Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 41 - seduta del 09-10-2001
Sui più recenti sviluppi della situazione internazionale
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 41
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signore e signori deputati, il mondo è ancora sconvolto dall' attentato terroristico dell' 11 settembre. in quell' occasione il terrorismo ha raggiunto una scala sconosciuta, ha realizzato un crimine contro l' umanità, ha compiuto non una sfida ad una determinata civiltà, ma all' intera civiltà umana. l' avversione al terrorismo non è solo l' avversione ad un mezzo, quello che disprezza la vita umana , è anche l' opposizione radicale ed irriducibile ad un fine, quello di una società che se vedesse per disgrazia vincitore in qualunque parte mondo il terrorismo, sarebbe il più oppressivo che si possa immaginare. di fronte a questa sfida ci sarebbe voluta una capacità inedita, quella di colpire, di isolare il terrorismo e di riflettere su una crisi di civiltà che lo stesso ha drammaticamente messo in evidenza ed aggravato: c' è l' esclusione di tanta parte del mondo dalla ricchezza, ma non è vero che tutti al mondo vogliono entrare nella globalizzazione e nella cosiddetta civiltà occidentale; c' è la modernizzazione, ma non è vero che la globalizzazione porti la modernità e la sicurezza; c' è la crescita economica , ma non è vero che la globalizzazione abbia debellato la crisi economica , la recessione, che, infatti, bussa alle porte. queste cose, insieme, determinano una vera e propria crisi di civiltà. per questo bisogna saper combattere il terrorismo in nome di un altro mondo , quello che il movimento che è stato chiamato antiglobalizzazione ha definito un altro mondo possibile. invece, le classi dirigenti di questo mondo si sono prodotte in una coazione a ripetere . la guerra era, purtroppo, l' esito prevedibile, eppure non riesce che ad essere sconcertante anche per la sua povertà. l' avversario dichiarato dalla guerra, Bin Laden , aspettava questa risposta. ha usato cinicamente i mezzi di comunicazione, ha depositato una memoria e l' ha usata, non casualmente, appena la guerra è scattata. le classi dirigenti di questo mondo fanno la guerra perché non sanno fare altro e affidano alla guerra la costruzione di un nuovo ordine mondiale, ma si tratta di una scelta avventurista e voi stessi non sapete dire sulla guerra parole convincenti, neanche di previsione. da un lato ne enfatizzate l' assoluta necessità e dall' altro l' accompagnate con un linguaggio teso a far metabolizzare dalle popolazioni l' evento drammatico della guerra come fosse quotidiana ordinarietà. non sapete dire per quanto tempo questa guerra dovrà colpire; Bush annuncia un allargamento della guerra ad altri paesi, ma non sappiamo quali. non sapete dire per quanto tempo dovrà durare questa guerra; il ministro della Difesa americano parla di un tempo lungo quanto quello della guerra fredda . non sapete parlare delle conseguenze drammatiche di questa guerra in nessuna parte del mondo, neanche qui nei nostri territori. il destino dell' umanità è revocato in dubbio, la coppia terrorismo-guerra apre un rischio di barbarie drammatico. questa guerra è ingiusta ed inefficace. dove spinge? guardiamo le prime conseguenze di questi giorni. avete usato, con qualche tardiva generosità, parole giuste nei confronti del popolo palestinese , ma come si fa a non vedere l' ipocrisia di queste parole, quando la prima conseguenza della guerra è l' apertura di un conflitto drammatico nel popolo palestinese ? una spinta ad Arafat a dover usare le armi della repressione contro l' insorgenza di un fondamentalismo che, in larga parte, è anche una reazione alla guerra? come fate a non vedere che quello che si affaccia nel Pakistan può domani invadere il mondo arabo ? voi usate delle parole per accompagnare la guerra, ma la guerra non è solo nelle parole con cui la si dichiara e anche nelle parole con cui la si è annunciata. sono state parole drammatiche e non solo quelle che abbiamo contestato al presidente Berlusconi, ma anche quelle del presidente Bush. in ogni caso, conta anche il vissuto di chi la guerra subisce. una guerra che era possibile evitare con un' alternativa, quella del diritto internazionale , quella di un intervento di polizia internazionale guidato, organizzato, progettato, da parte delle Nazioni Unite , con il coinvolgimento dei paesi arabi per accompagnare queste misure, anche perché voi, con quello che rimarrà della guida di quei paesi arabi, dovete immaginare una qualche Yalta; dunque, perché non farlo adesso, prima della guerra. in tal modo, avreste potuto accompagnare davvero una nuova giustizia mondiale che intervenisse a favore dei popoli del terzo mondo , sopprimendo il debito e intervenendo qui, nell' economia, contro il rischio di licenziamenti, che si producono in una crisi economica che rischia di diventare pesante. invece, fate la guerra; l' accompagnate a volte con parole di sviluppo, ma in realtà sapete che la moneta cattiva scaccia la moneta buona. c' era un detto famoso il quale diceva che la guerra è una cosa così importante che non la possono fare i generali. noto qualche rovesciamento; adesso, sono generali autorevoli che spiegano la filosofia della guerra e uno di questi generali, il generale Jean — assai noto anche in Italia — , ha detto che per combattere i barbari noi stessi dobbiamo diventare un po' più barbari. noi non siamo d' accordo. consideriamo la guerra come una scelta ingiusta e inefficace. per tale motivo voteremo contro la risoluzione presentata dal Governo e per questo saremo, invece, con il popolo della pace alla marcia Perugia-Assisi per dire che esiste un' alternativa alla guerra: quella della pace e della lotta contro il terrorismo, ma solo contro i terroristi.