Pier Luigi BERSANI - Deputato Opposizione
XIV Legislatura - Assemblea n. 189 - seduta del 19-09-2002
Concernenti la situazione dell'economia e della finanza pubblica italiana
2002 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 189
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , anche alla luce di precedenti esperienze, voglio riconoscere al ministro Tremonti uno sforzo di toni e, quindi, cercherò anch' io di stare lontano dall' eccesso di polemica, anche se qualche provocazione e qualche tentativo di costruire dei ghirigori a ritroso in senso difensivo e giustificativo ci sono stati. mi interessa, invece, giungere al dunque della questione affermando che, quest' anno, dai fatti, in campo economico e sociale , non vi è stata alcuna smentita alle previsioni delle opposizioni ed alcuna conferma alla linea economica del Governo, al quale non chiedevamo di invertire le tendenze del mondo, ma di tenerne conto per una politica economica seria e realistica. non c' è un solo dato, citabile, che possa confutare quanto affermo e credo sia anche questa la ragione del tono difensivo che il ministro, giustamente, ha usato. signor ministro, sui temi economici e sociali, nel paese vi è preoccupazione e tensione; c' è una perdita di fiducia nelle prospettive; c' è un calo della fiducia delle famiglie e delle imprese e predicare ottimismo non è servito ad impedire questo calo. è ora di decidere in quale fase ci troviamo. lei, signor ministro, è passato dalle parole ottimistiche pronunciate fino a qualche settimana fa ad affermare, la scorsa settimana, che la situazione è complessa e, oggi, che è difficile e seria. comunque, ha affermato che la situazione è grave, seria, complessa, certamente non catastrofica. sulle parole possiamo intenderci, ma la gravità della malattia si giudica anche in relazione alle medicine e al medico di cui si dispone. siamo nel curabile? certamente. abbiamo visto di peggio? figuriamoci! noi cominciammo la precedente legislatura con il deficit al 17 per cento e un' economia in recessione. tuttavia, ciò che va evidenziato è che ci troviamo in una situazione in cui una cura è già necessaria. e noi, caro ministro, sosteniamo, con tutta la disponibilità a discutere in termini di prove provate, che una condotta di politica economica più razionale, prudente e non giocata in quel modo all' atto delle aspettative, sarebbe stata in grado di farci assorbire la minor crescita internazionale, con un equilibrio della finanza pubblica ben diverso dalla situazione attuale. dunque, adesso, ci troviamo a discutere sul da farsi. lei afferma che l' opposizione non ha proposte, io le dico che siamo disposti e pronti... se mi ascolta glielo dico, altrimenti... non c' è problema. volevo soltanto che il ministro Tremonti valutasse questa mia affermazione: noi siamo disposti a partecipare a questa discussione, se ci saranno alcune condizioni di agibilità. allora, abbiamo parlato di « operazione verità » : signor ministro, lei ha fornito alcuni numeri che assomigliano molto a quelli che noi andiamo enunciando da un po' di tempo: alcuni, alcuni. vediamo se nell' allegato, nella Nota aggiuntiva o in un altro documento che vorrà presentare l' operazione verità sarà fatta. in secondo luogo, chiediamo la disponibilità ad una svolta o ad una correzione di politica economica : venendo alle proposte, sia chiaro che, ad esempio, ci sono « n » cose fatte nei cento giorni che vanno riconsiderate. c' è questa disponibilità? c' è la disponibilità a mettere da parte l' idea — e credo sia un aspetto molto serio — che la gran parte della manovra economica debba essere giocata di nuovo su meccanismi una tantum e condonistici? noi siamo contrari a ciò e fortemente preoccupati, perché pensiamo che mangiamo oggi le risorse di domani, perché pensiamo che buttiamo la polvere sotto il tappeto, perché pensiamo che costruiamo ponti verso rive che non si vedono. non si vedono ancora quelle rive. mi sono sentito spesso chiedere: ma, allora? noi pensiamo che il problema sia più serio di quello che voi sostenete. quindi, non indichiamo affatto una finanziaria. diciamo che con i numeri da voi enunciati non si arriva allo 0,8 per cento : è un altro discorso. con i numeri che voi fornite, secondo noi, non arrivate allo 0,8. per arrivare allo 0,8 ci vorrebbe altro. allora, ci sono idee per affrontare con serietà la situazione? nessuno vuol deprimere l' economia, nessuno. ci sono idee per aggredire il debito? si potrebbe anche ragionare di flessibilità in Europa, di quella seria, che potremmo condividere, perché non è affatto vero che noi siamo per una linea conservativa assoluta in termini di patto. noi abbiamo le nostre idee. ma attenzione: con un debito che cresce non c' è agibilità per alcun discorso a livello europeo, neanche serio. ci stiamo mettendo in una situazione nella quale torniamo ad essere osservati speciali. mi fermo qui. mi fermo qui, signor ministro. è chiaro che, di fronte a misure che non avessero carattere di una tantum e di temporaneità, noi avremmo, evidentemente — immagino bene — , opinioni molto diverse dalle vostre. questo va da sé. l' ho già detto in una battuta: piuttosto che togliere una prestazione sanitaria, per