Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIV Legislatura - Assemblea n. 490 - seduta del 14-07-2004
Informativa urgente del Governo conseguente alle dimissioni del ministro dell'economia e delle finanze.
2004 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 490
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , sabato 3 luglio l' onorevole Giulio Tremonti si è dimesso dal suo incarico di ministro dell' Economia . in quello stesso giorno, mi sono recato dal Capo dello Stato , che mi ha conferito l' incarico di reggere ad interim il dicastero dell' economia. nella mia temporanea duplice veste di presidente del Consiglio dei ministri e di ministro dell' Economia e delle Finanze , lunedì 5 luglio ho rappresentato l' Italia al Consiglio dei ministri economico-finanziari dell' Unione Europea . in quella occasione, ho esposto il piano di contenimento della spesa pubblica per l' anno in corso , insieme al programma delle riforme strutturali che fanno parte dell' agenda del Governo e della sua maggioranza parlamentare . il Consiglio dei ministri economico-finanziari dell' Unione ha ben compreso la serietà del nostro proposito e la ragionevolezza degli obiettivi e ha mantenuto nei confronti del nostro paese il credito che l' Italia ha saputo conquistarsi in questi anni nei quali si è dimostrata interprete credibile e rispettosa degli impegni assunti in sede europea. in questi tre anni, in cui ho avuto l' onore di guidare il Governo, infatti, il nostro paese ha sempre rispettato i vincoli di finanza pubblica sottoscritti con il trattato di Maastricht . lo ha fatto in un contesto difficile, in una situazione di stagnazione economica del pianeta, seguita all' attentato alle Torri gemelle di New York dell' 11 settembre del 2001 e dalla quale l' intero continente europeo stenta a risollevarsi nonostante la ripresa che l' economia statunitense e quella orientale stanno vivendo. venerdì 9 luglio il Consiglio dei ministri ha dato sostanza agli impegni assunti all' Ecofin approvando il decreto legge che rispecchia le annunciate misure di razionalizzazione e di contenimento della spesa pubblica . questo decreto legge , come sapete, è già all' ordine del giorno del Parlamento perché proceda alla conversione in legge; quella sarà la sede per la sua valutazione in dettaglio. quello che importa oggi è prendere atto dell' apprezzamento giunto all' Italia da parte dell' Unione Europea per la rapida approvazione dei provvedimenti che ho illustrato all' Ecofin. è stata proprio l' urgenza del confronto con i nostri partner dell' Unione Europea , che era già da tempo in calendario, a spingermi nel proporre al Capo dello Stato di attribuire al presidente del Consiglio l' incarico ad interim del ministero dell' Economia , una scelta che si è rivelata di buon senso , come dimostrano anche le dichiarazioni di fiducia nei confronti del nostro paese espresse dal presidente di turno olandese dell' Ecofin, il quale ha sottolineato la credibilità degli impegni assunti dal nostro Governo proprio in virtù del fatto che a presentare quegli impegni fosse lo stesso presidente del Consiglio italiano. questa è la dichiarazione finale dell' Ecofin, che in quella sede ha fatto avanzare invece le procedure di infrazione per altri sette paesi. la dichiarazione dice: « alla luce degli impegni assunti dal governo italiano , il Consiglio considera che l' Italia ha risposto alle preoccupazioni espresse dalla raccomandazione della Commissione riguardo ai rischi di superare la soglia del 3 per cento del Pil. la raccomandazione è di non procedere al voto e dichiara chiusa la procedura » . ritengo che questa decisione rappresenti un successo per il nostro paese, un riconoscimento del fatto che, malgrado le difficoltà della situazione economica , i conti dello Stato sono sotto controllo. mi auguro che ogni settore del Parlamento sia lieto del risultato ottenuto, che non rappresenta il successo di una parte politica , ma credo rappresenti il successo di una nazione. è per senso di responsabilità nei confronti del paese, dunque, che ho inteso proporre al Capo dello Stato l' assunzione da parte mia dell' incarico di ministro dell' Economia ad interim . ho immediatamente precisato che avrei mantenuto l' incarico per il tempo strettamente — strettamente — necessario ad individuare una personalità in grado di rappresentare degnamente l' Italia nei consessi internazionali e innanzi ai mercati, nonché di interpretare le linee di politica economica del Governo. questo dissi al momento