Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 24 - seduta del 26-07-2001
Sfiducia al Governo
2001 - Governo III Fanfani - Legislatura n. 3 - Seduta n. 476
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , signor ministro, chi le parla, come lei sa, ha concorso nella fase iniziale della preparazione di questa riunione e certamente condivide la necessità di governare la globalizzazione, cioè che la politica, i governi, le istituzioni internazionali non lascino il campo agli interessi finanziari dei grandi gruppi multinazionali. in questo spirito, non soltanto partecipai, a nome dell' Italia, al G8 di Colonia, dove, per la prima volta, furono assunte forti e concrete decisioni per l' abbattimento del debito dei paesi più poveri, ma mi sono anche sforzato di promuovere un dialogo internazionale, sui temi della global governance , anche al di fuori della ufficialità dei vertici; in modo particolare nel convegno di Firenze tra i principali leader socialisti europei, il presidente Clinton ed il presidente Cardoso. non è dunque dal punto di vista di chi contesta l' utilità del G8 che io le parlo. ritengo che una rete di relazioni internazionali, la concertazione di azioni comuni e l' assunzione di una comune responsabilità siano importanti per fronteggiare grandi sfide, ma a condizione — questo è un primo problema — che tutto ciò sia volto a potenziare ed a rinnovare le istituzioni legittime, cui compete il compito di governare i processi globali, a cominciare dalle Nazioni Unite . la Presidenza italiana del G8, come lei ha ricordato, si è mossa in questo spirito. non c' è dubbio che, come lei ha sottolineato, questa riunione abbia avuto un' agenda nord sud definita e preparata; si è aperta ad un dialogo con i leader dei paesi poveri, ha impostato un rapporto con le Nazioni Unite e le istituzioni internazionali, anche differenziandosi da precedenti vertici. naturalmente — lei ne ha fatto un accenno molto garbato, io la ringrazio e mi scuserà se sottolineo questo dato — tutto questo non è stato improvvisato ma è il frutto della Presidenza italiana, nel senso che il segretario generale delle Nazioni Unite è stato invitato qualche mese fa, altrimenti difficilmente si sarebbe trovato a Genova. vorrei aggiungere, tra altri aspetti che hanno caratterizzato questo vertice, che durante la sua preparazione si è intrecciato un dialogo con le organizzazioni non governative e ci si è sforzati di coinvolgerle nella preparazione. in particolare ricordo il documento di febbraio dal titolo « la riduzione del debito ed oltre » che è un contributo importante al dialogo tra governi e forze della società civile . se dunque sottolineo, non vorrei dire rivendico — poiché si trattava in gran parte dell' opera del Governo Amato, ma certamente anch' io, per la mia parte, vi ho dato un contributo — , queste significative novità che hanno caratterizzato la Presidenza italiana e che hanno meritato apprezzamenti su scala internazionale, mi domando anche quali passi in avanti su questa strada concretamente si siano poi realizzati nel vertice di Genova. qui lo scenario appare più problematico — me lo consenta — , ed il giudizio non può essere che quello di scelte concrete assai modeste, più modeste di quanto le premesse non lasciassero sperare. credo di citare un testo non eversivo se mi riferisco all' Avvenire di oggi, al modo in cui la stampa cattolica valuta i risultati di Genova. secondo il giornale tali risultati sono piuttosto modesti sul terreno relativo al fondo per la salute, tanto più che appaiono irrisolte alcune di quelle drammatiche questioni che si sono poste recentemente nel conflitto tra il Sudafrica e le grandi compagnie farmaceutiche multinazionali. il passo in avanti sul debito è stato giudicato piuttosto modesto; per ciò che concerne la liberalizzazione del commercio quell' iniziativa europea tradotta « tutto meno che le armi » , il vertice si è limitato a prenderne atto, non l' ha fatta propria. modestissima è risultata l' indicazione sul terreno decisivo dell' aiuto allo sviluppo , dove, come lei ben sa, siamo assai lontani da quell' obiettivo rappresentato dallo 0,7 per cento del Pil. l' Italia — certamente in questo caso si tratta di responsabilità comune — appare lontanissima dall' obiettivo con il suo modestissimo 0,13 per cento , anche se non siamo gli ultimi. sull' ambiente e sulla sicurezza alimentare non appaiono superati i contrasti, più preoccupanti per gli orientamenti della nuova amministrazione americana. sul trattato ABM e sul cosiddetto scudo spaziale sono più preoccupato di quanto lei