Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 490 - seduta del 14-07-2004
Informativa urgente del Governo conseguente alle dimissioni del ministro dell´economia e delle finanze
2004 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 490
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signore e signori deputati, noi pensiamo che sia una crisi di fondo quella che ha investito questa maggioranza e questo Governo, la conseguenza del fallimento di un vero e proprio progetto politico, che ha generato, prima ancora che una crisi del sistema delle alleanze (politiche e sociali), che pure vediamo, una crisi del blocco sociale di riferimento di questa maggioranza. questa maggioranza può anche rattoppare le sue lacerazioni in quest' Aula, ma già in un' Aula qui vicino, come nel caso della discussione svolta presso la commissione parlamentare per l' indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, la cosa risulta più difficile. sarà ancor più difficile di fronte ai problemi del paese, ognuno dei quali si pone, ormai, come un ostacolo da scavalcare per questa maggioranza, che invece vi inciampa regolarmente. c' è una radice di questa vostra crisi molto importante, anche culturalmente: è che voi non vedete il paese reale , non potete vederlo. non vedete la crisi sociale che attraversa il paese; non vedete la crisi della coesione sociale del paese che, negata, si vendica facendovi perdere consenso elettorale e vedendo aumentare i conflitti sociali, le opposizioni, i movimenti e le proteste. non vedete: siete costretti a non vedere, perché, altrimenti, dovreste riconoscere che il vostro progetto è fallito. ma se voi conduceste l' inchiesta sul paese, vedreste allora lo stato reale del popolo e dell' Italia; vedreste le sofferenze diffuse, il disagio e la precarietà che, dalle nuove generazioni, ha investito la condizione prevalente delle popolazioni; vedreste le vecchie e le nuove povertà, e vedreste come pesa la perdita di senso di un' intera collettività nazionale. la fatica ad arrivare alla fine del mese è diventata, oltre che una condizione vissuta, un senso comune con cui il paese, ordinariamente, descrive la propria condizione. è in primo luogo, certo, una condizione di potere d'acquisto , della caduta del potere d'acquisto dei salari, degli stipendi e delle pensioni, di una redistribuzione del reddito che in pochi anni, signor presidente del Consiglio , ha spostato 8-9 punti percentuali del prodotto interno lordo dal monte salari , stipendi e pensioni al profitto ed alla rendita, e che ha attribuito all' Italia — assieme a un solo altro paese in Europa — il record negativo di aver visto contratti i redditi — non solo del lavoro dipendente , ma di tutti i lavori — bassi, medio bassi e medi ed innalzarsi, invece, i redditi alti ed altissimi. più della fatica economica, però, c' è la fatica di vivere, c' è l' insicurezza di una società intera, provocata non solo dal tempo della guerra, ma dalla crisi economica e da un declino avvertito acutissimamente. c' è, insomma, la condizione difficile provocata dalle politiche neoliberiste. voi non volete vedere e, non vedendo, vi attribuite addirittura dei meriti che sono, invece, delle politiche che aggravano questa crisi. avete portato anche qui il merito di aver ottemperato ai dettami di Maastricht. vi siete forse dimenticati i mesi di dibattito intenso ed il vostro ministro dell' Economia e delle Finanze che, a settembre, diceva che bisognava « svincolarsi » dai vincoli di Maastricht, mentre, dall' alto del suo commissariato, Prodi parlava di questo come di uno stupido trattato? oggi voi vi genuflettete ad un trattato di politica economica che, se è sbagliato in tempi ordinari, in tempi di crisi è nefasto, come tutti sanno, perché impedisce l' adozione di una politica espansiva. qui, allora, dovreste interrogarvi su cosa accadrà nella dinamica occupazionale, in particolare nel Mezzogiorno, anche rispetto alle infrastrutture di cui voi vantate la possibilità e la necessità di crescita. faccio notare che, anche malgrado le dichiarazioni di contestazione, Francia e Germania hanno percorso un cammino diverso. avete vantato un taglio di 7,5 milioni di euro, ma si tratta di un taglio dei trasferimenti agli enti locali . fareste bene a chiedervi quanti bambini, l' anno prossimo , non potranno andare alla scuola materna , quanti vecchi non potranno beneficiare dell' assistenza