dell' assunzione dell' interim e questo oggi qui ribadisco. nel riferire al Parlamento sulle dimissioni del ministro dell' Economia , sento il dovere di manifestare il mio apprezzamento e la mia gratitudine all' onorevole Giulio Tremonti per il suo contributo all' impostazione e alla realizzazione del programma di Governo . a lui è toccato il compito di guidare il ministero dell' Economia in una congiuntura e in un contesto internazionale molto difficili. egli ha dovuto fare i conti, insieme a tutto il Governo, con una pesante eredità del passato: il terzo debito pubblico del mondo, che è stato cumulato da chi ci ha preceduto nell' incarico. vorrei sommessamente ricordare ai colleghi dell' opposizione che, dal 1980 al 1992, il debito pubblico dell' Italia è stato miracolosamente moltiplicato per otto volte! quindi, un debito pregresso... che si situa al terzo posto come debito del mondo e che è stato accumulato da governi di un paese che è tra i primi sette... per concludere sul punto, ricordo un' osservazione spesso fatta dallo stesso ministro Tremonti, ovvero che il nostro terzo debito pubblico del mondo è il debito di un paese che, pur essendo tra i primi sette paesi industrializzati del mondo, non ha certo la terza capacità produttiva. molto, quindi, dobbiamo all' intelligenza, al rigore, all' integrità e alla tenacia dell' onorevole Tremonti. stavo constatando, ed intendo ripeterlo, che dobbiamo molto all' intelligenza, al rigore dell' onorevole Tremonti se abbiamo potuto fronteggiare quella congiuntura, se il debito pubblico ha proseguito nella sua discesa al 106,2 per cento del Pil nello scorso anno , se nel corso di questi tre anni l' Italia, a differenza di alcuni altri grandi paesi europei , ha sempre rispettato il vincolo del 3 per cento nel rapporto deficit pil , se tutto questo è stato realizzato non incrementando le tasse, anzi riducendole per alcuni milioni di nostri concittadini, se abbiamo proseguito lungo il cammino delle privatizzazioni valorizzando il patrimonio dello Stato, se alcune riforme sono state varate ed altre sono oggi in via di approvazione. il principio essenziale perseguito da Tremonti è stato quello di estrarre dal bilancio patrimoniale pubblico, dal passato, risorse per metterle a reddito e a disposizione del presente e del futuro. esattamente il contrario di quanto facevano i governi che ci hanno preceduto: scaricavano il costo del presente sulle spalle delle nuove generazioni. questo, Tremonti lo ha fatto introducendo nella finanza pubblica principi innovativi che sono stati poi presi a modello da molti altri paesi in Europa. voglio ribadire che, proprio grazie a queste innovazioni, è stato possibile, in momenti così difficili, evitare di fare ricorso al facile rimedio che è sempre stato adottato in analoghe circostanze, e cioè l' aumento delle tasse. per queste ragioni è stato doloroso per il Governo, soprattutto per me che lo presiedo, privarsi dell' apporto Di Giulio Tremonti. so bene che per la sinistra l' opportunità, la convenienza del momento è la verità. se ciò è divenuto inevitabile, è stato per l' insorgere e il reiterarsi di incompatibilità e di contrasti che sono divenuti insostenibili. questi contrasti hanno riguardato essenzialmente ragioni di metodo. nel periodo di crisi mondiale seguito all' 11 settembre, abbiamo avuto un' obbligata necessità di decisioni rapide, di strategie di emergenza, di una gestione molto accentrata dei conti dello Stato. questa esigenza, dettata dalla crisi, ha talvolta messo in secondo piano il metodo collegiale di preparazione delle decisioni e ha determinato un' esigenza, una richiesta di collegialità che in queste settimane è stata riproposta da alcuni tra gli alleati della coalizione di Governo. è questo l' unico, reale motivo che ha provocato una divaricazione, purtroppo insanabile, tra un ministro e un partito dell' alleanza di Governo. ma questo non toglie nulla né ai meriti del ministro Tremonti. signor presidente , onorevoli colleghi , con il loro voto gli italiani hanno chiesto...... un Governo stabile, un Governo di legislatura e noi questo vogliamo offrire agli italiani, anche attraverso la fatica del negoziato politico e del confronto tra alleati. dopo 56 governi in cinquant' anni , l' Italia aveva e ha un disperato bisogno di stabilità. la stabilità non è assicurata di per sé né dal successo elettorale, né dai risultati di Governo, né dai sistemi elettorali. solo l' esercizio della pazienza, della responsabilità e della perseveranza consente di legare, intrecciandoli, tutti