Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 21 - seduta del 23-07-2001
Informativa urgente del Governo sui gravi incidenti avvenuti a Genova in occasione del vertice dei G8
2001 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 21
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , avremmo oggi voluto parlare di un qualcosa che sta nascendo, ovvero dell' ingresso nella politica di una nuova generazione. invece, siamo qui a parlare di una tragedia. mi permetto soltanto, prima di entrare nel merito di questa nostra difficile discussione, di rispondere all' onorevole Cicchitto, che ha accusato questo movimento di essere estremista, citando uno dei più grandi filosofi europei contemporanei, Edgard Morin. dice infatti il nostro: « questa chiosa racchiude il peggio dell' ottusità reazionaria: ignoranza, pregiudizio, demonizzazione dell' altro da sé » . questo movimento nel suo complesso non è portatore di visioni palingenetiche; certo esso esprime radicalità. parte infatti dalla convinzione che i grandi problemi del pianeta e dei suoi abitanti non possano essere risolti dall' economia liberista . nella loro eterogeneità, con esclusione delle sole frange minoritarie nichiliste, i popoli di Seattle sono portatori di una critica all' esistente da cui discende la caotica, generosa e fattiva ricerca non del migliore dei mondi, ma di un mondo migliore. per questa ragione, onorevoli colleghi , questo movimento proseguirà, malgrado le cariche della polizia, malgrado le violenze. sempre Morin ha affermato: « i più potenti della terra, accerchiati, sgomenti, chiusi in una fortezza mentre tutto intorno brucia sono un simbolo di una classe dirigente autistica, che si allontana dai problemi dell' umanità » . purtroppo essa fa anche vittime: come Carlo Giuliani , un ragazzo come tanti, ucciso da un proiettile della polizia, dei carabinieri, delle forze dell'ordine . neppure le parole del padre così severe, sagge e generose, hanno potuto lenire quel dolore per il paese e non hanno neppure potuto trasformare la sua drammatica morte in una lezione per i giorni futuri. signor ministro dell'Interno , erano 24 anni, dall' uccisione di Giorgiana Masi , che in Italia non moriva nessuno in una manifestazione. era in realtà passato solo un brevissimo lasso di tempo però dall' uccisione di Göteborg: avevamo chiesto di sospendere il G8 e non, come lei ha riferito, intendevamo impedire fisicamente quella manifestazione. quando queste sinistre hanno deciso di interrompere qualcosa, hanno proclamato quell' obiettivo. quando nel luglio del 1960 abbiamo affermato che non si sarebbe dovuto tenere il congresso del Movimento Sociale Italiano , l' abbiamo impedito. se questa volta non l' abbiamo fatto, è perché avevamo riconosciuto che quel consesso, se pur per non legittimo, doveva potersi svolgere. dovevano potersi svolgere anche le manifestazioni, però. invece avete militarizzato una città — diciamo la verità — , avete costruito dei labirinti ed una città che sembrava invivibile. e cosa è accaduto? guardate, signor ministro, signori del Governo, userò parole forti, ma voi dovete riconoscere che noi le possiamo usare, perché abbiamo lavorato lealmente alla ricerca del dialogo e del confronto. abbiamo lavorato, pur nel nostro dissenso radicale verso il G8, perché si facesse, ma anche perché noi, insieme al Genoa social forum , che rappresentava l' insieme del movimento, potessimo manifestare tutta la nostra avversione. invece cosa è accaduto? è accaduto — signor ministro, lei lo sa — che il blocco nero ha portato nella città alcune centinaia di violenti e pericolosi, esterni ed estranei al movimento e molti componenti contrari al movimento. lei sa che hanno potuto scorrazzare per la città, rompendo, devastando e bruciando prima ancora di potere entrare in contatto con qualsiasi parte del movimento. e quando quel contatto è stato cercato nelle « piazze tematiche » , i manifestanti pacifici e non violenti spesso hanno opposto la loro resistenza a che questi potessero entrare. caro Luciano Violante, noi ed i nostri compagni — come anche Elettra Deiana, colpita dalla carica della polizia e non da altri — abbiamo lavorato per tenere fuori dalla manifestazione i « neri » e per impedire che le cariche della polizia calpestassero degli inermi. forse, Luciano Violante, sarebbe stato bene che ci foste stati anche voi a dare la possibilità di crescita ad un movimento che conteneva al suo interno una grande vocazione democratica e civile. questi erano i manifestanti. quelle cariche, signor ministro, su chi sono arrivate? sui manifestanti. gli idranti e i lacrimogeni sono stati puntati su di loro, come anche le cariche. in quel clima è maturato l' uso delle armi da fuoco. perché portarle ad una manifestazione e perché lasciarle nelle mani di persone anche inesperte? vi è allora una responsabilità generale, che