Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 403 - seduta del 17-12-2003
Legge finanziaria 2004
2003 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 403
  • Attività legislativa

signor presidente , signore deputate, signori deputati, penso che la cosa più rilevante che ci tocchi discutere sia la contrapposizione tra il paese reale e le scelte del Governo. mentre noi, qui, siamo alle ultime battute dell' esame del disegno di legge finanziaria, a Fiumicino, le lavoratrici ed i lavoratori sono impegnati in un' agitazione molto importante, perché rischiano di perdere il posto di lavoro in un settore in cui non vi sono ammortizzatori sociali . quello è un settore strategico, ma il Governo non ha alcuna politica! il settore rischia di declinare. i lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro . la finanziaria è lontana. e se la finanziaria è il riassunto di una politica economica intera, quando questa fallisce, com' è fallita, il riassunto non può certo nasconderlo! anzi, in questo caso, l' aggrava perché non è solo un riassunto, ma è incidente sulla realtà del paese. la realtà del paese, la situazione economica e sociale, è grave e la finanziaria, obiettivamente, la peggiora. il comportamento del Governo è un' ammissione di impotenza e di immobilismo. fallisce la politica del Governo, ma si ripete, come se non si fosse in grado di pensare di fare altrimenti! così, il Governo ha tentato di nascondere la sua azione svuotando la finanziaria delle sue scelte di fondo . così, uno degli elementi fondamentali della politica economica del Governo, vale a dire l' attacco al sistema previdenziale , è stato posto su un altro binario, ma ciò non è riuscito ad evitare lo sciopero generale da parte dei sindacati e la loro radicale opposizione, come quella di tutti i lavoratori. poi ha porto fuori il grosso dei provvedimenti economici con un decretone, già discutibile in punto di diritto costituzionale , precipitato nella richiesta del voto di fiducia che al Senato ha impedito ogni dibattito. alla Camera è stata tentata la stessa cosa. sostanzialmente è stata compiuta, ma non si è riusciti ad evitare un atteggiamento della Presidenza della Camera che suona implicitamente e critica questa scelta. della finanziaria resta poco o niente, ma così è peggio, perché la situazione economica e sociale del paese richiederebbe, invece, una politica forte, una grande politica. l' economia italiana è in crisi — come sanno bene gli esponenti del Governo — e questa crisi non è solo congiunturale: è un declino. possibile che non se ne discuta rispetto alla finanziaria? l' Europa e l' Italia in essa è stretta in una morsa in cui, da un lato c' è il ciclo politico nordamericano alimentato da un dollaro costruito in nome della competitività delle merci americane, dall' altra parte cresce l' aggressività di nuovi paesi, di nuove realtà, come la Cina. quando se ne parla extramoenia, fuori dalle scelte, il ministro del Tesoro riconosce che questa situazione è drammatica ed indica persino una strada inedita e contraddittoria con le politiche neoliberiste, come quelle dei dazi. poi, addirittura, salta Maastricht, la cattedrale delle politiche neoliberiste su cui si è fondata l' Europa dei mercati, perché la Francia e la Germania, che sono paesi forti, in realtà, la fanno saltare. in Italia, non accade nulla, anzi, il contrario. nella legge finanziaria , si tagliano le spese per la ricerca, non si costruisce nulla per quanto riguarda la politica dello sviluppo. in realtà, per questa via, davvero, il paese rischia il declino e la sua marginalizzazione. quando il Governo fa degli interventi di politica di sviluppo , si occupa di scorie nucleari e ottiene la rivolta, importante e sacrosanta, delle popolazioni di Scanzano. se dall' economia passiamo all' analisi della condizione sociale del paese, peggio mi sento. si avvicinano le feste invernali, il Natale cristiano e non solo. non mi riferisco certo a fenomeni di consumismo, ma al vivere quotidiano. tanta parte del paese vede questi appuntamenti in una nuova luce, quella della preoccupazione. la povertà, il disagio, la fatica di vivere si sono allargate. pensiamo alla condizione di vecchi ricaduti, anche quando non lo erano più, nella povertà. una sorta di beffa! si è parlato, il Governo l' ha fatto, di aumento delle pensioni. le pensioni della gente comune ne sono uscite svalutate. i salari e gli stipendi sono sotto botta. provate ad immaginare solo come si possa vivere con una retribuzione di 850, 900 euro, che è la condizione di tanta parte della popolazione lavorativa italiana. lavorano otto, nove ore giorno per una retribuzione di questo genere. negli ultimi dieci anni, otto, nove punti del prodotto interno lordo — e il ministro del Tesoro può confermarlo — sono stati spostati, dai salari, dagli stipendi e dalle pensioni alle rendite e ai profitti. i prezzi hanno divorato il potere d'acquisto dei salari. oggi, la maggior parte delle famiglie di lavoro dipendente (non sto parlando solo degli operai, ma anche degli