Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 31 - seduta del 12-09-2001
Sugli attentati terroristici negli Stati Uniti d'America
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 31
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, onorevoli colleghe e colleghi, il primo sentimento, la prima emozione è quella che ci investe tutti come persone, sconvolti da un elemento di dolore, di spaesamento e, persino, di disagio. è stato detto che è difficile trovare le parole, è difficile persino organizzare i pensieri. forse, tutti sentiamo un deficit di capacità di capire e di intendere. certo, siamo colpiti dal livello enorme della carica distruttiva di questa azione terroristica. sono stati colpiti i simboli più clamorosi della modernità, del potere militare e per compiere questa strage di vite umane incolpevoli, la vita umana è ridotta a pura occasione di una lotta politica senza confine: la vicinanza e la pietà per le vittime riguardano anche il carattere della perdita delle loro vite. poteva capitare a ognuno e a ognuna nel mondo e la solidarietà al popolo americano va ad un popolo colpito non solo nei suoi componenti ma anche nella sua identità: si tratta di un' aggressione senza precedenti alla civiltà contemporanea. non si può non essere colpiti dalla vulnerabilità della società moderna, sofisticata, innovata, tecnologica e contemporaneamente, come in un' interfaccia drammatica, dalla invisibilità dei suoi aggressori, come a dire che tutti possono essere colpiti e che ognuno può diventare aggressore. anche l' antico interrogativo « a chi giova » è un interrogativo muto, non ha nulla da dire. sembra che solo un moto fondamentalistico fanatico, che schiaccia l' altro sulla dimensione del nemico e lo priva di una umanità riconoscibile, possa motivare un atto di questo genere. è un evento che cambia il mondo, che rende terribile il presente e che crea un' inquietudine forte sul futuro: la violenza può cancellare la politica, la democrazia e la libertà. c' è il rischio concreto che da questa violenza si possa sprofondare in una guerra immanente, anche se difficilmente descrivibile; c' è il rischio della chiusura nel recinto di una civiltà bloccata che non considera così le altre, diverse da sé; c' è il rischio di sollevare un ponte levatoio; c' è il rischio di chiudere questa nostra società al conflitto, al contrasto di interessi e di valori, che sono il sale della politica: noi dobbiamo opporci a questa propensione alla chiusura. ho sentito autorevoli esponenti statunitensi ed europei, da cui pure mi sento politicamente molto lontano, invitare gli USA a non praticare una politica di ritorsione: mi sembrano appelli improntati alla saggezza. tuttavia, signori presidenti, credo che l' Occidente debba trovare una nuova autorità etico-morale. capisco che il terrorismo debba essere combattuto sul suo terreno, comprendo che debba essere prevenuto e combattuto, ma la vulnerabilità di questa società dice che la potenza militare non lo può sconfiggere. non c' è alcuna causa, seppur la più drammatica, che possa giustificare il terrorismo, ma rimuovere le cause che possono determinare una sorta di acqua in cui può nuotare il pesce del terrorismo è il compito principale per poterlo debellare. se si conosce il carattere inadeguato della risposta militare in questa sorta di guerra civile che può attraversare l' intera umanità, allora bisogna espungere dalla modernità la guerra — che fa sempre più vittime tra i civili piuttosto che negli eserciti — , risolvere i punti di crisi presenti anche nel mar Mediterraneo — fornendo ad ogni popolo la possibilità di avere un suolo ed uno Stato — e, signori del Governo e signori parlamentari, accogliere ciò che, invece, prevalentemente tende ad essere respinto in questa nostra società. quel movimento di critica alla globalizzazione, se non volete ascoltarlo per le risposte, ascoltatelo per le domande, perché queste ultime sono fondamentali per vincere questa battaglia di civiltà. signor presidente del Consiglio , non è il G8 che deve trovare le risposte giuste, è l' Onu, è il consenso generale di tutti i paesi del mondo e l' Europa, in questo, ha un grande ruolo.