Rosy BINDI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 349 - seduta del 30-07-2003
Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2004-2007
2003 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 349
  • Attività legislativa

signor presidente , il quadro generale di questo documento di programmazione economico-finanziaria non offre spunti di ambizione. si limita a registrare le conseguenze dell' 11 settembre 2001 e a rimpiangere le previsioni del primo documento di programmazione economico-finanziaria presentato da questo Governo, nel quale si prevedevano tre punti di crescita percentuali per ogni anno, dal 2001 al 2003. la crescita, quest' anno, dovrebbe attestarsi intorno allo 0,7 per cento . se ciò dovesse accadere — non lo diciamo noi dell' Ulivo, ma le organizzazioni economiche e sociali di questo paese — sarebbe un miracolo. la risposta del Governo è l' assenza di ogni politica di sostegno allo sviluppo. non esiste in questo documento una politica industriale , non vi è un freno almeno alla individuazione di un percorso virtuoso per evitare il sistematico processo di deindustrializzazione che sta colpendo il paese. se un paese non produce, si trova in una crisi economica grave, ai limiti della recessione. si sono sprecate le espressioni per definire l' Italia: in declino, in affanno, con le pile scariche. che cosa fa il Governo? si fa incalzare dai guru del Fondo Monetario e afferma che saranno le riforme strutturali della spesa sociale che riporteranno lo sviluppo. il ministro Sirchia, interrogato sull' assenza totale di ogni riferimento ai temi sanitari, afferma che attende il taglio delle pensioni per programmare la politica sanitaria . siamo al corto circuito delle sicurezze sociali: si taglia la spesa sociale per sostenere lo sviluppo, quando, invece, dovrebbe essere esattamente il contrario; si sostiene lo sviluppo con le infrastrutture, la ricerca, l' innovazione e la formazione, come esattamente afferma il patto tra Confindustria e le forze sociali ; si sostiene lo sviluppo e lo si rilancia, perché un paese possa vivere sicuro e in salute ed affinché le giovani generazioni possano formarsi, lo stesso paese possa godere delle sue bellezze, possa essere un paese ospitale. tale è il quadro che ci inquieta. per trovare, in questo Dpef, un accenno alla sanità ed alle politiche sociali , dobbiamo iniziare a leggerlo al contrario. dobbiamo, cioè, partire dalle ultime pagine e dagli ultimi capoversi. siamo davvero preoccupati che il Governo non faccia un accenno al grave problema del finanziamento della sanità, a fronte di una spesa sanitaria — lo dice la Ragioneria generale dello Stato — assolutamente sostenibile nelle sue previsioni future, soprattutto in relazione ad un paese che avrebbe possibilità di crescere e che se di qualche problema soffre è per lo squilibrio della stessa spesa, ancora troppo concentrata sulla fase acuta e non in grado di farsi carico delle cronicità ed altresì dello squilibrio tra nord e sud e di un indebitamento al quale il Governo stesso non intende porre freno e rimedio: ciò in virtù del fatto che anche il patto dell' 8 agosto, siglato con le regioni, è stato dallo stesso Governo non onorato, perché quell' aumento del fondo sanitario ancora non è stato trasferito né lo sarà dal Governo, a fronte delle regioni che devono contrarre mutui con le banche per la spesa corrente . non vi è, in questo documento di programmazione economico-finanziaria , un accenno al sostegno alla ricerca, all' edilizia sanitaria ed all' innovazione tecnologica . non vi è una risposta per il rinnovo dei contratti dei medici e per gli specializzandi che attendono risposte dal Governo. non vi è un cenno, neanche quel minimo a cui si era impegnato lo stesso Governo, in quest' Aula. stessa cosa può dirsi delle politiche sociali : il libro bianco del welfare è stato varato lo scorso mese di febbraio e, da allora, i tavoli sono scomparsi, riappaiono oggi, per cercare, con il terzo settore e con i sindacati, una copertura ai tagli che il Governo si appresta a fare. si rinvia ad una finanziaria che si annuncia essa stessa davvero preoccupante, non perché non vi sia un accenno a quel reddito di ultima istanza che avrebbe dovuto sostituire il reddito minimo di inserimento; dal 30 giugno scorso migliaia di famiglie sono prive del sostegno al reddito, in particolare nel Mezzogiorno. si dice che la povertà diminuisce, ma forse bisognerà fare qualche riflessione più approfondita sulle erosione dell' inflazione e dei redditi fissi, a partire dalle pensioni e dai redditi da lavoro dipendente . le retribuzioni sono cresciute meno dell' inflazione. sono diminuiti i poveri ma il paese è complessivamente più povero e si assiste ad un suo indebolimento. ciò che preoccupa di più è che a questo Governo manca la percezione delle due grandi emergenze, per far fronte ad una spesa sociale che sia davvero un investimento ed essa un fattore di sviluppo: l' assenza, pressoché totale, di ogni riferimento al tema dell' invecchiamento della popolazione non autosufficiente ed al crocevia della famiglia come punto fondamentale per il rilancio di tutte le politiche sociali . il ministro della Sanità ha detto che si aspetta la riforma delle pensioni per poter affrontare il tema della non autosufficienza. vi sono, in questo paese, famiglie, soprattutto tra coloro che sono nati negli anni tra il 1950 ed il 1960 che, contestualmente, devono farsi carico del lavoro precario dei giovani e della non autosufficienza che pesa sulle famiglie stesse. questa è la risposta anche alla curva demografica di questo paese, non certo l' annunciato, ma anch' esso scomparso, sostegno per la nascita del primo figlio... concludo, signor presidente . noi ci aspettiamo, e queste saranno le proposte che faremo, una risposta al finanziamento della sanità, la creazione di un fondo solidaristico per la non autosufficienza ed un sostegno vero alla famiglia come centro delle politiche sociali perché sappia farsi carico, oggi in maniera assolutamente inedita nella vita del nostro paese, al tempo stesso , del carico degli anziani e degli ammalati e di quello dei giovani e delle future generazioni.