i fili, le tante, tantissime ragioni di unità di un' alleanza. anche la tormentata riflessione di questi giorni, su cui tanti hanno ironizzato, ha un solo fine: quello di assicurare all' Italia un Governo stabile e una rotta sicura. il nostro Governo è il più longevo della storia repubblicana perché ha interpretato in modo corretto, nell' unico modo possibile, il modello bipolare che la legge maggioritaria ha messo in campo. stabilità e bipolarismo camminano insieme. è difficile immaginare governi stabili senza bipolarismo, è altrettanto difficile concepire un corretto bipolarismo senza governi stabili. questa è la grande conquista della democrazia dell' alternanza e da questa via non si torna indietro. ciò non significa che non si possa discutere di una diversa legge elettorale che salvaguardi il bipolarismo, che renda indissolubile il vincolo di coalizione su un programma e su un candidato presidente del Consiglio e che, al contempo, garantisca a ciascun partito una rappresentanza proporzionale ai propri consensi elettorali. di questo e di altro, prima fra tutti la riforma federale dello Stato, abbiamo discusso in queste settimane con i partiti che compongono la coalizione di Governo, nella convinzione che l' aggiornamento dell' agenda di Governo ed anche il rafforzamento della squadra si discutono insieme, collegialmente, perché insieme questa coalizione ha vinto, insieme ha governato e continuerà a governare sino al termine della legislatura, insieme si candiderà alle prossime elezioni politiche . a quelle elezioni...... ci presenteremo forti dei risultati ottenuti fin qui dal Governo e di quelli che otterremo grazie ad alcune fondamentali riforme, che proporremo al Parlamento di approvare entro il termine della legislatura. quello della nuova forma di governo è peraltro un tema che il Senato ha già affrontato, licenziando un testo di legge per il voto della Camera, che — questo è un nostro preciso ed inderogabile impegno — lo approverà entro settembre. in quel testo, la modifica della forma di governo si sposa con il nuovo assetto federale dello Stato. se a quel testo sarà utile apportare miglioramenti, lo faremo, ma rimarrà fermo l' impianto di una riforma che faceva parte del nostro programma e che intendiamo portare a compimento. signor presidente , onorevoli colleghi , queste riforme sono il presupposto di un grande progetto per il rilancio della nostra economia, che costituirà il cuore del documento di programmazione economico-finanziaria , che sottoporremo quanto prima al Parlamento e della cui presentazione in ritardo ci scusiamo. credo che proprio questo piano di rilancio e di sviluppo della nostra economia, che rappresenta certamente un cambio di marcia, debba essere al centro di queste mie comunicazioni. l' economia italiana , al pari di quella europea, si trova oggi davanti ad una duplice sfida: deve accelerare il suo ritmo di crescita per agganciare la ripresa dell' economia mondiale, ma deve allo stesso tempo preservare l' equilibrio finanziario. in un quadro positivo dell' economia mondiale, i tre grandi paesi dell' Europa continentale (Italia, Francia, Germania) appaiono come un' area divergente, dove la svolta del ciclo economico si mostra più debole e più incerta. il ritardo con cui si manifestano i segni della ripresa e le prospettive di sviluppo più contenuto rispetto alle altre aree del mondo dimostrano che non si tratta semplicemente di un problema di ciclo economico avverso. che la seconda economia del mondo, l' area dell' euro, cresca alla metà del ritmo americano e ad un quarto di quello asiatico è un fenomeno patologico: infatti, quando nel resto del mondo tutto sembra andare bene, l' Europa cresce poco; quando il ciclo economico internazionale frena, come è accaduto dopo l' 11 settembre e nel corso del biennio 2002-2003, l' Europa viene spinta verso la crescita zero. la ricerca è, pertanto, quella di un difficile mix tra politiche espansive e rigore finanziario, onde evitare, da un lato, il rischio di una spirale deflazionistica, che inciderebbe tanto sull' economia reale che sugli equilibri di finanza pubblica e, dall' altro, quello di una crescita dell' indebitamento, che renderebbe più problematica la gestione del debito pubblico . per uscire dall' insidia della bassa crescita è necessaria una svolta decisa. occorre attuare un triangolo di politica economica , basato su meno spesa corrente , meno tasse, più investimenti in infrastrutture, in innovazione, in ricerca, in formazione. in altri termini, occorre