Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 202 - seduta del 10-10-2002
Modifica degli articoli 45,46,47,48,49 del codice di procedura penale
2002 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 202
  • Attività legislativa

grazie, signor presidente . la nostra avversione, signori del Governo, e persino la nostra rabbia nei vostri confronti non riguarda soltanto il contenuto di quella che a noi appare una pessima legge in difesa del privilegio ma, nella stessa misura, il fatto che ci impedite, che impedite al Parlamento, e persino a noi, di fare quello che sentiamo sarebbe il nostro dovere. fuori da qui, da queste Aule, premono ben altri problemi. decine di migliaia di persone vivono il dramma della loro insicurezza che può finire nella perdita del posto di lavoro . migliaia, decine di migliaia di persone. la più grande azienda italiana. in una zona del Mezzogiorno, a Termini Imerese , può essere cancellata l' unica fonte di reddito e di vita. un fatto, che riguarda la vita di popolazioni intere, che riguarda l' economia nazionale e che dovrebbe vedere impegnato questo Parlamento un giorno, due giorni, tanti giorni a cercare una soluzione in sintonia con i problemi del paese, vede, invece, il Parlamento impegnato a discutere di una legge per un privilegio. e voi: la vostra politica finisce per essere un ingombro alla stessa possibilità di discutere i problemi reali del paese. intendiamoci bene: la questione della giustizia è questione molto importante, lo sentiamo anche noi. la civiltà giuridica e lo stato di diritto sono parti importanti della misura della civiltà più generale del paese. e se parlate di legittimo sospetto, noi di legittimo sospetto ce ne intendiamo, noi, naturalmente, come rappresentanti delle classi subalterne : di un sospetto legittimo storico nei confronti dello Stato, delle sue istituzioni e della sua natura di classe, con la quale opera ogni giorno, quotidianamente, selezioni e discriminazioni, a volte spesso in formule che le nascondono. noi sappiamo che la giustizia della legge e del diritto non può dispiegarsi interamente senza che si tenga ad una giustizia più generale. non lo sappiamo solo noi. lo sapevano uomini di altre tradizioni, come nell' invettiva di don Milani , quando egli ricordava che non ci poteva essere una buona scuola in una società cattiva. e noi sappiamo con lui che non ci può essere una giustizia giusta in una società sbagliata. sappiamo, sappiamo per storia, che un' uguaglianza tra diseguali è una diseguaglianza; ma noi, noi sempre come classi subalterne , abbiamo imparato nella nostra vicenda storica a fare come se questa condanna non fosse definitiva e come se, attraverso l' esercizio del diritto, della legge, della Costituzione, dello stato di diritto , si potesse avanzare verso una civiltà più elevata. così, abbiamo considerato un avanzamento reale anche per noi le conquiste di autonomia della magistratura, che non casualmente sono avvenute in una stagione di grandi speranze per il paese, in cui abbiamo avuto e vissuto l' evoluzione del diritto del lavoro , in cui abbiamo visto con grande passione la rottura con la tradizione che vedeva luoghi di diritto ridotti a porti delle nebbie, ove si insabbiavano procedimenti che riguardavano pezzi della classe dirigente del paese. abbiamo salutato come un fatto per noi importante la rottura in tanta parte della magistratura di un patto scellerato contratto con la mafia in altri momenti della storia del paese e così abbiamo visto con interesse l' uscita da una distrazione colpevole, anche della magistratura, per un lungo periodo, di un intreccio tra politica ed affari che ha corrotto profondamente questo paese. abbiamo salutato un processo di crescita generale, ossia l' acquisizione di una autonomia della magistratura: l' abbiamo sentita come parte più generale di una scommessa e di una sfida e l' abbiamo assunto a valore. di certo, abbiamo fatto tutto ciò non acriticamente e per questo siamo stati capaci di indignarci — noi che abbiamo così apprezzato questa conquista di autonomia della magistratura — di fronte a sentenze come quella che mandava assolta la Montedison di fronte ai plurimi omicidi di operai per uso di Pvc per lunghi anni. in questo modo siamo stati attenti, pur dentro quella valorizzazione della crescita e dell' autonomia della magistratura, a tutti i problemi di garanzia per il cittadino, ai temi della presunzione di innocenza, alla tutela della persona, contrari ad ogni atteggiamento vessatorio, anche nei confronti di chi veniva considerato un pericolo per il paese e anche, ovviamente, nei confronti degli avversari. in altre parole, la consapevolezza sempre a noi presente che lo Stato non può usare le armi di chi condanna, sia che parli di crimini comuni, che di terrorismo. ma voi oggi interrompete