Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 398 - seduta del 10-12-2003
Informativa urgente del ministro degli affari esteri sull'andamento dei lavori della Conferenza intergovernativa per la revisione dei trattati dell'Unione europea
2003 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 398
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , l' intervento del ministro Frattini non ci ha affatto convinto; anzi, con formula più precisa, possiamo dire di essere in netto dissenso rispetto alla sua impostazione. l' Europa che viene così configurandosi è una grande sonnambula: non esiste nella vita attiva e alla luce del sole. se depurassimo l' intervento del ministro dalla retorica, resterebbe soltanto il vuoto della politica, riempita con l' adattamento all' ordine esistente. sopra l' ordine esistente rimarrebbe un conflitto fra i poteri per sapere chi dovrà guidare questo adattamento. se usciamo dal dibattito in quest' Aula, anche l' onorevole Follini potrà trovare differenze salienti rispetto a questa impostazione. c' è una discussione, non solo fra gli intellettuali e nella cultura, sullo stato di disordine e di caos in cui versa il mondo. semmai, la discussione più impegnata è per capire se esiste una ratio in questo caos oppure se sia semplicemente una tendenza alla catastrofe. gli interrogativi sono drammatici e sono in molti a pensare, noi tra questi, che l' Europa rischia in questo disordine la sua rotta e il suo declino. il ministro ha detto che sabato e domenica mattina ci sarà un appuntamento importante; io penso che quale che sia la conclusione, l' Europa non sarà animata da una grande passione su questa conclusione e che la differenza fra ciò che il ministro considera bello e ciò che egli considera brutto sarà considerato irrilevante da tanta parte dei popoli europei . non faccio alcuna demagogia se vi chiedo di provare a verificarlo con i disoccupati del Mezzogiorno d' Italia, con la popolazione di Scanzano, con i lavoratori che guadagnano 900 euro al mese o con i pensionati che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. andate a sentire l' attesa che c' è rispetto a questa conclusione in una fabbrica, in una scuola o in un bar e vi accorgerete di quanto grande sia il distacco fra l' Europa ufficiale e quella reale. il ministro ha parlato di diversi modelli di Europa, ma si è riferito a diverse idee dell' equilibrio di poteri fra il Consiglio europeo , la Commissione e il Parlamento, tra quanto possono pesare i diversi governi nel prendere le decisioni. è un' idea assai flebile di modello; per modello bisogna invece pensare a quale rapporto l' Europa debba considerare tra sé ed il mondo, nel rapporto drammatico della contesa tra la pace e la guerra; a quale modello sociale vuole realizzare e a come affrontare il problema della crisi della democrazia nel nostro tempo. invece, nulla di tutto questo: il mondo è attraversato dalla guerra e dal terrorismo in una spirale che cresce in maniera distruttiva. può accadere un giorno che muoiano sotto i bombardamenti portati contro una presunta base terroristica sei bambini, ma di questo la politica non se ne accorge — e cresce la spirale distruttiva. il trattato costituzionale è altrove e non ci si accorge neppure di chi chiede una radicale modifica di questo trattato, come è accaduto a Parigi e a Saint Denis, o non ci si accorge neppure, come è stato ricordato, che a Ginevra uomini di pace e di buona volontà possono incontrarsi per definire una prospettiva di pace in Palestina e di autonomia nella costruzione degli Stati: l' Europa in tutto questo è assente. poi, c' è la crisi economica di un' Europa stretta tra gli USA che crescono con il dollaro debole e la competizione che cresce in una realtà come quella cinese che ha ben imparato la lezione neoliberista. l' Italia e l' Europa rischiano di essere stritolate. le economie forti come quella francese e quella germanica — lasciamo stare i nazionalisti che in questo caso non c' entrano nulla — rompono quello che Prodi chiamava lo stupido patto di Maastricht e tentano di uscirne in qualche modo, seppure pragmaticamente. tuttavia, Maastricht era il paradigma di questa Europa. viene messo in discussione perché non regge, come non hanno retto i rapporti internazionali di scambio a Cancùn. ci sarebbe da ridefinire una politica economica . il governo italiano quando, in questa sede, enumera gli impegni della conferenza intergovernativa sembra riecheggiare i temi di un keynesismo bastardo, privo di alcuna capacità di immaginazione futura. intanto, vive una crisi della coesione sociale: la riduzione potente delle tutele dello stato sociale ; un' immigrazione che viene ridotta dentro una linea di sicurità, di impedimento all' accoglienza, di ghettizzazione; una frammentazione del mercato del lavoro . in Italia la conosciamo bene perché abbiamo la legge Bossi-Fini da una parte e la legge numero 30 dall' altra. tuttavia, questa è l' Europa: è l' Europa di Barcellona del 15-16 marzo che pretendeva il prolungamento dell' età pensionabile , la liberalizzazione dei servizi e la flessibilità del lavoro. questo si produce mentre nessuna Europa diversa si configura neppure come immaginabile per il prossimo appuntamento. l' onorevole Fassino ha parlato di due idee dell' Europa. vorrei dire che non sono d' accordo. le due idee di Europa da lui descritte, riassunte dalle formule del massimo possibile e del minimo necessario, sono solo due variabili interne allo stesso modello: quel modello che il trattato costituzionale definisce di un' Europa sostanzialmente capace solo di costituzionalizzare il mercato e di costituzionalizzare la collocazione nel teatro della guerra e del terrorismo esistente, cioè un' Europa passiva. vorrei dire all' onorevole Fassino che vi è una terza Europa: quella che i movimenti hanno chiamato « l' altra Europa » . se il conflitto restasse racchiuso fra le prime due bisognerebbe sapere che tale Europa risulterebbe come una superfetazione totalmente lontana dal vissuto dei popoli. allora, anche le tentazioni nazionalistiche, forse, andrebbero lette diversamente. siete davvero sicuri che il voto della Svezia che dice « no » a questa Europa sia un voto nazionalista e non, invece, un voto per difendere il proprio stato sociale ? se si vuole parlare con efficacia dell' Europa, per chi abbia in mente la difesa degli interessi giusti, bisogna pensare ad un' altra Europa. allora, signor ministro, il prossimo appuntamento che voi tanto enfatizzate è, in realtà, un appuntamento inutile.