insegnanti, degli impiegati) fa fatica davvero a raggiungere la classica fine del mese, ma voi avete mantenuto, in spregio a questa fatica di vivere, i favori ai ricchi. avete mantenuto un' aliquota di favore alle rendite — lo ripeto — alle rendite che pagano in tasse infinitamente meno dei salari. non avete neanche avuto lo scatto estetico — diciamo così — di reintrodurre la tassa per le successioni dei grandi patrimoni. appunto. solo una politica di privilegio dei ricchi nel momento in cui le povertà si allargano e il salario è sotto schiaffo. neppure uno scatto in questa direzione. potevate almeno decidere, a fine d' anno, una tantum (non dico una ripartizione del reddito riequilibrante a favore dei salari e degli stipendi), un aumento di 100, 200 euro per tutti, per segnare almeno un' attenzione! nulla di nulla. invece, avete tagliato la spesa degli enti locali , quella della Pubblica Amministrazione nelle parti più qualificate (ricerca, scuola) e così, indirettamente, piove sul bagnato. spero che vi sarete accorti che a Roma c' è un' agitazione delle famiglie, dei genitori, dei ragazzi delle scuole perché con questa politica di tagli alla scuola e non solo si perde la qualità della formazione ma anche si peggiora la condizione della vita delle famiglie. infatti, il tempo pieno , un' istituzione fondamentale nell' organizzazione sociale della vita delle persone e delle famiglie, rischia di essere tagliato dalle vostre politiche: perdi il salario e rischi di perdere il tempo pieno . davvero, come pensate di andare avanti così? si aggrava la crisi sociale e cresce il conflitto sociale. è inutile che vi stracciate ipocritamente le vesti quando i tranvieri di Milano scioperano con qualche strappo alle regole: è il segno di un disagio crescente ed è la stessa cosa della manifestazione di Fiumicino, di Scanzano, dell' occupazione delle ferrovie e degli aeroporti da parte dei lavoratori siciliani della FIAT. non avete più il consenso sociale, fallisce l' Europa, non solo quella della Presidenza italiana ma quella del trattato, viene censurato il Governo sulla politica nelle comunicazioni di massa, non solo dai movimenti ma anche dal presidente della Repubblica , c' è una critica crescente in settori interi della società, come i magistrati, in aree larghe del paese — ho in mente non solo le donne — la cultura democratica e laica si ribella all' infame legge come quella sulla fecondazione assistita e popolazioni intere insorgono. sul tema della guerra e della pace eravate già minoranza rispetto al paese, lo stato diventando rispetto a tanti temi della vita quotidiana . potete rispondere semplicemente con una sfida alle opposizioni e queste ultime farebbero bene a raccoglierla, anche ragionando sulle loro inadeguatezze. infatti, se siete ancora al Governo, è solo perché noi siamo ancora troppo deboli nella capacità di stabilire un rapporto con questo disagio del paese, con questa critica che dallo stesso viene nei vostri confronti. allora, noi dell' opposizione dobbiamo essere in grado di costruire rapidamente un' alternativa di Governo, a partire dall' opposizione alle vostre politiche. guardate, so che la politica non si fa con i « no » e che ci vogliono anche le proposte, ma saremmo molto favoriti dalla vostra politica a costruire i « sì » perché basterebbe proprio cominciare dai « no » . ad esempio, la legge numero 30 — che, come sapete, ha fatto dell' Italia il paese a più alto tasso di precarietà d' Europa — è colpevole anche dell' assassinio del contratto dei metalmeccanici perché i padroni hanno potuto dire che non c' è bisogno dei contratti, si attinge alla legge numero 30, che prevede una moltitudine di contratti gli uni diversi dagli altri per regolare il rapporto di lavoro , e per il resto rimane soltanto la mancia salariale. inoltre, siccome i lavoratori non possono votare sul contratto perché in Italia una legge non lo prevede e c' è una carenza di democrazia a partire dal mondo del lavoro , sì può andare avanti così. ecco, un' opposizione seria comincia a dire: primo, vogliamo proporre una legge che dia ai lavoratori il diritto inalienabile di dire con il loro voto se un contratto va bene o non va bene ; secondo, pensiamo di abrogare la legge numero 30 e di ricostruire, contro la precarietà, i diritti dei lavoratori; terzo, voi fate una politica di distribuzione del reddito a favore dei ceti possidenti e noi vogliamo fare una politica di ripartizione del reddito che riequilibri a favore di salari, stipendi e pensioni. inoltre, per questa via, riaprire un' idea di un keynesismo non « bastardo » , non quello delle opere pubbliche e delle spese militari — opere pubbliche che andrebbero bene se non fossero gigantesche operazioni di devastazione del territorio, come, per esempio, l' ipotizzato ponte — e, invece, cominciamo dalla qualificazione della domanda interna . penso che dall' opposizione alla vostra politica potrebbe nascere un' alternativa. da questo punto di vista la legge finanziaria è un male ma potrebbe essere usata contro di voi a fin di bene.