Pier Luigi BERSANI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 267 - seduta del 18-02-2003
Istruzione e formazione professionale
2003 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 267
  • Attività legislativa

se si può avere da parte del Governo un attimo di attenzione, signor presidente , vorrei dire che questa legge presenta alcuni punti interrogativi. il primo: da quale confronto nasce questa legge? è mai possibile che noi osiamo parlare di riforma della scuola e blindiamo un provvedimento rispetto al quale l' opposizione attonita deve vedersi respingere ogni parola che ha pronunciato e vedere poi accogliere, con l' assistenza tecnica del caso, ordini del giorno espressione della maggioranza? con quale presunzione, signora ministro, si è pensato di lasciare nelle mani del Governo scelte determinanti sulla base di una delega così malcerta, così generica, così poco fondata? quanto si è già compromesso in questo anno e mezzo delle scelte che si afferma di voler fare? è più importante quel che è successo quest' anno o è più importante quello che scriviamo qui? e come vogliamo collegare questa discussione con quella che dovrà esserci nei prossimi giorni sulla devolution? e quella discussione sulla devolution come la colleghiamo all' autonomia scolastica, ai poteri regionali, ai fondamenti costituzionali, alle norme vigenti che modifichiamo con questo disegno di legge di delega? come si può considerare questa una legge di delega? è una delega senza copertura, con copertura eventuale a scoppio ritardato. è un manifesto. è una legge. è una via di mezzo. è la legge del voto in condotta che non costa niente. questi sono interrogativi seri che non hanno avuto risposte convincenti e dunque questo disegno di legge avrà un percorso ancora accidentato, certamente non lineare; creerà confusione nei prossimi mesi e, tuttavia, la scelta di oggi ci preoccupa. in due minuti soltanto voglio dirle, signor ministro, e voglio dire ai colleghi, perché ci preoccupa. temiamo che con questa discussione e con queste scelte venga posta un' ipoteca forte su un dibattito che dovrebbe appassionarci di più e che non riguarda la scuola ma l' Italia, le prospettive di questo paese e quello che ormai molti definiscono il rischio di ripiegamento o rischio di declino. questo è l' oggetto che dovrebbe appassionarci. noi siamo pronti a discuterne, anche politicamente. riteniamo che il centrodestra stia aggravando i problemi, ne stia aggiungendo, ma i problemi ci sono; questo paese ha problemi strutturali di fondo. anche in questo dibattito sono emerse tabelle e numeri che non riprenderò, però, se si incrociano i dati delle tabelle Ocse sulla produttività del sistema scolastico in termini qualitativi e quantitativi e le tabelle dell' andamento demografico (cioè il fatto che nel 2030 saremo, sostanzialmente, in carenza a milioni nelle fasce di età fra i 20 e i 40 anni) vedremo che c' è un problema che riguarda, in modo intrinseco, la capacità di riorganizzare l' offerta formativa e di conoscenza, di attivare popolazione, generazioni, età che oggi sono disattive rispetto al mondo del lavoro , di rimontare uno stock di ritardo micidiale che abbiamo nelle conoscenze delle varie generazioni (questo lo dicono sia i dati Ocse sia i dati Pisa) e generare, attraverso un rinnovamento degli istituti di offerta della formazione, della ricerca e la loro trasferibilità, un flusso di conoscenza. sarò breve anche se sarebbe interessante poterne discutere. intendiamoci, a noi piace l' idea di scuola come strumento di inclusione; sappiamo che abbiamo di fronte passaggi nei quali i termini della flessibilità, delle divisioni, della frantumazione sociale richiederanno uno strumento più forte, però stiamo anche sul tema del rapporto fra scuola ed economia ed io vorrei chiederle, signor ministro, visto che siete così appassionati al rapporto tra scuola ed economia: ma con che economisti parlate? parlate forse con Confindustria? parlate con tutti gli economisti e non ce ne sarà uno che non vi dirà — e dico poco — che tutto ciò è improprio. un' idea che si proponga di accostare l' offerta alla domanda, di piegare un sistema formativo ad una domanda di impresa così come è adesso è quanto meno inappropriata: nessun economista la sosterrebbe! farlo sarebbe un errore gravissimo per il paese! un economista vi direbbe che si deve partire da un intervento d' urto dal lato dell' offerta: bisogna immettere più conoscenza diffusa e poi, dal lato della domanda, stimolare una sua riqualificazione, ad esempio patrimonializzando nei percorsi di lavoro e nei contratti l' acquisizione di conoscenze o alzando gli standard di qualità per le imprese. conoscete quale formazione chiedono oggi le nostre imprese? conoscete quale formazione sia richiesta nel nord est ? vogliamo forse segnarci con quella mano? non possiamo farlo! certo, la ricetta non è facile; l' Ulivo si sta dedicando a questo tema, al tema della conoscenza, ed il suo nuovo programma si formerà proprio attorno ad esso. sappiamo che non è facile trovare le risposte! certamente però queste non sono rappresentate dalla strada che state percorrendo. semmai, la prima cosa che viene in mente è dire: facciamo un piano straordinario di edilizia scolastica! facciamo un' infrastruttura in meno, una Tremonti in meno! occupiamo in modo permanente le strutture scolastiche! attiviamo tutte le risorse presenti nel corpo docente, altro che ridurle! garantiamo un turnover adeguato: abbiamo bisogno di queste risorse! lanciamo un piano di educazione per gli adulti! allarghiamo la conoscenza di base, lo ripeto, allarghiamo la conoscenza di base per tutti e non facciamo, sulla testa e nella testa di un ragazzino di 13 anni, una divisione tra il sapere ed il fare! non venite a dirmi che non è così: nella concreta situazione italiana è così! non mi si portino esperienze di altri paesi! chi ha operato, chi ha conosciuto il mondo scolastico e quello della formazione professionale in Italia sa benissimo che stiamo mettendo su due binari diversi, a 13 anni, i giovani di questo paese. ho lavorato per molti anni alla formazione professionale : se in buona fede pensate che questo non avvenga, che ciò si possa rimontare con passerelle o quant' altro, vi dico che si tratta di una prospettiva onirica! non esiste questa prospettiva! abbiamo bisogno, invece, dell' operazione opposta: allargare la conoscenza di base per tutti per poi, su questo, innescare tutti gli altri processi. per tali ragioni, di fronte a questi problemi, di fronte ad un problema paese, non ad un problema scuola, lasciamo da parte, signor ministro, le retoriche delle opportunità e del diritto dovere . c' è una parola moderna: si chiama innalzamento dell' obbligo scolastico! una scuola buona per tutti! se vogliamo fare del bene al paese, e non solo alla scuola, questo è necessario!