Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 346 - seduta del 24-07-2003
In materia di referendum
2003 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 11
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , questo emendamento assume un evidente carattere generale e mi consente di spiegare le ragioni per le quali noi riteniamo che l' invio di un contingente militare del nostro paese in Iraq, con le modalità con cui oggi questo viene proposto, sia un errore, essendo la prima volta nella storia dell' Italia repubblicana che un contingente delle nostre forze armate occupa un paese straniero senza un mandato delle Nazioni Unite , senza una decisione della NATO, senza una decisione dell' Unione Europea , cioè totalmente al di fuori delle decisioni degli organismi multilaterali di cui l' Italia fa parte e ai quali abbiamo legato la nostra politica internazionale . vorrei aggiungere che, proprio nel momento in cui da parte di diversi paesi europei si esercita una pressione per arrivare ad una risoluzione del Consiglio di sicurezza tale da mutare la situazione in Iraq e da riportare la transizione irachena entro il quadro di una piena legittimità internazionale, la decisione italiana indebolisce questa pressione, perché dimostra che gli USA possono ottenere solidarietà anche al di fuori di un quadro multilaterale e al di fuori di una piena responsabilità delle Nazioni Unite . credo che questo modo di procedere non aiuti la stabilizzazione dell' Iraq e l' opinione che mi sono fatto, avendo anche visitato quel paese, incontrato le forze politiche e i rappresentanti dell' autorità militare alleata, è che la stabilizzazione dell' Iraq sia legata a due scelte politiche. la prima scelta politica è ricondurre la transizione sotto l' autorità delle Nazioni Unite , superando la condizione di un paese militarmente occupato, nel quale una parte non piccola della popolazione avverte la presenza militare anglo-americana come presenza di occupazione (anche una parte di quei gruppi politici e religiosi che hanno combattuto contro Saddam Hussein ). la seconda questione riguarda la crescita dell' autorità irachena, l' affermarsi di un' autorità irachena che prenda nelle sue mani progressivamente il destino di quel paese, compresa la sicurezza. infatti, è assai difficile garantire la sicurezza nelle aree urbane in un paese attraverso l' azione di un esercito scarsamente preparato a gestire i problemi della sicurezza. c' è bisogno di una forza di polizia che non può che avere un carattere nazionale e che non può che dipendere da un' autorità nazionale. dunque, queste due fondamentali scelte politiche, necessarie per garantire la stabilizzazione del paese, sono, non aiutate, ma ostacolate dal perdurare di una situazione di occupazione militare e di comando affidato all' autorità militare alleata. questa posizione politica non può, in alcun modo, essere confusa — voglio sottolinearlo — con la necessità che tutti avvertiamo di una piena solidarietà con le nostre forze armate . ho avuto occasione, a Bagdad, di prendere contatto con i funzionari civili e militari italiani che sono lì per preparare la missione. alcuni li conosco. so che si tratta di diplomatici o di ufficiali di grandissimo valore e ho piena fiducia che le nostre forze armate , pur costrette ad operare in un quadro sbagliato ed impegnativo, sapranno svolgere i loro compiti con quel senso del dovere e con quelle capacità che hanno dimostrato in tutte le missioni internazionali. vorrei aggiungere che mi sono adoperato per favorire un contatto tra i rappresentanti italiani ed i rappresentanti politici e religiosi di gruppi che hanno una particolare forza nell' area nella quale saranno dispiegati i nostri militari, perché penso che questi contatti saranno utili a creare il contesto più favorevole perché la missione possa svolgersi in un quadro di sicurezza. voglio ribadirlo perché, al di là di polemiche che, talora, assumono un carattere rozzo e strumentale, l' essere in fermo dissenso con il Governo non ci impedisce, in alcun momento, di operare al servizio del paese.