questo nostro investimento nella possibilità di una crescita dello stato di diritto . voi oggi portate la diseguaglianza che è nella realtà direttamente nella legge. questo provvedimento è una scandalosa copertura di un bisogno di privilegio: in quest' Aula è risuonata forte la denuncia che si tratti di una legge tagliata su una determinata persona. a noi interessa anche di più che questo provvedimento parli degli interessi di ceto, di un privilegio che si vuole più ampio, di una esasperazione di una linea che voi producete in tutta la politica del Governo. voi guardate all' Italia diversamente, a seconda che si tratti dell' Italia in alto o dell' Italia in basso: all' Italia in alto concedete tutto con le vostre leggi e con i vostri procedimenti; all' Italia in basso tentate di vietare quello che ha sempre avuto grazie alle sue conquiste. voi oggi legiferate per il privilegio di classe e di ceti. anzi, forse portate solo alle estreme conseguenze una linea che è stata quella delle rogatorie, del rientro dei capitali all' estero, dei falsi in bilancio. tutto questo in alto, perché in basso, al contrario, voi avete limitato le libertà, delimitate con l' attacco all' articolo 18 , delimitate con la legge Bossi-Fini , non limitate neppure solo agli operai e agli immigrati, ma anche alle donne con una legge scandalosa come quella della fecondazione assistita . in realtà, voi siete strabici: consentite tutto e volete consentire tutto ai ceti privilegiati, mentre volete negare tutto a quelli che hanno bisogno di organizzarsi per potere contrastare questa divaricazione e avanzare verso una conquista di civiltà più generale. oggi voi producete una legge pessima e parlate di giustizia senza accorgervi che così facendo voi davvero esasperate la stessa possibilità di intendere i punti più alti e drammatici di sofferenza del paese. voi qui votate una legge per qualche privilegiato e nei giorni scorsi — è stato già citato — nel carcere di Buoncammino a Cagliari ci sono stati due omicidi in due giorni, suicidi impiccati nella stessa sala da bagno. ho detto « omicidi » , perché penso che si tratti di omicidi bianchi, esattamente come quelli che si producono in una fabbrica. già nel 2001 in quello stesso carcere un ragazzo di 21 anni si è tolto la vita: era stato condannato a pochi mesi per uno scippo. è stato detto, autorevolmente, che in quel carcere c' è il sovraffollamento, c' è la mancanza di assistenza e di supporto psicologico, c' è una condizione di vita inumana. voi guardate in alto per aprire a privilegi mentre in basso si sprofondano abissi di dolore e di morte di cui questo Stato iniquo porta la sua responsabilità. lo so che può sembrare retorica, ma non lo è, agite attraverso un fatto clamoroso, fermatevi, sospendete questa legge e cominciate dal basso a parlare di giustizia. mettete all' ordine del giorno un provvedimento di clemenza, di indulto per queste carceri sovraffollate, o accogliete una proposta intelligente come quella che è stata ripetutamente avanzata da Giuliano Pisapia. affrontate il problema drammatico delle carceri italiane e aprite un dibattito sulla pena nel paese di Beccaria, che, invece di offrire la scorciatoia a qualche privilegiato, reindaghi nel fondo di questa società malata che ci mette ogni giorno di fronte a crimini efferati e quasi incomprensibili. vi è non solo il problema della riduzione della popolazione carceraria, ma vi è anche quello legato alla riflessione di fondo sul valore rieducativo della pena, capace di tenersi lontana da uno Stato occhiuto nei confronti dei deboli e complice nei confronti del forte. bisogna ridurre l' inflazionamento delle carceri causato da leggi ingiuste. voi oggi vi coprite di una grave responsabilità: un vecchio socialista, Pietro Nenni, pronunciò tempo fa una frase risuonata tante volte in quest' Aula — anche oggi — e ripetuta numerose volte anche da me. non credevo però si potesse arrivare ad una proiezione di questo Stato assai più drammatica di quella immaginata dal vecchio socialista. stavo per dire « vostro » Stato, ma non ve lo voglio concedere. la frase diceva: Stato debole con i forti e forte con i deboli. Pietro Nenni non immaginava che si potesse arrivare a dire: Stato complice con i forti al fine di poterli sottrarre ad un giudizio che toccherebbe loro se fossero deboli. quando questa è la produzione di legge, la democrazia subisce un colpo. non penso che si dia una mano a risollevarla con qualche invettiva e con qualche urlo in più, ma voi dovete sapere che andando avanti su questa strada questo luogo, sì, sarà meno significativo per la democrazia, ma la democrazia davvero non verrà soffocata perché altri luoghi parleranno il suo linguaggio, il linguaggio del diritto. uno di questi luoghi sarà quello che vedrà impegnati gli scioperanti del prossimo 18.