Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIV Legislatura - Assemblea n. 41 - seduta del 09-10-2001
Sui più recenti sviluppi della situazione internazionale
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 41
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli Deputati , ho seguito al Senato e poi alla Camera gran parte della discussione sugli sviluppi della crisi internazionale . permettetemi, ora, di aggiungere all' esposizione molto dettagliata del ministro degli Esteri Ruggiero — che rappresenta la posizione del Governo — qualche considerazione di ordine generale che ho già avuto modo di svolgere questo pomeriggio nell' Aula del Senato. consideriamo le operazioni militari in Afghanistan un atto di giustizia contro la barbarie. è fuor di dubbio che occorre sradicare la rete terroristica mondiale. è fuor di dubbio che occorre far pagare un prezzo risolutivo a quei regimi che ospitano, nutrono, proteggono le basi da cui partono gli attacchi contro le nostre libertà, contro la nostra sicurezza, contro il nostro stesso modo di vivere. questi valori nei momenti decisivi devono essere difesi anche con l' uso proporzionato ma inflessibile della forza. ce lo impone il dovere che abbiamo verso tante, troppe, vittime innocenti, tanti uomini e tante donne che avevano appena aperto la porta del loro ufficio quella mattina dell' 11 settembre e non sapevano di essere stati condannati a morte da un pugno di fanatici che vogliono mettere in ginocchio il mondo diffondendo il terrore e l' insicurezza. il presidente Bush sta facendo quello che la comunità internazionale si aspettava dagli USA: collegare la legittima difesa del suo paese alla responsabilità che una grande potenza ha verso il mondo. per questo, ha promosso una vasta coalizione contro il terrorismo. tutti i leader di questa coalizione condividono i valori in nome dei quali ci battiamo: il riconoscimento dei diritti di ciascuno a percorrere in pace il nostro cammino, la tolleranza verso i diversi, la capacità di convivere su questa terra, quale che sia il diverso credo civile o religioso. sono queste le nostre bandiere; è questo il nostro comune patriottismo. il nostro nemico è invece uno solo: la rete del terrorismo, di chi lo difende, di chi lo protegge. nel Consiglio atlantico abbiamo confermato che gli obiettivi di un' azione militare — che purtroppo già intravediamo come lunga e difficile — saranno calibrati con la massima precisione possibile, al fine di non mietere vittime civili. il ricorso all' uso della forza per distruggere le centrali del terrorismo internazionale è stato autorizzato dalle Nazioni Unite con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza e nel rispetto della carta dei principi su cui si fonda la comunità delle nazioni. in questa campagna di giustizia e di difesa delle libertà, l' Italia farà la sua parte. la faremo senza riserve e fino in fondo. lo faremo per garantire la nostra sicurezza e per proteggere le nostre libertà. lo vuole anche la nostra tradizione liberale ed umanitaria, che ci ha portato a fare — sempre — quel che dovevamo nei momenti decisivi della nostra storia. sradicare il terrorismo è la premessa indispensabile per riaffermare la giustizia e la pace; è una missione per la quale si deve compiere il massimo sforzo di coesione e di impegno nazionale, al di sopra di qualsiasi divisione. ma c' è, oggi, nella comunità internazionale , anche una nuova consapevolezza: la consapevolezza della necessità di dare risposte alle ansie ed alle preoccupazioni dei popoli più sofferenti del pianeta. l' Italia, in questa direzione, ha moltiplicato il suo impegno per attuare strategie globali per la lotta alla fame, alla povertà, alle malattie. ma non basta. come ha scritto il presidente della Banca mondiale , è impossibile prevenire i conflitti ed instaurare la pace senza promuovere la coesione sociale e l' integrazione. bisogna puntare sulla creazione di reddito di lavoro, ma anche sull' istruzione e sulla tutela della salute; e bisogna farlo tanto più adesso, nella presente, difficile congiuntura che rischia di essere pagata soprattutto dai paesi e dalle aree più povere del pianeta. Wolfensohn cita i progetti incontro per il bacino del Nilo, per la Bosnia, per Timor Orientale e per il Rwanda. ma, a nostro parere, una preoccupazione speciale deve essere dedicata alla Palestina. finché in Medio Oriente si fronteggeranno la robusta società israeliana e la fragile, disperata