazione che investe direttamente l' organizzazione dello Stato; in realtà, essa si traduce in privatizzazione. là dove c' era lo Stato universale e il diritto universale , come quasi una variabile indipendente, voi la volete ridurre alla compatibilità con il mercato e con il profitto. così nella sanità si apre una strada per trasformare la salute in merce, l' attività di cura in una impresa. il modello lo conosciamo: è quello del ricchissimo paese degli USA, dove 45 milioni di persone sono senza l' assistenza sanitaria . nella scuola oggi siamo di fronte ad una crisi profonda, ad una vera e propria selezione di classe, che le tasse scolastiche e i costi della formazione hanno prodotto. in Piemonte il 70 per cento dei giovani studenti si ferma alle scuole elementari e alle medie; con la vostra proposta anche quel 30 per cento che superasse questo ostacolo si troverebbe di fuori ad una scuola che se ricca è buona, se povera è cattiva e non ti dà neppure l' ingresso nel mercato del lavoro . le parole nascondono realtà pesanti: la modernizzazione ha aggravato le diseguaglianze, produce incertezza nel lavoro e nella vita delle persone, una crisi sociale profonda. voi avete vinto la battaglia per chi è più adatto a governare questa modernizzazione; in realtà, il terreno dello scontro era sbagliato, dal momento che questa modernizzazione è produttrice di ingiustizie, di aggravamenti degli squilibri, di arretramenti pesanti nella condizione sociale. vorrei dire agli amici del centrosinistra: attenzione a non riproporre con questa maggioranza la competizione su questo terreno. addirittura i vostri amici di ieri, come Agnelli, potrebbero diventare la punta della lancia di questo schieramento per chiedere più liberismo, più contrazione della spesa sociale, più liberalizzazione del mercato del lavoro . in realtà, questa maggioranza può perdere per i suoi punti di debolezza: nell' economia, nella società, nella realtà civile. nell' economia, la crisi si affaccia. i segnali di recessione sono evidenti: la Bundesbank ha parlato di una possibile recessione. voi come l' affrontate? affidandovi alla locomotiva americana, essendo incapaci di alimentare la domanda in Italia e in Europa? la vostra è una politica che esclude, che esclude strati sociali, cittadinanze, persone. signor presidente del Consiglio , lei ha cercato oggi di rimediare, ma la parola Mezzogiorno non la poteva usare perché non è presente: infatti, il Mezzogiorno necessita di un progetto, di collocazione geopolitica, di un rapporto diverso con il sud del mondo. neoliberismo e questione meridionale sono una contraddizione in termini. in ogni caso, l' esclusione e l' accelerazione liberista aggravano la crisi sociale, ma attenzione, noi tutti siamo già oltre la tregua sociale, la tregua imposta, la pace sociale subita. si è rovesciata la condizione del 1996: allora vinse l' alleanza fra il centrosinistra e noi nella politica, ma perdemmo nella società; oggi la situazione è rovesciata: voi vincete nella politica, ma nella società c' è un disgelo, a partire dal lavoro, questa classica questione che fa parlare persino di « ritorno della classe operaia » . si capisce questo termine? sì, il ritorno. in questi momenti, il più importante sindacato italiano, la Fiom, sta decidendo lo sciopero generale della categoria. non c' è un attacco a questo Governo, è la difesa di un aumento di 135 mila lire lorde al mese, che questa Confindustria vuole impedire e che la vostra politica non è in grado di assecondare e di accogliere. questo sciopero cambierà tanta parte della vicenda di questo paese, aprendo una diversa stagione di cui già parla il movimento che guarda a Genova. a Genova, signor presidente del Consiglio , vi è un Governo illegittimo, quello del G8: ripeto, un Governo illegittimo. noi non ci proponiamo di impedirne fisicamente la riunione, ma quel Governo è privo di sovranità e di legittimazione democratica; quel Governo si sperimenta su una globalizzazione che non solo noi, ma anche voci autorevolissime dicono essere inaccettabile. oggi un cardinale, Silvano Piovanelli, ha scritto: « è vero: la miseria è stata sempre presente nel mondo. ma oggi una nuova barbarie si affaccia alle porte, guidata dal potere mondiale e anonimo della grande finanza e da uno sviluppo biotecnologico posto al servizio solo o quasi degli interessi materiali » . se il G8 vuole imporre un mondo unico, dove domina l' unica ideologia del denaro o dei corpi, allora, per fedeltà al Vangelo, ci mettiamo dalla parte delle « tute bianche » e diciamo: « no al G8! » . saremo in tanti a dire no a questo G8! non lo fermerà l' incapacità a capire... ho finito, signor presidente . voi avete aperto, su questo terreno, un dialogo che trovo interessante. io sono dalla parte opposta alla vostra, ma sono per il dialogo, perché si possa manifestare. è un diritto scritto nella Costituzione, ma, ad oggi, signor presidente del Consiglio , questo diritto non c' è: non so se potrò scendere alla stazione di Brignole, non so se potrò alloggiare nel centro storico di Genova; i manifestanti non sanno se potranno arrivare in quella città e se potranno accedere — come è loro diritto — al centro storico . questo impedimento sarebbe una grave lesione democratica. in ogni caso... per il G8 parlano di un' alternativa che è cominciata. la nostra opposizione lavorerà perché diventi forte.