Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIV Legislatura - Assemblea n. 57 - seduta del 07-11-2001
Sull'impiego di contingenti militari italiani all'estero in relazione alla crisi internazionale in atto
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 57
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il Parlamento della Repubblica ha già dato in passato e darà oggi, con un voto che tutti speriamo sia il più vasto possibile, una prova di maturità e di intelligenza politica, una prova — direi — di devozione all' interesse nazionale . il ministro Martino, a nome di tutto il Governo, ha illustrato i termini dell' intervento militare italiano nell' azione di contrasto al terrorismo internazionale. la nostra disponibilità ad un impegno diretto e sostanziale nasce prima di tutto da una valutazione della crisi mondiale aperta dalle stragi dell' 11 settembre. un paese come l' Italia, che ripudia la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali, è tenuto oggi a dare il suo contributo allo sradicamento del terrorismo e al raggiungimento di una pace nella giustizia. dobbiamo vincere la battaglia contro il partito della guerra e della violenza sugli innocenti, dobbiamo fare la nostra parte nella coalizione mondiale che si batte per lo smantellamento delle reti del terrore. dalla fine della guerra fredda , dal giorno della caduta del muro di Berlino , siamo diventati tutti più direttamente responsabili delle scelte che riguardano il futuro della sicurezza collettiva, la tutela della nostra capacità di vivere e di agire da uomini liberi nel teatro di un mondo sempre più interdipendente. l' amicizia verso gli USA e la fedeltà alla nostra autonoma scelta di stare in Europa e nelle alleanze internazionali che abbiamo sottoscritto sono cause più che sufficienti per costruire un vasto consenso nazionale intorno allo sforzo che le nostre forze armate sono chiamate a sostenere. con un voto senza enfasi retorica ma anche senza ambiguità, il Parlamento si metterà in sintonia con il paese, con le ragioni e le sensibilità della larga, larghissima maggioranza degli italiani. è già successo in passato, a parti rovesciate, come sempre deve avvenire in una matura democrazia dell' alternanza. il Governo terrà nel giusto conto le preoccupazioni degli organismi internazionali sui possibili sviluppi futuri di una crisi umanitaria, quella dell' Afghanistan, che nasce dalle condizioni di miseria e di asservimento in cui un intero popolo è stato tenuto, ed è tenuto, dalla spietata dittatura di integralisti fanatici. già oggi l' Italia è tra i paesi che, con rigore, senza indebolire mai le ragioni strategiche dell' intervento contro il terrorismo, assolvono il loro ruolo nel tentativo di alleviare le sofferenze dei civili e di tutti gli innocenti che sono tra le prime vittime delle situazioni di crisi, ma chiediamo che, anche su questo tema, tutti adottino un comportamento razionale nel rispetto dei fatti e della verità, senza divisioni e diversioni sul cuore del problema. l' impegno diplomatico per rafforzare la coalizione mondiale e per demolire la falsa e propagandistica immagine di uno scontro tra civiltà continuerà sotto la guida esperta del ministro Ruggiero. anche in questo, nel concerto europeo, l' Italia saprà fare, e farà, la sua parte, con un solo linguaggio e con tutta la determinazione necessaria a ridurre, per quanto possibile, i danni conseguenti alla crisi, nella preoccupazione costante di aprire la strada ad un mondo in cui si riducano, progressivamente, gli squilibri e le distorsioni che rendono così difficile il mantenimento di un ordine di pace. abbiamo già fatto tutto ciò che era nei nostri poteri e nei nostri doveri, continueremo a farlo, ed è inutile ricordare la nostra azione diplomatica e politica, da noi svolta in tutte le sedi, per dare un contributo fattivo, concreto, alla soluzione della crisi in Medio Oriente . è una iniziativa, la nostra, che ha già trovato accoglienza nell' ultimo Consiglio europeo e che, sempre più, trova concordi gli interlocutori ai cui viene presentata. anche per la pace in Medio Oriente , anche nell' incontro dell' altra sera a Londra, questa nostra iniziativa è entrata a far parte di quel metodo di componimento del conflitto su cui i paesi europei sono in accordo e che, con i propri leader, presenteranno al presidente Bush, affinché si possa dare vita ad un tavolo triangolare a cui siedano i contendenti e a cui sieda l' Europa con gli USA e la Russia. per far sì che si possa trovare quella tregua che troppe volte si è cercata e mai si è trovata, servirà, proprio, garantire un intervento economico di capitali pubblici e anche privati, e di capacità imprenditoriale privata per aumentare il livello di vita del popolo palestinese . questo, forse, sarà ciò che potrà convincere Arafat e i suoi ad accettare delle condizioni che non avevano accettato