continuare a correggere in maniera strutturale, attraverso le riforme, la spesa corrente , perché non vada fuori controllo; occorre ridurre la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese; occorre accrescere la competitività del sistema paese . occorre, inoltre, dare piena attuazione alla riforma del mercato del lavoro , perché la maggiore flessibilità non si trasformi in precarietà. occorre accelerare il processo di liberalizzazioni e privatizzazioni per creare più concorrenza e meno rendite di posizione, per ridurre il peso dello Stato nell' economia e, insieme, naturalmente, il debito pubblico . la recente pronuncia di Moody's , la più importante agenzia internazionale di rating, che ha confermato l' affidabilità del nostro paese, si fonda proprio sulla costante riduzione del debito italiano ed i mercati, come avete visto, ci hanno dato e ci danno ragione. purtroppo, la situazione economica del paese è ancora fortemente condizionata sul piano della competitività da una serie di fattori strutturali che abbiamo ereditato, fra i quali i più evidenti sono i deficit delle infrastrutture fisiche (quasi il 50 per cento nei confronti di Francia e Germania) e delle infrastrutture tecnologiche, l' alto costo dei servizi e dell' energia (anche quest' ultimo ereditato per le scelte che sono state adottate nel passato), il grave ritardo logistico che pesa fortemente sulla competitività e sui costi, in particolare del Mezzogiorno, la scarsa innovazione tecnologica . l' Italia appare come un paese patrimonialmente ricco, che però non riesce a far fruttare sufficientemente il suo patrimonio, per cui il vincolo finanziario diviene sempre più pesante ed in conflitto con la necessità di investimento che il rilancio economico impone. l' ampiezza degli interventi che si rendono necessari e le difficoltà strutturali dell' economia richiedono il pieno coinvolgimento di tutte le parti sociali e di tutti i protagonisti del sistema economico e finanziario. il Governo è pronto a promuovere questo confronto. lo avvieremo già nei prossimi giorni per il documento di programmazione economico-finanziaria e continueremo a tenerlo come metodo per rimanere costantemente in sintonia con le forze produttive e con il paese. sin dal suo insediamento, il Governo ha avviato un ampio programma di riforme economiche e sociali, al fine di accrescere la competitività del paese ed in piena coerenza con gli obiettivi fissati dall' Unione Europea a Lisbona. alcune di queste riforme — le conoscete — sono già operative, come la riforma del mercato del lavoro , la riforma del diritto societario , la riforma della scuola, e stanno confermando i benefici che erano attesi. altre riforme fondamentali sono al vostro esame e la loro definitiva approvazione è prevista entro l' anno. si tratta, in particolare, delle riforme relative al sistema previdenziale ; al sistema degli ammortizzatori sociali ; alla tutela del risparmio; al settore energetico; al sistema ambientale; all' università e alla ricerca scientifica . un terzo gruppo di riforme, infine, sarà rapidamente proposto al Parlamento per l' approvazione: la liberalizzazione e privatizzazione delle public utilities ; la riforma delle professioni; la riforma della legge fallimentare. il Governo ritiene che il necessario equilibrio tra politiche espansive e rigore finanziario possa essere trovato grazie ad un' azione riformatrice che sappia liberare le risorse necessarie per indurre una crescita significativa di consumi e di investimenti. a questo fine il Governo proporrà al Parlamento una serie di misure per la riduzione fiscale sul reddito delle persone e delle imprese, per un nuovo sistema di incentivi alle imprese, per lo sviluppo del Mezzogiorno, per il settore dell' energia e per favorire la ricerca e la formazione. queste misure saranno contenute in diversi strumenti legislativi che presenteremo a breve, con l' obiettivo — lo ribadisco — di realizzare un' azione coerente e incisiva in direzione della crescita e dello sviluppo equilibrato del paese. al primo punto dei nostri impegni c' è la riforma fiscale , che riguarderà la tassazione dei redditi tanto delle persone e delle famiglie, quanto delle imprese. i provvedimenti riguarderanno sia l' Irpef (ora IRE) che l' Irap, in misura tale da consentire un miglioramento sia della domanda che dell' offerta. la riduzione progettata sarà complessivamente pari ad un punto di Pil, ripartita tra le due imposte in un rapporto ottimale ai fini della crescita. più in particolare, per