non abbia mostrato. certamente era preferibile la maggiore prudenza della precedente amministrazione e sono preoccupato, in particolare, per le espressioni del presidente del Consiglio , l' onorevole Berlusconi, che mi sono apparse come una sorta di cambiale in bianco ben diversa dalla disponibilità a discutere. parliamo di una iniziativa americana che non è oggi configurata in nessuna proposta concreta — e che mi sentirei difficilmente di poter avallare — degli altri leader europei. spero che torneremo a discutere sulla politica estera dell' Italia, ma si è venuto delineando, ai margini del G8, una sorta di nuova collocazione dell' Italia, un' idea curiosa e velleitaria di un' Italia ponte tra Europa e USA che — credo — possa dare, come unico risultato, quello di isolarci in Europa e di determinare un sospetto nei nostri riguardi. credo che la nostra politica estera debba continuare ad essere incardinata sull' unità dell' Europa e sulla solidarietà dell' Europa. signor presidente , signor ministro — lei mi consentirà — ho anche ridotto questa parte di intervento perché ho dovuto riservarmi qualche minuto per affrontare un' altra questione. confesso un disagio: non è facile parlare di risultati politici del G8 quando — come ella stessa ha ricordato — essi appaiono offuscati dalle vicende che si sono svolte intorno al G8, dalle violenze e dalle polemiche. non è in discussione la responsabilità dei gruppi violenti dai quali la opposizione democratica non solo ha marcato una distanza incolmabile ma che, come è nella nostra vita e tradizione, consideriamo nemici della democrazia e della partecipazione. è in discussione il resto; lo ripeto: è in discussione il resto, reso ancora più inquietante dal gravissimo rifiuto del Governo della maggioranza ad una indagine conoscitiva del Parlamento; cosa che appare curiosa da parte di una maggioranza che pretende di promuovere Commissioni d' inchiesta a raffica sui comportamenti passati dell' opposizione e che nega al Parlamento persino il diritto ad un' indagine conoscitiva su fatti di grande gravità e che toccano l' immagine internazionale dell' Italia. credo sia molto importante che l' opposizione abbia annunciato la presentazione di una proposta per l' istituzione di una Commissione d' inchiesta monocamerale. avrei preferito un' indagine più rapida e sobria ma siamo costretti a tale scelta. da ogni parte viene una denuncia di violenza intollerabile: la stampa internazionale, che lei certamente segue, la camera penale di Roma e l' Unione delle camere penali che denunciano oggi gravi e intollerabili violazioni di diritti costituzionali . dove sono i garantisti? dov' è l' avvocato Pecorella? l' ambasciata di Germania, signor ministro, l' ambasciata di Germania ha annunciato oggi l' avvio di un' indagine sul trattamento nelle carceri italiane di cittadini tedeschi...... un' indagine che farà l' ambasciata di Germania, dato che è impedita al Parlamento dell' Italia. pongo, allora, un interrogativo e spiego perché lo pongo a lei. il rifiuto di questa indagine autorizza a sospettare che non si tratta soltanto di voler coprire responsabilità, inadeguatezze ma che atti di violenza (che mille testimonianze denunciano), compiuti non genericamente dalle forze dell'ordine ma da gruppi ristretti e determinati all' interno di essi, abbiano avuto copertura, avallo politico se non forse incoraggiamento. queste violenze hanno avuto un segno politico — basta leggere le testimonianze — che io definirei di tipo fascista. è difficile trovare una diversa definizione, come se si fosse lungamente attesa la possibilità di consumare una vendetta politica. ho visto oggi che il ministro dell'Interno rimpiange il partito comunista italiano. noi rimpiangiamo la Democrazia Cristiana . la Democrazia Cristiana era un partito democratico nel Governo del paese e con la quale non si era esposti a rappresaglie di tipo cileno, nelle caserme e sugli arrestati. perché io pongo a lei questi problemi, lei dirà? per due ragioni e concludo. la prima è perché lei è un democratico e non può non provare imbarazzo e disagio di fronte a questi fatti. la seconda ragione è che questi fatti toccano l' immagine internazionale dell' Italia. vede, ho apprezzato che lei sia stato nominato ministro degli Esteri con l' evidente intenzione di tutelare l' immagine internazionale dell' Italia; compito importante, anche se non semplice. in questo modo, rischiano di rendere il suo compito impossibile. lo dica al presidente del Consiglio e faccia capire che occorre dare una risposta diversa da quella che è stata data sin qui.