esempio, ripristino la tassa per le successioni per i più ricchi. questo va da sé! però, deve esserci un modo per affrontare i problemi con serietà. infine, noi chiediamo che nelle prossime occasioni venga data una lettura di verità dell' economia reale — che oggi non mi pare ci sia stata — che è stata la grande dimenticata in quest' anno. attenzione, vorrei dire al Governo che non sarà con un omaggio di poca spesa al patto per l' Italia che noi risolveremo questo aspetto. ho sentito il ministro parlare di rigore e di sviluppo: rigore sarebbero i parametri europei, sviluppo sarebbe il patto per l' Italia. non scherziamo! non avendo questo benedetto patto per l' Italia, noi siamo cresciuti del 2,9 per cento nell' anno di grazia 2000, nonostante i vincoli. quando abbiamo fatto una finanziaria da 60 mila miliardi, più una prima correzione da 20 mila miliardi, l' anno dopo siamo cresciuti dell' 1,7 per cento . vada a vedere i dati del 1997! quindi, non diciamo che si è presentato un piattino dove tutto lo sviluppo è il patto dell' Italia e così via . diciamoci ben chiaro che questo patto per l' Italia è troppo per il Governo e troppo poco per l' Italia. è troppo per il Governo perché non riuscirà a rispondere alle parole che vi sono scritte, basta leggere cosa c' è scritto sul Mezzogiorno; non riuscirà. ma è troppo poco per l' Italia perché questo patto non coglie alcune questioni che sono spiattellate davanti a noi. se andiamo a vedere come mai, dopo due anni che non era più così, nei quali eravamo allineati con il tasso di crescita europeo, noi adesso ci siamo di nuovo disallineati, perché è questa la verità, anche se ho sentito cose diverse. guardiamo i numeri, la verità è questa. infatti, nel 2000 eravamo addirittura sopra la media europea come crescita: andate a controllare i dati del Pil. come mai adesso ci troviamo disallineati? si vada a vedere scanditamente perché abbiamo problemi antichi, intendiamoci — il problema dei servizi, il problema della specializzazione produttiva, quello dell' inserimento e della diffusione delle tecnologie, quello del dualismo con il sud — , non dico che questi problemi li abbiate inventati voi, c' erano anche prima: sto dicendo che su ognuno di questi punti il ritmo di marcia sta andando indietro, compreso quello del Mezzogiorno, che in questi mesi sta perdendo velocità relativa rispetto al nord, dopo cinque anni che non era così. è falso quello che dico? discutiamone, di questo bisogna discutere se siamo il Parlamento del paese. allora, vogliamo fare una legge finanziaria nella quale si discute in questi termini e prendere qualche misura che abbia una qualche coerenza? quali misure? misure di politica economica , di politica di bilancio, di politica industriale . poi, signor ministro, lei ha fatto un' affermazione molto giusta, giustissima. lei ha detto che bisogna dare certezza agli operatori. ritengo ciò fondamentale, però, sono accaduti dei fatti devastanti per la certezza degli operatori e bisogna che responsabilmente ce ne rendiamo conto. allora, si deve fare attenzione, la questione del credito d'imposta — che non ho bisogno di chiarire cosa sia — viene moltiplicata per mille , fino ad esiti che con tutta evidenza presentano profili di ordine costituzionale, da questo « decreto taglia-spese » . ce ne rendiamo conto? al di là dei limiti costituzionali, della questione costituzionale evidentissima, ci rendiamo conto che noi mettiamo un punto interrogativo su tutto il sistema di erogazione che abbiamo in mano? abbiamo letto bene? abbiamo visto bene? quindi, 10, 100, 1.000 crediti di imposta? per quanto riguarda i residui passivi , non vorrei che il fondo per il Mezzogiorno di cui si parla, il fondo unico, fosse frutto di questa ispirazione, per cui vengono inserite anche vecchie cose, vengono riformulate e rigirate, con la conseguenza che l' operatore e la Pubblica Amministrazione non sanno più come agire, e via seguitando. vi sono inoltre altre questioni, come il blocco delle tariffe, il project financing ; sulle norme fiscali un giorno si parla di una riforma, poi si annunciano interventi parziali. per quanto riguarda, signor ministro, il ricorso allo spoils system in ministeri importanti, vi invito a fare attenzione e a non lasciarvi prendere la mano da un maccartismo straccione che sta distruggendo quel che c' è — solo quello — e non costruisce niente, lasciando nell' abbandono rapporti professionali adeguati con i mondi economici. quindi, sbandamento, problemi e disagio nel paese e — diceva il ministro — assunzione di responsabilità. benissimo! per terminare il mio intervento, io vorrei che questa assunzione di responsabilità fosse del Governo e del presidente del Consiglio Berlusconi, perché francamente — concludo in questo modo — questo nostro presidente del Consiglio regna ma non governa, cura bene le cose della casa reale, ma non governa, non si occupa di cose fastidiose, sgradevoli, come l' andamento economico e sociale di questo paese. io dico che non è il ministro Tremonti l' inventore del miracolo, il ministro Tremonti è l' esecutore del miracolo, ma l' inventore del miracolo è Berlusconi! quindi se ne occupasse e non lasciasse a noi solo i cocci del miracolo!