quando Israele le propose attraverso il presidente Barak. dal punto di vista di Israele, credo che sarà anche importante una pressione forte che possa avere qualche risvolto su temi economici, affinché anche Israele si convinca che, nel suo interesse e di tutto il Medio Oriente , e infine, di tutto il mondo, si possa trovare questa tregua, che diventerà pace duratura soltanto se si potrà anche cambiare il tenore di vita delle popolazioni palestinesi. vorrei approfittare per ricordare qualcosa di cui noi italiani dovremmo, tutti, avere orgoglio ed è che, in questo momento, l' Italia è presente sulla scena internazionale con forza propositiva. già a partire dal G8 di Genova, eravamo riusciti a consolidare — il merito non è soltanto di questo Governo ma anche di quello che ci ha preceduti — quel forte aiuto, che arriva oggi a quasi quattromila miliardi di lire , per combattere l' epidemia dell' AIDS. sempre nell' ambito del G8, ci fu un' altra situazione importante che prospettava un partenariato con la nascente Unione africana ; questo progetto sta continuando attraverso una molteplicità di contatti tra i paesi del G8 e i paesi dell' Africa. oltre a ciò, portammo avanti anche un' altra proposta, consistente nella predisposizione di un sistema che riguardi l' amministrazione statuale, un sistema completamente informatizzato e digitalizzato da offrire a quei paesi che intendessero compiere un salto di decenni sulla strada della modernità al fine di rendere finalmente i loro bilanci facili alla lettura e trasparenti e al fine di facilitare per questa via le possibilità di aiuto da parte delle istituzioni finanziarie internazionali. questo lavoro è stato sviluppato, ed il ministro preposto al rinnovamento della nostra amministrazione sta lavorando con una task force che appronterà, per il prossimo vertice del G8, tale sistema informatico, che non riguarderà soltanto l' amministrazione dello Stato , ma anche i sistemi giudiziari , scolastici e sanitari di quei paesi. questo sistema potrebbe essere offerto, in una prima fase, a quei paesi che decidessero autonomamente di adottarlo (e questi potrebbero anche approfittare dell' assistenza che gli Stati del G8 si impegnerebbero ad offrire) e, in una seconda fase, potrebbe divenire la regola per i paesi che chiedessero aiuti internazionali. in una terza fase si potrebbe addirittura arrivare a stipulare patti di partenariato tra i singoli paesi più industrializzati e singoli altri paesi (per l' Italia pensavamo ad esempio all' Albania, alla Macedonia, alla Tunisia, all' Eritrea, tutti paesi con cui abbiamo avuto in passato dei rapporti e che quindi conosciamo meglio di altri) e, attraverso un aumento di ciò che i singoli Stati si impegnano a dare come contributo per i paesi in via di sviluppo (contributo che ricordo oggi è fermo allo 0,13 per cento e che potrebbe essere portato all' 1 per cento del nostro prodotto interno lordo ), concentrare la nostra contribuzione su fatti singoli e concreti, come la realizzazione di strade, reti idriche, scuole, ospedali ed università. in questo modo, le popolazioni degli Stati più industrializzati sarebbero portate a dare, mentre oggi troppo spesso ci si nasconde dietro un alibi da molti condiviso, cioè quello per cui gli aiuti internazionali non andrebbero veramente a beneficio delle popolazioni che li dovrebbero ricevere, ma si fermerebbero a beneficio dell' élite che li governa, il che porterebbe qualche volta a trovare traccia di tali soldi in conti svizzeri o, addirittura, in transazioni per l' acquisto di armi da impiegare per fare guerra ai vicini. queste sono le iniziative che l' Italia ha sviluppato e che sta sviluppando nella diplomazia e nei rapporti politici internazionali, credo con un ruolo propositivo che gli altri paesi dimostrano di apprezzare. ritorniamo al voto che siamo chiamati ad esprimere. naturalmente, non possiamo che ricordarci che la coscienza dei parlamentari è sempre libera. il diritto al dissenso in una libera democrazia non si sospende mai. il Governo è comunque orgoglioso del lavoro svolto per attrezzare nel modo migliore il paese di fronte ad avvenimenti drammatici e gravi che richiederanno pazienza, spirito di sacrificio ed un tempo ad oggi indeterminato per conseguire l' obiettivo di una pace giusta. il Governo auspica che la coscienza libera e la ragione politica ispirino un voto ed un impegno di unità nazionale a tutte le forze che fanno riferimento agli ideali costituzionali di libertà e di pace nel nostro paese. il Governo auspica che la solidarietà appassionata degli italiani alle forze impegnate sul campo si esprima in piena libertà in ogni parte del paese. i professionisti delle nostre forze armate , che sono uomini come noi, hanno ed avranno bisogno anche di questo. do la parola al ministro Martino per la replica alle osservazioni, anche tecniche, emerse nel corso del dibattito.