dei comuni, taglieggiati da tale costrizione e quanti prezzi dei servizi saranno aumentati! chiederete al sud come la riduzione degli incentivi avrà ulteriormente penalizzato quella realtà, già penalizzata dall' allargamento dell' Unione Europea ! il cane si morde la coda: i tagli operati per ridurre il deficit riducono pesantemente la domanda interna , oltre ad aumentare l' iniquità; la ripresa si allontana; la vostra politica non è in grado di parlare di un diverso sviluppo, e dunque c' è la crisi ed il fallimento! qui, signor presidente del Consiglio , sta scritto il destino di Tremonti, non nei conflitti interni, che sono l' epifenomeno di tale destino. il destino di Tremonti è simbolico. ad ascoltare le parole del presidente del Consiglio , con un atto, credo, di solidarietà anche personale, si dovrebbe capire che un dio è caduto, ma a farlo cadere è esattamente la sua maggioranza. delle due, l' una: o Tremonti non è Dio, o la sua maggioranza è il demonio. temo che siano vere tutte e due le affermazioni, insieme: che Tremonti non sia Dio e che la vostra maggioranza sia il demonio. il voto delle recenti elezioni europee ha segnato la condanna dei popoli ai governi, compreso il suo (riconosco, a tutti governi). l' Europa sociale va all' opposizione dell' Europa politica, ma nel caso italiano, tale giudizio investe la maggioranza, la disgrega. voi, anche quando disegnate il futuro — e lo disegnate con un tratto di ottimismo cui sapete ce non riuscirete a fare fronte — non funziona lo stesso. voi, infatti, parlate di una riduzione delle tasse, ma dimenticate che in Italia la rendita finanziaria paga il 12,5 per cento . altro che ridurre le tasse! fareste meglio ad aumentare la tassa sulla rendita finanziaria. in Italia vi è una quota di evasione unica in Europa. anche quando parlate di tasse, parlate male e, soprattutto, non parlate di salari, stipendi e pensioni che dovrebbero aumentare; né ci dite cosa farete sull' Alitalia, sulla FIAT, sul sud. in realtà, la radice della crisi — e concludo — è più profonda. il vostro fallimento sta quasi in una ragione culturale ed antropologica. voi avete tentato di violentare la storia e la cultura del paese. avete pensato che potesse essere sottoposto alla cura della globalizzazione capitalistica e normalizzato. avevate dalla vostra l' idea che vi è era un' eclissi del conflitto sociale, una sconfitta del movimento. voi avete pensato che ciò che era provvisorio fosse definitivo, che sarebbe stata la fine della storia. invece, si sono ritrovate le radici di quella cultura, di quella lunga onda di civiltà, quando sono riemersi i movimenti, quando hanno riscoperto questa Italia, che è l' Italia della costruzione di una società civile , densa, partecipata; quella che dopo la vittoria contro il nazifascismo ha determinato, con l' ingresso delle masse nella politica, con l' affermarsi dei sindacati, dei partiti di massa , delle associazioni, della cultura dei corpi intermedi di questa società, forme di autogoverno. quell' Italia, che sembrava cancellata, era, in realtà, soltanto sommersa dal collasso delle classi dirigenti . i movimenti l' hanno riportata alla luce. voi non ne capite il linguaggio, non ne avvertite la domanda di cambiamento, non siete in grado di ridisegnare un progetto all' altezza di tale cambiamento. siete nati quando le culture neoliberiste sembravano vincenti (ed, in parte, lo erano). vi accorgerete che oggi le culture neoliberiste vivono, ovunque, una crisi definitiva. tale crisi e la crescita dei movimenti hanno riattivato la società civile , hanno prodotto crepe anche all' interno della borghesia (infatti, siete sottoposti a spinte centrifughe anche di settori che avevano sostenuto la vostra ascesa). di più: quando noi diciamo Melfi, si vede che voi non capite. non capite che in quella città una nuova compagine di lavoratori ha squarciato un velo che li aveva inchiodati, per dieci anni, ad una condizione di sudditanza. parlo della rinascita, attraverso il Mezzogiorno, di un vento che parla del cambiamento. signori della maggioranza di Governo, voi oggi siete solo una resistenza a tale cambiamento ed a tale nuovo corso. c' è bisogno che le opposizioni siano in grado di far maturare l' alternativa. esse dovrebbero proporsi un' interruzione rapida di questa legislatura e guadagnare la costruzione di una vera alternativa, non solo a voi, ma anche alle vostre politiche.