Pier Luigi BERSANI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 364 - seduta del 30-09-2003
Informativa urgente sul blackout elettrico del 28 settembre scorso
2003 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 364
  • Comunicazioni del governo

devo dire, signor presidente , che la relazione del Governo mi è sembrata — per stare ai termini elettrici — un po' disconnessa, perché non si può spiegare il blackout con riferimento alle reti e al Governo delle reti, e non certo alla potenza elettrica e alle centrali, e poi dire che si provvederà aumentando la potenza elettrica e le centrali: un tema importante, ma che è del tutto ininfluente ai nostri fini. vorrei far notare che con una risposta di questo tipo, vale a dire asserendo che di fronte ad un blackout di questo tipo dobbiamo metterci a costruire il più rapidamente possibile le centrali, noi possiamo tranquillamente ritrovarci con un altro blackout. ci si rende conto di questo? chiederei, pertanto, al Governo di stare al punto. noi non abbiamo interesse a buttare la croce addosso a nessuno, soprattutto una croce così pesante e tanto meno preventivamente. tuttavia vogliamo capire, mentre, al di là di una mera descrizione dei fatti che abbiamo sentito, non abbiamo capito. dopo l' incidente, o gli incidenti sui cavi svizzeri, è avvenuta o meno la connessione con gli altri cavi? c' è stato l' allarme? sono stati distaccati gli utenti cosiddetti interrompibili? tutti? sono stati staccati i pompaggi? tutti? è avvenuta la manovra di ripartizione sul territorio, in modo da non andare in blackout in tutta Italia? le riserve da attivare erano pronte? dopo 48 ore queste cose bisogna saperle, almeno per approssimazione, almeno per escluderne qualcuna. possiamo dare al ministro qualche giorno in più per verificare se vi siano stati limiti tecnici ed errori umani su questo o quel punto del sistema e se abbiamo o meno bisogno di potenziamenti nei gangli della rete. se si vuole, poi, dare un minimo sguardo preventivo sul futuro, occorrerà chiedere al ministro a quale punto sia il piano di potenziamento della rete del GRTN, nonché il nuovo grande cavo con la Svizzera, che potrebbe darci più sicurezza. lo si sta accelerando? si possono o meno riequilibrare, nelle ore di basso consumo, le nostre importazioni con le disponibilità nazionali, che sono enormemente sovrabbondanti in quelle ore? a questo bisogna fornire risposta, anche attraverso verifiche tecniche indipendenti, che stiano al punto e che non divaghino. qui non c' entrano le centrali, lo « sblocca centrali » , il « Marzano 1 » e il « Marzano 2 » ; i problemi vanno affrontati per quello che sono e non come pretesto per parlare d' altro. se si vuole parlare d' altro, parliamone! noi — come si dice — andiamo a nozze. signor ministro — e mi rivolgo anche al collega Antonio Leone del gruppo di Forza Italia — , non è lo « sblocca centrali » che ha attivato 70 domande di investimento, è la liberalizzazione. informo il collega Leone che, prima della liberalizzazione, era proibito costruire centrali, ciò era consentito solo all' Enel che, a quel punto, non aveva alcun interesse a farlo. non è serio affermare che, adesso, sono stati autorizzati 12 mila megawatt e che, nella scorsa legislatura, ne sono stati autorizzati solo 1.500. non è serio parlare in questo modo! il quesito è: perché delle domande autorizzate dopo il grande impulso della liberalizzazione ne sono partite pochissime? perché di 12.500 megawatt ne sono partiti solo 2.500? ciò è avvenuto — come abbiamo già detto — perché gli « sblocca centrali » non hanno sbloccato niente, perché si è scelta la strada del contenzioso con regioni ed enti locali e non quella della corresponsabilità, perché è stato stralciato il protocollo di intesa con le regioni, perché non si sono seguiti i consigli di chi affermava di porre in essere una procedura condivisa, attraverso norme di chiusura e, se necessario, con l' intervento sostitutivo del Governo. ciò ha creato incertezza: le autorizzazioni sono sub iudice costituzionale e dei tribunali amministrativi. dunque, chi investe in una situazione di incertezza? inoltre, si è perso di vista l' orizzonte strategico nella riforma; infatti, l' investitore non ha chiaro se ci sarà la borsa elettrica e chi veramente comandi tra ministero ed authority. l' investitore non ama disporre di sette leggi in movimento nel Parlamento; perché, un soggetto che intende investire 1.000 miliardi, ancorché veda passare leggi probabilmente inutili, vuol vedere dove si ferma il pallino, altrimenti non investe 1.000 miliardi. e vantarsi di aver predisposto sette leggi che girano è un errore, in quanto meno leggi si varano in questo campo e meglio è. a questo punto, rivolgo un appello al Governo: occorre decidersi, vogliamo affermare che la riforma è in atto e che ne va accelerata l' applicazione, l' implementazione? abbiamo qualche altra idea? a due anni e mezzo dall' inizio della legislatura occorre dirlo! se ci troviamo nel solco della riforma, che va completata, implementata e corretta se necessario, bisogna prenderla in mano, bisogna dire dove si va, bisogna rendere chiaro agli investitori qual è la linea di marcia. allora, spetta al ministro dipanare un dibattito improprio, che sta nascendo anche in occasione dei blackout. signor ministro, sento parlare — ad esempio — dei costi dalla liberalizzazione sulle tariffe. spetta al Governo affermare che sulle tariffe stiamo ancora pagando gli esiti dell' ultima fase monopolistica, che stiamo pagando gli esiti del nucleare, che stiamo pagando il gas nigeriano, che stiamo pagando il CIP 6. spetta al ministro rivolgere un invito a non aprire dibattiti sul nucleare. ciò non ci porta a nulla; infatti, in nessun posto al mondo, chi non ha il nucleare sta pensando di aprire un ciclo di investimenti sul nucleare. questo è antieconomico, prima di qualsiasi altro ragionamento. dunque, cerchiamo di essere concreti, evitando che sia la politica energetica ad andare in blackout.