l' Irpef è prevista l' attuazione di un secondo modulo della riforma fiscale da varare entro il prossimo trimestre, in vista della definitiva attuazione della riforma stessa entro la fine della legislatura. gli obiettivi che il Governo intende così realizzare sono: l' incremento del reddito disponibile; l' incremento della domanda; la disincentivazione dell' evasione e dell' elusione. la riforma allo studio prevede la riduzione del numero delle aliquote, l' introduzione di criteri di equità che tengano conto del reddito familiare e dello stato di bisogno, la reintroduzione, a partire dal 1° gennaio 2006, del meccanismo correttivo del drenaggio fiscale e la conferma della cosiddetta clausola di salvaguardia, cioè con facoltà del contribuente di avvalersi del precedente regime fiscale, se più favorevole. saranno inoltre previste misure per un più efficace contrasto all' evasione e per la semplificazione degli adempimenti tributari. per quanto riguarda l' Irap, gli investimenti si incentreranno principalmente a favore delle imprese più attive sul fronte dell' innovazione tecnologica , con l' esclusione dalla base di calcolo dei costi sostenuti per il personale addetto alla ricerca e allo sviluppo. nuovi incentivi saranno previsti per favorire la crescita delle piccole e medie imprese , con l' introduzione di sgravi a favore dei processi di concentrazione. il Governo intende razionalizzare anche il sistema degli incentivi alle imprese. sarà costituito un fondo rotativo per il sostegno degli investimenti delle imprese, disciplinato dai ministeri competenti e finalizzato alla concessione di finanziamenti agevolati sotto forma di anticipazioni rimborsabili con piani pluriennali. la dimensione del fondo sarà tale da garantire un volume di investimenti almeno pari a quello degli anni precedenti, ma con un minore onere finanziario per la finanza pubblica , e le anticipazioni saranno concesse ad un tasso di interesse agevolato. si tratta di una innovazione importante, che avrà il pregio, da un lato, di premiare le imprese virtuose e i progetti credibili e duraturi e, dall' altro, di contrastare invece i comportamenti opportunistici, che generano un inaccettabile spreco di risorse pubbliche, quello spreco al quale, in anni passati, abbiamo purtroppo troppe volte assistito. per il sostegno del sud, il Governo prevede di proseguire nella strategia già adottata di concentrazione delle maggiori risorse disponibili per la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto, di reti idriche, di aree industriali attrezzate, di opere di prevenzione dei rischi idrogeologici, di opere irrigue per l' agricoltura. per il settore dell' energia, il Governo intende adottare, sulla base delle disposizioni previste dalla riforma in corso , una serie di misure al fine di perseguire gli obiettivi: della riduzione del costo dell' energia per le imprese e per le famiglie; della riduzione della nostra dipendenza dall' estero; della riduzione dei rischi di blackout. le misure comprenderanno una serie di interventi per accrescere la concorrenza, la costruzione di nuove centrali e la diversificazione delle fonti con la termovalorizzazione dei rifiuti. per favorire, infine, la ricerca e la formazione, il Governo intende introdurre un nuovo sistema di valutazione delle università. a favore dell' università e della ricerca saranno previsti una serie di incentivi fiscali, al fine di rendere possibile un maggior contributo da parte di privati, di favorire la realizzazione di nuovi brevetti, di abolire le tasse universitarie per gli studenti più meritevoli e meno abbienti. signor presidente , onorevoli colleghi , questo è il nostro progetto. un progetto fatto di interventi concreti, di azioni incisive, di misure puntuali ed efficaci in grado di perseguire obiettivi strategici di lunga durata: lo sviluppo dell' economia e del benessere dei cittadini, la riforma strutturale dello Stato in tutti i suoi comparti, il rigore finanziario nella gestione del pubblico denaro, nel pieno rispetto dei trattati europei. questo è quanto gli italiani ci chiedono. questo è quanto il Governo e la sua maggioranza intendono fare con una piena e collegiale assunzione di responsabilità. certo è un progetto ambizioso, esige coraggio, determinazione, rigore. un progetto che potrà essere realizzato solo con la piena, rinnovata coesione della maggioranza, che, ne sono certo, ne sono assolutamente certo, saprà ritrovare il suo slancio ideale per onorare gli impegni che abbiamo assunto con gli italiani. vi ringrazio.