è quella della gestione dell' ordine pubblico e che ha determinato l' assassinio di un ragazzo, Carlo Giuliani , che è il simbolo di una grande tragedia. quando l' abbiamo saputo, abbiamo capito che tutto poteva cambiare. poi le parole del padre, dei rappresentanti del Genoa social forum e le nostre hanno fatto pensare di poter andare oltre ed è arrivata una partecipazione straordinaria, come lei del resto ha sottolineato (ed è l' unica cosa che nel suo discorso riconosco come giusta): 200-300 mila persone venute da tutte le parti d' Italia, anche d' Europa, e potevano essere di più. ed è accaduto quanto era successo il giorno precedente, signor ministro: i « neri » ancora a scorrazzare, a cercare contatti con la manifestazione, i manifestanti a cercare di respingerli e la polizia che carica, che usa i lacrimogeni, dal mare, dal cielo e dalla terra e che colpisce ripetutamente i manifestanti. la meccanica delle aggressioni è sempre quella: i « neri » che corrono, scorrazzano, intervengono, vengono respinti e la polizia, le forze dell'ordine che spezzano il corteo e lo respingono. signor ministro, come molti della mia generazione, ho vissuto molte storie di movimento. le posso dire, in totale onestà intellettuale, che se non fosse per la straordinaria vocazione pacifista e non violenta di questa nuova generazione, che è stata propria della stragrande maggioranza dei manifestanti, il comportamento della polizia avrebbe determinato una strage..., perché in altri momenti della storia del paese ben altre sono state le reazioni! signori, in realtà avete colpito il movimento. non so se sia una volontà soggettiva o un comportamento oggettivo, ma quello che si evince dalle cariche della polizia e dal suo comportamento è un' aggressione al movimento, forse per fermarlo. e allora, le debbo dire che quello che è accaduto sabato notte è come una drammatica lente di ingrandimento , che illumina anche quello che c' è prima. l' aggressione alla sede del Genoa social forum è inaudita. qui è avvenuta una sospensione dello stato di diritto , qui in molti hanno avuto la sensazione di essere in un regime di polizia. signor ministro, lì c' erano dei parlamentari e la polizia li ha scavalcati, non li ha neanche ascoltati! c' era un avvocato che chiedeva di stare dentro, poiché era un suo diritto costituzionale : è stato prevaricato! c' erano dei medici che chiedevano di poter vedere quei corpi che venivano massacrati: è stato loro impedito! c' erano dei giornalisti che volevano vedere: lo avete loro impedito! cos' è questo, se non un atto di regime di polizia! questa è una responsabilità gravissima che cade su di tutti! forse, si voleva sottrarre qualcosa? ma non lo dico io, signor ministro, non lo dico io! non lo dicono i nostri compagni presenti, che, pure, hanno qualche titolo. lo si legga nella testimonianza di una giornalista, che su La Repubblica di oggi, così racconta... perché, volete chiudere La Repubblica ? volete chiudere i giornali? guardate, persino il giornale citato dal ministro — si tratta di un articolo di fondo, del Il Corriere della Sera , mi lasci dire, assai vergognoso — tuttavia, nella cronaca... signori, signori, tranquilli! Tranquilli! quello stesso giornale, nella cronaca, raccontava questa realtà. eccone una, signor ministro: « ha trent' anni , lavora in una associazione non governativa del Lussemburgo, fa educazione alla non violenza a Bruxelles » . racconta: « era mezzanotte e dormivamo nei sacchi a pelo. hanno colpito la porta gridando: polizia. d' istinto chi si è alzato è scappato di sopra. è stato un errore, certo, ma stavamo tutti dormendo. ci hanno fatti stendere pancia in terra, hanno rovesciato tutto, spaccato ogni cosa, strappato documenti. ci insultavano e picchiavano, coi manganelli, la gente distesa, urlando. ho visto ragazzine svenire. uno diceva: attenti che non muoiano. io sono scappato quando hanno aperto per far uscire il primo massacrato. era ancora dentro il sacco a pelo. penso ai più giovani, che sono rimasti lì insanguinati...... per ore, terrorizzati e soli. vorrei anche ringraziare il vostro paese per la splendida ospitalità » . parli francese, parli qualunque lingua, signor ministro, ma quando un giovane vive un' esperienza come questa, voi dovete sentire tutta la responsabilità di provocare un solco grave tra il Governo, lo Stato e ciò che vive questa nuova generazione. un solco può aprirsi — ho concluso — ed per questo, per chiudere questo solco, che, di fronte al fallimento della vostra gestione del G8, noi chiediamo le dimissioni del ministro dell'Interno , del capo della polizia, del comandante dei carabinieri, perché vogliamo evitare che ci sia una qualsiasi lettura politica, in certo senso, del nostro atto. chiediamo che i responsabili dell' ordine pubblico che abbiano fallito, si dimettano per aprire un dialogo tra il Governo ed il paese.