Pier Luigi BERSANI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 6 - seduta del 21-06-2001
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 6
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il presidente Berlusconi ci insegna mirabilmente che le parole sono magiche, compongono tutto, sono rotonde; invece, le cose sono certamente più fastidiose, e prima o poi bisognerà prendersi questo fastidio. noi aspettiamo il Governo lì dove cominciano le cose, e, come diceva qualche collega, siamo un' opposizione che non ha fretta. abbiamo tutta la serenità, alla quale ci ha richiamato il presidente Berlusconi, ma abbiamo anche la forza e faremo la nostra opposizione con forza. quale forza? per farsene un' idea si può forse fare riferimento a quella che avemmo giusto cinque anni fa, quando ci trovammo di fronte, per dirla con un eufemismo gentile « ad un baratro vero » , non finto, ad una emergenza strategica per il nostro paese, che si riassumeva nella parola euro e in qualche terribile numeretto, così piccolo e così lontano. in quella circostanza fummo lasciati soli e fummo attaccati in ogni modo, in ogni luogo e con ogni mezzo; quest' Aula era piena di strepiti, per dirla con una frase aulica, arditamente metaforica del collega Micheli, « volavano i broccoli » ; altro che serenità, luna di miele , professor Colletti! noi allora non ci mettemmo a piagnucolare, a cercare pretesti, ma abbiamo governato! voi ancora non avete cominciato e già cercate pretesti. questa storia del buco di bilancio è andata oltre la decenza: con quale coraggio potete lamentarvi dell' eredità dei conti pubblici che avete ricevuto? vi chiedo: con quale degli ultimi venti anni vorreste fare cambio ed ereditare in termini di conti pubblici. allora, invece di cercare alibi ed allestire apparati propagandistici, anche con l' aiuto di Confindustria, la quale in questi giorni mostra un servilismo del quale non la credevo francamente capace, mettetevi a lavorare....... accelerate la dismissione degli immobili, controllate con le regioni l' andamento della sanità, osservate la problematica congiuntura internazionale. forse pensate che in questi anni noi non abbiamo avuto problemi da monitorare in corso d' opera, oppure pensate che con il vostro arrivo non piova più e vi sia sempre il sole? attenzione, questo gioco del buco di bilancio è andato oltre la correttezza! se avete altri conti, ce li portate, ma certificati dalla Ragioneria dello Stato con allegato quello che voi state facendo per tenere la barra dei conti pubblici, perché non so se vi sia chiaro: tocca a voi e noi vi chiediamo di tenere la barra dei conti pubblici. aspettiamo anche misure concrete in economia. intanto, vorremmo vedere con quali argomenti liberali motiverete — se lo farete — la scelta dell' abolizione della tassa di successione (tra l' altro già abolita per il 90 per cento degli italiani) e vorremmo anche capire — siamo pronti a discuterne — la logica e la forma di politiche straordinarie a sostegno degli investimenti. sono certo che non vi farete ingannare dalla vostra stessa propaganda — almeno lo speriamo — e che vi è chiaro che il nostro tasso di crescita , che nel 1998 era la metà di quello europeo, si sta allineando e sarà allineato nei prossimi mesi a quello europeo, che certamente nell' insieme non sarà brillantissimo. sono altresì certo che vi è chiaro che gli investimenti hanno contribuito a quel risultato, con tassi di crescita attorno al 6-7 per cento annuo, che la produzione di macchine utensili è cresciuta nel 2000 del 17,6 per cento e che, in un clima oggi più problematico, al solo annuncio della legge Tremonti-bis gli ordini nazionali si sono ridotti nei primi mesi dell' anno del 17 per cento . vi è chiaro anche che, se vi fosse un picco all' insù — non so se ciò possa avvenire — , noi compreremmo macchine tedesche e giapponesi, non essendo la nostra produzione abbastanza elastica. così come si è visto qualche anno fa, dopo un picco del genere, vi fu un crollo negli investimenti nell' anno successivo. e, ancora, la copertura. quale copertura? non penserete, come si legge sui giornali, di coprire una spesa certa con un' entrata ipotetica? condono! intanto, se si tratta di condono, chiamiamolo così e non emersione, in quanto l' emersione è qualcosa di ben più complicato. come vedete, siamo vincolati dalle congiunture. magari ci smentirete, ma queste affermazioni non sono dirette a creare pregiudizi; giudicheremo le proposte. tutto ciò solo per ricordare che, comunque, le cose hanno gli spigoli. abbiamo un' impressione (speriamo di sbagliarci), vale a dire che voi vi predisponiate, oggi, a mangiare l' uovo e la gallina; a mangiare oggi le risorse di domani, a mangiare oggi la legalità di domani. se vogliamo incoraggiare l' economia — e vogliamo farlo anche noi — , dobbiamo migliorare la sua fisiologia, con pazienza, non attraverso meccanismi stop and go . dare più acqua non vuol dire cercare l' acquazzone, se non in fasi congiunturali che precisamente lo pretendono. comunque, avrete anche le nostre proposte da discutere a questo proposito. avete indicato le infrastrutture quale chiave di rilancio: anche noi ci teniamo e ci abbiamo lavorato, dopo molti anni di semiparalisi delle stesse. magari, voi non siete convinti che noi ci abbiamo lavorato, è legittimo. ho