società palestinese, non sarà facile trovare una tregua, non sarà facile arrivare ad una pace duratura. abbiamo avuto modo di sottolineare questa nostra visione in tutte le sedi internazionali ed in tutti gli incontri bilaterali che abbiamo avuto negli ultimi tempi: è ora che si appresti un progetto concreto di investimenti finanziari in Palestina per realizzare strade, scuole, ospedali, fabbriche e per portare là reddito e lavoro. non è possibile aspettare in altro modo e sperare, senza questi interventi, di realizzare una pace permanente. la pace bisogna prepararla e poi bisogna saperla conservare; e preparare la pace vuol dire anche costruire condizioni minime di benessere e di serenità. l' Italia intende prendere un' iniziativa, che potrebbe essere inserita in un più ampio quadro europeo ed occidentale, per dare vita ad una lunga ma sicura azione di miglioramento delle condizioni di vita della Cisgiordania e di tutti i territori che fanno riferimento all' autorità nazionale palestinese. bisogna associare il settore privato e far capire alle grandi multinazionali che sarà anche nel loro interesse andare là a costruire degli impianti per dare lavoro; bisogna associare, quindi, anche il settore privato ad un grande sforzo pubblico di investimenti sul modello e sulla scala del Piano Marshall : un piano il cui scopo sia quello di dare un contributo al rasserenamento ed alla pacificazione di quell' area, tormentata da più di mezzo secolo. sono assolutamente convinto, conoscendo in profondità quella situazione, avendo parlato con molti amici che da molti anni frequento nel mondo arabo e nella Palestina, ma anche in Israele, che, trovata una tregua, trovata una pace, non ci potrà essere davvero la possibilità che questa pace permanga se non si cambierà la distanza che c' è oggi tra il benessere israeliano e l' assoluta indigenza dei giovani palestinesi. se questo non si farà, si ritornerà ad aprire una ferita, un' ulcera che infetterà ancora, come ha infettato ed infetta oggi, non solo il Medio Oriente , ma tutto il mondo islamico. signor presidente , signori deputati, in questi tempi difficili il Governo adempirà ai suoi compiti ed eserciterà i suoi poteri con il massimo spirito di apertura verso i dubbi, le ansie e le domande della società civile . sul piano istituzionale informeremo il Parlamento ogni volta che sarà necessario o richiesto, manterremo un contatto permanente con le opposizioni, lavoreremo in stretta cooperazione con i nostri alleati della NATO. le nostre forze armate ed ogni altro apparato di sicurezza sono ormai da settimane in stato di massima vigilanza. mi appello quindi al senso di responsabilità di tutti i cittadini; dobbiamo saper vivere questo momento con coraggio e con serenità. ho l' assoluta certezza che questa è una battaglia che i nemici della civiltà hanno già perso, una battaglia che vinceremo vincendo la rassegnazione, la paura e lo spirito di resa. siamo pronti, come ha detto il Capo dello Stato , a fare senza indugi il nostro dovere di grande paese democratico. siamo anche consapevoli di una precisa strategia politica che anima l' azione dei terroristi: portare l' integralismo ed il fanatismo al potere. il nostro obiettivo è invece quello di trovare dei punti di intesa con il mondo dei vari paesi dell' area islamica, e siamo certi, assolutamente certi, che nessuna forza culturale o religiosa dell' islam punta sul terrorismo come mezzo di lotta contro l' Occidente. noi vogliamo creare un consenso tra il mondo islamico ed il mondo occidentale fondato sul rifiuto della violenza. noi vogliamo creare un ponte di amicizia tra le due civiltà; vogliamo una pace profonda, non il conflitto tra l' Occidente e l' islam, anche se siamo convinti che lo stesso vigore con cui l' islam afferma la sua identità deve dare a noi cittadini, figli dell' Occidente, la coscienza e l' orgoglio dei nostri valori, delle nostre conquiste democratiche, delle nostre radici spirituali. concludo, signor presidente , esprimendo a nome di tutto il paese, in un passaggio così difficile della vita internazionale, la solidarietà italiana a tutti coloro che in queste ore si stanno battendo per la sicurezza di tutti. porterò questa solidarietà fattiva, fondata su una storica alleanza e su una forte amicizia, al presidente degli USA nel corso del mio prossimo viaggio a Washington. il Governo garantisce che questa solidarietà non sarà fatta di sole parole. vi ringrazio.