sentito le critiche secondo le quali non avremmo fatto nulla. benissimo, facciamo una cosa simpatica e bipartisan: creiamo un osservatorio sulle inaugurazioni di opere pubbliche nei prossimi cinque anni, con i dati essenziali, le autorizzazioni, le progettazioni e i finanziamenti. mettiamoci in condizione di misurare reciprocamente i fatti e non le parole. se siete d' accordo, bene; altrimenti lo faremo certamente noi, in quanto ci teniamo alle infrastrutture, ma abbiamo anche affermato: non solo infrastrutture. abbiamo evidenziato che uno dei più gravi guai del paese è stato quello di ridurre la logistica alla mobilità, la mobilità all' infrastruttura e l' infrastruttura all' opera pubblica, mettendo la logistica al servizio dei costruttori e non i costruttori al servizio della logistica. questa distorsione ci ha portato ad avere molte chiacchiere, progetti a tonnellate, soldi a palate , dandoci — alla fine — infrastrutture zero, logistica zero, un sistema di imprese pubbliche e private asfittico e protetto. per tale motivo abbiamo cambiato ottica: abbiamo cominciato a parlare dei protagonisti industriali e sociali, delle nuove regole, di liberalizzazioni, una parola quest' ultima assente dalla relazione della presidente Berlusconi. per questo abbiamo approvato il Piano generale dei trasporti , del quale il presidente Berlusconi non ha parlato, anche se lo ha saccheggiato ampiamente in campagna elettorale . ha parlato di un suo piano decennale — che forse troveremo, anche questo, su Internet — , che immagino come un elenco di opere. è questo il cambiamento, la grande novità? il Governo afferma che la novità è costituita dalle nuove regole che vengono introdotte. benissimo, ci teniamo anche noi, siamo interessati; ne abbiamo introdotte recentissimamente di nuove ed importanti, ma sono certo che non verrete meno alla parola data a questo proposito e che presenterete (Berlusconi, Fini, Bossi) quel progetto, il progetto di leggi-obiettivo, mentre autorizzazioni zero; dunque, proprio quel progetto con cui avete condotto la campagna elettorale . perché se, adesso che siete al Governo, vi sembrerà che quel progetto abbia qualche difettuccio — per dirlo più chiaramente, che non stia né in cielo né in terra — ce lo dovete dire voi. per favore, non possiamo fare tutte le fatiche noi! se non va bene , adesso ce lo dite voi! infine, signor presidente , credo che gran parte di questo dibattito sia ruotato intorno ad una parola molto rotonda: sussidiarietà. ci teniamo! al nostro orecchio, essa suona come cooperazione razionale ed efficiente per il bene comune . abbiamo sentito la parola di Rosy Bindi, abbiamo sentito la parola di Livia Turco, di tanti altri interventi; a poco a poco, sulle vostre labbra, questa parola ci sembra stia diventando un cavallo di Troia per portare il classismo dentro le mura delle politiche sociali , della sanità e dell' istruzione. cerchiamo di capirci, perché su questo non si scherzerà: dire che il territorio deve prendersi la sua responsabilità in termini di sanità ed istruzione, come è giusto, non significa dire che in un territorio c' è il modello sanitario e scolastico americano ed in un altro c' è quello francese; dire, come è giusto, che l' offerta di servizi può essere di natura pubblica, privata o di privato sociale non significa dire che l' offerta è libera, indiscriminata, concorrenziale e che, quindi, con il crescere inevitabile della domanda, la copertura pubblica si restringe a poche prestazioni o a poche figure sociali. no. dev' essere chiaro che, di fronte ai bisogni fondamentali, gli uomini per noi sono uguali, poveri o ricchi che siano, che la sussidiarietà è al servizio dell' universalismo e che il federalismo e la sussidiarietà non possono essere le foglie di fico di politiche censitarie e classiste. la Casa delle Libertà dà l' impressione di ricordarsi del mercato solo nel sociale; in economia uno sguardo benevolo verso le imperfezioni del mercato non manca mai: le corporazioni da proteggere, le concessioni di beni pubblici da tutelare, le rendite di posizione, i conflitti d' interesse . qui, gli USA non vanno bene. gli USA vanno bene un po' in politica estera e molto nelle politiche sociali . è troppo facile essere liberisti a metà, troppo facile farsi le libertà su misura, le libertà fatte in casa! ho concluso. il senso generale della nostra opposizione sarà ripreso da Rutelli, dal collega Fassino. io vi dico solo questo: sarà un' opposizione da gente di Governo, non vi è dubbio su questo: lavoreremo per il meglio, non per il peggio, ma sarà un' opposizione forte. e voi sapete già dove potete trovarci. noi lavoreremo perché continui quel cambiamento, non annunciato, ma vero, che è cominciato in questi anni; un cambiamento che ha avuto una direzione di marcia e deve ancora avere una direzione di marcia : un mercato riformato, più moderno, più aperto, più regolato, concorrenziale, ricco di protagonisti economici e sociali, tutti con la loro dignità, dove non comanda uno solo o poche corporazioni, ma dove tutti sono in piedi, tutti hanno i loro diritti da far valere, ed una società più coesa, che preservi e rilanci un principio di uguaglianza, di uguale dignità dei cittadini di fronte ai bisogni fondamentali, di fronte ai diritti sociali. questi sono gli indirizzi ai quali ci troverete sempre.